Prendiamo le distanze da questo vomitevole antisemitismo…
Pochi ne conoscono l’esistenza, ma Bruxelles non è soltanto la sede della Commissione Europea, bensì anche quella del Parlamento Ebraico Europeo, un’emanazione dell’European Jewish Union, l’ONG fondata nel 2011 dai due miliardari ucraini Vadim Rabinovich e Igor Kolomoysky, finanziatore dell’ascesa politica di Zelensky. Il Parlamento Ebraico Europeo è nato il 16 febbraio 2012 con il proposito di facilitare i rapporti tra tutte le comunità ebraiche europee e l’UE, rappresentando i due milioni e mezzo di ebrei presenti nel Vecchio Continente. Il suo obiettivo principale è, come la stessa istituzione dichiara, “promuovere i principi della democrazia in Europa basata sul buon vicinato, il rispetto reciproco e la tolleranza, lo sviluppo della vita ebraica in Europa, la lotta contro l’antisemitismo, il rafforzamento dell’identità nazionale del popolo ebraico e la conservazione delle tradizioni dell’ebraismo europeo. Allo stesso tempo collabora con le principali strutture internazionali, tra cui l’ONU, l’OSCE e, appunto, l’Unione Europea. Ha lo status di “membro del Consiglio d’Europa”. (Cfr. https://bit.ly/3XFc6iL) Ha sede a Berlino, Bruxelles, Budapest e Strasburgo. È costituito da 120 membri, eletti in 42 Paesi in gran parte a loro insaputa, dalla European Jewish Union. Tra di essi figurano il calciatore inglese David Beckham e la seconda figlia di Paul McCartney, Stella. Il presidente del Parlamento Ebraico Europeo è, dal 2007, Vyacheslav Vladimirovich Kantor, uomo d’affari russo, israeliano e britannico, con un patrimonio quotato da Forbes in 7,5 miliardi di dollari. Cavaliere dell’Ordine della Legion d’Onore e destinatario di molti altri riconoscimenti da diversi Stati, a partire dal 2021 Kantor controlla il 94% delle azioni del produttore di fertilizzanti minerali Akron, società di enorme importanza strategica per la Russia. Ciò ha comportato, nel 2022, una fitta serie di sanzioni economiche internazionali nei suoi confronti, anche per la sua nota vicinanza a Putin. Il gruppo Akron comprende due società produttrici di azoto e fertilizzanti, tre aziende minerarie, nonché i terminal marittimi di Kaliningrad, l’ex capitale della Prussia Orientale un tempo chiamata Königsberg, città natale di Kant. Kantor è anche azionista di maggioranza di Moscow Stud Farm No. 1, fondata nel 1924 per preservare il patrimonio genetico della razza di cavalli da trotto Oryol. Ma chi sono i due magnati fondatori del Parlamento Ebraico Europeo?
Cominciamo da Vadim Rabinovich, imprenditore televisivo ed editore che negli anni Ottanta Rabinovich ha fatto sette anni di carcere in Unione Sovietica per appropriazione indebita. Ex rappresentante ucraino della multinazionale austriaca Nordex – il cui presidente Luchansky è considerato il boss della mafia russa – Rabinovich ha fondato nel 1997, insieme a Kolomoyskyj, il canale televisivo 1+1 ed acquistato, nel 2008, News One, televisione filo-russa. Dal 1997 al 2009 è stato presidente della casa editrice Stolichnye Novosti. Cittadinanza israeliana dal 1999, è stato eletto nel Parlamento ucraino nel 2014. E nel 2016 ha fondato il partito di opposizione filo-russo “Piattaforma di opposizione – Per la Vita”. A causa delle sue accuse rivolte a Zelensky, Rabinovich è stato recentemente privato della cittadinanza ucraina e, di conseguenza, espulso dal parlamento. Igor Kolomoysky è un oligarca ucraino, ottavo uomo più ricco del suo Paese (patrimonio tra i 3 e i 6 miliardi di dollari). Ha fondato Privat, gruppo che opera nel settore bancario (PrivatBank) ma anche petrolifero, metallurgico, alimentare e televisivo ed è presidente delle squadre di calcio e di basket Dnipro. Controlla una quantità smisurata di società e aziende, in tutti i settori. Fino al 2011 è stato leader del Consiglio europeo delle comunità ebraiche, nonché presidente dell’Unione Ebraica Europea (EJU). Ha cittadinanza cipriota e israeliana, oltre che ucraina. All’accusa mossagli, in relazione all’illegalità delle sue molteplici cittadinanze, ha risposto che “la legge vieta la doppia cittadinanza, non la tripla”. A causa di un conflitto con Poroshenko, presidente ucraino predecessore di Zelensky, nel 2015 la PrivatBank ha bloccato il conto bancario privato del presidente (50 milioni di dollari); in tutta risposta, nel 2016, Poroshenko ha statalizzato PrivatBank. Kolomoysky ha dunque sostenuto l’ascesa politica di Zelensky, con cui era in rapporti d’affari almeno dal 2012, quando lo studio Kvartal 95 dello stesso Zelensky aveva iniziato a trasmettere sul canale 1+1 di proprietà di Rabinovich e Kolomoisky. In cambio del favore di quest’ultimo, dalla sua salita al potere Zelensky ha più volte provato a ri-privatizzare PrivatBank, trovandosi però contro il Fondo Monetario Internazionale. Qualcosa, però, Zelensky per il suo benefattore è riuscito a fare. Nel dicembre 2021 l’Ufficio investigativo statale dell’Ucraina ha aperto un’inchiesta contro Poroshenko, accusandolo di alto tradimento e coinvolgimento in organizzazioni terroristiche (accuse che, se comprovate, comporterebbero per l’ex presidente ucraino fino a 15 anni di carcere). Radio Liberty ha osservato che “dopo che Volodymyr Zelensky è salito al potere, le forze dell’ordine hanno tentato senza successo di indagare su dozzine di cause penali che coinvolgono Poroshenko”. I legami tra l’attuale presidente ucraino e Kolomoysky non finoscono qui, naturalmente. Durante la sua campagna elettorale, Zelensky è stato accusato dal deputato ucraino Vladimir Ariev di aver partecipato al prelievo di 41 milioni di dollari da PrivatBank dal 2012 al 2016, appena in tempo prima della nazionalizzazione della banca. Nel 2020 Kolomoysky è stato però incriminato negli Stati Uniti con l’accusa di frode bancaria su larga scala. L’anno successivo è stato proibito, a lui e alla sua famiglia, di entrare negli USA, accusandolo di corruzione e di “minaccia alla fiducia dell’opinione pubblica ucraina nei confronti delle istituzioni democratiche”. Di conseguenza nel luglio 2022, dopo aver opportunamente inscenato un litigio con l’oligarca che fino a quel momento lo aveva sostenuto, Zelensky ha privato Kolomoyskyi della cittadinanza ucraina, appellandosi proprio all’indagine penale statunitense. Nel novembre 2022 molti dei beni di Kolomoyski – in particolare quelli strategici in riferimento all’invasione russa dell’Ucraina, come le sue grandi compagnie petrolifere (le più grandi in Ucraina) – sono stati nazionalizzati.
