Kriminal Global – Dall’Ucraina alla Siria

Nell’Ovest dell’Ucraina (la zona culturalmente vicina alla Polonia), l’80 per cento dei giovani coscritti non hanno risposto alla cartolina-precetto, facendo perdere le loro tracce. Almeno 13 mila soldati hanno disertato dall’esercito di Yats e Poroshenko. E secondo un’inchiesta del Washington Post dell’aprile scorso, gli ufficiali si aspettano che dei soldati in permesso, solo il 15% tornino alle loro unità. Se c’è qualcosa che mobilita, è la protesta contro la situazione economica disastrosa, le pensioni tagliate, il Pil crollato del 17 e il debito pubblico aumenatto del 300 per cento, i prezzi alle stelle, la moneta che perderà metà del valore quest’anno. Centinaia di ucraini hanno tentato una “Maidan della fame” a Kiev l’altro fine-settimane.

Ora, è questo il paese che Washington vuole ancora una volta spingere alla guerra contro il Donbass; Poroshenko e Yats, in base alle istruzioni, hanno distrutto il fragile cessate-il-fuoco di Minsk con bombardamenti pesanti delle areee di Donetsk e Lugansk;   nel calcolo di riuscire a trascinare Mosca nel conflitto, sembra che a Kiev sia stato elaborato un piano per impadronirsi della Transistria, la striscia di russofoni tra Moldavia e Ucraina: una guerra-lampo e s’impadronisce della Transnistria con 7 mila uomini, poi i soccorsi russi (possibili solo con ponte aereo) saranno annichiliti: gli aerei da trasporto che cercheranno di atterrare nell’aeroporto di Tiraspol (Transinstria) saranno abbattuti tutti, ha proclamato un tal Alexei Martynov, direttore di un certo International Institute, nella trasmissione tv “Diritto di Voto”. Di fatto, missili AA tipo S-300 sono stati già piazzati alla frontiera di Transistria, secondo il ministero della Difesa di Kiev.

Come si vede non mancano le grandiosità belliciste. Gli americani, avendo qualche ragione di temere che la prossima spallata di Kiev si concluda con un’altra disfatta se non con l’implosione politica della giunta-fantoccio, hanno formato un corsetto d’acciaio per sostenere i progetti di riconquista ucraini. Il 9 giugno,  mezzi militari NATO hanno attraversato la frontiera ungherese e sono entrati in Ucraina, in grossolana violazione di ogni decenza; perché l’esercito regolare non scappi,   stanno addestrando i neonazi del Settore Destro; li hanno aftti integrare nell’armata, li forniscono di armi avanzatissime e materiale di punta, e 300 addestratoti Usa in mimetica sono già lì a formarli all’arte della guerra – ma anche e soprattutto del (diciamo così)   controllo del morale della popolazione,perché la volontà di combattere non si affievolisca.

E’ così che lo scorso fine-settimana, quando centinaia di kievani si sono riuniti nella solita piazza per protestare contro la tragedia economica che li colpisce, ed un centinaio di loro hanno cercato di accamparsi per dare nascita ad una nuova Maidan, sono stati sfollati   con le brutte da bastonatori con il volto coperto, ma in qualche modo riconoscibili dagli stendardi e logo nazisti rossi e neri.

Tra gli organizzatori della protesta non dovuta è stato arrestato – ed espulso perché cittadino Usa, nonostante il nome – Rustam Tashbaev, descritto come “analista militare dello Stratagem Center for Political Analysis (un think-tank americano); aveva organizzato la manifestazione da posizioni di destra, in odio a Poroshenko che accusa di aver paralizzato le forze armate…fatto notevole, questo personaggio è apparso n una foto con il senatore McCain, esattamente come il califfo Al Baghdadi.

 

mccain con l'ucraino

Stranezze eincerti della sovversione. Non tutti i fantocci riescono bene.

Gay Pride a Kiev: I tempi non sono maturi

Il 6 giugno a Kiev s’è svolto il primo Gay Pride; poiché l’evento consacrava l’entrata dell’Ucraina nell’Occidente della libertà e della civiltà – Poroshenko l’ha fortemente voluto –  molti importanti giornali europei vi hanno mandato gli inviati; pronti a celebrare le aperture del regime di Kiev  nel confronto con Putin,   il notorio omofobo.

Purtroppo per loro, gli inviati di Le Monde e del Guardian hanno dovuto riferire chea Kiev i tempi non sono ancora maturi per la Libertà. Le checche in defilè erano 300; per la loro protezione, Poroshenko aveva mobilitato 1200 poliziotti; la sfilata è durata appena una mezzoretta. Senza incidenti…. (cito Le Monde>) “fino al momento della dispersione del raduno, un punto che gli organizzatori hanno trascurato.”. Perché i gay, a quel punto non più protetti dai poliziotti, si sono trovati “prede braccate  da contro-manifestanti mascherati e decisi a menare, prese in trappola nel dedalo delle strade del quartiere;   si sono visti manifestanti spaventati tentare di fermare le auto in strada per sfuggire ai colpi…”. Una vera caccia all’uomo, se si può usare la parola uomo in questo caso. Povere checche ucraine.

Il Guardian ha parlato di “assalitori sconosciuti”, ben guardandosi dal dirne i nomi: membri del Pravy Sektor, rappresentati in parlamento, guidati dal loro capo Dimitri Iaroch, che il pestaggio l’aveva preannunciato.

