Il 14 luglio di quest’anno il Presidente della Federazione russa Vladimir Putin ha rilasciato, a San Pietroburgo, in margine ai matchs preliminari della Coppa del Mondo di Calcio che nel 2018 si terranno in Russia, un’intervista ad un giornalista della RTS Radio Télevision Suisse.
Vediamo quello che Putin, giocando come il suo solito a tutto campo, ha detto al giornalista intervistatore.
RTS: Buonasera signor Presidente. Grazie molto di questo colloquio che ci ha voluto concedere.
Putin (che parla in francese): Buonasera.
RTS: Siamo qui a San Pietroburgo, dove hanno luogo le partite preliminari della Coppa del Mondo che si terrà nella Federazione Russa e sui quali voi state investendo tante energie.
P.: E’ vero! Complimenti a tutti noi.
Onestamente lo posso dire e questo non è assolutamente niente di nuovo: non abbiamo ambizioni speciali su questa Coppa del Mondo, anche se ci attendiamo dei buoni risultati dalla nostra squadra nazionale.
I nostri obiettivi nell’organizzazione di questa competizione corrispondono in toto a quelli della FIFA che sono voler propagare il ruolo del calcio in tutto il mondo. Senza voler mettere in mostra che la Russia è un grande paese, il più grande sia a livello territoriale ed anche il più popolato in Europa. Ed a parte tutto il resto,noi abbiamo una regolamentazione che non prevede visti speciali (il che permette una libera circolazione di persone) con la maggior parte delle ex repubbliche sovietiche che oggi sono diventate degli stati indipendenti. E’ altrettanto cosa scontata che questo grande avvenimento sportivo non sarà importante solo per la Russia, ma anche per gli stati limitrofi che con essa confinano.
RTS:Lei è un amico di Sepp Blatter[1] e lo avete sostenuto al momento della sua rielezione.
P.: Per essere sinceri ci conoscevamo molto poco prima di presentare la nostra candidatura e prima di iniziare la competizione per l’aggiudicazione di questa Coppa del Mondo del 2018. Nel corso di questo impegno comune abbiamo partecipato a numerose riunioni con i rappresentanti del Comitato esecutivo della FIFA, con le commissioni che sono venute nel nostro paese e con lo stesso Blatter. Abbiamo sviluppato delle buonissime relazioni di affari ed anche buone relazioni personali.
RTS: Riguardo a quello che riguarda le vicende penali, ritiene signor Presidente che gli USA abbiano compiuto un’ingerenza negli affari interni della Svizzera?
P: Per quanto ne so gli Stati Uniti avevano posto la loro candidatura per essere sede della Coppa del Mondo del 2022.
RTS: Scusi le ritiene che in qualche modo si siano vendicati?
P: Scusi ma mi lasci finire la frase …
… ed il loro alleato più vicino in Europa, cioè la Gran Bretagna, era candidata all’assegnazione della sede di svolgimento della Coppa appunto per il 2018. E questa lotta alla corruzione, per come è stata condotta mi ha indotto a chiedermi se non sia una continuazione di quella per l’assegnazione dei Campionati Mondiali del 2018 e del 2022. Nessuno ovviamente è contrario alla lotta alla corruzione in se stessa. Tutti sono a favore. Ed io penso che bisogna che questa lotta sia condotta con ancora maggior rigore e fermezza. Pur tuttavia esistono delle norme di carattere internazionale. Per esempio se si sospetta qualcuno di un delitto, si devono raccogliere le prove necessarie e quindi le si consegnano alle procure competenti dello Stato in cui sono state raccolte. M mai uno stato grande o piccolo che sia non può spostarsi nel mondo e prendere quello che gli pare conveniente e portarlo nelle proprie prigioni. Questa prassi per me è inaccettabile. Ripeto che questo non vuol dire che non bisogna combattere la corruzione.
RTS: Questa che le pongo è una domanda importante sia per voi che per gli Stati Uniti: lei pensa che le attività intraprese per quanto riguarda la regolamentazione della FIFA siano un ritorno ad una sorta di politica imperialista da parte degli Stati uniti?
