2 Maggio 2020 Pubblicato da Marco Tosatti
aria Stella Lopinto ci rende partecipi di una sua riflessione sul momento che stiamo vivendo (o piuttosto, subendo…) sulla necessità specialmente in tempi di oppressione e mancanza di libertà esterna di mantenere barra dritta nella nostra mente e nel nostro cuore. Credo che ne apprezzerete la profondità e la sensibilità. Buona lettura.
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FARE MEMORIA DEL DOVER ESSERE PER FAR PARTE DELLA FOLLA GIUSTA
Mi è bastato questa mattina aprire a caso uno dei preziosi libri del Professor Antonio Livi per trovare subito un insegnamento illuminante per questi giorni.
Il titolo del paragrafo è significativamente “Il dovere di pensare con la propria testa”:
“Chi non pensa con la propria testa e non cerca personalmente la verità, rischia di farsi guidare nelle proprie scelte, anche quelle più importanti, dal criterio degli altri, dalle ideologie dominanti, dai persuasori occulti. (…) La figura dei “manipolatori della coscienza” è oggetto della prima grande disputa filosofica della storia, quella di Platone nei confronti dei Sofisti. E i Sofisti (…) insegnano che la verità non esiste oppure che non è possibile raggiungerla, e insegnando questa dottrina – che si chiama tecnicamente scetticismo – riescono a DISTOGLIERE LA GENTE DALLA RIFLESSIONE CRITICA e finiscono per convincere gli altri a pensare e ad agire nel modo che a loro torna utile. Dalla Sofistica vengono nell’antica Grecia i “demagoghi”, gli scaltri “operatori della comunicazione”, gli strateghi della “hidden persuasion (=persuasione occulta)”, i maghi della pubblicità commerciale.
E, oggi come allora, il pericolo per la libertà delle coscienze e per la vera democrazia (che richiede sempre un “consenso informato” e lo spazio per una scelta consapevole) sta nella diffusione dello scetticismo, dottrina irrimediabilmente incoerente dal punto di vista logico, ma molto efficace dal punto di vista pragmatico” (La ricerca della verità. Dal senso comune alla dialettica. Casa Editrice Leonardo da Vinci. Pg 10-11).
Ecco. La libertà delle coscienze è in pericolo e più che mai occorre pensare con la propria testa, è giunta l’ora che ognuno di noi affondi la propria mente nella verità del proprio Essere. L’ora è sempre, ma oggi più che mai.
Che ognuno rientri in sé stesso e poi, poi, osservi da dentro ciò che dall’esterno, in questo momento storico, qualcun altro sta decidendo per noi.
Il noi che in questo momento è declinato come soggetto passivo a cui viene propinata una serie interminabile di “non è consentito” o “è consentito”, azioni negate o paternalisticamente concesse, il tutto proprio con la frequenza di una salutare medicina somministrata a un popolo considerato infante.
Anticamente i rimedi curativi erano per lo più purghe e in effetti, ciò che ci costringono ad ascoltare e fare sono per l’appunto purghe del nostro Essere.
Il martellante e ossessivo ripeterci “state a casa – evitate contatti personali – donate alla protezione civile”, ma di grazia, non vi ricorda la favola di Pinocchio con il gatto e la volpe che ripetono ossessivamente al BURATTINO cosa deve pensare o a chi deve dare le sue 5 monete d’oro?
Mi sovviene a contrasto il concetto di “igiene mentale”, quella che applicava a sé stesso lo psicologo Viktor Frankl, preoccupato che il lager, prima di uccidere il suo corpo, potesse ottenebrare la sua mente, per cui si difendeva concependo precisi pensieri uguali e contrari alla realtà disumana che lo circondava, per riempirsi di idee buone belle e vere. E’ così che è rimasto sano di mente. Facendo MEMORIA del suo sé più alto e nobile, ricordando la sua libertà, il suo lavoro, i suoi viaggi, i suoi amori, e ponendosi obiettivi che andassero oltre l’orizzonte del filo spinato imposto dai suoi carcerieri.
