Cascano le braccia. Non si sa dove cominciare, tanto si vede che è inutile – tanto questa gente non vuole imparare niente. E ’ermetica, non ascolta. Si chiude a riccio. E’arrogante: “Bestialità collegare i crolli all’abusivismo edilizio”, minaccia il governatore De Luca. I sindaci ischitani si rifiutano di aprire ai magistrati gli uffici tecnici dove ci sono le prove a loro carico, perché “inagibili”; e inveiscono contro i giornalisti, contro l’opinione pubblica, perché “parlando di abusivismo fanno scappare i turisti”. Cioè: nascondiamo le nostre magagne, altrimenti perdiamo i nostri cespiti.
Fin dalle prime ore, i tecnici comunali intervistati, erano incazzati: “Non sono cadute le case abusive, non c’entra niente, è stato il terremoto”. I soccorritori parlano di abitazioni non solo abusive, ma di scarsa qualità costruttiva; dalle foto, si vede bene che a tenerle in piedi erano gli intonaci. Costruzioni di scarsa qualità parla di ignoranza, di incompetenza al disotto dell’accettabile: da chi le han fatte fare, le loro casipole? Nemmeno un geometra (che poi…), ma dal nipote di mio suocero, che non ha mai visto nemmeno un filo a piombo; tiriamo su una stanzuccia qualunque da affittare ai turisti a settimana, tanto poi c’è il condono.
Probabilmente nemmeno hanno capito come mai l’intervista al proprietario della casa crollata con i bambini rimasti sotto ha fatto tanta impressione. Due sopraelevazioni, due piani in più – tonnellate e tonnellate – sopra una casupola anni ’50. “Ma abbiamo chiesto il condono, abbiamo anche pagato 5 milioni di lire, non abbiamo mai avuto risposta dal Comune”.
(Potete rivederlo qui, insieme alla protesta dei sindaci…
Da cui si capisce chiaramente una cosa: che vige in quel tipo antropologico la più assoluta confusione tra le leggi “dello Stato” e le leggi della fisica. La mancanza di coscienza che se quelle si possono trasgredire, queste no. La convinzione che il pagamento del condono, con cui si sana la violazione della legge burocratica, renda invalida anche la legge di gravità, e inoperanti le leggi della statica e dinamica.
Leggi della Fisica che non c’è nemmeno bisogno di imparare a scuola, si badi; un muratore appena competente le impara appena prova a tirar su un muro. Ma lui: “Mica è colpa nostra. Guardi le mie mani, siamo lavoratori”. “Non potendoci permettere niente altro che i nostri risparmi, abbiamo colto una possibilità che la legge ci dava”. Eh sì, il piagnisteo napoletanissimo, il nostro è abusivismo “di necessità”… Ma gli ischitani sono benestanti, grazie allo sfruttamento del turismo. Per il turista Ischia è cara, tanto cara da mettersi sempre più fuori mercato da sé, perché il turismo è diventato nel resto del mondo un’industria di grandi numeri, grandi capitali e grandi resorts, e lì – tranne qualche eccezione, di qualità mortificata dalla degradazione degli altri – sono fermi alla stanzetta abusiva da affittare di straforo alla famigliola. Tante volte il sottoscritto ha provato ad andarci ed ha rinunciato, prezzi alti e servizi mediocri. Gli ischitani, come non capiscono che le leggi della gravità non sono violabili con condono quali le leggi comunali, salvo eccezioni non sanno il significato della “Qualità” che è un concetto preciso, valido alla Toyota come alla Iberostar o all’Hilton: “Qualità è soddisfazione del cliente”. Cliente? Mica siamo camerieri! Ai turisti in fuga dopo il terremoto e i crolli, gli ischitani navali hanno chiesto anche il supplemento. Poi, se quelli non tornano più, è colpa delle tv che hanno parlato di abusivismo.
“Non ci stiamo a passare per abusivi”, il proprietario filosofeggia: “E’ colpa del sistema”. Naturalmente. “Lo Stato è assente”, e bla bla bla. Lui, i “tecnici” dei comuni incazzati, i sindaci minacciosi, il “popolo” che urla contro i giornalisti colpevoli di aver mostrato che le loro casupole abusive in zona sismica stavano su solo grazie agli intonaci, hanno mostrato in modo concreto ed eloquente il motivo profondo per cui un popolo composto di furbi finisce poi per risultare stupido, stupido fino all’autolesionismo: è che anche la furbizia ha bisogno di un po’ di istruzione, di attitudine ad imparare e studiare, di sagacia, di immaginazione e previdenza, di senso di responsabilità. E invece cui – s’è visto troppo bene – abbiamo un tipo umano che palesemente vuole restare così com’è, senza fare alcuno sforzo su se e sull’ambiente per migliorare la sua condizione, elevarla al livello minimo richiesto dalla comune civiltà. Che di tutto quel che accade ha la scusa pronta: è colpa dello “stato” colpa “del Sistema”, colpa della “povertà”. Mai colpa di colui che ha alzato due piani in più nella più ottusa, e presuntuosa, ignoranza della Fisica.
Nel 2013 a Riviera di Chiaia crollò una casa di lusso: sul tetto avevano ricavato una piscina, naturalmente abusiva. Anche allora il proprietario balbettò: “Ma ho chiesto il condono:…” E poi subito, tutti: “Non è la piscina abusiva, sono stati gli scavi della metropolitana”.
Il 6 luglio è crollato un edificio a Torre Annunziata. In un appartamento recentemente acquistato. “I nuovi proprietari avevano avviato la sostituzione del pavimento”, nientemeno. “Mi pare probabile che una negligenza tecnica durante questi lavori”, ha detto il sindaco: “Si parla di lavori di manutenzione ordinaria ma poi magari si faceva altro e si è compiuto qualche errore tecnico». E il lato tragico e comico dell’incompetenza totale: “tra i 7 dispersi c’e la famiglia dell’architetto Giacomo Cuccurullo, funzionario dell’Ufficio tecnico del Comune, con la moglie Adelaide e il figlio Marco. «Certo – aggiunge il sindaco – era un palazzo messo male. Mi dispiace che un tecnico del Comune non abbia potuto accorgersi della situazione perché qualche segnale avrebbe dovuto esserci».
E come non ricordare Schettino, il comandante della Costa Concordia? Subito la scusa: è colpa delle mappe. La nave ha urtato “contro un pinnacolo sconosciuto dalle mappe”, manco il Mediterraneo fosse tra le Isole della Sonda e le barriere coralline del Pacifico. Poi, negli interrogatori: “Io stesso sono una vittima, vittima di tutto questo sistema. E’ come se tutte le teste, compresi gli strumenti, fossero andate in black-out”.
Ho paura di dire il motivo profondo. Dev’essere l’abitudine a intendere la vita come una condizione parassitaria. Come in zoologia certi parassiti sono biologicamente incompleti, privi di alcuni loro apparati perché per vivere strumentalizzano quello dell’ospite che colonizzano. Come i virus che non hanno nemmeno un proprio metabolismo e solo un abbozzo di DNA, perché per riprodursi usano gli apparati genetici della cellula loro vittima, così ad Ischia non c’è bisogno di pensare, imparare, di dotarsi di preveggenza ed essere responsabili di nulla, nemmeno di dotarsi di intelligenza, tanto c’è il condono. Si ha la sensazione di aver constatato una paurosa mutazione antropologica. Per questo cascano le braccia.
E adesso aspetto gli insulti, le minacce, le querele a nome della napoletanità disonorata, della nobilissima Partenope incompresa, offesa dal nordico polentone e colonizzatore. Invece di guardare dentro voi stessi, fate pure così.