P: Un ritorno? Essi conducono una politica imperialista da ben molti anni; e questo non è che un rafforzamento di questo dato di fatto. Io l’ho già affermato a più riprese ( e non solamente lo affermo io, ma anche degli analisti statunitensi che dicono la stessa cosa usando gli stessi termini). Questi esperti di politica estera ed interna americana sono dell’avviso che una tale tendenza imperialista sia nociva agli Stati uniti. Tale posizione non a nulla a che vedere con l’antiamericanismo; noi abbiamo un grande rispetto e stima per gli USA ed in modo particolare per il popolo americano. Credo che queste siano semplicemente degli atteggiamenti unilaterali e che l’estensione della legislazione americana al di là del proprio territorio di competenza e delle proprie naturali frontiere, al mondo intero sia inaccettabile e distruttiva per le relazioni internazionali.
RTS: L’opinione pubblica occidentale è divisa nel giudizio a vostro riguardo. Voi lo sapete bene che alcuni vi apprezzano molto, altri, invece, hanno paura di voi. Quando lei parla dell’arsenale nucleare in quessto è sottintesa qualche forma di minaccia?
P: Quelli che pensano una cosa simile danno prova di disonestà, oppure non hanno capito bene il problema. Questo rilancio della corsa agli armamenti inizia con la denuncia unilaterale del trattato contro i missili balistici, posta in essere dagli Stati Uniti. Questo trattato era la pietra angolare di tutto il sistema di sicurezza internazionale. E quando gli Stati Uniti sono usciti dal trattato ed hanno cominciato a piazzare un loro proprio sistema di difesa antimissilistica, come parte integrante del loro sistema di difesa globale strategica, anche noi di conseguenza abbiamo dichiarato subito che saremmo stati costretti a prendere, come risposta, delle misure adeguate di risposta. Ciò con l’intento di preservare l’equilibrio strategico delle forze.
E vi voglio dire qualcosa di molto importante. Noi lo facciamo nel nostro esclusivo interesse, per garantire, cioè, la sicurezza della Federazione Russa. Ma allo stesso tempo lo facciamo anche per l’interesse del resto del mondo. In quanto la stabilità strategica è garantita dall’equilibrio delle forze a livello mondiale.
RTS: Presidente, noi siamo qui a San Pietroburgo, una città che è stata martoriata dalla guerra. I suoi nonni. Credo che abbiano vissuto l’assedio di san Pietroburgo.
P: Sì mio padre e mia madre. E qui, durante l’assedio, è morto mio fratello maggiore che non ho mai potuto conoscere.
RTS: Le domando: è forse possibile che scoppi oggi in Europa una nuova guerra?
P: Spero proprio di no. Ma è necessario che l’Europa manifesti di più la propria indipendenza e la propria sovranità. E che sia capace di difendere i propri interessi nazionali e gli interessi dei suoi popoli e dei suoi paesi. Vorrei tornare un attimo alla domanda precedente. L’equilibrio strategico è ciò che ha garantito la pace nel mondo ed ha evitato lo scoppio di grandi conflitti armati in Europa e nel mondo. E quando gli Stati Uniti si sono ritirati da questo accordo strategico globale hanno detto: siamo in procinto di sviluppare un sistema di difesa antimissile che non è assolutamente diretto contro di voi e voi se credete necessario creare una forza d’attacco, fate quello che volete, noi partiamo dal concetto che essa non sia diretta contro di noi. Noi stiamo facendo esattamente ciò che abbiamo annunciato già da parecchio tempo. Il sistema antimissile mondiale di difesa è caro e non è sempre accertato in quale misura sia efficace. Allora stiamo sviluppando un sistema di attacco capace di vincere qualsiasi sistema di difesa antimissilistica. Quello che ho annunciato recentemente era già stato pianificato da molto tempo ed era stato annunciato prima pubblicamente molto tempo fa.
