Mi girano un testo dal titolo curioso: “La Fatima della RSI”
Il testo dice “ del fenomeno che si verificò nel Maggio 1944, in un piccolo paese della provincia di Bergamo, nella sottofrazione di Torchio di Ghiaie, nel Comune di Bonate Sopra. Nel pomeriggio del 13 Maggio 1944, proprio nel XXVII anniversario dell’apparizione della Madonna di Fatima, la Sacra Famiglia apparve a una bambina del luogo, tale Adelaide Roncalli [nessuna parentela], di 7 anni. Fu l’inizio di una serie di eventi eccezionali, distinti in due cicli di apparizioni: il primo dal 13 al 21 Maggio e il secondo dal 28 al 31 Maggio, per un totale di tredici apparizioni in cui alla piccola si presentarono la Sacra Famiglia o la Beata Vergine Maria, una volta accompagnata da due Santi, altre da Angeli.
La notizia della manifestazione ad Adelaide si sparse in un baleno e decine di migliaia di persone si riversarono su Ghiaie, chi per curiosità, chi per fede, chi in cerca di un miracolo. All’ultima apparizione, si stima, parteciparono circa 90.000 persone. Questo “movimento” provocò allarme tra le Autorità della RSI che riuscirono sempre a far fronte alla situazione di emergenza, anche grazie all’ausilio di decine di Agenti della Polizia Repubblicana e Militi della GNR che assicurarono l’ordine pubblico e l’assistenza ai pellegrini durante queste manifestazioni”.
Non avevo coscienza che l’apparizione di Ghiaie di Bonate si fosse verificata sotto la Repubblica Sociale e nel suo territorio. Mi domando se non entrasse anche questa circostanza (ma perchè?) nella inaudita azione di soffocamento e soppressione e occultamento dell’evento, da parte della Chiesa stessa: non c’è stata apparizione che la gerarchia abbia trattato con più odio e accanimento – e crudeltà inimmaginabili e gratuite contro la bambina veggente esercitata non da nemici della fede, ma da preti e prelati accaniti contro una bambina indifesa. Con un accanimento ed odio che non può essere spiegato se non dal lato preternaturale . doppiamente piccola martire.
Riporto qui un testo della Bussola Quotidiana in occasione della morte della veggente, avvenuta a 77 anni nel 2014:
Era il 13 maggio del 1944 e mentre l’Europa tremava sotto le bombe del secondo conflitto mondiale, Adelaide, una bimba di soli sette anni, andava per campi a raccogliere fiori di sambuco quando un incontro stravolse la sua vita, quella degli abitanti di Ghiaie di Bonate e di molti altri nel corso dei successivi 70 anni. Adelaide racconterà di aver chiaramente visto una signora: «bella e maestosa, indossava un vestito bianco e un manto azzurro […] Al primo momento ebbi paura e feci per scappare, ma la Signora mi chiamò con voce delicata dicendomi: “Non scappare ché sono la Madonna!”. Allora mi fermai fissa a guardarla, ma con senso di paura. La Madonna mi guardò, poi aggiunse: “Devi essere buona, ubbidiente, rispettosa col prossimo e sincera: prega bene e ritorna in questo luogo per nove sere sempre a quest’ora”».
A questo primo episodio ne seguiranno altre 12, la Vergine apparirà infatti alla piccola ogni sera dal 13 al 21 maggio e poi dal 28 al 31, presentandosi come “Regina della Famiglia”. Nella visione la donna si mostra con una veste purpurea e un manto verde, tra le mani tiene due colombi, simbolo dell’unione dei coniugi e su un braccio la corona del Rosario. Durante le apparizioni sollecita a pregare molto e a offrire sacrifici, chiede penitenze e digiuni, promette protezione e guarigioni.
