Hanno scoperto l’Aulin

…travolgente progresso scientifico al Mario Negri

(Chi lo ha detto prima di loro è e rimane un No-Vax, Complottista Negazionista da internare; e se medico, da radiare dall’Ordine. Una speranza per la riscoperta dell’Ivermectina? O per la riabilitazione dell’Idrossiclorochina? Non finché vige ancora la direttiva criminale di Speranza-Ricciardi: “Tachipirina e vigile attesa”)

“Con gli antinfiammatori, giù le ospedalizzazioni da Covid”. Il professor Remuzzi spiega la sua scoperta

Il direttore del Mario Negri: vacciniamo rapidamente e a giugno staremo meglio di adesso

By Linda Varlese

Il Professor Giuseppe Remuzzi dell'istituto Mario Negri. ANSA/TIZIANO

Filippo VeneziaANSA

Il Professor Giuseppe Remuzzi dell’istituto Mario Negri. ANSA/TIZIANO MANZONI

Il ragionamento che ha condotto il Professore Giuseppe Remuzzi, Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e la sua squadra di ricercatori, ad approfondire e studiare il potenziale degli antinfiammatori nella cura domiciliare dei pazienti di Covid-19 parte da un assunto molto semplice: il coronavirus è una malattia che se curata nella fase precoce basta poco per essere sconfitta. Ce lo racconta lui stesso: “Tutto è partito dall’intuizione del Primario di Malattie Infettive del nostro ospedale, il professore Fredy Sutere da un gruppo di medici che hanno lavorato con lui e con noi: fin dall’inizio avevano l’idea che la malattia di Covid-19 si potesse curare a casa nelle fasi molto precoci, fin dai primi sintomi, senza aspettare il tampone, semplicemente come si cura qualunque infezione delle alte vie respiratorie e cioè con degli antinfiammatori”.

Fin qui, l’intuizione. Come sono andati avanti? Come si è arrivati allo studio che adesso è pubblicato in preprint?

“Hanno trattato tanti pazienti, secondo loro nessuno di questi pazienti aveva bisogno di ospedale e riuscivano a curarli tutti a casa. Naturalmente non è un fai da te, ci vuole che il medico visiti il paziente o comunque si occupi del paziente e lo segua. E’ una terapia che si modifica nel corso dei giorni a seconda di come evolve la malattia, però i risultati erano molto buoni. Tuttavia fino a quel momento non avevano un valore scientifico, per questo abbiamo condotto questo studio che, essendo retrospettivo, ha i suoi limiti, lo premetto”.

Ci spieghi meglio

“L’unico studio che potevamo fare era retrospettivo, cioè andando a vedere come erano andati dei pazienti, trattati con antinfiammatori ai primi sintomi, che avevamo selezionato per essere identici a un altro gruppo che abbiamo trattato con sistema tradizionale, cioè con vigile attesa e tachipirina. Non potevamo fare uno studio prospettico, cioè reclutando un certo numero di pazienti a un trattamento e randomizzandoli a un altro trattamento perché al Ministero della Sanità avevano già stabilito delle linee guida per i medici e il comitato etico non ha acconsentito. D’altra parte però noi abbiamo dato un razionale farmacologico molto forte a quello che proponevamo e questo è stato il contributo del Mario Negri.

Nella pratica, quale è questa cura a base di antinfiammatori che proponete?

Utilizziamo infiammatori, in particolare Celecoxib perché abbiamo trovato un forte razionale in tutta la letteratura internazionale per la capacità di Celecoxib di inibire una serie di mediatori dell’infiammazione. In altre parole eravamo certi della sua efficacia per evitare l’iiperinfiammazione da una parte e la conseguente attivazione del sistema immunologico. E poi Nimesulide, che ha le stesse proprietà.

(Nimesulide è l’Aulin)

https://www.huffingtonpost.it/entry/con-gli-antinfiammatori-giu-le-ospedalizzazioni-da-covid-il-professor-remuzzi-spiega-la-sua-scoperta_it_60676b36c5b68872efe65f3b