L’elenco di Wikipedia dei banchieri ebrei americani
ANDREW ANGLIN • 18 FEBBRAIO 2023
Wikipedia ha un elenco molto utile di banchieri ebrei “americani”.
È utile nel senso di “wow, guarda quanto è lungo questo elenco – wow, questo è davvero, davvero un elenco molto lungo”.
Ora: immagina che queste siano solo le persone abbastanza famose da avere una pagina Wikipedia.
Immagina, se vuoi, che questo tipo di sovrarappresentazione sia presente a tutti i livelli del settore bancario.
Poi immagina: ti dicono di pensare che sia perché la Chiesa cattolica li ha costretti a fare l’usura. Centinaia di anni dopo, controllano ancora le banche.
In una presunta meritocrazia democratica.
Copierò l’elenco completo, perché ho la sensazione che qualcuno chiederà che venga rimosso, ed è importante che ne teniamo traccia.
- Leonard L. Abess (nato nel 1948), proprietario e amministratore delegato della City National Bank of Florida [1]
- Bill Ackman (nato nel 1966), gestore di hedge fund e investitore, fondatore di Pershing Square Capital Management e co-fondatore della società di investimento Gotham Partners [2]
- Les Alexander (nato nel 1944), investitore, fondatore dell’Alexander Group, ex proprietario degli Houston Rockets della NBA [3]
- Sergey Aleynikov (nato nel 1969/1970), fondatore russo-americano della società di consulenza finanziaria Omnibius [4]
- Bill (nato nel 1949), Peter (1952–2017), Susan (nato nel 1946) e Ted Alfond (nato nel 1945), investitori; membri della famiglia Alfond [5]
- James Altucher (nato nel 1968), gestore di hedge fund e investitore tecnologico, fondatore di StockPickr [6]
- Shari Arison (nato nel 1957), investitore americano-israeliano, proprietario della Bank Hapoalim ; membro della famiglia Arison [7]
- Jeff Aronson (nato nel 1958), co-fondatore di Centerbridge Partners , ex socio di Angelo Gordon [8] [9]
- Cliff Asness (nato nel 1966), gestore di hedge fund, co-fondatore di AQR Capital [10] [11]
- Jules Bache (1861-1944), fondatore di JS Bache & Co. [12]
- Ronald S. Baron (nato nel 1943), investitore, fondatore di Baron Capital Management [13]
- Joseph Ainslie Bear (1878–1955), co-fondatore della banca d’affari Bear Stearns [14]
- Jordan Belfort (nato nel 1962), ex agente di cambio, fondatore di Stratton Oakmont [15]
- Rebecka Belldegrun (nata nel 1950), investitore di origine finlandese, CEO di BellCo Capital ; moglie di Arie Belldegrun [16]
- Bob Benmosche (1944–2015), banchiere d’affari, ex presidente e CEO dell’American International Group (AIG) [17]
- Roger Berlind (1930–2020), co-fondatore di Carter, Berlind, Potoma & Weill [18]
- David Bergstein (nato nel 1962), fondatore della società di private equity Cyrano Group [19]
- Bruce R. Berkowitz (nato nel 1957/1958), fondatore di Fairholme Capital Management [20]
- Paul P. (nato nel 1934) e Zalman Bernstein (1926–1999), co-fondatori della società di gestione degli investimenti Sanford C. Bernstein & Company (ora AllianceBernstein) [21]
- Leon Black (nato nel 1951), co-fondatore di Apollo Global Management [22]
- Lloyd C. Blankfein (nato nel 1954), ex amministratore delegato di Goldman Sachs [23]
- Leonard Blavatnik (nato nel 1957), investitore britannico-americano nato in Ucraina, fondatore di Access Industries (possiede Warner Music Group , Deezer , DAZN ) [24] [25] [26]
- Michael Bloomberg (nato nel 1942), co-fondatore della società globale di servizi finanziari, software e mass media Bloomberg [27]
- Alfred S. Bloomingdale (1916–1982), co-fondatore di Diners Club International [28]
- Richard C. Blum (nato nel 1935), fondatore di Blum Capital [29]
- Ivan Boesky (nato nel 1937), ex finanziere e insider trader , fondatore di Ivan F. Boesky & Company [30] [31]
- David Bonderman (nato nel 1942), co-fondatore di TPG Capital [32]
- Bill Browder (nato nel 1964), finanziere americano-britannico, co-fondatore di Hermitage Capital Management [33]
- B. Gerald Cantor (1916–1996), fondatore di Cantor Fitzgerald [34]
- Arthur L. Carter (nato nel 1931), banchiere d’affari, co-fondatore di Carter, Berlind e Weill [35]
- Stanley Chais (1926–2010), ex consulente per gli investimenti e gestore di fondi [36]
- Marshall Cogan (nato nel 1937), ex partner di Cogan, Berlind, Weill & Levitt e fondatore della United Automotive Group [37]
- Abby Joseph Cohen (nata nel 1953), direttore consultivo di Goldman Sachs [38]
- Peter A. Cohen (nato nel 1946/1947), presidente e amministratore delegato di Cowen Group [39]
- Steven A. Cohen (nato nel 1956), gestore di hedge fund, fondatore di Point72 Asset Management e SAC Capital Advisors [40]
- Gary Cohn (nato nel 1960), ex COO di Goldman Sachs ; Capo consigliere economico del presidente Trump (fino a marzo 2018) [41]
- Leon Cooperman (nato nel 1943), investitore e gestore di hedge fund, presidente di Omega Advisors [42] [43]
- Mark Cuban (nato nel 1958), investitore di start-up, proprietario dei Dallas Mavericks della NBA , co-fondatore di 2929 Entertainment [44]
- Jon P. Diamond (nato nel 1957), co-fondatore della Safe Auto Insurance Company [45]
- Glenn Dubin (nato nel 1957), gestore di hedge fund, co-fondatore di Highbridge Capital Management , comproprietario della società commerciale globale CCI [46]
- Asher Edelman (nato nel 1939), predone aziendale [30]
- Joseph Edelman (nato nel 1955), fondatore dell’hedge fund Perceptive Advisors [47]
- David Einhorn (nato nel 1968), investitore, gestore di hedge fund, fondatore di Greenlight Capital [48]
- Lewis Eisenberg (nato nel 1942), co-fondatore della società di private equity Granite Capital International Group [49]