Così viene descritto il torturatore della piccola indifesa che entra in scena:
… don Luigi Cortesi. Giovane e brillante professore del seminario di Bergamo, subito si propose come figura di fiducia per la famiglia che non sapeva più come gestire la folla che si accalcava fuori casa e nemmeno cosa fare con la bambina. Con affabilità e malizia, senza il mandato ufficiale del vescovo, don Cortesi strappa la bambina dalla sua famiglia e, con il pretesto di indagare, nei mesi successivi sottopone Adelaide a fortissime pressioni psicologiche e minacce, analisi e indagini del tutto arbitrarie e invasive, nonché soprusi che lo stesso sacerdote riporterà nei suoi scritti, al fine di convincerla a ritrattare. Un’operazione non facile perché la bambina ribadiva di non avere mentito, si piega solo con la minaccia dell’inferno, ovvero quando il sacerdote le dice: «Fai peccato ad affermare di aver visto la Madonna». Era il 1945. Dopo le crescenti proteste di molte persone che ne avevano visto l’operato, il vescovo impedisce al Cortesi di avvicinarsi di nuovo alla bambina, ma era troppo tardi: l’abiura peserà come un macigno nel processo di riconoscimento delle apparizioni stesse.
finalmente liberata dall’oppressione di don Cortesi, la veggente dichiara che la ritrattazione era falsa e gli era stata estorta con pesantissime pressioni psicologiche e in totale isolamento. Il 18 aprile del 1948 la Chiesa di Bergamo si pronuncia con un decreto firmato dall’allora vescovo Adriano Bernareggi con un giudizio sospensivo «non consta della soprannaturalità»,
Adelaide, 15 anni decide di consacrarsi con le suore Sacramentine di Bergamo, ma gli strascichi delle apparizioni le sono ancora di ostacolo tanto che è costretta a rinunciare.
Eufemismo: “Nei fatti i vertici della curia di Bergamo riuscirono ad ottenere l’ordine di farla uscire dal convento. Una decisione che costò alla giovane Adelaide anni di sofferenza e malattia” .. Così qualche anno dopo si sposa e decide di trasferirsi a Milano dove per una vita intera si dedica alla cura degli ammalati lavorando come infermiera. Per anni, mentre i pellegrini si riversavano a Ghiaie ottenendo guarigioni miracolose e grazie, mentre l’eco delle apparizioni esce dai confini della provincia e dell’Italia, pur nella sofferenza di non vedere confermate le sue parole, Adelaide vive in obbedienza alla Chiesa. Mai una rivendicazione, mai una presa di posizione contro, mai una parola fuori posto, un’accusa. Non solo: Adelaide non si concede a nessuna delle numerose richieste di intervista, per lei non ci sono apparizioni televisive, si sottrae ai riflettori e alle chiacchiere, non alle lusinghe di chi, col pretesto di farle raccontare le ingiustizie subite, voleva farne uno strumento contro la Chiesa, mai un moto di ribellione o anche solo di vanità.
Da giovane donna resta agli atti la lettera lancinante che osò scrivere a Giovanni XIII
Adelaide Roncalli, il 13 maggio 1960, da Milano:
“Beatissimo Padre, chi osa mandare questa lettera è l’ultima delle vostre figlie, che oramai non ha, come ultimo scampo, che il vostro immenso cuore di padre.
Sono Adelaide Roncalli del Torchio di Ghiaie di Bonate, quella figliola che, bambina di sette anni, nel maggio 1944 vide tredici volte la Madonna, più volte però con S. Giuseppe e Gesù Bambino e da cui sentii quelle cose che scrissi e che ho ancora vive nel cuore.
Dico che ho visto perché io in coscienza sento proprio così e darei la mia vita per confermare questa mia convinzione.
Anche in quell’anno 1944 io ero certa di aver visto la Madonna, ma dopo, quando mi interrogarono i sacerdoti incaricati dal vescovo e mi fecero giurare, prima dissi di sì e poi di no, perché avevo paura di fare un grosso peccato mortale affermando di aver visto la Madonna.
Durante i giorni dell’apparizione mi portarono via dalla mia casa e dai miei genitori, dalle suore Orsoline in via Masone. Là veniva solo don Cortesi e mi seguiva sempre una suora da lui scelta a vigilarmi.
Un po’ alla volta egli mi andava persuadendo che io avevo visto colla fantasia appena l’apparizione, mentre in realtà fuori dai miei occhi non c’era stato niente.
