Un lettore, da molti anni espatriato per lavoro nel Nord Europa, mi ha scritto il 2 aprile:
“Sono terribilmente preoccupato per mio fratello, non lavora da ottobre, vive col nostro aiuto. Ha provato a chiedere il reddito di emergenza, ma siccome è ancora dipendente, non ne ha diritto. La cassa integrazione, però, gli arriva a mozzichi e bocconi. L’ultima il 5 febbraio, 170 euro. E’ un progetto di distruzione di massa”.
Il fratello è un trentenne che risiede a Roma, e lavorava come commesso. Non ha diritto al reddito di cittadinanza in quanto formalmente “lavoratore dipendente” (il termine già fa ridere amaramente) – quindi dipende completamente dalal Cassa Integrazione, ossia dall’INPS. Di Tridico. Che non ha alcuna fretta di farlo sopravvivere.
Ovviamente sono milioni gli italiani, nostri concittadini, come lui, che l’Inps ha abbandonato. Alla fame.
Digito sul web “perché la cassa integrazione non arriva”, e balzan fuori diversi articoli. Un, dettati dall’ufficio-propaganda INPS, proclama:
Cassa integrazione: Inps velocizza il pagamento. Le novità
… il primo motivo del ritardo nei pagamenti è che i tempi sono quelli previsti dall‘Inps, oltre al fatto che si sono rallentati ulteriormente a causa della grande mole di lavoro e di pratiche da controllare che sono state venti volte superiori a quelle del 2019 negli ultimi mesi.
Un iter burocratico troppo lungo e che coinvolge troppi soggetti a partire dai datori di lavoro, commercialisti, e regioni fino ad arrivare alle sedi Inps che devono controllare l’esattezza di tutti i dati prima di autorizzare i pagamenti diretti.
Infatti l’altro problema come spiegato da Tridico che ha influito notevolmente sui tempi di erogazione dei pagamenti, è rappresentato da errori di compilazione ed omissioni di dati fondamentali da parte delle aziende.
https://www.trend-online.com/pensioni-lavoro/cassa-integrazione-inps-pagamenti/
Lo giro al mio lettore espatriato, che risponde:
“Dunque Tridico, quello che in piena emergenza si è duplicato lo stipendio con effetto retroattivo, sempre quello che, qualche giorno fa, ha espresso il desiderio di elargire il reddito di cittadinanza agli immigrati con meno di 10 anni di residenza Italia, ecco quel Tridico lì dice che la colpa, in fondo, è di chi ha compilato male le domande.
Ma vediamo le novità…la promessa di una maggiore automazione nelle autorizzazioni; una chat (una chat!!) dedicata agli utenti INPS, come hanno fatto a non pensarci prima, si chiamerà SOS CASSA INTEGRAZIONE, geniale … poi siccome sono novità di portata rivoluzionaria, si procederà piano piano, solo in alcune città, per fare dei test, la cautela è d’obbligo quando il paese collassa.
Non solo, vogliono togliere il modello S41, peccato che è con quello che mi sono accorto che a mio fratello spettavano dei soldi da parte del datore di lavoro che, dopo un po’ di “non so” e “non capisco”, ha tirato fuori dalla scrivania 4 buste paga e un arretrato di circa 300 euro.
Devono aver fatto un brain storming di navigator per partorire tutte queste scioccanti novità”.
Pochi giorni dopo mi gira un video:
E lo commenta così (anche lui ha avuto anni difficili, prima di trovare la dignità del lavoro all’estero):
“Ho pianto quando ho ascoltato, qualche ora fa. Che fa Alfredo, chiama la chat dell’INPS?
“Io ci sono passato. