Oggi gli stati nazionali devono oggi essere pronti a rinunciare alla propria sovranità “: così la cancelliera Merkel in una riunione della Conrad Adenauer Stiftung (una vecchia centrale di pensiero “atlantica”). Non dovendo più preoccuparsi di farsi eleggere (ha detto che non cercherà la rielezione nel 2021), la signora ha dato la stura alla sua fede mondialista, senza limiti né dolcificazioni.
Ha cominciato attaccando (senza nominarli) gli esponenti del suo stesso partito che – probabilmente desiderosi di avvicinarsi alle posizioni dell’ AfD, anti-immigrazionista – hanno voluto non votare il Global Compact delle Nazioni Uniti sui diritti degli immigrati: voi vi dite patrioti ma non lo siete: “Patriottismo è quando si includono altri nell’interesse della Germania e accetti situazioni vantaggiose per tutti”. Fraseggio in cui Zero Hedge ha visto un riecheggiamento di una frase di Macron: “Il patriottismo è l’esatto contrario del nazionalismo; il nazionalismo è tradimento” -che è a sua volta l’eco della neo-strategia confezionata da Attali, “Non si deve lasciare la nazione ai nazionalisti”, ma usarla facendola diventare una forza del globalismo a vantaggio dell’oligarchia apatride.
Ma Angela è andata più oltre: “ci sono [politici] che credono di poter decidere quando questi accordi [sovrannazionali] non sono più validi perché ‘rappresentano il popolo’”, ha detto: “ Ma ci sono individui che vivono in un paese, non sono un gruppo che si autodefinisce come ‘popolo’”.
E questo è il dogma fondamentale del globalismo, in cui un patologico “individualismo” si coniuga perfettamente con il totalitarismo del capitalismo terminale: le comunità storiche e culturali non hanno alcuna legittimità, letteralmente “non esistono”; quindi non hanno alcun “diritto”. Esistono e vanno riconosciuti solo i “diritti individuali” (a cominciare da quelli degli omosessuali) che si identificano coi “diritti a consumare” senza limiti; invece la “società” come appartenenza ad un ente storico coi suoi valori comuni e solidarietà, in quanto tale è solo un flatus vocis, un fantasma illusorio provocato dal linguaggio che esprime “idee generali”, concetti, senza fondamento reale.
Si prega di capire le conseguenze eversive e insieme totalitarie di questa ideologia:
“L’individuo atomizzato, quale lo concepisce questa teoria liberista, non può essere in primo luogo un cittadino, perché è per definizione estraneo all’appartenenza che fonda il voler-vivere-insieme” (M. Gauchet). “Una politica fondata sulla somma degli interessi particolari è una anarchia, ossia una non-politica” (Chantal Delsol). Di fatto, questo tipo di individuo atomizzato, creato dal Sistema, ha per primo rinunciato alla sua sovranità, ossia alla libertà politica, consegnandola alle oligarchie tecnocratiche che gli danno in cambio le “libertà” e i “diritti” a godere. Che poi la tecnocrazia alla quale hanno consegnato la loro libertà politica stia facendo morire i greci, e invadendo le nostre strade di futuri assassini e stupratori di colore, è a questi individualisti – che vanno volentieri a morire per in una discoteca o pestandosi fra tifoserie da stadio – del tutto indifferente.
La Merkel mai aveva espresso così chiaramente il suo “credo” globalista ed eversivo-totalitario. Ciò pone due ordini di problemi. Conferma che essa, lungi dall’abbandonare l’agone, si vuol candidare (presso i poteri forti) per occupare la poltrona della Commissione UE – ossia va dove il potere esiste davvero ed è al riparo dal voto democratico. L’altro è che essa, resta comunque cancelliera fino al 2021, quindi in grado di imporre per un paio d’anni ancora la spietata politica di potenza germanica a servire il progetto globalista, senza più alcun infingimento o remora di dover accontentare un elettorato.
Gettata ogni maschera, la Cancelliera ha tutto il tempo e la forza per fare di tutto per contrastare l’evidente sgretolamento della Unione Europea – dal Brexit alla Svezia sull’orlo della guerra civile coi suoi immigrati “accolti”, dai Gilet Gialli al governo “sovranista” italiano (che però ha già disciplinato). Come hanno dimostrato i recenti discorsi di Draghi, le palesi tendenze allo sgretolamento della loro creatura non li indurrà a provare una riforma (una perestroika), ma al contrario a serrare le viti della gabbia, ad aggiunger sbarre e lucchetti alla prigione dei popoli.
I poteri tedeschi hanno una ragione in più per rendere schiavistica la UE, ed è la crisi economica tedesca, esito terminale di una politica radicalmente errata.
“In Germania le azioni hanno perso quest’anno 500 miliardi di dollari…L’intera Borsa-valori tedesca vale oggi 1,9 mila miliardi in meno delle Tre Top: Microsoft (776 miliardi),Apple (741) e Google (724) sommate insieme”.
