In Donbass i civili continuano a morire. Intervista esclusiva al capo della DNR Denis Pushilin
di Eliseo Bertolasi
La guerra che dal 2014 continua ad insanguinare le terre del Donbass non accenna a finire. Lo sviluppo della situazione nelle ultime settimane mostra un’intensificarsi delle azioni militari sulla linea di contatto da parte dell’esercito ucraino. Purtroppo a pagare è soprattutto la popolazione civile.
Il capo della Repubblica Popolare di Donetsk, Denis Pushilin in un’intervista esclusiva ha parlato di queste vittime civili, in particolare della morte dei bambini:
Quanti sono i bambini che hanno perso la vita per mano dell’esercito ucraino nella DNR e LNR durante gli anni del conflitto, quanti sono diventati invalidi, sono rimasti senza genitori?
Dall’inizio del conflitto armato nella Repubblica Popolare di Donetsk, sono morti 91 bambini. Nella Repubblica Popolare di Lugansk, come affermato dal capo della LNR Leonid Ivanovich Pasechnik, sono morti altri 35 bambini. Cioè, nel complesso sono morti 126 bambini. In tutto, a causa del conflitto, hanno sofferto 268 bambini, 27 dei quali sono diventati disabili a causa dei colpi delle formazioni armate ucraine. Altri 58 bambini sono rimasti orfani, avendo perso i genitori a causa dello stesso conflitto. Indubbiamente, questa è una cifra terribile. Questa è la distruzione del mondo dell’infanzia. Questa è una tragedia individuale per ognuno di quei bambini.
Attualmente i bambini continuano a morire?
Purtroppo, siamo costretti a constatarlo: la guerra non è finita e l’Ucraina sta sempre di più adottano nuovi metodi di guerra, commettendo crimini di guerra. Ad esempio, all’inizio di aprile, a seguito di un ordigno lanciato da un velivolo senza pilota ucraino, è morto un bambino non distante da Enakievo, nel villaggio di Aleksandrovskoe. È difficile dire – qual è l’obiettivo perseguito dall’Ucraina, lì non c’era alcun obiettivo militare. In sostanza, l’ordigno è stato lanciato nel cortile di un edificio abitativo. Ahimè, questo è ciò che ora sta direttamente accadendo nel quadro del conflitto. Ovviamente ci sono pure i feriti. A Donetsk, quest’anno è stata ferita anche una ragazzina di 11 anni.
Di recente, le truppe ucraine hanno preso il villaggio di Staromarevka dove vivono anche donne e bambini. Cosa li attende?
In effetti, l’Ucraina, al momento, commettendo ogni sorta di crimine, ha superato per l’ennesima volta il limite e ha preso, letteralmente in modo sleale, l’insediamento di Staromarevka. Come mai? Perché questo insediamento si trova proprio sulla linea di contatto e nessuna forza armata dovrebbe trovarsi lì. Questi sono gli accordi. Nonostante ciò, in tutto questo periodo la Repubblica Popolare di Donetsk ha continuato a sostenere l’insediamento, fornendo tutti i possibili servizi. Nel villaggio vivono circa 180 persone. Inoltre, quando l’Ucraina ha preso questo insediamento, le persone, pur a rischio della vita, ci hanno contattato, comunicando che le unità ucraine hanno proibito loro di uscire da casa, hanno portato via i passaporti della Repubblica Popolare di Donetsk e i passaporti della Federazione Russa, hanno levato dalle auto le targhe della DNR, i nostri numeri.
In realtà, questo è terrorizzare i civili, il che è proibito da determinate convenzioni. In altre parole, l’Ucraina non si ferma davanti a nulla e, al momento, possiamo dire che le persone là sono tenute in ostaggio. Noi da parte nostra adottiamo delle misure, nello specifico, il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Popolare di Donetsk ha richiamato l’attenzione di organizzazioni internazionali, in particolare del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Alle persone sono stati portati dei viveri, poiché questo stava già diventando un problema. Anche il carbone è stato fornito, per il riscaldamento.
Ad oggi questo è tutto.
- La leadership della DNR, i parenti dei bambini uccisi e feriti, non stanno tentando di portare la leadership ucraina davanti a tribunali europei ed internazionali?
- La Procura Generale della Repubblica Popolare di Donetsk ha aperto più di 2mila procedimenti penali nell’ambito di crimini di guerra commessi dall’Ucraina. Coloro che direttamente impartiscono ordini sono personalmente conosciuti. Oltre a ciò, circa 6mila ricorsi sono già stati presentati alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Inoltre circa 3mila ricorsi sono stati inviati alla Corte Penale Internazionale.
Quest’estate, alcuni dei ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sono stati rinviati per un approfondimento. Al momento sono in via di definizione. C’è tempo fino alla fine dell’anno per far si che dati più completi dei richiedenti vengano trasmessi alla CEDU. Vale a dire, il lavoro, anche se non velocemente come vorremmo, è ancora in corso. E qui c’è una certa speranza che la giustizia venga ristabilita.
