In Florida vige per legge il divieto di abortire dopo i quattro mesi e mezzo di gravidanza.
Una organizzazione giudaica, la Congregazione L’Dor Va-Dor di Boynton Beach, per farlo cancellare, si è rivolta ai giudizi in nome della “libertà di religione degli ebrei”: sostiene che la proibizione viola le leggi ebraiche che affermano che gli aborti sono “necessari se necessario” per proteggere il benessere fisico e mentale delle donne.
“Per gli ebrei, tutta la vita è preziosa e quindi la decisione di portare nuova vita nel mondo non è presa alla leggera o determinata da un decreto statale”, si legge nella causa.
Questa è stata la seconda sfida legale al divieto di aborto di 15 settimane promulgato all’inizio di quest’anno dal legislatore della Florida e convertito in legge dal governatore repubblicano dello stato Ron DeSantis .
Un’altra causa è stata intentata contro la legge da Planned Parenthood e altri fornitori di aborti all’inizio di questo mese.
Fin qui la notizia – illuminante di una mentalità, anzitutto.
Inutile sottilizzare che la legge della Florida non impone un divieto assoluto, ma pone solo limiti temporali al “diritto” di uccidere il proprio figlio. Inutile chiedere in quale parte delle “leggi ebraiche” si consente, anzi consiglia l’aborto “se necessario”: tali leggi, sappiamo, non sono più i Dieci Comandamenti ma il Talmud sterminato, che approva l’omicidio dei goym in qualche rescritto rabbinico consente addirittura la liceità di rapporti sessuali con bambine di 5 anni, e siamo sicuri che il rabbinato ha già trovato un pronunciamento di qualche rabbi del passato che, se ben e sottilmente interpretato, consente l’aborto fino al nono mese.
Rallegriamoci invece che c’è una circostanza in cui ci si oppone ad una legge di uno stato laico per far valere il principio della “libertà di religione” suppostamente violata. Non è cosa che accade tutti i giorni, anzi non accade mai; e se invocarla fosse, che so, un insegnante cattolico per il diritto di insegnare “uomo e donna Dio li creò” senza incorrere nel licenziamento punitivo e nella denuncia penale del movimento LGBT, come è successo più volte in USA, non sarebbe ritenuta valida e anzi sarebbe respinta con urli, scherni e strilli di “reazionari” e “bigotti” in nome della “laicità dello Stato”. Trattandosi della libertà “religiosa” del popolo eletto, che è la razza superiore, i giudici la prenderanno in seria considerazione e ascolteranno con rispetto il passo del Talmud che, se ben Interpretato dai rabbini ( i soli qualificati a farlo) dà il diritto alle ebree di abortire “se necessario” al nono mese della gravidanza.
Siamo certi insomma che la libertà religiosa nel caso ebraico verrà trattata col massimo rispetto nella sentenza dei giudici. E quindi costituirà un precedente che potremmo far valere persino noi cattolici reazionari e passatisti bigotti, la cui libertà di religione e di culto è stata recentemente repressa e limitata gravemente con dalla nuova normativa papale che riduce e osteggia il diritto di celebrare in vetus ordo