“L’indice DAX (borsa tedesca) ha chiuso il 2018 con la peggior performance nel decennio, mentre crescono le tensioni contro il commercio mondiale. La “de-globalizzazione strisciante” fa male alle azioni delle imprese esportatrici, e ciò si aggiunge agli errori di gestione” (Holger Zschaepitz)
E, per finire con Zibordi: “IN GERMANIA LE BANCHE HANNO PERSO (inclusi dividendi !) IL 90% IN BORSA DAL 2007 E NON HANNO MAI RESO NIENTE NEGLI ULTIMI 30 ANNI”.
E’ chiaro che la classe redditiera germanica farà di tutto per mantenere le proprie posizioni di indebito vantaggio nella UE e attraverso la UE, con qualunque mezzo.
E dalla parte opposta, del cosiddetto “sovranismo” che dovrebbe resistere, c’è “l’assenza di leadership nazionali. La dominazione di Bruxelles da parte delle sue burocrazie non elette e arroganti ha degradato le leadership nazionali al punto che sono letteralmente senza leader e senza timone”: questa precisa e dura diagnosi di Dimitri Orlov, possiamo ormai sottoscriverla dopo aver visto l’ultimo selfie di Salvini o le sue ultime tifoserie calcistiche, e la stupidità decrescitista che perseguono i 5S: non abbiamo leadership all’altezza della sfida che presenta la totalitarizzazione prussiana della UE.
“via via che il potere delle eurocrazie svanisce, il vuoto di potere al livello nazionale” (lo vediamo anche a Londra e a Parigi) non permetterà una transizione ordinata”, nota Orlov. Le oligarchie sono difficili da sloggiare , anche quando sembrano deboli. Come credete che si preparino Salvini, Conte e Di Maio a quello che la dirigenza tedesca sta per fare della UE e dell’euro?
E’ da settembre che Alternative fur Deutschland – il partito “sovranista” e presunto “amico” – ha posto al Bundestag il tema di cambiare il Target 2, il sistema dei trasferimenti transfrontalieri nell’area euro, che i tedeschi si ostinano a ritenere loro crediti e nostri debiti, da reclamare integralmente per prevenire un’uscita dell’Italia dall’euro: sono 492 miliardi, altri 400 dagli spagnoli, che vogliono da noi. Secondo la proposta dell’AFD, le altre banche centrali nazionali con passività nel sistema euro (come Bankitalia) dovrebbero prima trasferire ” valori mobiliari di pregio”, proprietà di valore reale, come garanzia alla BCE, che dovrebbe quindi trasferire la garanzia alle banche centrali nazionali che vantano crediti (come la Bundesbank), perché in caso di uscita dell’Italia, “sarebbe difficile andarli a prendere coi carri armati…In effetti, stiamo dando via soldi all’estero. I tedeschi non hanno nulla da regalare”, ha sibilato il relatore AfD
https://www.bundestag.de/dokumente/textarchiv/2018/kw39-de-target-forderungen/568950
E questa non è la posizione di un partito estremista. E’ la medesima posizione degli economisti dell’IFO, come H.W. Sinn col suo collega Fuest il quale quasi ogni settimana scrive su Handelsblatt che la Germania rischia di perdere le centinaia di miliardi che l’Italia “le “deve”, se diventiamo insolventi o usciamo dalla moneta unica. E propone di modificare il sistema Target 2 in “Target 3”: in pratica, quando un italiano compra una BMW, deve prima consegnare a garanzia alla BCE, oro o altro valore reale, e va posto un limite all’”indebitamento” nel sistema Target 3 – il che equivale a dire che gli euro in mano agli italiani non valgono quanto gli euro in mano ai tedeschi, perché “non si possono fidare di noi”; anzi non valgono nulla, e quindi dobbiamo garantire in oro.
Ebbene: solo pochi giorni fa il direttore generale della Banca d’Italia Salvatore Rossi ha specificato che “spetta alla BCE” dire a chi appartengono le riserve auree dello Stato italiano (le quarte del mondo, 2400 tonnellate): di fatto dando implicitamente ragione a Fuest e Sin e mettendo già le nostre riserve “a garanzia” dei tedeschi a disposizione della BCE e non dello Stato, ossia del Tesoro. Con questa aggravante: che Fuest e Sinn in realtà sanno di star affermando assurdità, e quel che vogliono ottenere imponendo il Target 3 è né più né meno che “l’uscita furtiva dall’euro” perché capiscono che la Germania ha tratto dalla moneta unica “imperfetta” tutti i vantaggi che poteva ottenere – mentre gli oligarchi euro-inomani italiani, per salvare l’euro, sembrano davvero pronti ad anticipare le riserve d’oro nazionali “a garanzia” dei nostri pretesi “debiti” passati e futuri a disposizione della Bundesbank.
Io più lo riascolto e più sono ALLUCINATO. Stiamo a parlare delle virgole e il DIRETTORE DI BANKITALIA dice che la BCE (!!!) dovrà dire di chi è il NOSTRO oro? E meno male che la mia proposta di legge era superflua!! #giùlemanidalloro pic.twitter.com/MMvmTLNTS9
— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) December 21, 2018
Che si fa? Si va “coi carri armati” a riprenderci il nostro? Quali carri armati? E il governo giallo-verde capisce quel che stanno architettando i tedeschi? Sono culturalmente in gradi di capirlo e moralmente in grado di impedirlo?