È inoltre nota la terribile storia di come ha sofferto la nostra connazionale Anna Tuv. A causa dei bombardamenti delle formazioni armate dell’Ucraina lei ha perso il marito e la figlia di 11 anni, gli altri suoi due figli più piccoli sono rimasti feriti. Lei stessa ha perso un braccio. Quest’anno, a maggio, ha avuto l’opportunità di parlare ad una riunione informale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e di raccontare, per arrivare alla comunità internazionale. Sfortunatamente, non tutti vogliono sentire, non tutti vogliono capire e realizzare cosa sta facendo l’Ucraina, perché i crimini di guerra continuano, perché non c’è la dovuta valutazione da parte della comunità internazionale. Ahimè, persino la storia capitata ad Anna Tuv, purtroppo, non li tocca. Nel caso di Anna Tuv, abbiamo sicuramente fatto del nostro meglio per far sì che questa storia potesse raccontarla su diverse piattaforme. Più di una volta ha rilasciato interviste a media stranieri, è intervenuta in diversi paesi.
Inoltre, fondazioni di beneficenza italiane, così come alcuni ambienti politici, l’hanno candidata per il Premio Nobel per la Pace.
Qui, probabilmente, resta da dire una cosa: la guerra non si fermerà fino a quando la comunità internazionale, o meglio, i leader mondiali dei paesi più importanti, i leader dei vari paesi, non riconosceranno che l’Ucraina ora sta commettendo crimini di guerra, e non lo condanneranno. - Conosciamo molto bene la storia di Anna Tuv. Noi in Italia abbiamo aiutato molto questa ragazza *.
- Per questo, a Voi un ringraziamento speciale.
- Questa ragazza è sempre nei nostri cuori.
- Le autorità ucraine si sono mai scusate con i parenti dei bambini deceduti, feriti e rimasti orfani?
- La risposta è breve: non ci sono scuse, non c’è alcun rincrescimento, non c’è alcun rimorso. Con pretesti convincenti, l’Ucraina continua a commettere la serie di crimini iniziata nel 2014. Il più blando, probabilmente, che abbiamo già sentito dal nuovo presidente Zelensky è quello che dovremmo raccogliere le nostre cose. I cittadini che vivono qui dovrebbero abbandonare le loro case, dovrebbero abbandonare la loro terra e dovrebbero abbandonare i luoghi di sepoltura dei loro antenati, per recarsi da qualche parte. In altre parole, in sostanza, il significato nascosto di questo messaggio da parte del presidente dell’Ucraina è la dichiarazione che se non ce ne andremo, continueranno a sparare sulle nostre case, distruggeranno le nostre infrastrutture, colpiranno le aree abitative. Questo è ciò che vediamo da parte dell’Ucraina.
- L’Ucraina fornisce un qualche aiuto alle vittime, ai bambini orfani, che considera suoi cittadini sul territorio del Donbass?
- Non c’è assolutamente nessun aiuto. Inoltre, l’Ucraina sta facendo tutto il possibile per far si che le pensioni agli anziani non vengano pagate, sebbene queste pensioni non siano un diritto dell’Ucraina, ma un suo obbligo, poiché i pensionati, quando ancora lavoravano, lo pagavano allo stato. Ma l’Ucraina, in tutti i modi, rende praticamente impossibile ricevere questi importi meritati. Anche dire che, in un qualche modo, aiutino per rimediare alle loro colpe, ahimè, neanche per sogno e, probabilmente, poche persone lo sperano.
- Cosa dovrebbe fare la comunità internazionale affinché i bambini del Donbass non continuino a morire e a soffrire?
- La comunità internazionale dovrebbe rendersi conto di ciò che sta succedendo sul territorio del Donbass già per l’ottavo anno. C’è in atto un’aggressione da parte dell’Ucraina. Questo deve essere riconosciuto, deve essere condannato pubblicamente, devono essere prese tutte le misure possibili per impedirlo, anche dal punto di vista economico. Poiché ora sta accadendo esattamente il contrario, purtroppo, da parte della comunità internazionale. E la comunità internazionale, in particolare i paesi garanti Germania, Francia, con la loro condiscendenza, o il loro silenzio, o la mancanza di condanna, aiutano l’Ucraina, la incalzano e, probabilmente, slegano le mani dell’Ucraina in termini di crimini di guerra. Fino a che la situazione qui non cambierà, fino a che non ci sarà condanna, la guerra, ahimè, continuerà.
- Molte grazie per l’intervista.
- Grazie a Lei.
- Speriamo che presto la situazione nel Donbass possa cambiare.
- Aspettiamo la pace.
- *Il riferimento è alla ODV “Aiutateci a Salvare i bambini” https://www.aasib.org/
Donetsk, la bandiera russa che sventola in piazza
Fonte: https://www.stoletie.ru/tekuschiiy_moment/v_donbasse_prodolzhajut_gibnut_mirnyje_zhiteli_549.htm
Traduzione di Eliseo Bertolasi