- Thomas George Stemberg (1949–2015), è stato un pioniere dell’industria dei superstore di forniture per ufficio [50]
- Michael R. Eisenson , co-fondatore di Charlesbank Capital Partners [51]
- Steve Eisman (nato nel 1962), investitore, co-fondatore di Emrys Partners , amministratore delegato di Neuberger Berman [52]
- Israel “Izzy” Englander (nato nel 1948), investitore, fondatore di Millennium Management [53]
- Boris Epshteyn (nato nel 1982), banchiere di investimenti nato in Russia [49]
- Jeffrey Epstein (1953–2019), finanziere, fondatore di Intercontinental Assets Group e J. Epstein Co. [54]
- Andrew Fastow (nato nel 1961), ex CFO di Enron [55]
- Irwin Federman (nato nel 1936), socio accomandatario di US Venture Partners (USVP) [56]
- Steve Feinberg (nato nel 1960), co-fondatore di Cerberus Capital Management [57]
- Karen Finerman (nata nel 1965), co-fondatrice dell’hedge fund Metropolitan Capital Advisors [58]
- Laurence D. Fink (nato nel 1952), dirigente finanziario, co-fondatore di BlackRock , il più grande gestore patrimoniale del mondo. [59]
- William S. Fisher (nato nel 1958), investitore, gestore di hedge fund, fondatore di Manzanita Capital; Gap erede [60]
- Lee Fixel (nato nel 1980), investitore, partner di Tiger Management [61]
- John Frankel (nato nel 1961), fondatore britannico-americano di ff Venture Capital [62]
- Martin Frankel (nato nel 1954), investitore, fondatore di Winthrop Capital; noto per l’utilizzo dell’astrologia per prendere decisioni di trading finanziario [63] [64]
- Jacob A. Frenkel (nato nel 1943), presidente israelo-americano di JPMorgan Chase International [65] [66]
- Tully Friedman (nato nel 1942), co-fondatore di Hellman & Friedman (H&F), Friedman Fleischer & Lowe (FFL) [67] [68]
- Jeremy Frommer , gestore di hedge fund, ex co-CEO di RBC Capital Markets [69]
- Richard S. Fuld Jr. (nato nel 1946), ex (e ultimo) CEO di Lehman Brothers [70]
- Lewis Glucksman (1925-2006), CEO e presidente di Lehman Brothers, Kuhn, Loeb [71] [72]
- Stanley Gold (nato nel 1942), ex presidente e CEO di Shamrock Holdings ( la società di investimenti della famiglia di Roy E. Disney ) [73]
- Stanley Golder (1929-2000), co-fondatore della società di private equity GTCR [74]
- Marcus Goldman (1821-1904), co-fondatore di origine tedesca di Goldman Sachs ; membro della famiglia Goldman-Sachs [75]
- David Gottesman (1926–2022), fondatore della First Manhattan Co .; membro della famiglia Gottesman [76]
- Noam Gottesman (nato nel 1961), gestore e investitore di hedge fund britannico-americano nato in Israele, co-fondatore di GLG Partners , CEO di TOMS Capital [77]
- Jonathan D. Gray (nato nel 1970), presidente e COO del Blackstone Group , presidente di Hilton Worldwide Holdings [78]
- Leonard I. Green (1934-2002), fondatore di Leonard Green & Partners , la più grande azienda LBO della West Coast [79]
- Pincus Green (nato nel 1934), commerciante di materie prime di petrolio e gas [80] [81]
- Alan Greenspan (nato nel 1926), ex presidente della Federal Reserve , (co-) fondatore di Townsend-Greenspan & Co. e Greenspan Associates [82]
- John Gutfreund (1929–2016), ex CEO di Salomon Brothers [83] [84]
- Rich Handler (nato nel 1961), banchiere, presidente e amministratore delegato della banca d’investimento indipendente Jefferies Group [85]
- Joshua Harris (nato nel 1965), investitore, co-fondatore di Apollo Global Management , proprietario dei New Jersey Devils e dei Philadelphia 76ers [86] [87]
- Adrian (nato nel 1966) e Nick Hanauer (nato nel 1959), venture capitalist [88]
- Alfred S. Hart (1904–1979), fondatore ungherese della City National Bank [89] [90]
- Andrew Hauptman (nato nel 1969), fondatore della società di investimento Andell Holdings e proprietario del Chicago Fire Soccer Club ; genero di Charles Bronfman [91]
- Isaias W. Hellman (1842-1920), banchiere di origine tedesca, co-fondatore della Farmers and Merchants Bank di Los Angeles (F&M), presidente della Wells Fargo Nevada National Bank [92]
- Samuel J. Heyman (1939-2009), gestore di hedge fund e presidente della GAF Materials Corporation [93]
- Ben Horowitz (nato nel 1966), investitore di start-up , co-fondatore di Andreessen Horowitz [94]
- Carl Icahn (nato nel 1936), Corporate raider , fondatore di Icahn Enterprises [95]
- Mat Ishbia (nato nel 1979/1980), amministratore delegato e presidente dell’istituto di credito ipotecario United Wholesale Mortgage [96]
- Samuel Israel III (nato nel 1959), ex gestore di hedge fund, fondatore del Bayou Hedge Fund Group [97]
- Kenneth M. Jacobs (nato nel 1957/1958), presidente e amministratore delegato di Lazard Ltd [98]
- Mitchell R. Julis (nato nel 1955), co-fondatore dell’hedge fund Canyon Capital Advisors [99]
- David Kabiller (nato nel 1964), co-fondatore della società di gestione degli investimenti AQR Capital [100]
- Neil Kadisha (nato nel 1955), co-fondatore di origine iraniana della società di investimento Omninet Capital [101]
- Irving Kahn (1905–2015), investitore, co-fondatore di Kahn Brothers Group [102] [103]
- Otto Hermann Kahn (1867-1934), banchiere di investimenti di origine tedesca, socio di Kuhn, Loeb & Co. ; noto per la riorganizzazione dei sistemi ferroviari americani [104]
- George Kaiser (nato nel 1942), presidente della BOK Financial Corporation [105] [106]
- Robert S. Kapito (nato nel 1957), investitore, co-fondatore di BlackRock , presidente del consiglio di amministrazione della UJA-Federation of New York [107]
- Steven Kaplan , co-fondatore di Oaktree Capital Management , comproprietario di MLS ‘ DC United e EFL Championship ‘s Swansea City AFC [108]