RTS: Lei ha affermato che le piacerebbe che l’Europa sia più indipendente. Oggi, per esempio, la Francia ha cambiato la sua politica rispetto a quella dell’epoca di De Gaulle, o di Mitterrand. Forse è diventata più sottomessa alla politica americana?
P: Mi lasci terminare la risposta alla sua domanda precedente. Tutte le nostre attività di difesa strategica sono nel pieno rispetto degli accordi internazionali della Russia, ivi compreso il regolamento concernente l’accordo con gli Stati Uniti sulle armi strategiche. Ed ora parliamo della sovranità. L’adesione a qualsiasi alleanza o blocco militare e politico implica una rinuncia di una parte consistente della propria sovranità.
Sono convinto che all’epoca la Francia sia uscita dalla Nato per preservare la sua sovranità cosa che assolutamente non le era permessa nel quadro di un’alleanza militare. Non è nostro compito di analizzare la politica estera dei vari stati europei. Ma lei capisce bene che se per discutere degli affari inerenti le nostre politiche con i nostri partner europei, dobbiamo andare a Washington, è quanto meno una cosa abbastanza curiosa non trova?
RTS: Ci sono dei capovolgimenti della storia che sono ironici. Alcuni partiti di destra, di estrema destra, questo accade soprattutto in Europa, vi sostengono di più di quanto faccia la sinistra di oggi. Marine Le Pen in Francia, la destra dell’UDC in Svizzera, la Lega in Italia. Come spiega tutto questo?
P: Penso che non sia tanto me come persona che essi sostengono. Ma c’è, in questi movimenti, una vera presa di coscienza di questi movimenti politici dei loro interessi nazionali, per come essi li vedono. Nel mondo e nei paesi europei assistiamo a dei cambiamenti epocali nell’opinione pubblica. E questo nel senso di una difesa aumentata degli interessi nazionali. Per esempio, in questo momento, l’Europa è davanti al problema concreto dell’afflusso massiccio dei migranti. Ora è forse l’Europa che è all’origine delle decisioni che hanno condotto al crearsi di questa situazione? Siamo francamente sinceri fino in fondo. Queste scelte decisionali e strategiche vengono da oltre Atlantico: ma è l’Europa che ne subisce le conseguenze dirette.
RTS: Vuol dire che sono gli Stati Uniti ad aver determinato queste situazioni?
P: Certamente. E questo e soltanto un esempio, ma ce ne sono molti altri. Questo non vuol dire che la politica americana debba essere in toto demonizzata, questo non è il mio obiettivo. Gli americani conducono la loro politica come lo ritengono necessario, nel quadro del raggiungimento dei loro interessi. Ma ciò non toglie ce bisogna andare verso un equilibrio di interessi globalmente parlando; dobbiamo quindi aumentare il nostro sforzo ed il nostro slancio per dare maggior consistenza e spessore politico al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Senza dubbio gli USA sono una grande potenza. Il popolo americano ha creato questo paese così come è oggi in alcuni centinaia d’anni. Ma questo non dà il diritto alle autorità statali americane attualmente al potere di spostarsi attraverso il mondo, di acchiappare chi vogliono e di metterli nelle loro prigioni o di assumere un atteggiamento che pretende di imporre a tutti il motto: “chi non è con noi è contro di noi”.
Dobbiamo avere pazienza e lavorare con i nostri omologhi americani per trovare delle soluzioni come lo abbiamo fatto in alcuni campi della nostra cooperazione come per la questione nucleare iraniana.
RTS: E della lotta al terrorismo islamico cosa ne pensa? Gli Europei sono al vostro fianco in questo campo specifico?
