La contro-chiesa dei “morti” va all’assalto dello Stato. L’azione
dell’elemosiniere del papa cardinale Krajewski segna un grosso salto di
qualità nella strategia di destabilizzazione della contro-chiesa contro lo
Stato italiano di Francesco Lamendola
di Francesco Lamendola
L’azione dell’elemosiniere del papa, cardinale Krajewski, che si è calato
nella centralina di un condominio di Roma per ripristinare il contatore
dell’energia elettrica, rompendo i sigilli che l’azienda aveva messo per la
morosità degli inquilini, segna un grosso salto di qualità nella strategia
di destabilizzazione della contro-chiesa di Bergoglio contro lo Stato
italiano, reo di essere attualmente rappresentato da un governo “populista,
sovranista e xenofobo”, che non piace né alla BCE, né alla grande finanza
americana, né a personaggi come Juncker, Macron e Merkel. Per mesi, per
anni, la contro-chiesa e la sua stampa ha bersagliato questo governo,
peraltro trovandosi in buonissima compagnia, cioè al fianco di note testate
anticattoliche e filo-radicali: il più noto settimanale (ex) cattolico è
uscito perfino con una copertina che recava il titolone Vade retro Salvini,
ovviamente sullo sfondo di una nave carica di migranti/invasori: quei
migranti/invasori che stanno tanto a cuore sia a Luca Casarini, sia a George
Soros, sia a Zingaretti, Calenda, Renzi, Boldrini, Gruber, sia a Bassetti,
Galantino, Paglia, Maradiaga, Parolin e Bergoglio: significative convergenze
del politicamente corretto. Per mesi, per anni, tutti i giorni, questa
contro-chiesa filo migrazionista (e filo-omosessualista), politicizzata sino
al midollo, e che non parla mai di cose spirituali, mai delle realtà
soprannaturali, ha sparato a zero contro questo governo e contro i cittadini
italiani ed europei che si arroccano nella difesa dei loro confini, ma
soprattutto della loro civiltà e della loro religione, mostrandosi
insensibili al “dramma dei poveri” come il ricco Epulone si mostrava
insensibile al dramma di Lazzaro.
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Una demagogia sfrenata: ma gli stranieri, se li prendono loro?
Anche se il ricco Epulone, in questo caso, sarebbe impersonato dai molti
milioni di europei poveri o impoveriti dalle politiche di austerità, dai
pensionati con trecento euro al mese, dai risparmiatori truffati dalle
banche, dagli imprenditori falliti a causa della morosità delle aziende
statali; spaventati dalla delinquenza, assediati in casa propria dal degrado
dei quartieri invasi da torme di migranti e di rom, costretti a espatriare
in cerca di lavoro, con tanto di laurea e specializzazioni che non servono a
nulla; e anche se al fianco del povero Lazzaro c’è una mobilitazione
impressionante di tutti quelli che contano, ma specialmente, guarda che
strana combinazione, le grandi banche che spadroneggiano sull’economia
mondiale e che, di tanto in tanto, regalano ai popoli qualche drammatica
crisi finanziaria dalla quale esse escono, tuttavia. più gonfie di denaro di
prima. Ma ancora non era sufficiente. Non bastava che la contro-chiesa, per
dare un chiaro segnale della sua politicizzazione travestita da
misericordia, cioè del suo cambio di ragione sociale, trasformandosi in una
grande ONG che di cattolico ha solo il marchio, però fasullo, trasformasse
le basiliche cattoliche in ristoranti e pizzerie per i migranti e i senza
tetto (ma solo per la gioia dei fotografi: perché i barboni sotto i
porticati del Vaticano, le Guardie Svizzere li fanno sloggiare senza pietà,
inverno o non inverno, con tutti i loro stracci); e nemmeno che un prete
eritreo, sempre sulla copertina di quel tal settimanale, si proponesse come
un novello Mosè che fa traversare al popolo eletto il Mar Rosso, cioè che
funge da tramite fra i delinquenti scafisti della Libia e le ONG che vanno a
fare servizio taxi a poche centinaia di metri dai porti; un prete peraltro
inquisito per una storiaccia di droga, cosa che non ha impedito a quei
signori di indicarlo come un modello di accoglienza e solidarietà verso i
sofferenti (con buona pace delle sensate e cristiane parole di un altro e
ben più autorevole sacerdote africano, il cardinale Robert Sarah, il quale
da anni va ripetendo agli africani che è un errore cercar di emigrare in
massa verso l’Europa, e agli europei che è un errore ancor più grave quello
di voler accogliere una simile massa di stranieri, in gran parte di fede
islamica e niente affatto disposti a integrarsi). E non bastava neppure che
il Vaticano lasciasse filtrare la notizia che, se Salvini chiedesse
un’udienza e una benedizione dal santo padre, non la riceverebbe, perché il
papa si rifiuta di benedire un uomo così cattivo da aver chiuso i porti allo
sbarco incessante di migliaia e migliaia di clandestini di dubbia
provenienza e ancor più dubbia identità.
