Che disastro, che crollo, che devastazione delle belle certezze del politicamente corretto; un colpo alla dittatura benpensante, l’antirazzismo che collide col femminismo. L’analisi è di John Laughland, uno dei maggiori filosofi della politica e profondi critici della postmodernità, in un commento all’aggressione sessuale di massa dei medio-orientali a Colonia. Il titolo – “Antirazzismo e femminismo, due valori incompatibili?” – non dice abbastanza.
https://francais.rt.com/opinions/13364-allemagne-immigres-peur-images
Non si tratta solo dei due “valori” (da intendere con ironia) della nostra “civiltà” (ironia doppia), ma della devastazione del Sistema, dalla brutale catastrofe dell’intero mondo dell’immaginario neutro, rassicurante e sanitizzato che ci è stato imposto come “civiltà” ed è la dittatura totale – osiamo dirlo – delle donne. Precisamente, delle castratrici.
Lo “scontro di civiltà” (detto con ironia) fra l’Europa e l’Islam ha mostrato tutta la sua ridicola virulenza proprio nella relazione sessuale: la scoperta che i giovani maschi siriani, invece di essere grati e buoni da poveri profughi educati e riconoscenti, abbrancano le donne e se le fanno. Ora, dice Laughland, se “gli attentati terroristici resteranno senza dubbio eventi eccezionali, il rapporto uomo-donna riguarda la vita quotidiana”. Da affrontare ogni giorno.
Come? Perché come si può constatare “L’Europa in generale, e soprattutto la Germania, coltivano da decenni la femminizzazione della cultura politica e sociale. L’Unione Europea si definisce oggi soltanto in termini di virtù femminee: la pace, la non-violenza, la rinuncia ad una politica di potenza, la fine di tutte le gerarchie in politica, il consenso, l’omosessualità. Per le virtù cosiddette mascoline, coraggio, onore, non c’è più posto. Il concetto di paternità politica, che si esprime attraverso concetti come patria, è stato bandito dal discorso post-nazionale ed anti-nazionale della costruzione europea”.
Verissimo ritratto. Qualche mese fa’ m’è capitato di ascoltare da Massimo Cacciari il proposito che, invece di una “Europa delle patrie” (come la voleva De Gaulle) lui preferiva “L’Europa delle matrie”: senza voler riconoscere che di “matrie”, di madri, ne abbiamo fin troppe, dalla Mafia alla Chiesa alla UE stessa, ed proprio il padre che ci manca.
Ora, continua Laughland, la Merkel incarna in sé perfettamente la “matria”, la femminilizzazione neutralizzata. “Donna sposata che ha scelto di non avere mai figli, deve la sua popolarità sia alla sua personale mediocrità (non fa’ paura a nessuno e dunque l’elettore medio si può riconoscere in lei) sia al suo soprannome, Mutti (mamma) che esprime il suo profilo politico di madre rassicurante del paese”. Ritratto spassoso della (a)sessualità della Cancelliera, che andrà completato dalle voci che vogliono che il marito della Mutti sia un omosex, mentre su lei stessa circola un’aura vaga di lesbismo: il che ne fa’ un’ancor più perfetta epitome dei “valori gender” che ci dominano: le donne coccolano i gay e vogliono uomini “neutri”, hanno svirilizzato non solo la cultura ma proprio i maschi europei, fino a renderli degli impotenti, degli eterni adolescenti-figli che fuggono le responsabilità, o dei masturbatori da video-porno; salvo poi lamentarsi perché quando “lei” glielo ordina, lui non si trasforma in irsuta belva del sesso dalla impetuosa erezione selvaggia; a comando, per poi rientrare addomesticato nei ranghi quando lei ha da fare.
Magari esagero, e mi scuso per l’impoliticamente scorretto. Ma tendo a sottoscrivere la motivazione che Laughland identifica per l’ostilità incoercibile, esagerata, che la Merkel ha mostrato durante la crisi ucraina contro la Russia: “la paura sessual-ideologica davanti a un possibile ritorno della politica di potenza, dunque maschile, sulla scena europea”. Una paura ovviamente acuita dalle foto macho di Putin a caccia o a cavallo a torso nudo, e resa parossistica dalla “grande parata militare russa in commemorazione della vittoria del 1945, avvenuta il 9 maggio scorso, dall’estrema virilità”. Orrore, vuoi vedere che irrompe nella UE il marito, il padre o (per dire la parola censurata) l’autorità del pater familias, quello che comanda per natura – e lo fa’ senza chiedere prima a “lei”? Subito, chiudiamo quella porta! Lasciamolo fuori, il bruto antidemocratico!
E poi invece ben altro tipo di bruto ha fatto irruzione. L’orda. Ed è proprio la femminea, slombata Germania, la “neutrale” e un po’ invertita e trans Europa dei diritti gay, che gli ha spalancato le porte: in nome dell’accoglienza, con femminea commozione per il piccino morto sulla spiaggia turca, per un impulso donnesco del cuore: venite tutti, senza limiti, voi maschi giovani e singoli… nella donnesca convinzione, rafforzata dal buonismo politicamente corretto del “multiculturalismo”, che siccome gli diamo da mangiare e un sussidio, più il permesso di soggiorno, quelli “sarebbero stati al loro posto”; pieni di gratitudine e di umiltà. Addomesticati e un po’ psichicamente castrati, come loro hanno reso l’Homo Aereopaeus.
