Israele e il 9 di AV

Il 26 luglio, al calar del sole, è iniziata, nella capitale Gerusalemme, la preghiera di ‘Tisha B’Av’, il 9 di AV, al Kotel, il muro occidentale.

Oggi tutto Israele vive un giorno di lutto, che commemora la distruzione del primo e del secondo Tempio della Capitale del Regno d’Israele, avvenute entrambe il nono giorno del mese di Av.

Secondo i testi sacri ebraici, il 9 di AV il messia ebraico (l’anticristo?) darà un segno della sua presenza.

Questo “segno” può essere è già accaduto ieri, con l’approvazione della riforma giudiziaria e le proteste scoppiate in tutto Israele.

Il messia, quindi, ha già iniziato a manifestarsi, e continuerà a farlo anche oggi e nei giorni futuri, fino alla scadenza del conteggio dei 70 giorni dello Zohar, quando 5 grandi TZADDIKIM saranno uccisi.

Ieri è stato definito come il giorno più triste per lo stato di Israele, dalla sua fondazione, nei 1948.

Inoltre, sempre nella giornata di oggi, le Brigate Al-Qassam, il braccio militare di Hamas, hanno annunciato di aver lanciato un razzo da Jenin verso il villaggio israeliano di Ram-On nel Gilboa.

QUESTO ACCADE PROPRIO IL 9 DI AV

NON solo

Sempre nella giornata di oggi, il capo di Hezbollah, Nasrallah, ha avvertito Israele: “Una guerra contro la Repubblica islamica dell’Iran significa che l’intera regione sarà incendiata”. E ieri, alcuni membri incappucciati di Hezbollah sono stati visti in ricognizione davanti la recinzione di separazione con Israele. NON ACCADEVA DAL 2006, DAI TEMPI DELLA GUERRA CON IL LIBANO!

Jerusalem Post:

Israele sta entrando in una guerra civile, dice l’ex primo ministro Ehud Olmert

“ Questa è una seria minaccia”, ha detto l’ex primo ministro. “Non è mai successo prima e ora stiamo entrando in una guerra civile”.

Ehud Olmert, ex primo ministro israeliano dal 2006 al 2009. Era a capo di un gruppo militare che teneva con la sua figura le redini del Governo. Responsabile della distruzione sistematica e senza giustificazione della città di Beirut nel 2006, e del massacro di Gaza del 2008, con la complicità dei media internazionali e dell’alleato principale, gli USA, egemoni ed in corso dell’operazione di destabilizzazione del Medio Oriente, che lasciava ad Israele il vantaggio di potenza principale nell’aerea senza più minacce di Stati moderni (come lo sarebbe stato l’Irak di Saddam).

Olmert ora teme per Israele ciò che ha fatto agli arabi. Ora il termine acquista il suo peso nella realtà. L’anima sionista messianica non convive con quella sorosiana liberale.

Da un sito Chabad Lubawitcher:

Che cosa è successo il 9 Av?

[…]

Entrambi i Templi di Gerusalemme furono distrutti in questo giorno. Il Primo Tempio fu bruciato dai Babilonesi nel 423 aev ed il Secondo Tempio cadde per mano dei Romani nell’anno 70 ev, scatenando un periodo di sofferenza dal quale il nostro popolo non è ancora uscito completamente.

La rivolta di Bar Kochvà contro i Romani nel 133 ev finì con la sua sconfitta. Gli ebrei di Betar furono trucidati nel 9 di Av, ed il Monte del Tempio fu raso al suolo e arato un anno dopo.

Più avanti nella storia del nostro popolo, accaddero numerose tragedie in questo giorno, tra cui l’espulsione degli ebrei dall’Inghilterra nel 1290 e dalla Spagna nel 1492.

Come si osserva Tishà beAv?

Il digiuno inizia al tramonto del 8 di Av e finisce al crepuscolo della notte seguente (quando il 9 di Av coincide con Shabbat il digiuno viene posticipato per un giorno). Durante questo giorno non:

  • si mangia né si beve
  • non si indossano scarpe di pelle
  • non ci si lava né si fa un bagno, lavando le mani solo fino alle nocche quando necessario
  • si mettono creme o unguenti
  • si hanno rapporti intimi
  • ci si siede su una sedia di altezza classica, fino a chatzòt (quando il sole arriva al suo apice)
  • si studia Torà (tranne quelle parti tristi che trattano della distruzione dei Templi )
  • si mandano regali né si saluta il prossimo (si può invece rispondere ad un saluto)
  • si fanno viaggi né attività di svago
  • non si indossano vestiti eleganti […]
  • […]
  • Nonostante il lutto c’è anche un aspetto di gioia e conforto in questo giorno. Infatti la lettura di Echà, Lamentazioni, finisce con il verso “Riportaci a Te, o Sign-re, affinché possiamo essere ripresi! Rinnova i nostri giorni come un tempo”.Non per caso che le Scritture parlino di questo giorno come un moed, un giorno di festa e non si dicono perfino le preghiere penitenziali che si dicono in giorni feriali. Che arrivi presto il giorno quando potremo percepire con i nostri occhi come le sofferenze patite erano meramente un preludio per un periodo colmo di bontà e felicità, con l’arrivo del Mashiach, il Messia amen.