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L’azione del cardinale Krajewski segna un grosso
salto di qualità nella strategia di destabilizzazione della contro-chiesa
contro lo Stato italiano!
Con l’azione alla Robin Hood del cardinale Krajewski – il quale, essendo un
uomo di fiducia di Bergoglio, ne rappresenta la volontà politica – l’assalto
della contro-chiesa contro lo Stato italiano è entrato in una nuova fase:
quello dell’azione fisica e diretta.Come al tempo degli espropri proletari,
il presule ha deciso che quei 300 mila euro di bollette arretrate non pagate
non significano nulla, e ha riallacciato la corrente del condominio,
scaricandone i costi sulla comunità. Lui, cittadino vaticano, cioè cittadino
di uno Stato indipendente e sovrano, ha violato le leggi italiane e ha
addossato allo Stato italiano, cioè alle tasche dei cittadini italiani, quei
300 mila euro non pagati; e lui, esponente di spicco del clero cattolico, ha
dato l’esempio del disprezzo verso il settimo comandamento: non rubare. Oh,
è molto facile farsi belli andando a rompere i sigilli di un contatore
condominale e restituire la luce e la corrente a 450 persone che vivono in
quello stabile: basta avere una gran faccia tosta e non provare alcun
imbarazzo, né vergogna, a cavalcare la più sfrenata demagogia, come ai bei
tempi dei collettivi di sessantottesca memoria. Bisogna infatti sapere che
quegli inquilini, residenti nel condominio di Via Santa Croce in
Gerusalemme, numero 55, ex sede dell’INPDAP; sono tutti abusivi; e che non
sono abusivi arrivati alla spicciolata, bensì membri di una specie di centro
sociale dedito alla politica delle occupazioni abusive, denominato Action, i
quali si sono insediati lì fin al 2013, cioè da sei anni. In altre parole,
il gesto di solidarietà del cardinale Krajewski, presentato come una specie
di obbligo morale di fronte a una situazione di emergenza, che vede
coinvolti anche un centinaio di minorenni, è, in realtà, a tutti gli
effetti, un gesto di solidarietà politica nei confronti di persone che da
anni calpestano le leggi, se ne infischiano dell’onestà, non pagano
l’affitto né gli altri servizi, pretendono di vivere alle spalle della
comunità e recitano la parte delle vittime di chi sa quale ingiustizia
cosmica, mentre le vere vittime sono gli italiani poveri e dignitosi che
l’affitto e le bollette cercano di pagarli comunque, e che, ad ogni modo,
mai si sognerebbero di pretendere come un diritto la libertà d’infrangere la
legge e mai ricorrerebbero ad atti di forza che, se divenissero
generalizzati, segnerebbero l’inizio dell’anarchia più totale e di uno stato
di guerra civile permanente. Tecnicamente parlando, l’incursione del
cardinale nel condominio romano ha un nome preciso: si chiama istigazione a
delinquere.
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Occupate le case, non pagate le bollette… è il nuovo Vangelo!
Occupare le case e non pagare le bollette è un reato: incoraggiare le
persone a comportarsi a quel modo, è istigare a commettere quel reato.