- George Karfunkel (nato nel 1948/1949), co-fondatore di origine ungherese di AmTrust Financial Services e American Stock Transfer & Trust Company (AST) [109] [110]
- Bruce Karsh (nato nel 1955), investitore, co-fondatore di Oaktree Capital Management , presidente della Tribune Media Company [111]
- Richard A. Kayne (nato nel 1945/1946), co-fondatore di Kayne Anderson Capital Advisers [112]
- Tal Keinan (nato nel 1969), investitore americano-israeliano, co-fondatore di Clarity Capital [113]
- Barry Klarberg (nato nel 1961), fondatore di Monarch Business & Wealth Management ; comproprietario dei New York Yankees della MLB e del New York City FC della MLS [114]
- Seth Klarman (nato nel 1957), investitore e gestore di hedge fund, fondatore del Gruppo Baupost ; proprietario di minoranza dei Boston Red Sox della MLB [115]
- Eugene Kleiner (1923-2003), venture capitalist di origine austriaca che ha co-fondato KPCB ed è considerato un pioniere della Silicon Valley [116]
- Jerome Kohlberg Jr. (1925–2015), co-fondatore di KKR , fondatore di Kohlberg & Company [117]
- Sonja Kohn (nata nel 1948), banchiere austriaco-americano [118] [119]
- Bruce Kovner (nato nel 1945), investitore, gestore di hedge fund, presidente di CAM Capital [120]
- Orin Kramer (nato nel 1945), gestore di hedge fund, fondatore di Boston Provident [121]
- Peter S. Kraus , CEO di AllianceBernstein (AB) [122]
- Henry R. Kravis (nato nel 1944), co-fondatore di KKR [123]
- Rodger Krouse (nato nel 1961), co-fondatore di Sun Capital Partners [124]
- Joe Lacob (nato nel 1956), investitore della Silicon Valley, partner di Kleiner Perkins Caufield & Byers (KPCB), comproprietario dei Golden State Warriors della NBA [125]
- Andrew A. Lanyi (1925–2009), investitore ungherese, fondatore del gruppo Lanyi [126] [127]
- Marc Lasry (nato nel 1959), gestore di hedge fund di origine marocchina, co-fondatore (insieme a sua sorella Sonia (nata nel 1962)) dell’Avenue Capital Group , comproprietario dei Milwaukee Bucks della NBA [128]
- Henry Laufer (nato nel 1945), investitore, ex vicepresidente della ricerca presso Renaissance Technologies , co-fondatore del Medallion Fund [129] [130]
- Jonathan Lavine (nato nel 1966), co-managing partner della società di investimento Bain Capital e CIO di Bain Capital Credit ; comproprietario dei Boston Celtics della NBA [131]
- Solomon Lazard (1827-1916), fondatore francese di Lazard Frères and Company ; membro della famiglia Lazard [132] [133]
- Sayra (1898–1994), Jim (1928–2014) e Alexandra Lebenthal (nata nel 1964), Lebenthal & Company [134] [135]
- Bennett S. LeBow (nato nel 1937), presidente del consiglio di amministrazione del Vector Group , ex proprietario del Liggett Group [136]
- Marc J. Leder (nato nel 1962), co-fondatore di Sun Capital Partners , comproprietario dei Philadelphia 76ers [137]
- Thomas H. Lee (nato nel 1944), fondatore delle società di private equity THL e Lee Equity Partners [138] [139]
- Henry (1822–1855), Mayer (1830–1897) ed Emanuel Lehman (1827–1907), fondatori di origine tedesca di Lehman Brothers ; membri della famiglia Lehman [140]
- Al Lerner (1933-2002), ex presidente del consiglio di amministrazione della società di carte di credito MBNA e proprietario dei Cleveland Browns della NFL [141]
- Randy Lerner (nato nel 1962), investitore, ex proprietario della MBNA Corporation ; ex proprietario dell’Aston Villa FC dell’EPL [141]
- Dennis Levine (nato nel 1952), ex amministratore delegato di Drexel Burnham Lambert [142]
- Leon Levy (1925-2003), investitore, ex partner di Oppenheimer & Co. [143]
- Peter B. Lewis (1933–2013), ex presidente e proprietario della Progressive Insurance Company [144]
- Cy Lewis (1908–1978), socio dirigente di lunga data di Bear, Stearns & Company [145] [146]
- Josh Linkner (nato nel 1970), ex CEO di Detroit Venture Partners [147]
- Greg Lippmann (nato nel 1968/1969), gestore di hedge fund, co-fondatore di LibreMax Partners [148]
- Daniel S. Loeb (nato nel 1961), gestore di hedge fund, fondatore di Third Point Management [149]
- Solomon Loeb (1828-1903), co-fondatore di origine tedesca di Kuhn, Loeb & Co. [150]
- Howard Lorber (nato nel 1948), CEO di New Valley LLC (ex Western Union ), presidente di Douglas Elliman e Nathan’s Famous [151]
- Howard Lutnick (nato nel 1961), presidente e CEO di Cantor Fitzgerald & BGC Partners [152]
- Bernie Madoff (1938–2021), finanziere e presidente del Nasdaq , fondatore di Bernard L. Madoff Investment Securities ; Intrigante Ponzi [153] [154]
- Stephen Mandel, Jr. (nato nel 1956), gestore di hedge fund, investitore, fondatore di Lone Pine Capital , ex amministratore delegato del Tiger Fund [155]
- Leo Melamed (nato nel 1932), pioniere dei future finanziari nato in Polonia , presidente emerito del gruppo CME [156]
- James Melcher (nato nel 1939), gestore di hedge fund, fondatore di Balestra Capital Management ; ex schermidore olimpico [157]
- J. Ezra Merkin (nato nel 1953), investitore, gestore di hedge fund, ex presidente della Fifth Avenue Synagogue ; Vittima dello schema Ponzi di Madoff [158] [159]
- André Meyer (1898–1979), banchiere d’affari franco-americano, ex socio senior di Lazard Frères & Co. [160]
- Marc Eugene Meyer (1842-1925), ex presidente franco-americano di Lazard Frères & Co. [161]
- Marc Mezvinsky (nato nel 1977), banchiere di investimenti, co-fondatore di Eaglevale Partners ; marito di Chelsea Clinton [162] [163]
- Michael Milken (nato nel 1946), finanziere, specialista in obbligazioni spazzatura , fondatore del Milken Institute [30]
- Eric Mindich , gestore di hedge fund, fondatore di Eton Park Capital Management [164] [165]
- Steven Mnuchin (nato nel 1962), ex gestore di hedge fund; 77° Segretario al Tesoro degli Stati Uniti [49]
