Dimitri Orlov
Nella primavera del 2019, l’Ucraina ha rifiutato la gentile offerta della Russia di vendere il gas a 240-260 dollari per mille metri cubi (un quarto dell’attuale prezzo spot, ormai a 1000 dollari per 1000 metri cubi) e ha preferito acquistarlo sul mercato spot. Il risultato è che l’Ucraina ha bisogno di 13 miliardi di metri cubi di gas in stoccaggio per superare la stagione invernale col riscaldamento, ma ne ha meno di 5. Ma può ancora acquistare ciò di cui ha bisogno sul mercato a pronti, giusto? È sbagliato! L’Ucraina è al verde e non ha nulla nel suo budget.
Fortunatamente, può ancora acquistare elettricità a buon mercato dalla Russia, almeno fino a quando i nazionalisti ucraini non decideranno di far saltare in aria le linee di trasmissione verso la Russia, come hanno fatto con quelle che portano in Russia qualche tempo fa, alla Crimea russa, causando scarsità di energia in questa regione e costringendo i russi costruire un ponte energetico dalla terraferma, un processo che ha richiesto quasi un anno.
Nei piccoli stati baltici, i prezzi dell’elettricità sono ora dieci volte più alti che oltre confine in Russia. Certo, possono comprare elettricità a buon mercato e in abbondanza dalla Russia, ma deve passare per Bielorussia e Lituania e i lituani – geni strategici – hanno rotto i rapporti con la Bielorussia ospitando la fuggitiva Tikhanovskaya, la nemica di Lukashenko. Il prezzo del gas a 1000 dollari per 100 metri cubi ha effetti imprevisti e strani. Esempio: nel Regno Unito le fabbriche di fertilizzanti non possono funzionare a tali prezzi e hanno chiuso. Ciò porterà in secondo tempo ai rincari dei prezzi alimentari; l’effetto immediato è quello di privare i generi alimentari conservati col freddo di ghiaccio secco, che è un sottoprodotto della produzione di fertilizzanti. I famosi sieri Pfizer da conservare e trasportare a -80 ° C ne soffriranno? Basta prolungarne la scadenza. Ma le cose – penserete voi – vanno molto meglio negli Stati Uniti che, dopotutto, sono un aggressivo esportatore di gas naturale grazie a ciò che resta della sua industria di fratturazione idraulica. Ancora sbagliato! L’Industrial Energy Consumers of America (IECA), un gruppo di lobby dell’industria chimica e alimentare, ha chiesto al Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti di imporre limiti alle esportazioni di GNL. Altrimenti, dicono, i prezzi molto alti del gas naturale renderanno molte aziende americane non competitive e le costringeranno a chiuder. In USA, i prezzi sono già aumentati del 41% nell’ultimo anno. Ma questo non è abbastanza per aumentare la produzione: la produzione di gas naturale negli Stati Uniti sta diminuendo insieme al numero di impianti di perforazione e la quantità di gas stoccato è attualmente del 7,4% inferiore alla media dei cinque anni precedenti. E pensare che la UE, può fare una cosa subito per schivare questa crisi: mettere in funzione NordStream2, appena ultimato, mettendo da parte i protocolli burocratici europei che si trascinano per allungare il processo di certificazione e rifiutando la veramente stupida restrizione che ordina che può essere utilizzato solo al 50% della capacità. La russa Gazprom sarebbe perfettamente disposta a firmare un accordo di fornitura a lungo termine a un prezzo ragionevole, come ha fatto con l’Ungheria solo pochi giorni fa, firmando un contratto di 15 anni (ma il gas arriverà ai magiari tramite il Turkstream, insomma bypassando l’Ucraina e privandola dei fondi di transito, che ha chiesto alla UE di elevare sanzioni a Budapest). Ma per ora, una simile svolta sembra improbabile.Da un lato, i fondamentalisti del libero mercato sono ancora pieni di una fede cieca che il libero mercato impedirà in qualche modo al loro popolo di congelarsi; D’altra parte, gli ambientalisti fanatici che dettano legge in UE sembrano ritenere che il congelamento sia un atto virtuoso che aiuterebbe a salvare il pianeta dal riscaldamento globale. La prossima primavera, lo scioglimento della neve potrebbe rivelare un panorama politico disseminato di cadaveri congelati di ambientalisti e fanatici del libero mercato. Dovremmo tutti augurargli ogni bene, naturalmente, che lo meritino o meno. Dimitri Orlov
Ultime notizie sullo scontro Ungheria-Ucraina:
Il presidente del consiglio regionale di Ternopol Mikhail Golovko ha proposto di “punire” Budapest per il contratto firmato con Gazprom avviando la persecuzione degli ungheresi che vivono nella regione di Transcarpazia.
Naturalmente, gli ungheresi non potevano ignorare un simile attacco, quindi il primo ministro Viktor Orban ha risposto con esercitazioni delle forze speciali ungheresi vicino al confine ucraino, un chiaro segno che per tali dichiarazioni provocatorie Kiev potrebbe vedere molto presto forze speciali ungheresi sul territorio ucraino. (da “La mia Russia”)