Anche don Cortesi diceva allora che aveva visto anche lui di queste visioni della Santa Famiglia, ma non si era mai sognato di dire di aver avuto delle apparizioni. Anche tanti altri — continuava a dirmi — hanno gli stessi fenomeni di fantasia, ma se ne guardano bene di dire di aver avuto delle apparizioni.
Ero dalle suore Orsoline in via Masone, don Cortesi un po’ alla volta mi persuase che io facevo un grosso peccato mortale a dire di aver visto la Madonna perché era stata tutta una mia fantasia.
Facevo fatica ad ammettere questo, ma mi faceva tanta paura di andare all’inferno che scrissi un biglietto come voleva don Cortesi per dire che io avevo fatto una bugia a dire che avevo visto la Madonna.
Dentro nel mio cuore però io sentivo che l’avevo proprio vista e lo dicevo ancora, ma poi avevo paura di aver fatto peccato e andavo a confessarmi.
Anche quando andai in collegio dalle suore francesi in Città Alta io ero sempre in questo stato d’animo e lì, quando i sacerdoti incaricati dal vescovo mi fecero giurare per domandarmi se avevo visto la Madonna, prima dissi di sì e narrai come l’avevo vista, ma poi per paura di aver fatto peccato dissi che non l’avevo vista.
Dopo andai un po’ a casa, ma poi mi portò via una signorina di Milano, per un po’ di anni, ma ho sofferto tanto allora.
Poi entrai dalle Sacramentine di Bergamo e io ero tutta contenta perché mi facevo suora come aveva detto la Madonna, ma facevo solo la postulante, perché monsignor Bernareggi non voleva che diventassi suora.
Quando egli morì io ero a Lavagna nella diocesi di Lodi. Monsignor Benedetti allora permise che facessi la vestizione, ma poi venne là monsignor Merati che, a nome della Santa Sede — diceva — mi fece svestire e ordinò di uscire dal convento. Io non so poi il motivo perché fecero questo. Tornai nel mondo e andai a lavorare un po’ da una parte e un po’ dall’altra per vivere e aiutare i miei che dal tempo delle apparizioni vedevo solo ogni tanto. Quanto mi costò stare lontano da loro, dalla mia casa, dal mio paese, sin da piccolina un po’ in mano di tutti! A contar tutto sarebbe troppo lunga.
Anche spiritualmente non avevo mai trovato un direttore spirituale, perché poi avevo sempre paura, dopo quello che mi era capitato. Solo un po’ tardi ebbi la fortuna di confidarmi con un buon Padre e potei ritrovare la pace perduta.
Il passato con tante alternative di sì e di no, di verità e di peccato era cessato. Solo mi rimase l’amaro rimorso di aver negato la Madonna e di aver così impedito il riconoscimento della sua apparizione.
Se in quegli anni però io non avessi avuto paura di fare peccato a dire che l’avevo vista non l’avrei certo negata a costo di qualunque sacrificio.
Ora, Beatissimo Padre, mi sento più sollevata per aver versato nel vostro animo un po’ della mia storia che poteva essere tutta bella ma che invece io feci brutta e che mi fece soffrire tanto in tutti i modi. Perdonatemi, Padre Santo, per quello che ho fatto negando la Madonna. Non l’ho proprio fatto apposta, chiedo il vostro perdono, come non mi stanco di chiederlo a Gesù e a Maria.
Voi che potete tutto, fate rivedere la storia delle apparizioni di Ghiaie di Bonate, ve lo chiedo per la Madonna.
Io lo so ci farò una brutta figura; non importa. Basta che trionfi la Madonna.
Voi solo potete fare questo. Forse è stata la Madonna a volervi Papa perché della terra di Bergamo, possiate rivendicare la sua apparizione nella Bergamasca.
E ancora una supplica: lasciate che quanti amano e continuano a credere alla Madonna possano andare liberamente sul luogo delle apparizioni. Sono quindici anni che la gente ci va, ma c’è anche la proibizione.
E per me Santo Padre non ci sarà un segno di misericordia e di perdono?