- David Morgenthaler (1919–2016), fondatore di Morgenthaler , una delle più antiche società di investimento di private equity negli Stati Uniti [166]
- Sir Michael Moritz (nato nel 1954), venture capitalist britannico-americano della Silicon Valley , partner di Sequoia Capital [167]
- Alfred Huger Moses (1840-1918), banchiere e investitore che fondò la città di Sheffield, Alabama [168]
- Andrew M. Murstein (nato nel 1964), fondatore della società di investimento Medallion Financial Corp. , ex dirigente di prestiti di medaglioni di taxi , proprietario di New York Lizards di MLL [169]
- Arthur Nadel (1933–2012), ex gestore di hedge fund, fondatore di Scoop Management Co. [170]
- Ezri Namvar (nato nel 1951/1952), fondatore di origine iraniana del Namco Capital Group ed ex proprietario della Security Pacific Bank [171] [172]
- Jack Nash (1929-2008), pioniere degli hedge fund di origine tedesca, ex presidente di Oppenheimer & Company , co-fondatore del New York Sun [173]
- Elkan Naumburg (1835-1924), banchiere di origine tedesca, fondatore di E. Naumburg & Co. [174]
- Izak Parviz Nazarian (1929–2017), investitore iraniano -americano, managing partner di Omninet Capital; membro della famiglia Nazarian [175] [176] [177]
- Roy Neuberger (1903–2010), finanziere, co-fondatore di Neuberger Berman [178]
- Aviv Nevo (nato nel 1965), venture capitalist israeliano-americano di origine rumena, fondatore di NV Investments; principale azionista di Time Warner [179]
- Roy (nato nel 1966) e Victor Niederhoffer (nato nel 1943), gestori di hedge fund [180] [181]
- Mark Nordlicht (nato nel 1968), gestore di hedge fund americano-israeliano, fondatore di Platinum Partners [182] [183]
- Nelson Obus (nato nel 1947), gestore di hedge fund, co-fondatore di Wynnefield Capital [184] [185]
- Daniel Och (nato nel 1961), investitore e gestore di hedge fund , fondatore dell’Och-Ziff Capital Management Group (ora Sculptor Capital Management ) [186]
- Bernard Osher (nato nel 1927), direttore fondatore della World Savings Bank [187]
- Jacob Ostreicher (nato nel 1959), investitore [188]
- Alan Patricof (nato nel 1934), capitale di rischio e pioniere del private equity ; co-fondatore di Apax Partners e Greycroft [189]
- David L. Paul (1939–2022), banchiere, fondatore della CenTrust Bank con sede a Miami [190]
- John Paulson (nato nel 1955), investitore, fondatore di Paulson & Co. [191]
- Stephen M. Peck (1935-2004), co-fondatore della società di gestione patrimoniale Weiss, Peck & Greer [192]
- Nelson Peltz (nato nel 1942), investitore, co-fondatore di Trian Fund Management [193]
- Jeffrey , Raymond (1917–2019) e Ron Perelman (nato nel 1943), investitori [194]
- Richard C. Perry (nato nel 1955), gestore di hedge fund, fondatore di Perry Capital [195] [196]
- Carl Pforzheimer (1879–1957), banchiere, co-fondatore della Borsa americana , fondatore di Carl H. Pforzheimer & Co. [197] [198]
- Lionel Pincus (1931–2009), co-fondatore della società di private equity Warburg Pincus [199]
- Danny Porush (nato nel 1957), ex agente di borsa e presidente di Stratton Oakmont [200] [201]
- Victor Posner (1918–2002), pioniere della LBO [202]
- Michael F. Price (nato nel 1951), gestore di hedge fund, fondatore di MFP Investors [203]
- Nicholas (nato nel 1945), Karen (nato nel 1958), Jennifer (nato nel 1950) e John Pritzker (19 e 3–), investitori; membri della famiglia Pritzker [204]
- Dan Rapoport (1970–2022), investitore nato in Lettonia, fondatore di Rapoport Capital [205]
- Ira Rennert (nato nel 1934), investitore industriale, fondatore del Gruppo Renco [206]
- Tony Ressler (nato nel 1960), magnate del private equity e venture capitalist, co-fondatore di Ares Management e Apollo Global Management ; proprietario degli Atlanta Hawks della NBA [207]
- Marc Rich (1934–2013), ex commerciante di petrolio belga-americano, gestore di hedge fund e fondatore di Glencore plc [208] [209]
- Larry Robbins (nato nel 1969), gestore di hedge fund, fondatore di Glenview Capital Management [210]
- Stephen Robert (nato nel 1940), ex presidente e amministratore delegato di Oppenheimer & Co. e Renaissance Institutional Management (filiale di Renaissance Technologies ) [211]
- George R. Roberts (nato nel 1944), co-fondatore di KKR [212]
- Arthur Rock (nato nel 1926), primo venture capitalist della Silicon Valley , co-fondatore di Davis & Rock e Fairchild Semiconductor [213]
- George Rohr (nato nel 1954), co-fondatore colombiano della società di private equity NCH Capital [214] [215]
- David S. Rose (nato nel 1957), investitore di start-up , fondatore di New York Angels [216]
- Barry Rosenstein (nato nel 1960), gestore di hedge fund, fondatore di JANA Partners [217]
- Mack Rossoff , fondatore della banca d’investimento indipendente Rossoff & Co. [218] [219]
- David René de Rothschild (nato nel 1942), banchiere; attuale presidente di Rothschild & Co ; membro della famiglia Rothschild [220]
- Marc Rowan (nato nel 1962), co-fondatore di Apollo Global Management [221]
- David M. Rubenstein (nato nel 1949), finanziere, co-fondatore della società di investimento di private equity globale The Carlyle Group [222]
- Robert Rubin (nato nel 1938), ex segretario al Tesoro, direttore del National Economic Council e presidente di Citigroup [223]
- Samuel Sachs (1851-1935), co-fondatore di Goldman Sachs [224]
- William Salomon (1914–2014), ex socio amministratore di Salomon Brothers [225] [226]
- Arthur J. Samberg (1941–2020), fondatore di Pequot Capital Management [227]
