Il presidente della Conferenza episcopale germanica, cardinale Reinhard Marx, ha detto: “Si pone la questione se si possa votare lo Alternative fur Deutschland. In tutta chiarezza: da una prospettiva cristiana è incompatibile ‘azione politica che fomenta la xenofobia, che sottolinea in modo unilaterale gli interessi nazionali, una visione culturale nazionalista…ci dissociamo chiaramente dall’approccio populista”.
In tal modo la Chiesa tedesca (Marx dixit) conferma la sua adesione alle ideologie globaliste tipiche dell’era Bergoglio: demonizzazione del “populismo” e dell’interesse nazionale, resistenza all’invasione di milioni di immigranti islamici bollata come “xenofobia”.
E’ una novità assoluta: prima d’oggi, la Chiesa di Kasper, Marx e Rahner non ha mai ufficialmente vietato di votare un partito specifico. Né ha mai condannato la partecipazione del governo Merkel alle guerre medio-orientali di Bush e Obama; in generale, il rapporto col governo federale è molto stretto.
Anche nel vertice che si è tenuto giovedì presso Colonia, a Bergisch-Gladbach, i vescovi tedeschi hanno – per bocca di Marx – evocato il coinvolgimento occidentale nella guerra in Siria e le sanzioni UE contro la Siria, in quanto hanno effetti devastanti sulla popolazione civile e ostacolano la ricostruzione. Ma un chiaro auspicio contro la guerra, non l’hanno espresso.
(Nella foto: Frauke Petry, leader del partito Alternative fur Deutschland. Dietro di lei Albrecht Glaser, altro esponente di AfD, membro della Unione Cristiano-Democratica , cattolico praticante, padre di quattro figli. Uno di quei cattolici che, dice Bergoglio, “fanno figli come conigli”. In fondo, l’economista Jorg Meuthen, co-presidente del partito, colpevole di aver detto che “l’Islam non appartiene alla Germania”).