P: Lei sa bene che quando eravamo all’inizio di questa lotta e specialmente riguardo ai problemi del Caucaso, sono rimasto stupito di vedere che noi avevamo le prove di essere davanti ad una minaccia terroristica e che dovevamo combattere con degli affiliati di Al Quaida. Nonostante ciò non abbiamo avuto nessun tipo di sostegno da parte di nessuno. Quando io ho chiesto ai miei colleghi e specialmente a quelli europei, ma non vedete cosa sta succedendo?, essi mi hanno risposto che lo vedevano bene, ma che non potevano aiutarmi “ a causa di certe situazioni che concernevano in maniera paritetica sia situazioni di politica interna che internazionale”. Allora risposi loro: “Va bene se non mi potete aiutare e sostenere, non fatelo, ma almeno non siatemi di ostacolo”. Ora sto vedendo che la situazione è cambiata sia l’Europa che gli USA hanno riconosciuto il reale pericolo di questi fenomeni estremi di radicalismo e si sono uniti a noi in questa battaglia. Qui da noi spesso diciamo: “ Meglio tardi che mai.” Eppure abbiamo la grande speranza, quella di poter mantenere un dialogo aperto e trovare delle soluzioni accettabili non soltanto in questa particolare situazione, ma anche per altri affari, come per esempio la risoluzione della situazione Ucraina e delle altre controversie economiche che abbiamo ancora aperte.
Per quanto riguarda l’argomento FIFA penso che abbiamo analizzato tutti i vati aspetti del problema.
RTS: A proposito di questo ancora un’ultima cosa, signor Presidente. Abbiamo intenzionalmente, a questo punto, parlato di Blatter. Per quanto concerne la Cancelliera Merkel, è una dei suoi colleghi con la quale lei parla spesso: ovviamente lei la signora Merkel parla tedesco: con lei signor Presidente lei parla in tedesco?
P: Sì normalmente tra noi parliamo in tedesco.
Per quanto riguarda Blatter, desidero chiudere con quell’argomento, in quanto proprio con quello abbiamo iniziato l’intervista. Conosciamo bene tutti la situazione che si è venuta a creare intorno a Blatter. Non voglio scendere nei dettagli, ma non credo ad una sola parola sull’accusa di corruzione che sono state direttamente rivolte a lui personalmente. Credo, invece che le persone come Blatter, o i grandi dirigenti delle varie federazioni sportive internazionali, o dei vari comitati olimpici meritino un’attenzione particolare. Se c’è qualcuno che merita il Premio Nobel, questi sono sicuramente sono proprio queste persone. Essi lavorano per rinforzare la collaborazione tra i vari paesi ed apportano un enorme contributo umanitario al miglioramento delle relazioni tra i popoli e gli stati.
RTS: Signor Presidente un’ultima domanda, l’ultima che le voglio rivolgere.
In Europa alcuni l’apprezzano moltissimo, altri invece hanno paura di lei. Spesso viene dipinto come un nuovo Stalin, come un uomo dallo sguardo di ghiaccio che nutre una volontà imperialista. C’è addirittura chi dice, che dopo tanti anni di poter Putin sia diventato pazzo. Cosa vuole rispondere a riguardo a questi detrattori?
P: E lei, al termine di questa intervista: le sono sembrato un pazzo?
RTS : In ogni caso, contrariamente ad ogni tipo di pregiudizio lei sorride spesso.
P : Sorridere fa parte del mio modo di essere, della mia battaglia politica dopo tanti anni. Cerco di non farci molta attenzione. Faccio semplicemente tutto quello che considero giusto e necessario per gli interessi del mio paese e del mio popolo. La Russia non ha alcun interesse ad avere conflitti con altri paesi, ma abbiamo alcune volte il dovere di salvaguardare i nostri interessi, Sicuramente continueremo a farlo. Ma imboccando la via non del conflitto, e tanto meno di quello armato, ma seguendo la strada del compromesso e delle soluzioni accettabili per tutti.
Con il vostro aiuto desidero rivolgermi, non tanto a quelli che mi criticano, ma a coloro che mi sostengono. Desidero ringraziarli per il loro sostegno e voglio dire loro che continueremo insieme ad avanzare. In primis io non mi riferisco a coloro che dipingono un mio ritratto, ma a coloro che simpatizzano con quello che stiamo facendo e che approvano tutto ciò dal profondo delle loro anime.
Merci beaucoup!
Dopo aver letto questa intervista rilasciata alla RTS, la prima impressione che si riceve è quella che si ha leggendo la famosa favola di Fedro : Lupus et agnus !