Sballottata dalla mia infanzia ad ora, un po’ da ogni parte, mi sono portata nel cuore, sotto nome diverso da quello del mio battesimo, il ricordo vivo dell’apparizione, il rimorso di averla negata e il desiderio di tornare ad essere Sacramentina. Ma non me lo hanno più permesso. Da anni sono qui infermiera al Policlinico di Milano e aspetto ancora, aspetto sempre che si compia il desiderio della Madonna su me. O sarà un’attesa vana?
Dite una parola, Beatissimo Padre, e tutto andrà a posto.
Ed ora mi prostro a baciarvi non uno ma i due Santi Piedi, che hanno camminato portati da un grande amore per la Madonna e chiedo per me, per la mia famiglia che ha sofferto umiliazioni e calunnie per la Madonna, per quanti mi hanno voluto e mi vogliono bene unico conforto della mia vita, tanto provata, ma che sono stati travolti nella mia causa e nel mio dolore, per la nostra terra di Bergamo e per il mio paesino così prediletti dalla Madonna, la vostra grande Paterna Benedizione Apostolica”.
La lettera della veggente, abbiamo visto, è datata 13 maggio 1960
Ora si sa che, in una missiva riservata del luglio 1960, inviata al vescovo di Faenza, il papa Roncalli si rivelò perfettamente a conoscenza delle costrizioni curiali, delle pressioni psicologiche e minacce alla veggente per indurla a ritrattare -che dunque approvava, dato che non cercò di vietarle – e rispose rifiutando di riaprire il caso, con un linguaggio che non saprei definire se non “attorcigliato” e infarcito di latinorum:
«circa l’affare Ghiaie comprendete che si ha da cominciare non dal vertice, ma dal piano: e non toccare chi deve pronunciare non la prima ma l’ultima parola. Più che di sostanza, qui devesi tenere conto delle circostanze, che vanno studiate e tenute in gran conto. Ciò che vale in “subiecta materia” è la testimonianza della veggente: e la fondatezza di quanto ancora asserisce a 21 anni e in conformità alla sua prima asserzione a 7 anni: e ritirata in seguito alle minacce, alle paure dell’inferno fattele da qualcuno. Mi pare che insista quel terrore di quelle minacce. Comunque ella comprende che non è pratico, né utile, che la prima mossa per una revisione venga dal sottoscritto a cui spetta il “verbum” per la Congregazione dei Riti, o di altro dicastero».
Si può immaginare che il “Papa Buono” – che però odiava “i profeti di sventura” , che da Fatima in poi sono i contenuti dei messaggi delle apparizioni, che profetano sventure e rovine interne alla Chiesa – approvasse le violenze psicologiche fatte subire ad Adelaide? E la soppressione del messaggio?
Sarai una piccola martire, annunciò la Vergine ad Adelaide, “ma non piangere perché dopo verrai con me in Paradiso”. Adelaide beata, prega per noi
I messaggii:
MESSAGGI DEL 1944 DATI A GHIAIE PER IL MONDO
A Ghiaie di Bonate, dal 13 al 31 maggio 1944, mentre la guerra straziava l’Italia e il mondo e tutto sembrava perduto, i cieli si sono aperti e una «Signora bella e maestosa» è discesa ed è apparsa per 13 volte, a volte sola e a volte con la Sacra Famiglia, ad una bambina di sette anni, Adelaide Roncalli. La Vergine le ha parlato e le ha affidato i suoi messaggi di speranza e di pace per richiamare il mondo alla preghiera, alla penitenza, al pentimento, alla riparazione, alla conversione e alla riconciliazione, affermando soprattutto l’importanza dell’unità e della santità della famiglia e della Chiesa, la grandezza dell’amore verso il prossimo e il valore della sofferenza riparatrice.
Quanto erano premonitrici le parole della Madonna ma non la vollero ascoltare!
Oggi, i principi etici sono caduti e certi peccati (contraccezione, aborto procurato, divorzio, pedofilia…) hanno ottenuto per legge piena cittadinanza e tutto viene dissacrato da una società violenta che si basa sul permissivismo e sul consumismo. Ed ora, caduto ogni rispetto per la vita, è il turno dell’eutanasia sospinta dall’inesorabile logica dell’ateismo di una società inaridita. Soffiano ovunque venti di guerra e la pace è molto in pericolo. Eppure, nel lontano 1944, la Regina della Famiglia ci aveva messi in guardia.
