La chiesetta dei soldati italiani alle Orcadi

 

 

 

Ricevoo questa mail:

“Leggendo il suo articolo di ieri mi è subito balzata alla mente la vicenda della Chiesa delle Orcadi, laddove ha scritto ““Tutte le arti sono partite da un centro comune, nel quale e mediante il quale erano un tempo collegate tra loro”: pensava  alla cattedrale, che chiamava al suo servizio architettura e pittura, scultura ed arte delle vetrate, arazzi e musica, unificandole. “

La storia della piccola chiesetta delle Orcadi ne è un esempio chiaro.

Prigionieri italiani che si rifiutarono di essere impiegati nell’industria bellica inglese per non costruire armamenti che avrebbero ucciso i loro connazionali ottennero dal comando alleato di poter costruire una chiesetta con i materiali che avevano a disposizione.

La chiesa, infatti, non è altro che l’unione di due piccoli hangar in metallo. Il resto è stato preso dai materiale del campo…..Tuttavia questi soldati, tra cui alcuni artisti del legno, del ferro, della pittura, delle decorazioni oltre ad elettricisti, muratori, carpentieri, fecero un autentico miracolo sicuramente perché uniti da un Centro Comune verso cui manifestare la propria devozione attraverso i loro talenti.

Oggi quella chiesetta fatta di materiali poveri è un capolavoro dell’Arte oltre che della Fede, un Centro del bello.

Basta sfogliare la gallery di questo articolo per rendersene conto

https://www.vanityfair.it/viaggi-traveller/viaggi-mondo/reportage/14/11/17/lamb-holm-isole-orcadi-scozia-chiesa-italiana

Quella chiesetta, conosciuta come la chiesetta del Campo 60,  è meta ogni anno di pellegrinaggi  e visite di più di 100.000 persone.

Paragonando questo piccolo gioiello con le schifezze di chiese che sono state costruite dopo il Vaticano II con mezzi nettamente superiori rispetto a quelli dei prigionieri del Campo 60, si capisce come quello che lei ha scritto nel suo articolo di ieri sia vero.

Peccato che nessuno abbia mai pensato di fare un film sulla storia del Campo 60 e di Domenico Ciocchetti

http://www.giornaletrentino.it/cultura-e-spettacoli/la-storia-il-capolavoro-di-domenico-chiocchetti-1.1022828

il quale affermò dopo la guerra: «Avevo l’idea della chiesa perché avevamo bisogno di soddisfare il nostro bisogno di religione …e di pregare per la fine della guerra»

Un uomo che fece scrivere sulla facciata della chiesetta “Empea n lumin, e no maledir l scur” (accendi un lume, invece di maledire il buio)

Buona giornata

 

(Sì, gli italiani sono nell’anima, e nelle mani, artigiani. E artigiani cattolici. Capaci di ricreare “Il centro unificatoree” della arti, così, senza nemmeno saperlo.  Perso il cattolicesimo, non sono più nulla nella storia)