Qui chi vuole invertire le parti non è di certo Putin, chi vuole seguire una strada di conflittualità, certamente non è il premier russo. La parte del lupo la fanno gli amerikani chi intorbida le acque sono loro, chi alza il tiro, chi cerca di creare casus belli altrettanto, chi vuole per forza arrivare ad uno scontro armato e ad una demonizzazione dell’avversario sono sempre e solo gli USA.
Ma quello che dà loro fastidio, principalmente, sono due cose: una è che, in un sempre crescente delirio di onnipotenza non sopportano assolutamente che possa esserci qualcuno che comunque faccia ombra alla loro potenza e dal loro strapotere mondiale; la seconda è che non tollerano in nessun modo che possa sussistere, su questo pianeta, qualcuno che concepisca la terra come un insieme di stati indipendenti, sovrani ed autonomi. Come si possono tollerare certi atteggiamenti se si persegue una sistematica demolizione del concetto di stato nazionale, di interessi relativi ad un determinato paese che, in quanto tali, debbano essere salvaguardati e difesi ?
Chi si ostina a perseverare su questa linea rischia di mandare a monte tutti gli sforzi fatti per arrivare ad un’unica marmellata modialista : non è sopportabile, quindi non può essere che pazzo ! Se è pazzo è pericoloso, se è pericoloso e pazzo va eliminato. Si comincia con una campagna denigratoria che lo dipinga come un dittatore, poi gli si attribuiscono atteggiamenti (che l’intervista smentisce in maniera clamorosa) da despota e da cinico e macchiavellico calcolatore. Il continuo affermare che ha gli occhi di ghiaccio e che non sorride mai sono mezzi per accreditare leggende del tutto inesistenti ! Si cerca di punzecchiarlo, di stringerlo in un angolo in modo che, come riuscì perfettamente con il Giappone, sia costretto a reagire con la forza : in ultimo si procederà ad un’eliminazione fisica se risulterà impossibile “ridurlo a più miti consigli.” Gli attacchi non risparmiano anche la vita privata del premier, lo si vuole presentare come uno che disprezza le donne in quanto tali, che pratica discutibili sport come la caccia, che vuole costruirsi l’immagine del capo maschio che si sente alla testa del branco e che ostinatamente ed ostentatamente rifiuta di accettare i matrimoni gay, che è arroccato in maniera chiusa ed ottusa, contro le nuove teorie del gender. Insomma un omofobo, sessista, un maschilista da quattro soldi legato a concetti ormai superati ed atavici come la famiglia, la patria, la religione. La sua militanza nelle file del KGB sovietico lo rende un cinico eliminatore di oppositori con mezzi brutali ed assassinii davvero degni dei più feroci servizi segreti di un tempo: piccola osservazione polemica, la Russia non manda in continuazione e tra il silenzio quasi totale dei liberissimi media occidentali, droni armati a compiere stragi ed assassinii in tutto il mondo per togliere di mezzo avversari o nemici, o presunti tali, a tutte le latitudini del mondo !! ma gli Stati Uniti, si sa, sono la più grande e libera democrazia del mondo senza macchia e senza peccato ! Mentre la Russia…. ha sempre da farsi perdonare, o meglio dimenticare, il suo passato comunista e dispotico, la sua incarnazione di impero del male assoluto.
La macchina propagandistica e di disinformazione di massa, lavora a pieno regime contro quei personaggi scomodi che possono rappresentare un modello alternativo all’appiattimento ed alla riduzione alla schiavitù guidata dagli Illuminati, dall’Alta Finanza internazionale e da tutte le varie logge massoniche di ogni obbedienza ed importanza esoterica.
Badate bene, che uno dei cardini su cui si incentrava la lotta al comunismo, era proprio quello di accusare il regime sovietico di diffondere, attraverso la sua propaganda, soltanto bugie e di costantemente sfornare notizie per creare ” disinformazione di massa “. I buoni, i difensori della libertà, i paladini della democrazia, invece, diffondevano soltranto notizie vere, genuine, trasparenti e che tutti potevano verificare.
