Italia al bivio: tra anarchia e nuova dittatura

di Mario Sommossa

 

Roma. Un signore ottuagenario che vive, solo, in un piccolo appartamento di periferia è ricoverato in un ospedale cittadino e vi rimane per quasi due mesi. Quando rientra a casa scopre che la serratura della porta di ingresso non funziona…

Roma. Un signore ottuagenario che vive, solo, in un piccolo appartamento di periferia è ricoverato in un ospedale cittadino e vi rimane per quasi due mesi. Quando rientra a casa scopre che la serratura della porta di ingresso non funziona e si rivolge alla vicina di casa per cercare di capire cosa sia successo.

La signora, sollevata dal vederlo ma con aria preoccupata, lo informa che durante la sua assenza una famiglia sconosciuta con due bambini è entrata in quell’appartamento, hanno cambiato la serratura e si sono installati con l’apparentemente l’intenzione di mai andarsene.

Davanti all’offerta di essere accompagnato subito dai carabinieri il vecchio rifiuta. Senza un’ordinanza del magistrato i militi non potrebbero fare nulla e per ottenere dalla giustizia un ordine di sgombero sarebbero passati forse dei mesi. E senza nemmeno la sicurezza che gli occupanti abusivi sarebbero veramente stati sloggiati. L’ottantenne passa allora due notti dalla figlia in un altro quartiere della città e il terzo giorno i vicini lo vedono ripresentarsi ed entrare senza problemi nella sua proprietà. È facile immaginare chi, e come, qualcuno abbia “convinto” gli occupanti abusivi ad andarsene.
Campagna elettorale. A Fratelli d’Italia, un partito gai’ rappresentato in Parlamento, non viene consentito di tenere uno dei suoi comizi in una piazza pubblica per l’opposizione violenta di gruppuscoli sedicenti “antifascisti”. Il permesso gia’ ottenuto dalla questura e dal Comune non serve a nulla. Altre violente manifestazioni di “centri sociali” e altri facinorosi disturbano, scontrandosi anche con la polizia e lanciando insulti verso il pubblico presente, comizi regolarmente autorizzati di altri due partiti in lizza per la consultazione elettorale: Forza Nuova e Casa Pound. Nonostante il numero degli aggressori, solo pochi individui vengono fermati. Poco dopo sono rilasciati.

Coste italiane. Migliaia di africani senza alcun visto di ingresso e senza documenti sbarcano sulle nostre coste, sono accolti, alloggiati e nutriti. Ottengono cure mediche (e dentistiche) gratuite. Per loro si organizzano corsi di formazione linguistica e professionale ai fini di un possibile inserimento nel mondo del lavoro. La maggior parte di loro, dietro il suggerimento di “benefiche organizzazioni” presenta domanda di asilo (politico, umanitario o altro) e si garantisce così il diritto a rimanere in Italia per almeno un anno e mezzo (il tempo minimo per le indagini che accertino i loro requisiti). Si scoprirà che circa il sessanta per cento non avrebbe alcun titolo per ottenere il permesso di restare ma, nonostante l'”invito” ad andarsene, nessuno lascerà il territorio. Chi proverà a varcare il confine verso i Paesi a noi vicini verrà rimandato indietro e resterà da noi. Poiché’ si tratta di persone “espulse” non avranno, ufficialmente, la possibilità di lavorare né di acquisire un alloggio privato e o faranno del lavoro nero in concorrenza con i regolari o, piu’ probabilmente, entreranno nel giro della criminalità di vario genere. Si puo’ stimare che il numero di costoro possa gia’ essere superiore al milione di individui e sia in costante crescita. Nelle grandi (e piccole) città li si vede bighellonare, spesso attaccati ad un telefono i consumi del quale non si saprà mai da chi e come siano pagati.

Brianza. Un piccolo imprenditore che fornisce materiali di sua produzione a Enti pubblici e a privati ha crediti di circa ottocentomila euro verso i primi e qualche migliaio verso due privati. Gli Enti, pur scaduta la data del previsto pagamento, continuano a rimandare il saldo delle fatture a data imprecisata. I privati, semplicemente, non pagano. I solleciti a entrambi rimangono lettera morta e, mentre per i primi si puo’ cercare di scontare le fatture in qualche banca con evidenti perdite sugli incassi, per i secondi non resta che andare per vie legali. O rinunciare all’incasso. Considerati i tempi ben conosciuti della giustizia e i costi impliciti, la seconda soluzione è sempre la migliore. Peccato che, intanto, su quelle cifre pur perdute si dovranno pagare tasse e IVA. Dunque: doppia beffa! Ogni giorno che passa nella vana attesa dei pagamenti dovuti si materializza sempre piu’ la probabilità di dover dichiarare fallimento.

