Di Paolo Gulisano
Una recensione dell’amico Gulisano al libro del vaticanista Aldo Maria Valli.
- 27-12-2017
- La parola utopia nacque nel 1516, cinquecento anni fa, dalla fervida mente del grande umanista e santo martire Tommaso Moro. Era il titolo di una sua opera letteraria destinata ad essere non solo un capolavoro immortale, ma anche a costituire un vero e proprio paradigma in campo letterario, filosofico e politico. La parola Utopia inventata da Moro da cinque secoli è entrata nel lessico comune con il significato di sogno, di progetto, di immaginazione proiettata sul futuro. A volte queste utopie mostrano scenari decisamente cupi se non disastrosi, e in tal caso vengono definite disopie.
- Aldo Maria Valli, il più importante dei giornalisti vaticanisti italiani, autore di numerosi testi sulla Chiesa e sui suoi protagonisti degli ultimi trent’anni, frutto della sua profonda conoscenza dei Sacri Palazzi Vaticani, ha dato alle stampe per l’editrice Liberilibri una sua utopia, dal titolo inquietante: Come la Chiesa finì.
- Il libro è una sorta di cronaca, di diario dell’evoluzione della Chiesa Cattolica dai nostri giorni fino alla sua dissoluzione. Un messaggio in bottiglia che ci proviene dal futuro, da un oscuro cronista, detto “Il Cantore cieco”, un cristiano clandestino e perseguitato, che trae le fila di decenni di auto-demolizione della Chiesa. Siamo in un futuro dove il mondo vive sotto un regime unico planetario, guidato da un’entità misteriosa e totalitaria: Coloro che Amano. Le religioni non esistono più: al loro posto ce n’è una sola, la Nuova Religione Universale, l’unica riconosciuta e consentita da Coloro che Amano.
- Lo scenario ricorda quello mostratoda un’altra celebre opera distopica, Il Padrone del Mondo dell’inglese Robert Hugh Benson. Il Cantore Cieco tuttavia pone la sua attenzione soprattutto sul processo avvenuto all’interno della Chiesa Cattolica che ha portato al completo appiattimento sulle ideologie mondane. Nello scorrere degli avvenimenti e dei pontificati, il lettore può riscontrare la realizzazione di tutte le attuali istanze progressiste. L’autore cita tutta una serie di documenti, di encicliche (ovviamente inventate) dai titoli estremamente significativi: la Delenda Doctrina, la Captatio Benevolentiae su come raccogliere approvazione da parte del mondo, la Panem et Circenses sull’Eucaristia per tutti, la Gaudeamus Igitur sul cambio di nome da Chiesa Cattolica a “Chiesa Accogliente”. A tale proposito l’autore propone anche stralci dal Vocabolario della Chiesa Accogliente, un documento che era uscito in allegato a “La Civiltà Cordiale”.
- La simpatica ironia di Aldo Maria Valli non teme troppo di nascondere la sua preoccupazione per l’evoluzione – o sarebbe meglio dire involuzione – di un pensiero cattolico sempre più lontano dall’ortodossia, e dall’ortoprassi. Una Chiesa del “bi-pensiero”, dell’ambiguità, che si avvia a fare tabula rasa di dottrina, tradizione, liturgia. Tutto per piacere al mondo. “Il desiderio di compiacere il mondo, di essere come il mondo la voleva, di non provocare conflitti, di apparire dialogante e disponibile”, aveva fatto letteralmente perdere il senno ai pastori. Così la Chiesa, guidata da pontefici che portarono tutti rigorosamente il nome di Francesco, in ricordo del papa che aveva aperto il cammino del dialogo, del rinnovamento, della rivoluzione della misericordia, arrivò a essere una semplice copia del mondo. Una copia patetica e mediocre che non interessava più nessuno.
- Una profezia terribile?Aldo Maria Valli come profeta di sventura? In realtà queste pagine, piene di una raffinata ironia e di un certo gusto per il paradosso di sapore chestertoniano, rappresenta un appassionato monito. Quello descritto dal Cantore Cieco è uno scenario futuribile purtroppo molto plausibile, lo scenario di una Chiesa dimentica di Cristo e impegnata solo a rendersi attraente per il mondo, e che così facendo finisce col tradire se stessa e si consegna nelle mani dei dominatori di turno, di una tirannia soft che innalza il vessillo dell’”amore” e abolisce la verità e la libertà. La speranza è che siamo ancora in tempo ad evitare che questo futuro si realizzi. Ma se anche queste profezie diventassero realtà, il Cantore Cieco ci ricorda che la buona battaglia proseguirà sempre, se e che il Nemico non prevarrà, se resterà qualcuno a conservare la vera fede.
Paolo Gulisano