L’abilità stava nel mixare sapientemente un’alta dose di notizie vere, una media di informazioni plausibili ed una bassa dose di bugie che frammischiate al resto facevano sembrare verità anche queste ultime.
Il ruolo della stampa era completamente diverso ed antitetico nei due sistemi : libero, indipendente ed assolutamente non condizionato da niente e da nessuno, quello occidentale ; assolutamente agli ordini del regime, sempre condizionato e sottoposto a censura, schiavo del sistema e divulgatore di bugie e di “disinformasia” quello sovietico.
Oggi siamo di fronte ad un cambiamento assoluto e totale, ad un ribaltamento totale, ad un’involuzione perversa di quel sistema che si vantava tanto della sua indipendenza, libertà, trasparenza ed assoluta verità. Oggi , dopo tanta propaganda, tanta overdosaggio di notizie da tutto il mondo, ci rendiamo conto che i nostri media sono asserviti ad oscure lobby, che tutto quello che è informazione è in mano al grande capitale ed all’Alta Finanza, che si permette di poter possedere, allo stesso tempo, giornali come Le Figaro e Liberation, i quali sono (solo teoricamente s’intende) ideologicamente antipodici. Chi muove i fili sa bene che per condizionare tutti bisogna giocare su tutti i tavoli e vincere su tutti con una massiccia dose di potenza del denaro, che questa vittoria garantisce.
La realizzazione di quel “Grande Fratello ” che tutto controlla e tutto condiziona, non è fatta da un regime marxistico e leninista, come preconizzato da Orwell, ma da quello ultra capitalistico e ultra liberista. Ma, usando tecniche già ampiamente sperimentate per trascinare in guerra gli USA contro le potenze dell’Asse, si cerca di ricreare quel clima di preparazione e di psicosi di guerra che precedette lo scoppio del secondo conflitto mondiale.
Ma in questa partita a scacchi giocata a livello mondiale, perchè di questo si tratta[2], i due contendenti sono molto eterogenei. Solo uno di essi, per ora ha mostrato la stoffa del grande scacchista e questo è sicuramente Wladimir Putin. L’avversario programma direi con monotonia, anzi con l’ossessione ripetitiva degli algoritmi matematici creati dai suoi computer, sempre le stesse trappole sperando che prima o poi l’avversario ci caschi : del resto Hitler ed il Giappone non fecero la stessa cosa a suo tempo ? Ma tutto il sistema di calcolo viene regolarmente mandato in tilt dalle mosse alternative ed impreviste che l’avversario propone, o dalla disponibilità e dalla flessibilità che mette in campo, mai perdendo di vista, gli interessi della SUA NAZIONE. L’intervista ne è la dimostrazione palese : quello che Putin dice lo fa e nel massimo rispetto e tolleranza per gli altri e per i loro interessi nazionali, il tutto è provato dalla prassi della politica russa.
Certo se gli amerikani ed i loro valletti tedeschi pretendono che la Russia rinunci alla propria dignità nazionale, alla tutela dei propri interessi e si metta totalmente alla sequela dei desiderata statunitensi, hanno completamente sbagliato i loro calcoli. La grande forza di condizionamento che gli americani ritengono vincente è quella dello strangolamento economico, della creazione di un cordone sanitario creato attraverso l’imposizione di sanzioni economiche, l’abbassamento del prezzo del barile del petrolio a livelli veramente bassissimi e poco remunerativi. Il tutto doveva servire per isolare la Russia, metterla ai margini della “comunità internazionale”, come un appestato ed impedire la sopravvivenza della nazione, la quale sarebbe stata ridotta alla fame. Condizione favorevole allo scoppio di una rivolta assolutamente “spintanea” e proveniente dal basso, contro il tiranno che avrebbe portato alla sua destituzione ad alla sua eliminazione fisica, ma avrebbe creato anche l’humus favorevole per poter finalmente arrivare a quella depredazione totale delle risorse energetiche, minerarie ed economicche di cui la Russia è ricchissima. Gli sciacalli dell’Alta Finanza e sopratutto dell’Alta Banca Internazionale, erano già lì che giravano in tondo nell’attesa della fine dell’orso russo; la cui carcassa sarebbe stata spolpata a dovere dalle multinazionali e dai grandi oligarchi asserviti ed organici al sistema finanziario internazionale, già preventivamente fuggiti all’estero con un cospiquo bottino.