E non è filo spinato quello che ci stanno cucendo attorno con una persuasione occulta volta a confondere le nostre menti? Negando ogni libertà connaturale all’ESSERE UMANO con blandizie degne del peggior horror, perché chi ci chiude in casa dovrebbe essere invece chi ci salva dal bau-bau? Se non vuoi altri morti, mantieni le distanze; se ami l’Italia, rimani a casa; se non vuoi danni irreversibili per l’economia, osserva le regole e non lavorare. In nome di un diktat privo di alcuna ragionevolezza e proporzione, SNATURARE l’ESSERE facendogli pensare che va bene così, è giusto così, e farlo scivolare inconsapevolmente verso un’altra natura, non più umana, è un abominio travestito da favola a lieto fine. E non si tratta solo di libertà di culto, – sicuramente la più alta libertà perché orienta tutte le altre in quanto propria dello spirito umano consapevole della propria creaturalità, – ma di tutte le libertà. E’ un male in sé il convincere tutti che è giusto e volto al bene comune abdicare alla LIBERTA’ tout court, in quanto appunto elide dall’essere umano una sua essenza costitutiva. Spacciare come giusto ciò che in sé viola intrinsecamente la natura dell’uomo costituisce il peggiore attentato all’umanità. Una volta snaturato l’uomo, se ne può fare “carne di porco”: brutta espressione, ma efficace per esprimere ciò che stanno facendo di noi. Carne di porco. Carne, perché ci tolgono lo spirito, di porco, perché corruptio optimi pessima: la più perfetta delle creature, una volta degradata, diventa la più infima.
Abbiamo detto ragionevolezza e proporzione: sono concetti anch’essi sottratti insieme ad altri alla nostra cultura giuridica da istituzioni mute e assenti rispetto a quello che dovrebbe essere il dibattito democratico, per quel “consenso informato” di cui sopra e per quel reciproco riportarsi alla verità tramite il cosiddetto controllo, termine arido ma che ben dice l’importanza del confronto costruttivo a mezzo dell’autorità. L’autorità? Dov’è la voce di chi è deputato a vigilare sull’applicazione della Costituzione? Dove sono i nostri rappresentanti che potrebbero stigmatizzare il tradimento di ogni mandato? Dov’è la voce dei Vescovi? Dov’è la voce dei Santi che da sempre nella storia hanno fatto ascoltare l’eco trascinante della Verità? Oggi ricorre la festa di Santa Caterina da Siena, patrona d’Italia. Lei è stata ascoltata da quel Papa, che era andato ad Avignone, ma poi è tornato a Roma. E’ tornato a Roma quel Papa, grazie a una che pensava con la sua testa.
Non ci sono queste voci. Ci sono i personaggi, ma non le loro voci. Sono personaggi muti. Assenti. Che con il loro silenzio confermano e suffragano la voce dei ladri di umanità. E sì, perché togliere la libertà all’uomo millantandoglielo come cosa buona, è perpetrare il peggiore dei furti in quanto lo si denatura, l’uomo. E’ questa l’operazione mefistofelica, peggiore dei campi di sterminio: perché a Viktor Frankl non toglievano la libertà adulandolo paternalisticamente, così come fanno invece con noi, dicendoci che “attenzione: è per il vostro bene!”. Grande differenza quando si mistifica il diritto con l’abuso, la giustizia con la cattività. Quando si svuotano le idee e le si riempiono del loro contrario. E’ la menzogna l’operazione di scetticismo più perfida, perpetrata con la voce carezzevole di uno che si sta operando per il tuo bene: sarebbe bello uscire di casa, ma sai per ora non te lo possiamo consentire per il tuo bene, perché lo dice il comitato scientifico di cui non è opportuno che tu conosca gli studi perché non sei in grado di capirlo, potresti spaventarti, piccolo mio!
L’Europa fa altrettanto: non stigmatizza ciò che sta avvenendo in Italia, ma guarda un po’ stigmatizza la decretazione d’urgenza dell’Ungheria e della Polonia, perché preoccupata che si rafforzino i poteri esecutivi senza un chiaro tempo limite e preoccupata per le riforme nel frattempo proposte sui diritti LGBTI e le restrizioni alla legge sull’aborto (https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/eu-affairs/20200423STO77706/covid-19-i-diritti-fondamentali-devono-essere-rispettati-avvertono-i-deputati).