- Morris Schapiro (1903–1996), banchiere d’affari di origine lituana, fondatore di MA Schapiro & Company ; noto per aver negoziato la fusione di Chase Bank e Bank of Manhattan [228]
- Jacob H. Schiff (1847-1920), banchiere di origine tedesca; ex leader di Kuhn, Loeb & Co. [229]
- Peter Schiff (nato nel 1963), CEO e chief global strategist di Euro Pacific Capital. [230]
- Rick Schnall (nato nel 1970), partner della società di private equity Clayton Dubilier & Rice e proprietario di minoranza degli Atlanta Hawks della NBA [207]
- Alan Schwartz (nato nel 1950/1951), presidente esecutivo di Guggenheim Partners , ex (e ultimo) amministratore delegato di Bear, Stearns & Company [134]
- Stephen A. Schwarzman (nato nel 1947), co-fondatore del Blackstone Group [231]
- Joseph Seligman (1819–1880), co-fondatore di origine tedesca della banca di investimenti J. & W. Seligman & Co. [232]
- David E. Shaw (1951–), fondatore di DE Shaw & Co. [233]
- Bruce Sherman (nato nel 1948), co-fondatore della società di gestione patrimoniale Private Capital Management (PCM) e proprietario di Miami Marlins della MLB [234] [235]
- Eugene Shvidler (nato nel 1964), magnate del petrolio russo-americano, presidente di Millhouse Capital [236] [237]
- Jim Simons (nato nel 1938), gestore di hedge fund, co-fondatore di Renaissance Technologies [238] [239]
- Nat Simons (nato nel 1966), gestore di hedge fund e investitore, (co) fondatore del Meritage Group e Prelude Ventures, co-presidente di Renaissance Technologies [240]
- Paul Singer (nato nel 1944), gestore di hedge fund, fondatore della Elliott Management Corporation [241]
- David M. Solomon (nato nel 1962), disc jockey e banchiere di investimenti, CEO di Goldman Sachs [242]
- George Soros (nato nel 1930), investitore ungherese-americano e magnate degli affari, fondatore di Soros Fund Management ; membro della famiglia Soros [243]
- James Speyer (1861-1941), ex capo della società bancaria Speyer & Co.; membro della famiglia Spira [244]
- Robert B. Stearns (1888–1954), finanziere, co-fondatore di Bear, Stearns & Co. Inc [245]
- Amanda Steinberg (nata nel 1977/1978), fondatrice di DailyWorth [246]
- Saul Steinberg (1939–2012), predone aziendale [247]
- Michael Steinhardt (nato nel 1940), investitore e gestore di hedge fund, co-fondatore di Steinhardt Partners , presidente di WisdomTree Investments [248]
- Lee Stern (nato nel 1926), commerciante di futures e opzioni ; fondatore di Lee B. Stern & Company; comproprietario dei Chicago White Sox della MLB [249] [250]
- Leonard N. Stern (nato nel 1938), investitore, presidente e CEO di Hartz Group e Hartz Mountain Industries [251]
- Marc Stern , presidente del gruppo TCW , comproprietario dei Milwaukee Bucks della NBA e dei Milwaukee Brewers della MLB [252] [253]
- Stuart Sternberg (nato nel 1959), investitore di Wall Street, proprietario dei Tampa Bay Rays della MLB [254]
- Barry Sternlicht (nato nel 1960), co-fondatore della società di investimento Starwood Capital Group , ex presidente di Starwood [255]
- Donald Sussman (nato nel 1946), finanziere, gestore di hedge fund, fondatore di Paloma Funds e New China Capital Management [256] [257]
- Leonard M. Tannenbaum (nato nel 1971), fondatore di Fifth Street Asset Management [258]
- David Tepper (nato nel 1957), investitore, gestore di hedge fund, fondatore di Appaloosa Management [259] [124]
- David Tisch (nato nel 1981), investitore di start-up , co-fondatore di BoxGroup ; membro della famiglia Tisch [260]
- Igor Tulchinsky (nato nel 1966), gestore di hedge fund nato in Bielorussia, fondatore di WorldQuant [261]
- Cliff Viner (nato nel 1948), gestore di hedge fund, co-fondatore di III Capital Management e AVM, ex comproprietario dei Florida Panthers [262] [263]
- Jeffrey Vinik (nato nel 1959), ex gestore di hedge fund, proprietario di Tampa Bay Lightning della NHL [264] [265]
- Paul Wachter (nato nel 1956), fondatore di Main Street Advisors, una società di consulenza finanziaria e di gestione patrimoniale focalizzata sui VIP [266]
- Eric M. Warburg (1900–1990), co-fondatore tedesco-americano di Warburg Pincus ; membro della famiglia Warburg [267] [268]
- James Warburg (1896–1969), banchiere di origine tedesca e consulente finanziario di Franklin D. Roosevelt [268]
- Paul Warburg (1868-1932), ex presidente di origine tedesca della Bank of the Manhattan Company (predecessore della Chase Manhattan Bank ) e direttore della Federal Reserve Bank [268]
- Bruce Wasserstein (1947–2009), banchiere d’investimenti, ex CEO di Lazard e co-fondatore di Wasserstein Perella & Co. [269]
- Sanford I. Weill (nato nel 1933), banchiere e finanziere, ex presidente e amministratore delegato di Citigroup , co-fondatore di Carter, Berlind, Potoma & Weill [270] [271]
- Peter Weinberg (nato nel 1957), co-fondatore di Perella Weinberg Partners [272]
- Boaz Weinstein (nato nel 1973), gestore di hedge fund, fondatore di Saba Capital Management [273]
- Sholam Weiss (nato nel 1954), specialista in fallimenti [274] [275]
- Allen Weisselberg (nato nel 1947), CFO della Trump Organization [276]
- Maurice Wertheim (1886–1950), fondatore di Wertheim & Co. [277]
- Oren Zeev (nato nel 1964), investitore start-up israelo-americano , fondatore di Zeev Ventures , co-fondatore di Tipalti [278]
- Nancy Zimmerman (nata nel 1963/1964), gestore di hedge fund, co-fondatrice di Bracebridge Capital [279]
- Eric Zinterhofer (nato nel 1971), finanziere di private equity, socio fondatore di Searchlight Capital ; membro della famiglia Lauder [280]
- Barry Zubrow (nato nel 1953), fondatore della società di investimenti privati ITB, ex CRO di JPMorgan Chase [281] [282]
Nota quanti di loro discendono da famiglie di banchieri.