Sembra che non sia consono ad un regime che ha miliziani nazi e   degli skinhead nel governo, e nerbo della guerra civile,   tenere nello stesso tempo una giornata dell’Orgoglio LGBT. La sola consolazione: che c’è un posto al mondo dove il Gay Pride viene trattato bastonate, senza che il progressismo italiota, dalle sue radio e Tv, elevi la sua voce indignata contro la barbarie; è l’Ucraina sotto tutela americana. Nè Vladimir Luxuria né Vendola hanno aperto bocca.

Questo per quanto riguarda le bande di delinquenti che Washington usa ed addestra in Europa. Parliamo dell’altra banda criminale, quella che usano in Medio Oriente.

Alto commissario Onu: trattare con Daesh

L’alto commisssario ai diritti umani (sic) è il principe Zeid Ra’ad al-Hussein: membro della famiglia reale giordana ed ex ambasciatore in Usa,  il che spiega tutto. Specie se si ricorda la parte che la Giordania ha avuto ed ha come centrale di addestramento e formazione delle torme islamiste scatenate   contro la Siria e l’Irak.

Che cosa ha proposto dunque il principe? Siccome la coalizione anti-Califfo non riesce a stroncare Daesh “nonostante un investimento senza precedenti in termini finanziari e di forza d’urto militare”,   le Nazioni Unite dovranno intavolare conferenze di pace con questa forza – come del resto si sono fatte coi talebani in Afghanistan e i paramilitari in centro-America.  Insomma la proposta è una fase dello sdoganamento dei terroristi islamici a cui sta puntando l’Amministrazione Usa, e che abbiamo già segnalata per Al Qaeda (Al Nusra): essa vuole che i suoi   decapitatori preferiti siano presto promossi come parti legittime del conflitto, e farli sedere al tavolo  dei negoziati dopo la fine delle ostilità, quando si tratta di smembrare Siria ed Irak  secondo le linee etniche e religiose. Allora lo Stato Islamico sarà trattato come un partito legale, a cui bisogna riconoscere un territorio e la rispettabilità delle sue pretese.

Notare che il mandante (e dunque l’Occidente intero) invece non vogliono negoziare nulla con il governo Assad, a cui non riconoscono nessuna legittimità; UNA LEGITTIMITà  riconosciuta Chiese cristiane d’oriente al gran completo: che si sono riunite in Sinodo a Damasco (anziché come al solito a Beirut) proprio per sottolinaere la loro unità e la loro fedeltà al regime, che vacilla sotto i colpi dei wahabiti ed assassini.   L’Eurropa non difende questi cristiani; gli Usa invece non sono alieni dal trattare con Al Baghdadi, il califfo di McCain … Verrà il momento in cui, se la sua truppaglia al Captagon conquista Baghdad, all’Onu alcuni stati (sauditi, giordani…) si alzeranno a proporre la creazione di uno stato islamico riconosciuto, il Califfato. Del resto, il mondo che ha riconosce il diritto a torme di khazari  il diritto alla terra che fu degli ebrei di 2 mila anni orsono, può fare questo ed altro. Verrà il tempo in cui Al-Baghadi sarà ricevuto alla Casa Bianca, e potrà mandare un rappresentante all’Onu, ed ambasciatori   nel mondo.

Il gangsterismo statunitense sdogana i gansterismi locali che nutre ed arma. E’ il prezzo della “civiltà americana”.

Donne soldato: Contra Naturam

 

 

la-na-g-female-veteran-suicide-1

 

 

 

 

Una indagine statistica del governo Usa ha scoperto che le donne-soldato, reduci dalle guerre, si suicidano ad un tasso sei volte superiore alla popolazione femminile generale; e tra le soldatesse giovani (18-25 anni), il taso di seuicidi è 12 volte più alto.

Una tragedia inenarrabile, di cui gli autori dell’inchiesta si domandano il perché. Mentre il perché è evidente: le donne non sono fatte per quello; non sono nate per il servizio militare. Non devono andare in guerra, ma essere protette dalla guerra. Il fatto che l’esercito americano le militarizzi e le mandi in zona d’operazione dove o sono violentate dai camerati (il 10 per cento ha denunciato stupri del genere) o sono esposte al sangue e all’uccisione, viene dalla stessa ideologia dell’uguaglianza sessuale che ha fatto dell’America la propagandista mondiale dell’omosessualismo, del “diritti alle nozze” dei gay, del genrder: l’ideologia secondo cui essere uomini o donne non è fatto di natura, ma di “stili di vita”. La massa di suicidi di soldatesse, spaventosa pur nell’altissimo tasso di suicidi dei soldati maschi americani, indica   il prezzo che si paga per questa ideologia aberrante, criminale alla massima potenza.

Il colpevole radicale, già l’aveva visto il più garnde poeta americano, che l’America   volle uccidere:

“…Con usura nessuno ha una solida casa
di pietra squadrata e liscia
per istoriarne la facciata,
con usura
non v’è chiesa con affreschi di paradiso
harpes et luz
e l’Annunciazione dell’Angelo

usura soffoca il figlio nel ventre
arresta il giovane amante
cede il letto a vecchi decrepiti,
si frappone tra giovani sposi
CONTRO NATURA
Ad Eleusi han portato puttane
carogne crapulano
ospiti d’usura.