Perché il cardinale Krajewski non è andato a visitare quei poveri, e perché
non si è preso la responsabilità di assumersi il pagamento delle bollette
inevase? Oppure, altra possibilità, come ha fatto notare il giudice Carlo
Nordio, perché non si è preso il disturbo di offrire lui un tetto a quelle
persone, visto che la “chiesa in uscita” del signore argentino dispone di
una quantità impressionante di locali inutilizzati, da quando la svolta
conciliare ha letteralmente svuotato i seminari, i conventi, le case degli
istituti religiosi (salvo perseguitare spietatamente una congregazione che
attirava numerose e belle vocazioni, come quella dei Francescani
dell’Immacolata)? Vuol far il generoso coi soldi dei cittadini onesti, i
quali, anche se stentano a far quadrare i conti, cercano di non cadere
nell’illegalità. Troppo comodo: vuol far vedere che è pieno misericordia, ma
senza dover scucire un quattrino. Come il cardinale Maradiaga, quell’altro
bel campione della chiesa dei poveri, quell’altro Robin Hood parolaio da
strapazzo, che intascava 35.000 euro al mese per sottolineare il valore
della povertà. E lo ha fatto, il bel gesto di calarsi personalmente nella
centralina e di togliere i sigilli al contatore, alle dieci di sera, come un
Arsenio Lupin agile e giovanile, fresco dal suo viaggio a Lesbo dove, per
conto di Bergoglio, aveva portato la sua solidarietà ai profughi dell’isola
greca. Lo stesso personaggio, del resto, ama spostarsi con la Vespa, più o
meno come l’allora presidente del consiglio Renzi girava in bici per esser
giovanile ed ecologico (e pedala ancora, parodia di se stesso, in uno spot
del suo partito). L’elemosiniere del papa che fa l’elemosina col portafogli
dei cittadini, per conto di una chiesa che chiede ai cittadini di versarle
l’otto per mille, con stucchevoli spot televisivi nei quali si direbbe che
tutto quel fiume di denaro vada solo e unicamente a costruire scuole nel
Terzo Mondo, a sfamare profughi, a far del bene al prossimo (meglio se di
colore) e non già, come in effetti accade, anche a pagare le astronomiche
condanne pecuniarie erogate da questo o quel tribunale di mezzo mondo per
gli abusi sessuali preparati ai danni di minorenni da predatori seriali come
il cardinale McCarrick, per anni protetto dalla complicità di Bergoglio, e
di altri della sua stessa razza.
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Ciak si gira lo spot televisivo: vedete come ama i bambini (stranieri) il
cardinale Krajewski?
Qui siamo in presenza di un attacco senza precedenti allo Stato italiano, da
parte di un minuscolo, ma potentissimo, ricchissimo e spregiudicatissimo
Stato sovrano, che deve la sua esistenza unicamente al suo buon volere:
correva l’anno di grazia 1929 e al governo dell’Italia sedeva un certo
Benito Mussolini, ma guai a ricordarlo a questi immacolati campioni della
povertà evangelica, della democrazia come obbligo di vita, dell’antifascismo
che sopravvive inossidabile per decenni alla fine del fascismo, della
libertà islamica d’invadere l’Italia e di quella degli inquilini abusivi di
occupare le case e non pagare le bollette, pretendendo però di ricevere
tutti i servizi, tanto alla fine il conto lo pagherà il solito Pantalone. E
che il Vaticano sia ricchissimo e spregiudicatissimo, oltre che
potentissimo, non è neanche il caso di ricordarlo: a meno che qualcuno abbia
la memoria tanto corta da non ricordarsi né del cardinale Marcinkus, né di
Calvi e Sindona, o di Gelli e Ortolani, e neppure della morte un tantino
misteriosa di Giovanni Paolo I, trovato senza vita poche ore prima di
prendere la decisione di estromettere i mercanti dal tempio, cioè i
cardinali-banchieri senza scrupoli dallo IOR, la banca vaticana,
teoricamente destinata alle opere pie. Ora, questo Stato simbolico, che era
nato per garantire l’indipendenza effettiva della Chiesa, si sta
trasformando in un cavallo di Troia per favorire l’attacco di quanti
vogliono colpire al cuore la sovranità italiana.