Ognuno di noi ha visto o sentito storie simili a queste succedere nel nostro Paese e qualcuno vi cercherà il fattore unificante. Presto detto. Ciò che unisce queste storie l’una all’altra è l’assenza dello Stato.

Non che questo manchi del tutto: le leggi continuano ad essere sfornate, sono sempre di piu’ e sempre meno chiare e coerenti tra loro. Le tasse sono esose e chi ritarda o non paga, quando si tratta di un “pesce piccolo” è soggetto a multe enormi o a sequestro di beni, se invece ha molti mezzi economici contesta gli addebiti, guadagna qualche anno e attende il prossimo condono.

In altri casi lo Stato manifesta la propria esistenza a macchia di leopardo. Ne fa testo la sanità, efficiente nel nord Italia e affidata al caso nel sud. Oppure nelle zone ove nemmeno la polizia riesce ad entrare e il diritto lo fanno le mafie locali.

Ovunque ci si domanda sottovoce quale senso abbia ancora essere cittadini del nostro Paese quando la proprietà privata non è tutelata (vedi storia 1), quando la libertà di espressione è lasciata alla discrezione di prepotenti e fanatici (storia 2), quando perfino i confini non sono piu’ presidiati ed entra chi vuole (storia 3), quando, infine (ma non si esauriscono qui gli esempi possibili) la giustizia e il diritto finiscono, per lassismo e inefficienza, con il favorire i furbi e non chi rispetta le leggi.

Se riflettiamo con onestà intellettuale su quante volte ci sentiamo abbandonati dalle Istituzioni e sulla differenza tra ciò che è l’Italia oggi e ciò che ci si aspetta che uno Stato faccia, non diventa difficile capire perché’ ad ogni elezione aumenti il numero di chi vota contro il “sistema”.

 

Il 4 marzo scorso tra astenuti, schede bianche o nulle e partiti erroneamente definiti “populisti” gli italiani “contro” sono stati piu’ del 75 % degli aventi diritto. Vi avranno anche giocato le promesse demagogiche sul “reddito di cittadinanza”, le illusioni sull’abolizione della “Fornero”, l’impegno ad abbassare le tasse ma, nella maggior parte dei casi, il voto è stato un segno di lontananza e disaffezione verso i Governi del Paese. Tutti. Se lo Stato non esiste piu’ per sua incapacità ad esercitare le proprie funzioni chi lo ha rappresentato sinora andava punito e così è avvenuto. Possiamo leggerlo come il segno di un’ultima speranza, il desiderio che tutto cambi, che le leggi siano rispettate e valgano per tutti, che invece di dichiarazioni “politicamente corrette” chi “deve”, “faccia”. Se vogliamo essere ottimisti questa e’ la possibile spiegazione.

Oggi non sappiamo ancora chi governerà e, tuttavia, già sappiamo che se chi è stato votato ora non saprà far rinascere la fiducia nel ruolo vero delle Istituzioni avremo davanti a noi solo due strade: l’anarchia o una nuova dittatura.

 

© Sputnik.

https://it.sputniknews.com/opinioni/201803285825729-Italia-anarchia-dittatura/

 

28.03.2018

A  questo articolo faccio seguire la lettera di un amico:

in riferimento alla lettere della maestra che lei ha pubblicato sul suo sito, le segnalo questa notizia pubblicata oggi da ANSA:

http://www.ansa.it/piemonte/notizie/2018/03/28/prof-legata-in-classe-da-allievi-compagno-la-libera-_4e2e4a2a-399a-4291-acee-cdca3b50f963.html

Una professoressa delle superiori, di fatto seviziata da alunni bulli: legata ad una sedia e maltrattata, liberata da un altro alunno, forse l’unico con senso di decoro e disciplina.

Pare una professoressa con una qualche disabilità ma non per questo meritevole di essere trattata in un modo diverso dal rispetto che meritava naturalmente.

Su Facebook ho intercettato un paio di video, tempo fa, di un bulletto delle superiori che, usando le bestemmie come segni di interpunzione, confrontava i docenti sui voti scarsi che riceveva e

gli argomenti di insegnamento. A distanza fisica anche ravvicinata. Sono restato io allibito e malgrado uno dei docenti indossasse un paio di orribili pantaloni… viola (viola), nessuno dotato di buon senso potrebbe parteggiare per quel Lucignolo.

Giulietto Chiesa è finito in una “shit-storm” perché ha osato criticare il videogioco GTA Sant Andreas: si può progredire nel gioco solo impersonando un delinquente e divenendo via via più cattivi.

Il videogame ha avuto 2 seguiti ed è alla terza edizione.