Così non è stato !! I paesi dell’area BRICS hanno potuto ammortizzare l’urto dello tsunami preparato dai grandi finazieri apolidi amerikani : la Cina ha approfittato subito del fiume di petrolio che la Russia le metteva a disposizione comprendendo bene che se non ha la sicurezza dell’approvvigionamento di materie prime tutto il suo progetto di diventare una grande potenza mondiale sarebbe andato in fumo, tutti gli sforzi di paziente diplomazia e di trama economica tessuta sarebbe diventato vano.
Uno statista, un grande statista, si riconosce da come affronta e risolve i vari problemi che gli si parano davanti, ma anche dalla calma e dalla pacatezza dei toni che adopera, dall’apertura e dal rispetto che dimostra nei confronti delle controparti internazionali.
Questa intervista è la dimostrazione che Putin ha la stoffa del grande statista mondiale, ma che allo stesso tempo, è capace di mettere in campo mosse strategiche alternative del tutto inattese ed originali : l’appoggio dato alla risoluzione della crisi iraniana, l’offerta fatta ad Israele, questa sì clamorosa, di sfruttamento comune dei giacimenti petroliferi e di gas naturale del Mediterraneo orientale, la mano tesa in Siria per aiutare l’alleato Assad e combattere veramente il pericolo del Califfato.
Tutto questo non solo spiazza gli algidi algoritmi che governano ormai la politica americana, ma prende a martellate e scompaggina tutte le trame pazientemente costruite per creare un casus belli capace di far scoppiare un grande e generale conflitto mondiale. Questo sa fare un garnde giocatore di scacchi !
Chiudendo aggiungerei anche un particolare non trascurabile: Putin è un cristiano ortodosso che cerde, che si affida al sovrannaturale e che spessissimo bacia le icocne della Santissima Madre di Dio, mentre gli altri nell’ombra fanno di tutto per distruggere, vilipendere, dilacerare questo immenso patrimonio di fede dell’umanità.
Forse questa è la battaglia ultima ingaggiata dal male contro il Bene, la Luce e la Verità. Chi ha scelto di combatte dalla parte del bene è ” rassegnato a vincere” e lo sa benissimo : alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà! Dio che parla attraverso la sua Santissima Madre, che lo si creda o no che lo faccia, è sempre fedele a Se Stesso e mantiene sempre quello che promette ai suoi figli!
luciano garofoli
[1] Sepp Blatter è il discusso presidente padrone della FIFA. Accusato di aver gestito e incassato un giro internazionale di mazzette finalizzate alla concessione dell’organizzazione dei vari eventi legati alla Coppa del mondo di calcio. Posto, insieme ad altri suoi collaboratori, sotto inchiesta penale, da vari giudici, è stato costretto alle dimissioni che però saranno esecutive solo dall’anno prossimo.
[2] L’ex ministro delle finanze greco Varufakis lo ha ripetuto in continuazione, fin quasi alla nausea: al tavolo delle trattative (ed aggiungiamo noi nello scenario della politica mondiale) è in atto una grossa partita di poker, una planetaria mano di scacchi condotta con tutti i mezzi ed attuando tutti i bluff immaginabili e possibili. Se si vuole tentare di vincere bisogna rompere gli schemi fissi imposti, come macigni, o come cappi al collo, contro coloro che si pongono fuori dei Mercati, del sistema finanziario internazionale, del corretto modo di comportarsi e di vivere e, cosa più assurda di tutte, vogliono salvaguardare gli interessi dei loro popoli e dei loro stati. Putin, nell’intervista, ripete questo concetto con forza e con fermezza. Questo da un enorme fastidio agli usurai uniti di tutto il pianeta.