Giuseppe Angiuli
Onore ad Enrico Mattei, uno dei più grandi italiani del Novecento, fondatore dell’ENI e tra i principali strateghi della ricostruzione industriale nel secondo dopoguerra, martire per la difesa dell’indipendenza energetica della nazione.
Esattamente 60 anni fa, l’ing. Mattei fu vittima di un sabotaggio doloso del suo aereo, sulla cui scaletta era stato montato un ordigno che fu azionato nel corso dell’atterraggio sull’aeroporto milanese di Linate.
Solamente nel 1997, il Tribunale Penale di Pavia è giunto ad accertare la genesi dolosa dell’assassinio, pur non essendo riuscito ad identificarne gli autori ed i mandanti.
Secondo alcuni pentiti di Cosa Nostra, tra cui don Masino Buscetta, il velivolo in uso a Mattei sarebbe stato sabotato presso l’aeroporto di Catania Fontanarossa con la regia del clan mafioso di don Beppe Di Cristina.
Quanto ai cervelli dell’operazione, essi probabilmente non saranno mai individuati dagli organismi della Giustizia italiana ma la loro individuazione ideale nel mondo dei grossi soggetti del cartello petrolifero mondiale non risulta affatto difficile per tutti coloro che abbiano saputo coltivare la memoria.
Due altri italiani hanno pagato con la vita il prezzo per essersi avvicinati troppo alla verità sul caso Mattei: Pierpaolo Pasolini e Mauro De Mauro.
Per tutti i giovani desiderosi di comprendere il caso Mattei, due suggerimenti su tutti: la lettura dei libri del prof. Nico Perrone (che personalmente ho avuto l’onore di avere a suo tempo nella mia commissione in seduta di laurea all’Università di Bari) e l’ottimo film IL CASO MATTEI, a cura del compianto regista Franco Rosi.