E allora, visto che chi è in alto è afflitto da immobilismo o confusione, si sposta lo sguardo e lo si porta verso il basso, verso la gente. La gente è quel soggetto che si muove come un’onda e stranamente in alcuni momenti ha il potere di determinare la storia con il suo movimento. La gente è quella che inneggiava al Re osannandolo con le palme mentre entrava in Gerusalemme e pochi giorni dopo lo metteva a morte. Che incredibile cambio di scena! Come è stato possibile? Per spostare le folle è bastato chiamarLo malfattore, è bastato dargli un NOME che distoglie dal senso critico, perché le folle hanno un naturale affidamento verso l’autorità e se è Pilato o il Sinedrio a dire che lui è uno pericoloso e merita la morte, le folle si tramutano in accaniti accusatori. Basta un nome messo al momento giusto per orientare la folla e trasformarla in folla assassina.
La gente è però anche quella che in Polonia nel secolo scorso ha cambiato il volto dell’Europa perché ha tenuto desto, contro tutto e tutti, il pensiero del proprio ESSERE, denudabile per imperio esterno da ogni libertà e dignità, ma detentore per essenza di quelle stesse libertà.
Fare memoria del proprio ESSERE per non essere “distolti dalla riflessione critica”. Oggi più che mai è cruciale perché non diventiamo assassini del nostro destino, perché la morte non ci colga dentro, nell’anima prima che nel corpo, perché nessuno di noi sia spettatore inane, almeno in corde, della propria condanna a morte. Pensare con la propria testa, non è né banale né scontato. Non far parte della folla che si muove senza una propria coscienza, imbelle ed ebete, ebbra di essere guidata da Pilati e Sinedri alleati, può essere determinante non solo per il proprio destino, ma anche per il destino dei popoli.
Questo millantare il “bene” con il togliere ogni libertà non può lasciarci indifferenti, non può non portarci a fare memoria della verità di chi ognuno di noi è ed è chiamato ad essere: il Papa, il Presidente della Repubblica, ognuno dei loro gerarchicamente ordinati, ognuno di noi. Quand’anche per assurdo il Papa non dovesse fare il Papa, quand’anche per assurdo il Presidente della Repubblica dovesse tradire sé stesso e questo Paese, sarà quello il racconto della loro inutile storia nell’eternità. La storia di ognuno di noi potrà invece essere cantata dalle meraviglie della libertà di cui continueremo a fare memoria e che potrà muovere i passi di tanti. Il mio racconto non lo scriverà un altro al posto mio. La mia storia porterà la mia firma, non la firma di uno che mi sta addomesticando a stare in casa con i tribunali chiusi perché a nessuno venga in mente di fargli causa, con le forze dell’ordine trasformate da tutori a persecutori, con le città immobilizzate dalla paura della morte e delle sanzioni, fra un po’ docile a farsi tatuare una app al posto della matricola del lager nazista, con le Messe vietate perché Dio è il suo più grande nemico. E’ importante pensare con la propria testa, con la propria intelligenza e volontà, non con quelle di un altro, perchè ci sono fatti che coinvolgono l’umanità e non si può continuare a vivere come se fuori non passasse Uno sotto la croce. Se ognuno non riconosce il proprio tempo, rischia di correre di qua e di là e di rimanere confuso e di non accorgersi che per strada, sì, sta passando Uno sotto la croce. Perché anche nella storia di ognuno di noi passa la Storia, quella Unica, quella che ha salvato l’Umanità per sempre e che si rinnova continuamente, ed è importante accorgersene e capire cosa succede e scegliere da che parte stare: con la folla guidata dall’insolente burattinaio o con la propria testa a inseguire ad ogni costo la Verità. Ad evitare che Qualcuno ci dica: stolti, e tardi di cuore. Stolti, non cattivi, stolti. E’ la stoltezza, il non capire, che rende tardi di cuore. Al contrario è il capire che colma di sapienza. E allora chissà cosa potrà fare la folla.
maria stella lopinto