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Certo è un ottimo elemosiniere: fa l’elemosina coi nostri soldi!
Ricordiamo il signor Bergoglio che si fa fotografare da fianco del solito
prete di sinistra con la spilla pro-immigrazione clandestina, e questo
proprio mentre il governo italiano aveva deciso di porre uno stop agli
sbarchi e anche, se possibile, alle partenze dei cosiddetti migranti, carne
umana nelle mani di scafisti e delinquenti della peggiore specie. E quello è
stato solo uno degli innumerevoli gesti con i quali la contro-chiesa
massonica, incarnata da questo falso pontefice senza fede e senza timor di
Dio, ma anzi ben deciso a provocare il maggior danno possibile alla fede dei
cattolici, chiudendo loro la visione del Cielo per indurli a guardare solo
verso il basso, ha dichiarato guerra a chiunque, uomini o istituzioni, osi
opporsi all’agenda mondialista che accomuna Bergoglio e Soros, Bassetti e la
Clinton, Parolin e Rotschild. Una cosa, però, è certa. Questa contro-chiesa
massonica che non finge nemmeno di salvare le apparenze e che
scompostamente, sfacciatamente, vergognosamente, si getta a capofitto al
fianco di quella sinistra miliardaria che ha preso il posto della sinistra
storica, e che non si preoccupa più di difendere i lavoratori (non quelli
italiani, almeno) contro gli speculatori finanziari, ma che ha scelto, al
contrario, di ergersi a cane da guardia degli interessi di questi ultimi,
proclamando la necessità di più Europa, più NATO, più austerità, più tagli
alla spesa pubblica, più tasse e soprattutto più immigrati, così da far
crollare definitivamente il costo del lavoro e poter arruolare milioni di
euro-schiavi per pochi spiccioli al giorno, è già morta. È una “chiesa” di
cadaveri, di zombi, di morti-viventi, che continuano ad andare in giro, in
Vespa, in bicicletta (come il cardinale Lorefice nella sua cattedrale), o
sulla nave Mediterranea, quella di Casarini, solo perché ancora non si sono
resi conto di essere dei non-vivi.
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Ultimissima versione del prete filantropo e buonista: Gesù è con noi?
E sono morti per una ragione molto semplice: perché non rappresentano più
nulla. Né una idea, né uno slancio, né una tensione spirituale verso
qualcosa di nobile ed elevato; né, soprattutto, la fede in Gesù Cristo. Sono
solo dei furbacchioni che tengono costantemente d’occhio l’auditel, che
farebbero qualsiasi cosa pur di strappare il facile applauso delle masse:
anche registrarlo e poi mandarlo in onda come se fosse merce autentica. Sono
così sprofondati nella menzogna che quasi quasi finiscono per credere a
tutte le menzogne che ci rifilano, falsificando il Vangelo di Gesù. Eh sì,
perché la loro causa è giusta e santa: si sono investiti della parte a un
punto tale che si sono scordati di stare recitando un’ignobile commedia.
Quando monsignor Galantino dice che Dio non distrusse, ma risparmiò Sodoma,
ci crede davvero? Probabilmente sì, a suo modo. E quando James Martin dice
che essere gay ed essere prete è la cosa più bella del mondo, ci crede
davvero? Probabilmente sì. E quando don Mattia Ferrari, invece di occuparsi
di portare le anime al Vangelo, va per mare con le navi delle ONG e dice che
Gesù è coi migranti e le ONG, ci crede davvero? Forse sì. E quando Bergoglio
dice che Gesù, Giuseppe e Maria erano dei migranti e dei profughi? Via, ci
sarà un limite anche alla spudoratezza: e forse è questo. Se un prete di
venticinque anni può illudersi e ingannarsi, il signore ultra-ottantenne sa
bene quel che sta facendo. Lo hanno eletto per questo. E dunque non è che un
lupo travestito da pastore…