“Macron dégage!”, Macron Sloggia, gli hanno gridato in migliaia nel 2022, quando si è ripresentato alle elezioni per la seconda volta e le ha vinte male. Un grido che veniva da una profondità storica, che il finocchietto ha voluto ignorare. Eppure la sua legittimità è stata plateale e arrogante fin dall’inizio: dirigente della banca d’affari Rotschild & Cie, è stato scelto come “politico” da nessun identificabile comitato riferibile anche lontanamente al popolo e alla democrazia, nemmeno dal fasullo voto online della Schlein, ma direttamente da Attali per attuare il programma Grand Reset in Francia: generato dunque sinteticamente, artificiale anche più di Elly Schlein, dalla plutocrazia speculatrice. Ciò avrebbe dovuto suggerirgli la mano leggera nel governare.
Invece arriva la protesta pacifica dei Gilet Giallie lui che fa? Lo fa stroncare dalla polizia con pestaggi che hanno prodotto decine di gente storpiata, invalidata, che ha perso una mano o un occhio.
Vogliamo ricordare chi erano i Gilet Gialli? Gente normalissima, lavoratori anzianotti e pensionati del ceto medio impoverito, residenti in aree rurali o lontano dalle metropoli, che devono spostarsi in auto (Diesel) su lunghe distanze per raggiungere i luoghi di lavoro. E perché manifestavano? Perché Macron il sintetico aveva fatto rincarare il diesel, e perché? “Per incentivare la transizione ecologica”.
Protestavano, e giù botte. Sui pensionati e sui lavoratori. Manganelli e granate assordanti sparate ad altezza facce. La feroce polizia francese, nerbo del potere, ha eseguito il compito.
Nel marzo scorso ci sono state le giornate di protesta e scioperi dei lavoratori contro la riforma delle pensioni di Macron: stupefatti noi italiani, che abbiamo accettato tutto il peggio dai Ricchi di Stato, abbiamo appreso che i francesi non sopportano un aumento da 62 a 64 anni l’età minima per lasciare il lavoro. Era già un altro segnale che quella che veniva rigettata non era tanto la misura in sé, ma la legittimità del suo potere di imporla.
Ora succede l’esplosione dei 15-17 enni e accade questo:
Municipi vengono incendiati e case dei sindaci coi familiari dentro.
Per cui Philippe Meunier (vicepresidente Auvergne-Rhône Alpes) fa’ il seguente appello: “Solidarietà tra nazionali. Ora si tratta di proteggere i propri familiari. Non c’è più altra scelta di fronte al pericolo mortale: loro o noi».
Nîmes: i rivoltosi aprono il fuoco. Un poliziotto colpito da una pallottola da 9 mm e salvato dal suo giubbotto antiproiettile (Aperta inchiesta per tentato omicidio)
Una poliziotta fuori servizio torna a casa con i figli, tre individui cercano investirla con il loro veicolo dopo averla riconosciuta-
La polizia francese ha sequestrato ai manifestanti fucili di precisione prodotti da Accuracy International che erano stati inviati in #Ucraina l’anno scorso.
https://twitter.com/RisatoNicola/status/1675430181824020481
La raccolta di denaro per il sostegno del poliziotto che ha ucciso Nahel ha raggiunto i 750 mila euro.
Ragion per cui i poliziotti si radicalizzano come i saccheggiatori che stanno combattendo: e che chiamano “cani” e “pidocchi” (vermine)
La polizia francese dichiara la guerra civile in Francia: “Il traditore Macron ha scelto la parte sbagliata”
I due principali sindacati di polizia emettono un comunicato che accusa il finocchietto di Attali:
“Adesso basta…
Di fronte a queste orde selvagge, chiedere la calma non basta più, bisogna imporre!
Ristabilire l’ordine repubblicano e porre gli arrestati al di là della capacità di nuocere dovrebbero essere gli unici segnali politici da dare.
Di fronte a tali esazioni, la famiglia della polizia deve restare unita.
I nostri colleghi, come la maggioranza dei cittadini, non possono più sopportare la tirannia di queste minoranze violente.
Non è il momento dell’azione sindacale, ma della lotta contro questi “parassiti”. Arrendersi, capitolare e compiacerli deponendo le armi non sono le soluzioni alla luce della gravità della situazione.
Devono essere messi in atto tutti i mezzi per ripristinare lo stato di diritto il più rapidamente possibile.
Una volta ripristinati, sappiamo già che rivivremo questo scempio che sopportiamo da decenni.
Per questi motivi, Alliance Police Nationale e UNSA Police si assumeranno le proprie responsabilità e avviseranno il governo d’ora in poi che alla fine saremo in azione e senza misure concrete per la protezione legale della Polizia, una risposta penale adeguata, mezzi significativi purché, la polizia giudicherà l’entità del corrispettivo dato.
Oggi la polizia è in combattimento perché siamo in guerra. Domani saremo in resistenza e il governo dovrà prenderne coscienza”.
Anche la polizia, nerbo del regime, si radicalizza e si rivolta. L’illegittimità fondamentale ha raggonto il suo ultimo esito. Non c’è che il caos e i gruppi armati l’uno contro l’altro.