Così, la Germania che riceveva 11 mila immigrai musulmani nel 2008, ne ha imbarcati mezzo milione nel 2014; nel 2015 la cifra si aggirerà sul milione. E nel 2016,se tanto ci dà tanto – 10 mila immigrati al giorno nelle ultime settimane del ’15 – farebbe, potenzialmente, 3,6 milioni di stranieri. Vengano tutti, aveva detto la Merkel. Lavoreranno alla Volkswagen, disciplinati ed addestrati come cani da circo, e terranno le mani a posto; e l’erezione sotto controllo. Certe brutte cose, Mutti non vuol vedere.
Figurarsi. Questa massa di immigrati induriti da esperienze di guerra con sanguinosi sbudellamenti di vicini di casa e parenti, che vengono da società che è poco dire patriarcali, dove il maschio è tiranno e a femmina o va’ coperta da capo a piedi e accompagnata da parenti maschi, oppure viene “disciplinata” dallo stupro (con seguente lapidazione), hanno subito avvertito di essere stati accolti in una società culturalmente finocchia, socialmente donnesca e politicamente femminilizzata, dunque inerme.
Hanno subito capito l’essenziale: che essa è spregevole e senza onore, essendo appunto femminile. Che “l’ordine” che vi regna è fatto di carte e procedure, senza coercizione alcuna; che qui delle donne comandano, la sindaca di Colonia, la Mutti, le Boldrini, le Mogherini e le Cirinnà: una vera provocazione,per loro. Hanno letto negli occhi degli accoglienti in nome dei “diritti umani” l’eunucoide che reprime il brivido di paura per l’Altro razziale – l’antico terrore primordiale del predone moro e del suo afrore – onde non essere politicamente scorretto? Fatto sta che hanno voluto provare a rompere l’ordine di paglia.
E così anche le femministe, le politicamente corrette, le Boldrini abituate a comandare a sotto-maschi, le Merkel hanno taciuto davanti alle violenze sessuali di massa di San Silvestro. Ammutolite dal crollo dei loro falsi valori, del loro potere sul discorso pubblico, e dall’irruzione del branco maschile. Chi doveva difendere le donne nella notte di San Silvestro? La polizia tedesca ha una sola preoccupazione esistenziale: non somigliare alle SS. Il che significa che è castrata per lungo addestramento. Svirilizzata, vestita di colori ridicoli per non parere militare, aveva bisogno lei stessa di esser protetta. Evidentemente intimorita non solo dalle belve sessuali, ma – ancor più – dal terrore delle superiori che impongono il politicamente corretto: il capo della polizia si è dovuto strappare dalla bocca il fatto che i violenti erano ”di tipo arabo o nord-africano”. E già con questo ha rischiato d’ essere incriminato lui, per “discriminazione facciale” (commenta Dedefensa). Le forze dell’ordine? Si sono fatte sparare addosso razzi e fuochi d’artificio. Se hanno provato a ingiungere:“Documenti, prego” (sai che paura!) quelli glieli hanno strappati sotto gli occhi, i loro permessi di soggiorno, ghignando: “Ce ne facciamo dare degli altri”.
Segno che hanno capito tutto di questa spregevole Europa. E del suo vuoto di essere – di palle, peré l’essere è sessuato – dietro le carte burocratiche
Vi convince la chiave di Laughland? A me sì. Vedete che chi s’è opposto con virile energia alla accoglienza senza limiti – come Victor Orban – è stato demonizzato dai media e dai politici donneschi e dai castrati di corte: che rude omaccione! fascista, retrogrado, politicamente scorretto, non è cieco alla “cultura islamica”, è “discriminatorio”; è autoritario; ai confini “usa la violenza”; ma noi ci vendichiamo e gli togliamo i finanziamenti UE. E’ stato tutto uno strillo isterico nel cui fondo emergeva la paura subconscia per la riapparizione dell’uomo (di Stato); paura-odio che abbiamo visto avere una parte – pensateci – nel trattamento che hanno fatto subire a Varoufakis, per lo stesso evidente motivo.
Adesso le “donne” castranti – sto pensando alle Boldrini, alle Gruber, per esempio – si danno da fare per ridurre il danno: non tutti erano neo-immigrati, non fare di ogni erba un fascio. Ma la brutalità della catastrofe che la realtà ha abbattuto sul castello del politicamente corretto e dei “valori” neutrali, dei “diritti umani” di cartapesta, sarà difficile da riparare. “Quelli” stuprano, è un fatto. E noi qui, indifese…
Angela Merkel il 7 ottobre, davanti all’inarrestabile marea, ha avuto un’uscita sgomenta, smarrita: “Non ho il potere, e nessuno lo ha, di determinare quanta gente viene qui”. Un’ammissione di impotenza, molto femminile in fondo, la rattenuta consapevolezza che “ci vorrebbe un uomo” perché ho fatto un pasticcio e non so come uscirne.
Perché non provare la decisione di chiudere le frontiere tedesche, magari? Molto tipica la risposta che ha dato sempre la Merkel, ormai sopraffatta, il 9 ottobre ad una giornalista che glielo chiedeva: “No; a quel punto si vedrebbero delle immagini che nessuno può augurarsi”. Ecco il punto: i telegiornali della sera sono i veri padroni. E’delle loro immagini che si allarma in anticipo Mutti. E’ la tv che (conclude Laughland)”detta la politica del paese più potente d’Europa”. Della Matria germanica, cioè.