Venerdì scorso, a Digione, un sedicenne ceceno viene aggredito da coetanei maghrebini, per un affare di droga. Finisce all’ospedale Richiamati dai social alla vendetta, ceceni da tutta la Francia si sono radunati a Digione; accolti da maghrebini, diversi dei quali armati di kalashnikov, altri di sbarre di ferro. Sparatorie confuse con armi automatiche, corse in auto, incendi, fumo da zona di guerra.. Un uomo di 38 anni colpito alla schiena – non ne viene detta l’etnia – è gravissimo.
This is a peaceful country town in France … according to journalists … pic.twitter.com/DFPL3IiD80
— Nicolas (@NicolasRoge) June 16, 2020
https://twitter.com/dupontaignan/status/1272640893070323713
https://twitter.com/i/status/1272887294098378754
Chechens v Algerian Muslims. On the streets of #Dijon, France
June 2020
This is where we are headed. Import the third world become the third world.
— Katie Hopkins (@KTHopkins) June 16, 2020
Disordini sono esplosi di nuovo a Parigi.
Breaking News.
Live footage from the beautiful City of Paris,France.
Riots have broken out again.#Paris #riots2020 #riotsparis #franceriots #riots #frenchriot #EmmanuelMacron pic.twitter.com/LqHx0YYmlW
— Lenard Spielberg (Former CNN) (@Spielberging) June 16, 2020
Infermiere e personale sanitario provato dal superlavoro, lo stress e infezione spesso contratta in prima linea, che manifestavano agli Invalides, sono state prima applaudite dai poliziotti, ma poi – non è chiaro perché, gli agenti e i manifestanti della sanità si sono scontrati
Imen Mellaz: “Questa donna è mia madre. 50 anni, infermiera, per tre mesi ha lavorato 12-14 ore al giorno. Ha avuto il covid. Oggi manifestava perché venisse riconosciuto il suo lavoro e rivalorizzato il suo salario. E’ asmatica. E’ alta 1,55.
“La Francia affonda nelle violenze generalizzate”, dice Francois Asselineau, presidente del partito UPR, “perché l’euro e la UE distruggono i nostri posti di lavoro e i nostri servizi pubblici, esacerbano le ineguaglianze eimpediscono ogni cambiamento reale della politica. Restare nella UE porterà immancabilmente all’esplosione generale”:
Nulla di tutto ciò appare sui tg e quotidiani italiani. Che invece ci hanno ampiamente informato con servizi speciali sulle manifestazioni ad Hong Kong e su quelle “razziali” negli Stati Uniti, lacrimando sul negro ucciso. Ma sulla Francia e sugli scontri bellici fra ceceni e algerini armati di AK 47 e Smith & Wesson, silenzio assoluto. Come del resto nulla ci hanno detto per oltre due anni della protesta dei Gilet Gialli, cominciata nel 2018, schiacciata con i metodi brutali come si trattasse di schiavi stranieri e sub-umani, e non di concittadini; contro cui la polizia di Macron ha sparato fumogeni ad altezza d’uomo, ha accecato, deturpato volti, mutilato mani. Cisono stati 12 morti.
La censura dei media, così ferrea, così omertosa, così pan-europea, è la dimostrazione del regime oligarchico che ci opprime: ci dice che questo assume senza alcuno scrupolo andamenti da totalitarismo “cinese”. Un regime che non ha voluto dare legittimità alle istanze dei Gilet Gialli, con la loro protesta politicamente civile e civica, adesso è sopraffatto di fronte alle bande cecene che si scontrano con gli algerini, spadroneggiando senza limite.
Il motivo della censura è ovvio: devono nascondere il fallimento0 della loro utopia-distopia, l’imposizione della diversità etniche, di immigrati non assimilabili e pericolosi (che obblighi ha la Francia di accogliere ceceni? Da dove vengono? Chi gli ha dato i permessi per superare Schengen?) e lo scacco della loro ideologia illuminista diventata patologia anti-umana, e servilismo alla finanza, che ha portato l’inferno nella società.
“La diversità è il destino dell’umanità” – ha ordinato Timmermans
E la UE vuole punire con sanzioni Ungheria, Slovacchia e Polonia che resistono.
Accogliamoli tutti, strilla il Ricco di Stato Luigi Manconi, senatore, compagno della Berlinguer (un menage in cui entrano 20-30 mila euro al mese di denaro pubblico).
Bergoglio non ha carità che per i “migranti”, che esige siano “regolarizzati”. L’arroganza e violenza della “classe dirigente” è ormai iintollerabile.
Stanno nascondendo gli eventi che turbano la loro narrativa di integrazione e globalismo, di annullamento dei confini senza residui. Ma sono anche ammutoliti, essi stessi. Come gli altri regimi totalitari, anche questo sta collassando sotto le proprie contraddizioni; la sua ideologia (come quella sovietica) quanto più si realizza, tanto più rende impossibile la vita umana, e la civiltà.
La sua “essenza” è nemica dell’esistenza. Il che ci fa prevedere sia prossima la sua caduta.