Nella sua visita in Israele, il segretario di Stato Blinken ha detto che ha parlato con Jud di “ approfondire la nostra cooperazione per affrontare e contrastare” “azioni destabilizzanti” dell’Iran. E che, dati i “legami più profondi di Teheran con Mosca e delle sofisticate armi che si stanno scambiando” occorre ” fornire supporto a tutte le esigenze dell’Ucraina: umanitarie, economiche e di sicurezza”.
Se le parole hanno un senso, Israele ha fato ciò che fino ad ora ha evitato di fare: unirsi alla guerra della NATO contro Mosca. Oltre che contro l’Iran, l’altro comune nemico.
Infatti subito dopo
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato in un’intervista alla CNN che prenderebbe in considerazione la possibilità di fornire aiuti militari, compreso il sistema di difesa aerea israeliano Iron Dome, all’Ucraina.
“Beh, sto certamente esaminando la questione”, ha detto Netanyahu quando gli è stato chiesto della possibilità che Israele invii l’Iron Dome all’Ucraina.
Netanyahu ha anche affermato che prenderebbe in considerazione la possibilità di mediare tra Ucraina e Russia se richiesto dai due paesi e da Washington.
“Bibi” apparentemente ha dovuto prendere questa decisione di entrare in guerra in qualche modo obtorto collo, come condizione del via libera di Washington per colpire in modo totale e definitivo l’Iran per impedire che si fabbrichi l’arma atomica.
Iron Dome è un sistema d’arma mobile per la difesa antimissile sviluppato dalla RAFAEL, progettato per la difesa di punto e di piccole città, in grado di intercettare razzi a media velocità e proiettili di artiglieria con traiettoria balistica. Costo: 50 milioni di $ per batteria (radar, lanciatore con 20 missili e centrale di comando). Gittata: 72 km
(ANSA) – MOSCA, 01 FEB – La Russia mette in guardia Israele dalle forniture di armi all’Ucraina.
Dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che stava “esaminando la questione” dell’invio di armi all’Ucraina, la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha affermato: “Quando si tratta di forniture di armi (all’Ucraina), non classifichiamo i Paesi in base alla geografia.
Diciamo che tutti i Paesi che consegnano armi devono capire che considereremo (queste armi) come obiettivi legittimi per le forze armate russe”, ha detto. (ANSA).
L’unirsi di Sion alla coalizione anti-russa dell’Occidente non solo perché Sion è una superpotenza iper-armata di armi avanzatissime, con 200 testate nucleari – ha un significato di “segno”:
Padre Paisios vide che il comandante in capo dell’Occidente nella guerra contro la Russia sarebbe stato ebreo.
L’Ucraina ha chiesto ai Paesi UE di rastrellare rifugiati maschi ucraini per inviarli al fronte.
L’Ucraina ha inviato un appello ufficiale ai Paesi dell’Unione Europea con la richiesta di assistenza nella ricerca, cattura e trasferimento in Ucraina della popolazione maschile in età militare che si sta sottraendo alla coscrizione.
Per ora sono stati i funzionari di Lituania e Lettonia a raccogliere l’appello. L’ex Ministro della Giustizia lituano e l’attuale sindaco di Vilnius, Remigius Szymanius, hanno affermato che aiuteranno la parte ucraina a cercare e restituire i coscritti ucraini temporaneamente presenti sul territorio della Lituania, che devono tornare in Ucraina per il servizio militare.
La Lettonia non è da meno. Il sindaco di Liepaja Gunars Ansins: “Aiutiamo l’Ucraina! La nostra assistenza contribuirà al ritorno in Ucraina di coloro che sono tenuti a prestare il servizio militare per adempiere al loro dovere.”
I Paesi occidentali continuano ad aderire al principio “fino all’ultimo ucraino”, soddisfacendo le richieste di Zelensky di mandare al macello ogni ucraino. @LauraRuHK
Poco prima del nuovo anno, le Nazioni Unite hanno rilasciato i dati sul numero di rifugiati ucraini in Europa : più di 4,7 milioni di persone. Il numero più alto è in Polonia – 1.422.482, in Germania – 997.895, nella Repubblica Ceca – 442.443, seguiti in ordine decrescente da Italia, Spagna, Turchia, Bulgaria, Stati Uniti e Francia. Le persone che sono fuggite in questi paesi sono ivi registrate nell’ambito di programmi nazionali di protezione e assistenza.