“Migliaia di arresti arbitrari”
Amnesty France ha (finalmente) pubblicato, il 29 settembre, il suo rapporto sulla repressione delle manifestazioni, non solo di quelle dei Gilet Gialli.
FRANCE: COMMENT DES MILLIERS DE MANIFESTANTS PACIFIQUES ONT ÉTÉ ARBITRAIREMENT ARRÊTÉS ET POURSUIVIS
Che esordisce così:
“Dalla fine del 2018, in Francia, la repressione delle manifestazioni è stata su una scala senza precedenti. Dimostrare pacificamente espone al rischio di violenza da parte della polizia, ma anche di finire arrestati. In effetti, le autorità hanno utilizzato leggi contrarie al diritto internazionale per verbalizzare, arrestare arbitrariamente e perseguire persone che non hanno commesso alcuna violenza. Indagine.
Bilancio di Amnesty, in breve : « 11 morti, 4439 feriti, 12 mila arresti, 25 occhi persi, 5 mani amputate, 236 feriti alla testa di cui 144 gravi”.
“J’avoue qu’en France, jamais je n’aurais cru vivre ça un jour.”
Harcèlement judiciaire, violences policières, arrestations illégales : selon un rapport, les manifestant·e·s français·es subissent une répression sans précédent de la part des autorités. pic.twitter.com/8e44lmhisd— AJ+ français (@ajplusfrancais) September 29, 2020
Macron dov’è? in Lituania, per incontrare Svetlana Tikhanovskaya leader dell’opposizione bielorussa, perché come sapete Lukashenko deve imparare da Macron – e dalla Merkel – come rispettare il diritto di manifestare ed esprimere opinioni contrarie. Non come in Europa dove è tutta pace e libertà.
Qui a Madrid, dove il governo socialista ascolta le istanze del popolo:
Non è la #Bielorussa del cattivone #Lukashenko, ma la Spagna del "democratico" Pedro Sánchez. Ragazzi massacrati di botte dalla polizia, perchè protestano contro il confinamento e le misure restrittive per il #CovidHoax a Madrid. La #DittaturaSanitaria, avanza a grandi passi. pic.twitter.com/Bv6zgU4rut
— Non Konforme (@nonkonforme) September 26, 2020
Galera per negazionismo. Bestemmiare invece è un diritto
Le Parisien: “ Hervé Lalin, nom del plume Ryssen, è stato incarcerato venerdì con tre condanne a pene detentive per espressioni antisemite o negazioniste. Hervé Lalin è stato convocato giovedì dalla polizia giudiziaria e poi portato davanti a un magistrato che ha ordinato l’esecuzione di queste condanne pronunciate tra il 2017 e il 2020, per un totale residuo di 17 mesi di reclusione, ha precisato l’accusa”. Nel gennaio scorso aveva subito un’altra condanna sempre per lo stesso motivo.
Nell’ottobre 2017 il tribunale lo ha dichiarato colpevole di post ritenuti antisemiti su Twitter e Facebook. “Nel giugno 2018 gli era stato inflitto un anno di reclusione, pena massima subita, per messaggi antisemiti in un video sulla piattaforma YouTube, dal titolo “Ebrei, incesto e isteria”.
Cosa diceva questo video? Lo spiega Libé brevemente: “Una voce fuori campo esponeva le ragioni che suggerivano che il popolo ebraico sarebbe stato un popolo incestuoso”. Libération ci informa che Ryssen anche “nel 2016 era stato condannato a cinque mesi di reclusione per numerosi passaggi del suo libro Comprendre le judaïsme-comprendre l’antisémitisme.”
Condanne che prima non venivano eseguite, adesso sono diventate effettive
Bruno Gollnisch (del direttivo del partito della Le Pen) deplora: “Dunque ci sono dei prigionieri per delitto d’opinione nella Francia d’oggi”.
Fréderic Haziza, giornalista di Forum Radio J, si rallegra: “L’anno 5781 comincia bene: il guru antisemita @HerveRyssen è stato incarcerato in esecuzione di tre condanne per frasi antisemite o negazioniste. Ora la volta dei due amici Alain Soral e Dieudonné ».
L’année 5781 commence bien : le gourou antisémite @HerveRyssen a été incarcéré le 18 septembre suite à trois condamnations à des peines de prison ferme pour propos antisémites ou négationnistes. #Mazeltov. Au tour des 2 amis @AlainSoralOffic et @MbalaDieudo https://t.co/N2W1OmP7yj
— Haziza Frédéric (@frhaz) September 20, 2020
Alain Soral (« Sinistra del lavoro, destra dei valori ») sta organizzando una raccolta di firme e una manifestazione in favore del carcerato. Non senza ricordare la frase pronunciata appena il 2 settembre scorso dal presidente Macron, in difesa delle vignette di Charlie Hebdo :
« C’è in Francia la libertà di bestemmiare che è connessa alla libertà di coscienza. Io sono qui per proteggere tutte le libertà ». Qualche mese prima aveva detto : « La legge è chiara : abbiamo il diritto alla bestemmia, a criticare e caricaturare le religioni » . Con una sola eccezione.
Macron ha fatto la sua lezione sul diritto di bestemmia in Libano, dove ha insegnato ai governanti libanesi: “Sono qui per proteggere tutte queste libertà… In Francia si possono criticare governi, un presidente, bestemmiare” (Je suis là pour protéger toutes ces libertés. (…) En France on peut critiquer des gouvernants, un président, blasphémer).
Perché l’Europa è la libertà, l’Europa è giustizia, l’Europa è pace.