(…) Il santuario di Siroki Brijeg, titolato alla Madonna Assunta in Cielo, costituisce l’autentico vessillo religioso dell’Erzegovina, riconosciuto anche al di fuori dei confini della piccola regione.
Quel monastero, vero e proprio scrigno della storia e delle memorie del popolo croato di Erzegovina, fu teatro, il 7 febbraio 1945, di una delle più efferate stragi commesse dai partigiani comunisti locali, eccidio rimasto indelebile nella memoria della gente del luogo nonostante tutti i tentativi, anche violenti, delle autorità comuniste di far dimenticare l’episodio. Il complesso comprendente il santuario, il convento, una scuola e una chiesa, era stato costruito nel 1846 (durante la dominazione turca), grazie alla dedizione di dodici francescani originari dell’Erzegovina e provenienti da Kresevo, in Bosnia. Col passare degli anni, quel luogo era divenuto il simbolo cristiano più importante di tutta l’Erzegovina; per questo motivo un gruppo di partigiani comunisti decise di distruggerlo dalle fondamenta, al fine di sradicare dal cuore del popolo la fede cattolica e la benevolenza e la riconoscenza verso i frati francescani.
Arrivati a Siroki Brijeg alle tre del pomeriggio del 7 febbraio 1945, i partigiani trovarono nel monastero trenta religiosi, alcuni dei quali erano professori nel ginnasio adiacente il santuario. Con minacce e bestemmie cercarono di persuadere i frati a lasciare l’abito religioso; al rifiuto di questi, presero i francescani uno ad uno, li portarono fuori dal convento e li uccisero. Testimoni oculari hanno successivamente raccontato che i frati andarono incontro alla morte pregando e cantando le litanie della Madonna. Terminata l’esecuzione i loro corpi furono cosparsi di benzina e bruciati. Non paghi di questo, i partigiani oltraggiarono e cancellarono la scritta sulla pietra invocante Dio e la Madonna, posta sopra l’ingresso del convento, e distrussero la biblioteca, contenente circa 150 mila volumi, che documentavano le tappe della storia e delle sofferenze del popolo croato di Erzegovina.
Di seguito i nomi dei trenta martiri di Siroki Brijeg:
- Fra Bruno Adamcik, di 37 anni;
- Fra Marko Barbaric, di 80 anni. Quel 7 febbraio 1945 giaceva a letto ammalato di tifo. Gli ufficiali comunisti ordinarono di portarlo fuori, trasportandolo su una coperta. Quindi fu ucciso e buttato nel fuoco assieme agli altri confratelli;
- Fra Jozo Bencun, 76 anni;
- Fra Marko Dragicevic, 43 anni, professore di greco e latino;
- Fra Miljenko Ivankovic, 21 anni;
- Fra Andrija Jelcic, 41 anni;
- Fra Rudo Juric, 20 anni;
- Fra Fabijan Kordic, 55 anni;
- Fra Viktor Kosir, 21 anni;
- Fra Tadija Kozul, 36 anni, professore di filosofia, greco e latino;
- Fra Krsto Kraljevic, 50 anni;
- Fra Stanko Kraljevic; 74 anni;
- Fra Zarko Leventic, 26 anni. Anch’egli ammalato di tifo, fu preso e ucciso come gli altri confratelli;
- Fra Bonifacije Majic, 62 anni, professore e catechista;
- Fra Stjepan Majic, 20 anni, aveva appena terminato il noviziato;
- Fra Arkandeo Nuic, 49 anni, professore di greco, latino, tedesco e francese;
- Fra Borislav Pandzic, 35 anni, professore di religione;
- Fra Kresimir Pandzic, 53 anni, professore di lingua classica e direttore della scuola;
- Fra Fabijan Paponja, 48 anni;
- Fra Nenad Venancije Pehar, 35 anni, professore di filosofia;
- Fra Melhior Prlic, 53 anni;
- Fra Ludovik Rados, 20 anni, aveva appena terminato il noviziato;
- Fra Leonard Rupcic, 38 anni, professore di francese;
- Fra Mariofil Sivric, 32 anni,
- Fra Ivo Sliskovic, 68 anni;
- Fra Kornelije Susac, 20 anni;
- Fra Dobroslav Simovic, 38 anni, professore ed educatore dei seminaristi;
- Fra Radoslav Vuksic, 51 anni, professore di matematica e fisica, direttore del ginnasio per sei anni;
- Fra Roland Zlopasa, 33 anni, professore;
- Fra Leopold Augustin Zubac, 55 anni, professore.
http://www.santiebeati.it/dettaglio/94203
http://www.centrostudifederici.org/frati-slavi-massacrati-dai-partigiani-titini-1945/