Caro Maurizio,
quando abbiamo capito che mia moglie aveva elevate possibilità di avere COVID19 ci siamo domandati come ridurre il rischio contagio, ed una certa paura l’avevo. Il medico mi suggerì di evitare il più possibile i contatti, cosa impossibile se devi aiutare un malato, ed in ogni caso di proteggermi con guanti tuta mascherina ecc. Avevo solo due mascherine di cui una già utilizzata; ed avessi avuto tuta ecc. non avrei potuto mettere e togliere il paludamento in continuazione senza contaminarlo.
Allora mi è venuto in mente San Giovanni Bosco che promise ai ragazzi disposti ad aiutarlo ai tempi dell’epidemia di colera che, se si fossero mantenuti in grazia, il buon Dio li avrebbe protetti. Non si ammalò nessuno.
Quindi mi sono limitato alle precauzioni di buon senso pensando che il Padreterno non ci abbandona nella necessità; e che se anche il contagio fosse avvenuto, sarebbe stato per un bene maggiore.
Questo pensiero mi ha rincuorato, alla fine questa vita è solo la palestra per arrivare a quella vera: peccato che questa Chiesa non ci parli più di Vita Eterna, e si guardi bene dal dirci come raggiungerla. Perciò la morte fa ancor più paura, perché dopo sembra non esserci altro. Questa epidemia non è stata letta dal clero in chiave spirituale, non dico come castigo dei peccati ma quantomeno come una riflessione sulle cose ultime ed un invito alla conversione
La Chiesa dovrebbe insegnarci la via del Paradiso, invece per cercare di salvare il corpo, comunque destinato a morire, si dimentica totalmente dell’anima. E ci lascia senza la S.Messa che non è proprietà del clero né diritto dei fedeli ma, per entrambi, dovere di rendere culto a Dio…. pregandolo anche di concederci grazie spirituali, guarigione, consolazione e coraggio.
Su questo il silenzio della gerarchia è inquietante: è diventata sale insipido o volutamente non si cura delle anime e lascia che si perdano?
Fabio