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MESSAGGI DELLA REGINA DELLA FAMIGLIA
1a APPARIZIONE
Sabato 13 maggio 1944, ore 18, in presenza di Adelaide e alcune bambine
Visione: la Sacra Famiglia
Messaggio:
“Devi essere buona, ubbidiente, rispettosa col prossimo e sincera: prega bene e ritorna in questo luogo per nove sere sempre a quest’ora”.
2a APPARIZIONE
Domenica 14 maggio, ore 18, presenti anche alcune bambine e un ragazzo Candido Maffeis.
Visione: la Sacra Famiglia
Messaggio:
“Devi essere buona, ubbidiente, sincera e pregare bene, rispettosa verso il prossimo.
Tra il quattordicesimo e il quindicesimo anno, ti farai Suora Sacramentina. Soffrirai molto, ma non piangere perché dopo verrai con me in Paradiso!”.
3a APPARIZIONE
Lunedì 15 maggio 1944, ore 18, in presenza di un centinaio di persone
Visione: la Sacra Famiglia
Messaggio:
“Dì loro che se vogliono i figli guariti devono fare penitenza, pregare molto ed evitare certi peccati. Se gli uomini faranno penitenza la guerra finirà fra due mesi, altrimenti poco meno di due anni”.
4a APPARIZIONE
Martedì 16 maggio 1944, ore 18, in presenza di circa 150 persone
Visione: la Sacra Famiglia
Messaggio:
“Tante mamme hanno i bimbi disgraziati per i loro peccati gravi; non facciano più peccati e i bimbi guariranno… Prega per i poveri peccatori che hanno bisogno della preghiera dei bambini”. Adelaide chiese anche un segno esterno per soddisfare al desiderio della gente e la Madonna le rispose: “Verrà anche quello a suo tempo.»
5a APPARIZIONE
Mercoledì 17 maggio 1944, ore 18, in presenza di circa 3000 persone
Visione: la Beata Vergine con otto angioletti
Messaggio:
In questa apparizione la Madonna confidò un segreto da rivelare al Vescovo e al Papa con queste parole: “Dì al Vescovo e al Papa il segreto che ti confido … ti raccomando di eseguire quanto ti dico, ma non dirlo a nessun altro”.
Adelaide rivelò il segreto al vescovo il 20 maggio, e al Papa Pio XII soltanto nel 1949.
6a APPARIZIONE
Giovedì 18 maggio, ore 18, alla presenza di 7000 persone
Visione: la Beata Vergine con otto angioletti
Messaggio:
“Preghiera e penitenza… Prega per i poveri peccatori più ostinati che stanno morendo in questo momento e che trafiggono il mio Cuore… La preghiera a me più gradita è l’Ave Maria”.
7a APPARIZIONE
Venerdì 19 maggio, ore 18, in presenza di circa 10.000 persone
Visione: la Sacra Famiglia
Messaggio:
“No, non è necessario che proprio tutti vengano qui, quelli che possono vengano che secondo i loro sacrifici saranno guariti o rimarranno ammalati, però non si facciano più gravi peccati”.
Adelaide pregò anche la Madonna di fare qualche miracolo affinché la gente potesse credere: “Verranno anche quelli, molti si convertiranno ed io sarò riconosciuta dalla Chiesa… Medita queste parole ogni giorni della tua vita, fatti coraggio in tutte le pene. Mi rivedrai nell’ora della tua morte, ti terrò sotto il mio manto e ti porterò in cielo”.
8a APPARIZIONE
Sabato 20 maggio, ore 18, in presenza di circa 30.000 persone
Visione: la Sacra Famiglia
Segno: fenomeno solare
Messaggio:
“Domani sarà l’ultima volta che ti parlo poi per sette giorni ti lascio pensare bene quanto ti ho detto. Cerca di capirlo bene perché fatta più grandicella ti servirà molto se vorrai essere tutta mia. Dopo questi sette giorni ritornerò ancora quattro volte”
9a APPARIZIONE
Domenica 21 maggio, ore 18, in presenza di circa 200.000 persone
Visione: La Sacra Famiglia in chiesa con i quattro animali (l’asino, la pecora, il cane e il cavallo) simboli delle virtù indispensabili per formare una santa famiglia.