Mi è stato detto che in una democrazia basata sui diritti umani chiunque può diventare qualsiasi cosa.
Ma sembra che i figli di ricchi banchieri ebrei dalla mentalità criminale vogliano crescere per diventare ricchi banchieri ebrei dalla mentalità criminale – e cacciano fuori tutti i neri e latini che vorrebbero un pezzo di quel denaro truffato dalle banche.
Wikipedia:
Omicidi mirati israeliani
Gli omicidi mirati israeliani (in ebraico, סיכול ממוקד, ossia sikul memukad, vale a dire prevenzione mirata, in arabo: القتل المستهدف, al-qatl al-mustahdaf, in inglese targeted killings) indicano una pratica militare unilaterale del governo israeliano, pratica sviluppatasi durante il secondo dopoguerra e che Israele ha esercitato ampiamente, più di ogni altra democrazia occidentale e caso unico nel mondo contemporaneo pratica avallata giuridicamente da una sentenza della Corte suprema israeliana, secondo il giornalista investigativo israeliano Ronen Bergman.[1]
Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]
Essa consiste in assassinii di persone[2] eseguiti dalle forze armate israeliane allorché tali persone siano ritenute intenzionate ad eseguire un atto specifico di violenza in un futuro assai prossimo o ritenute di avere un diretto legame con una delle varie modalità di perpetrare un atto di violenza (loro organizzazione, pianificazione, ricerca di mezzi di distruzione, e altro ancora). Tali assassinii motiverebbero la prevenzione di simili atti nel futuro.
Le forze armate israeliane affermano che esse conducono tali operazioni militari al fine di impedire attacchi imminenti, quando non vi sia altro mezzo plausibile di procedere a un arresto o a stornare queste aggressioni con altre modalità. La Corte suprema di Israele ha giudicato il 14 dicembre 2006 tale pratica militare ammissibile a certe condizioni.[3]
Quadro d’azione[modifica | modifica wikitesto]
La natura esatta delle prove richieste per questi “omicidi mirati” è secretata, dal momento che essa implica una serie di informazioni di carattere militare di grande riservatezza. Tutte le operazioni di questo tipo condotte dal Mossad debbono avere l’approvazione del primo ministro israeliano.[4] Il diritto internazionale prevede due paradigmi normativi distinti che regolamentano gli “omicidi mirati” in situazioni di repressione e di condotta delle ostilità. Ogni “omicidio mirato” non deve colpire un obiettivo militare legittimo che resta sottomesso all’applicazione della legge che impone importanti restrizioni per una simile pratica nel quadro di un conflitto.[5]
Il dibattito[modifica | modifica wikitesto]
Favorevoli[modifica | modifica wikitesto]
I partigiani di questa strategia di eliminazione fisica pensano che essa sia conforme alla Legge di guerra. Essi sostengono che gli “omicidi mirati” siano una risposta commisurata al terrorismo, che pone l’accento sugli autori reali di attacchi condotti da organizzazioni paramilitari, evitando al contempo di fare vittime innocenti. Essi fanno osservare che gli “omicidi mirati” hanno impedito certi attacchi contro obiettivi israeliani, hanno fiaccato l’efficacia di simili organizzazioni e hanno prodotto un effetto dissuasivo in grado di prevenire atti di terrorismo. Affermano altresì che gli “omicidi mirati” producono minor danno nei confronti dei palestinesi non-combattenti rispetto a un’incursione militare nelle cittadine palestinesi.[6]
Contrari[modifica | modifica wikitesto]
Chi si oppone a questa pratica sostiene che questi omicidi sono contrari alle leggi di guerra, essendo esecuzioni extragiudiziali, in grado di attentare alle norme e ai valori di una società realmente democratica.[6] D’altronde essi credono che la morte d’innocenti, quand’anche preterintenzionale, squalifica un simile tipo di operazioni, rendendole controproducenti.[7]
Controversie sulla ratio delle vittime civili[modifica | modifica wikitesto]
Le proporzioni tra vittime civili e “omicidi mirati” è stata esaminata dall’israeliano Amos Harel, specialista delle questioni militari del quotidiano israeliano Haaretz. Nel 2002 e nel 2003, le ratio era di 1:1, cioè un civile morto per ogni terrorista ucciso. Harel ha definito questo periodo «i giorni scuri», a causa delle perdite di vite civili relativamente alte in rapporto agli anni precedenti. Il giornalista ha attribuito ciò alla strategia seguita dall’Aeronautica militare israeliana (Heyl Ha’Avir) di attaccare i terroristi anche quando costoro si mimetizzano per proteggersi in zone a densità popolativa elevata, malgrado le regole d’ingaggio limitino questi attacchi in questo tipo di situazioni. Tuttavia, secondo Harel, tali regole «erano aggirate a seconda dell’importanza dell’obiettivo».[8]. La ratio di vittime civile ha subìto un brusco e significativo calo a 1:28 a fine 2005, cosa che significa un civile morto ogni 28 terroristi. Harel spiega questo calo della ratio come risultante della strategia del comandante della Heyl Ha’Avir dell’epoca, Eliezer Shkedi. La ratio è invece cresciuta nuovamente nel 2006, passando a 1:10, un fatto che Harel attribuisce a «circostanze sfortunate». Nel 2007 e 2008, la ratio ha nuovamente raggiunto il livello precedente, migliorandolo addirittura, a meno di 1:30, ossia circa il 3% delle perdite totali nell’operazione finalizzata a un “omicidio mirato”.[8] Le cifre del trend che ha portato la ratio da 1:1 del 2002 all’1:30 del 2008 sono state citate anche dal quotidiano israeliano Jerusalem Post.[9]
Nel luglio 2011, due ricercatori britannici, A.E. Stahl e William F. Owen, pubblicato uno studio sugli “omicidi mirati”, in cui si mette in guardia sulle possibili manipolazioni delle cifre a fini politici.[10]
L’ONG israeliana filo-palestinese B’Tselem afferma che più di 339 palestinesi sono stati assassinati in tali operazioni condotte da Israele tra il 2000 (inizio della Seconda Intifada) e il dicembre 2006, data dell’ordinanza della Corte suprema di Israele.[11]. Tra i fatti più noti si possono ricordare l’assassinio di Salah Shahada (2002) o di Ahmad Yasin, il paraplegico fondatore di Hamas[11]. Ciò ha provocato una lettera di protesta dei piloti dell’Aeronautica militare israeliana, pubblicata nel 2003, che hanno parlato della legalità di simili “omicidi mirati”.[12].
