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Ambasciatore russo a Roma: “Nel Donbass in 8 anni 14mila morti, chi protestava?”
7 Marzo 2022 EUROPA UE, News, Vetrina
La Russia “è certamente interessata a garantire che i negoziati con Kiev siano efficaci”, ma non può sottolineare quanto sia stato “scioccante” vedere che la decisione di inviare armi letali all’Ucraina sia stata presa mentre iniziava il primo round di trattative. In un’intervista all’Adnkronos, l’ambasciatore russo a Roma, Sergey Razov, spiega quali sono le linee rosse per Mosca nel negoziato e denuncia l’invio di armi da parte dell’Occidente, armi che saranno usate “per uccidere i militari russi”.
“Le trattative sono iniziate. La nostra posizione, come delineata dal presidente Vladimir V. Putin, è la seguente – ricorda Razov – Status neutrale e non nucleare dell’Ucraina, sua smilitarizzazione e denazificazione, riconoscimento dell’appartenenza alla Russia della Crimea e sovranità delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Abbiamo ripetutamente e ragionevolmente spiegato ciascuna di queste posizioni. Siamo certamente interessati a garantire che i negoziati siano efficaci”.
All’ambasciatore russo “pare” però “scioccante, in questo contesto, che la decisione di fornire armi letali all’Ucraina sia stata presa proprio nel momento in cui le delegazioni russa e ucraina erano sedute al tavolo del primo round di negoziati a Gomel. Di fatto quelle armi saranno usate per uccidere i militari russi, il che, sarete d’accordo, aggiunge ulteriori complicazioni alle relazioni tra Stati”.
La posizione di Sergey Razov, ambasciatore russo a Roma
“Inoltre – accusa Razov – è difficile prevedere in quali mani finiranno queste armi e contro chi potranno essere utilizzate. Come sapete, decine di migliaia di armi leggere sono già state distribuite alla popolazione civile, compresi elementi criminali ucraini rilasciati dal carcere, che potrebbero svolgere un ruolo in Ucraina e in altre zone di conflitto”.
“La Russia respinge categoricamente le accuse di crimini di guerra”. Lo dice in un’intervista all’Adnkronos l’ambasciatore russo a Roma, Sergey Razov, commentando l’avvio di un’inchiesta preliminare da parte della Corte penale internazionale dell’Aja sui crimini di guerra che sarebbero stati commessi dalle forze russe in Ucraina.
“Per inciso, né la Russia né l’Ucraina sono membri del tribunale penale internazionale dell’Aja – premette l’ambasciatore – Richiamo l’attenzione sul fatto che negli ultimi otto anni, durante i quali nel Donbass sono state uccise 14.000 persone, compresi i civili, nessuna delle 5.588 denunce presentate dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani alla Corte europea per i diritti umani è stata accolta. Il doppiopesismo e il pregiudizio sono evidenti”.
A pubblicare questa informazione è un giornale che sta compiendo una grandiosa testimonianza della verità censurata dal potere globalista che ci schiaccia: si chiama però “Imola Oggi”. Così nemmeno voi ci credete fino in fondo. Si chiamasse almeno “Romma Oggi”, ci credereste di più…
Se questa intervista fosse apparsa nei telegiornali, ben corredata delle immagini dei bambini russofoni del Donbass uccisi dai neo-nazi ucraini, essa sarebbe presa per vera e oggettiva da milioni di persone, e susciterebbe la loro indignazione.
Invece l’ha diffusa un piccolo giornale non maistream, un medium non visivo e sconosciuto alle masse. Quindi appare come la dubbia affermazione di parte di un russo odioso, molto probabilmente una falsità uscita dalla fabbrica di fake news dei servizi russi – uno stato governato da un autocrate malvagio che sta massacrando un popolo che esiste eroicamente, come dimostrano le scene di cui tutte le tv ci stanno saturando 24 ore su 24.
Il russo parla di 14 mila uccisi russi nel Donbass: dove sono le immagini?
Ah sì, a cercare se ne trovano:
Ma è palesemente un video di propaganda di fonte russa. La sua falsità è rafforzata dal medium sospetto che ve la mostra: il blog di Blondet, un complottista recentemente smascherato e schedato da Repubblica fra gli autori probabilmente al soldo di Putin,
Vedete quindi illustrato il principio del giornalismo espresso da Marshall McLuhan nel celebre detto: “Il mezzo è un messaggio”: un medium debole non solo non giunge alle masse né le ipnotizza come fa la TV, ma le informazioni che dà sono discutibili, mentre “le immagini della TV” sono indiscutibili, anche quando inseriscono una scena di Guerre Stellari nei loro reportages pseudo dal vivo da Kiev.
“La TV è l’arma più forte”, come diceva Quello. Anche se ai tempi di Quello, la tv ancora non esisteva, sicché egli disse: “Il cinema è l’arma più forte”, ma aveva ben ragione e anticipava la scoperta di McLuhan “il medium è l messaggio”: oggi si può vincere un conflitto reale sul terreno, ma perder il conflitto televisivo e la “guerra delle immagini”, se non si controllano le tv, il medium dell’impostura e della menzogna che sembrano “vere”.
I neo-primitivi credono che la tv sia il mezzo di comunicazione più “diretto” e più “immediato”, mentre è il contrario, il mezzo di più sofisticata manipolazione. In fondo il cinema è stato inventato per far sembrare reali le finzioni teatrali e i racconti fantastici : basta vedere un film per capirlo. Se non si è neoprimitivi