Segno: fenomeno solare
10a APPARIZIONE
Domenica 28 maggio, ore 18, in presenza di circa 300.000 persone
Visione: la Beata Vergine con due santi ai fianchi
Segno: fenomeno solare
Messaggio:
“Prega per i peccatori ostinati che fanno soffrire il mio cuore perché non pensano alla morte. Prega pure per il Santo Padre che passa momenti brutti. Da tanti è maltrattato e molti attentano alla sua vita. Io lo proteggerò ed Egli non uscirà dal Vaticano. La pace non tarderà, ma al mio cuore preme quella pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli. Solo così il Papa avrà meno da soffrire”.
Si seppe in seguito, su rivelazioni del generale delle SS in Italia Karl Wolf che il Papa corse un serio pericolo di deportazione e che Roma rischiò di diventare una seconda Stalingrado.
11a APPARIZIONE
Lunedì 29 maggio, ore 18, in presenza di circa 300.000 persone
Visione: la Beata Vergine con gli angioletti
Messaggio:
“Gli ammalati che vogliono guarire devono avere maggior fiducia e santificare la loro sofferenza se vogliono guadagnare il paradiso. Se non faranno questo, non avranno premio e saranno severamente castigati. Spero che tutti quelli che conosceranno la mia parola faranno ogni sforzo per meritarsi il paradiso. Quelli che soffriranno senza lamento otterranno da me e dal Figlio mio qualunque cosa chiederanno. Prega molto per coloro che hanno l’anima ammalata; il figlio mio Gesù è morto sulla croce per salvarli. Molti non capiscono queste mie parole e per questo io soffro”.
12a APPARIZIONE
Martedì 30 maggio, ore 18.50, in presenza di circa 250.000 persone
Visione: la Beata Vergine con gli angioletti
“Cara bambina, tu sei tutta mia, ma pur essendo cara al mio cuore, domani ti lascerò in questa valle di pianto e di dolore. Mi rivedrai nell’ora della tua morte e avvolta nel mio manto ti porterò in cielo. Con te prenderò pure quelli che ti comprendono e soffrono”.
13a APPARIZIONE
Mercoledì 31 maggio, ore 20, in presenza di circa 350.000 persone
Segno: fenomeno solare
Visione: la Sacra Famiglia
“Cara figliola, mi spiace doverti lasciare, ma la mia ora è passata, non sgomentarti se per un po’ non mi vedrai. Pensa a quello che t’ho detto; nell’ora della tua morte verrò ancora. In questa valle di veri dolori sarai una piccola martire. Non scoraggiarti, desidero presto il mio trionfo. Prega per il Papa e digli che faccia presto perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo. Qualunque cosa mi si chiederà lo intercederò presso mio Figlio. Sarò la tua ricompensa se il tuo martirio sarà allegro. Queste mie parole ti saranno di conforto nella prova. Sopporta tutto con pazienza che verrai con me in paradiso. Quelli che volontariamente ti faranno soffrire non verranno in paradiso se prima non avranno riparato e si saranno pentiti profondamente. Sta allegra che ci rivedremo ancora piccola martire”.
UN GRAVE AVVERTIMENTO
«Quelli che volontariamente ti faranno soffrire non verranno in paradiso se prima non avranno riparato e si saranno pentiti Profondamente.»
Questa frase pronunciata dalla Madonna nell’ultima apparizione è un avvertimento grave che pesa su tutti e soprattutto su coloro che, dal 1944, di fronte a tante prove eclatanti, hanno occultato la verità ed hanno volontariamente contribuito e contribuiscono ancora ad osteggiare quella che era l’innocenza di una bambina di sette anni. Le parole di ammonimento della Madonna pesano come un macigno su tutta la storia delle apparizioni di Ghiaie di Bonate. Accogliere ora con umiltà quell’invito al pentimento e alla riparazione sarebbe uno splendido atto d’amore che ridarebbe speranza a tutto il mondo.