Cause legali[modifica | modifica wikitesto]
Numerosi casi di “omicidi mirati” hanno dato luogo a cause giudiziarie, specialmente a quella riguardante il terrorista di Ḥamās Ṣalāḥ al-Dīn Shaḥāda, ucciso con una bomba da 1 tonnellata sganciata da un caccia il 22 luglio del 2002, che provocò la morte di 15 vittime civili innocenti e la distruzione di alcuni edifici contigui a quello dell’obiettivo prefissato.
Decisione della Corte suprema israeliana del 2005[modifica | modifica wikitesto]
Nel 2005, la Corte suprema di Israele fissò il quadro normativo della politica degli “omicidi mirati”, con la sentenza Public Committee Against Torture in Israel v. Government of Israel[13].
Reiterando il giudizio proclamato dal Presidente della Corte suprema Aharon Barak riguardante la tortura, che aveva contrapposto il Comitato pubblico contro la tortura in Israele allo Stato d’Israele, la Corte affermò preliminarmente che «una democrazia deve battersi con una mano legata dietro la schiena», rispettando il diritto, ivi compreso quello internazionale, nel quadro del conflitto israelo-palestinese. Considerando che le persone responsabili di attentati terroristici sono civili che, per il loro atti ostili, abbandonano i loro diritti alla protezione dovuta ai civili in tempo di guerra, ma che non possono essere assimilati a quanti godono dei diritti riservati ai combattenti regolari, la Corte concluse che la pratica degli «omicidi mirati» deve essere valutata, sul piano giuridico, caso per caso: non è possibile dichiararla aprioristicamente e in maniera generalizzata legittima, né considerarla in maniera parimenti generalizzata ed ex ante come illegittima.[14]
Aharon Barak fece tuttavia una chiara allusione, in occasione di questa decisione della Corte, al “caso Shaḥāda”, sospeso nel marzo del 2004 a causa dell’esame della politica degli “omicidi mirati”, affermando che si fosse potuto prevedere che un alto numero di civili sarebbe stato ucciso nell’operazione, ciò sarebbe stato illegale.[15]
La decisione del 2006 della Corte suprema[modifica | modifica wikitesto]
Nel dicembre 2006, la Corte suprema israeliana reiterò l’affermazione centrale della sua decisione del 2005. Autorizzò infatti nuovamente gli “omicidi mirati” a certe condizioni.[3] Osservando che non tutto rispondeva alle regole dettate dal diritto internazionale e dal diritto bellico, essa aprì tuttavia la strada alla possibilità del loro impiego, affermando che occorreva giudicare la loro liceità sulla base dei casi individuali. La Corte ribadì la necessità di evitare, nella misura del possibile, di fare vittime civili e innocenti o di realizzare “danni collaterali”. Il giudice Aharon Barak ha così evocato, a contrario e implicitamente, il “caso Salah Shahada” per il quale era stata investita la Corte, come esempio d’un caso in cui tale azione “mirata” non sarebbe stata legittima.[16].
Una simile restrizione impone un obbligo di precisione delle informazioni ricevute prima dell’omicidio da perpetrare, e in particolare ciò che riguarda l’identità dell’obiettivo. Inoltre la Corte suprema ammette la possibilità di intentare azioni legali miranti a ottenere indennizzi e risarcimenti da parte delle famiglie delle vittime “collaterali”.[11]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (EN) Ronen Bergman, How Arafat Eluded Israel’s Assassination Machine, su nytimes.com, 23 dicembre 2018.
- ^ http://www.giornalismi.info/mediarom/articoli/art_1233.html
- ^ Salta a:a b Riassunto della decisione della Corte suprema israeliana sugli “omicidi mirati” Archiviato il 23 febbraio 2013 in Internet Archive., 14 dicembre 2006
- ^ Cookies must be enabled. | The Australian
- ^ Nils Melzer, Targeted Killing in International Law (Oxford Monographs in International Law), Oxford University Press, USA (August 10, 2008)
- ^ Salta a:a b Efraim Inbar, Merkaz Besa le-meḥḳarim asṭraṭegiyim (2003) Democracies and small wars, Taylor & Francis, ISBN 0714684236 pp. 144, 157
- ^ “Do targeted killings work?”, Daniel Byman, Foreign Affairs, March/April 2006, Volume 85, Number 2, pp. 95-112
- ^ Salta a:a b Pinpoint attacks on Gaza more precise Israel News | Haaretz
- ^ Analysis: Lies, leaks, death tolls & statistics | JPost | Israel News
- ^ http://www.miwsr.com/2011/downloads/2011-025.pdf
- ^ Salta a:a b c Israel court backs targeted kills, BBC, 14 dicembre 2006
- ^ Chris McGreal, ‘We’re air force pilots, not mafia. We don’t take revenge’, The Guardian, 3 dicembre 2003
- ^ HCJ 769/02 Decisione della Corte suprema n° 769, dicembre 2005 ; Giudizio integrale Archiviato il 9 agosto 2010 in Internet Archive..
- ^ HCJ 769/02 The Public Committee against Torture in Israel v. The Government of Israel – Summary of Judgment, HCJ 769-02 (dicembre 2005). Giudizio integrale Archiviato il 9 agosto 2010 in Internet Archive..
- ^ Sharon Weill, De Gaza à Madrid, l’assassinat ciblé de Salah Shehadeh, Le Monde diplomatique, settembre 2009 (pubblicato in inglese sotto il titolo “The Targeted Killing of Salah Shehadeh. From Gaza to Madrid”, Journal of International Criminal Justice, 2009 7(3):617-631; doi:10.1093/jicj/mqp042)
- ^ Sharon Weill, Da Gaza a Madrid, l’omicidio mirato di Salah Shahada, Le Monde diplomatique, settembre 2009