Jens Weidmann si è dimesso dalla direzione della Bundesbank. E c’è qualche media che si è chiesto il perché. Il motivo è evidente, in quanto la dimissione segue strettamente la fine della Cancelliera Angela Merkel, la sua protettrice. Ora scopriamo così che le politiche ottusamente austeritarie, dal Patto di Stabilità che ci obbliga a ritornare al debito al 60%, alla tirchieria monetaria, arrivata fino al punto di sabotare il necessario quantitative easing della BCE di Draghi accusandolo davanti alla Corte Costituzionale tedesca – erano le politiche volute da Angela Merkel. Era lei che lo copriva, capiamo adesso; o addirittura gliele suggeriva . MA senza dirlo. Scelte poltiche che lei non ha mai dichiarato in quanto tali, si capisce: le faceva fare al suo finto “tecnico” dotato di “autonomia ” che, ora vediamo anche questo, era di nomina politica ed è un politico lui stesso, non l’ esecutore di atti oggettivamente necessari in base alla “scienza economica” di scelte politiche – rovinose.
E’ stato questo il tipico modo di comandare l’Europa della Merkel – come definirlo? Lo stile “pesce in barile” – imporre scelte politiche senza parere, facendo credere che non era lei a comandare. Uno stile infinitamente sleale, Angela si esimeva dall’obbligo anche di esprimere lealmente e pubblicamente le sue scelte altamente politiche, spesso politiciste , improvvisate e imperative a capocchia (si pensi alla Grecia distrutta per salvare i prestiti che le avevano fatto le banche tedesche, a quando ci fece accogliere milioni di immigrati, a quando ci ha fatto pagare 3 miliardi europei a Erdogan perché si tenesse gli immigrati in più). Le scelte politiche sono per essenza “discutibili”: nel senso che vanno discusse, in quel caso dagli altri stati e governi europei. Lei le ha sottratte alla discussione, e nello stesso tempo non se n’è assunta alcuna responsabilità politica di fronte ai paesi membri, riuscendo – con il suo stile pesce in barile – a far credere che lei non comandava, comandavano “le cose” i “tecnici” – alla Weidmann. Che appena lei se ne va si dimette, per non obbedire al politico socialdemocratico che diverrà cancelliere: bel tecnico, non c’è che dire. E la Ursula amica sua a capo della Commissione? Scelta sua ma facendo finta che non è stata lei a comandarlo…Ma peggio.
All’insuperabile metodo del “pesce in barile” dobbiamo l’atteggiamento ambiguissimo e schizofrenico della MErkel verso la Russia, la creazione del NordStream 2, portata avanti meetà di nascosto a dispetto di polacchi, baltici, ucraini e americani,, unita alla partecipazione ai gesti di più grave ostilità verso Putin e il suo governo, alle sanzioni per la presunta invasione della Crimea ucraina, fino ad accusarlo dell’accusa falsissima e inverosimile di aver cercato di uccidere Navalny per avvelenamento. Sicché oggi la politica della UE verso la Russia ce ne rende clienti per il gas fornito da Gazprom, di cui non possiamo fare a meno, e partecipi delle provocazioni ed atti di ostilità bellicisti, sempre più offensivi e roventi, della NATO americana contro il governo russo.
Questo è l’esempio preclaro del metodo con cui Merkel ha danneggiato la UE: scelte politiche non dichiarate, non vengono discusse, e restano a ingombrare pericolosamente la scena internazionale come mezze misure torbide: che politica abbiamo verso la Russia? Stupidamente aggressiva stile NATO e insieme imploranti che fornisca più gas perché ne abbiamo bisogno. Si può arrivare alla guerra NATO, e che sarà dei nostri contratti con Gazprom? Non ce lo si chiede, non si decide che la Russia è “Europa” cui ci unisce il destino manifesto. Pesce in barile.
Il Patto di Stabilità? Il pesce in barile sul tema autorizza ai nordici spilorci di asserire che deve tornare in vigore pieno entro il 2022, ossia che l’Italia deve tornare a un debito pubblico pari al 60% del Pil: si apre una battaglia in cui l’Italia, terzo stato per economia e popolazione, è la parte debole perché “nel torto” , non avendo la Merkel nemmeno lasciato capire con un cenno del capo to che questa clausola va cambiaat. Saranno guai.
In generale, la politica di pesce in barile, comandare senza dirlo, e senza responsabilità, ha reso l’Europa – avanguardia scientifica fino a lei – un retrobottega arretrato della Cina dedito fabbricare le BMW e VW, che deve importare i chip elettronici da Cina e Corea e Taiwan. Una volta li sapevamo fare. Ho sentito Draghi dire, nel discorso ultimo, che la UE ha deciso: il 20% dei chips che usiamo dovremo farli qui, in Europa. Dove è stato deciso? Da chi? Abbiamo le tecnologie ancora? Pesce in barile.
In fondo, anche la politica del sopruso di Draghi sul green pass è in stile pesce il barile. Non ha ordinato l’obbligo della vaccinazione per legge; la sta imponendo con coercizioni extra legali, come il togliere gli stipendi a milioni di lavoratori . Quindi non si assume alcuna responsabilità. Non lascia discutere della utilità del siero che chiamano vaccino, e della sua pericolosità ed effetti avversi; e se la pandemia sia finita come pare. Tutto avviene senza un “comando” esplicito, come se a dettarlo fossero “i tecnici” in base alla “scienza oggettiva”. Un vero stile di governo, più feroce e di ogni altra dittatura apparsa nella storia.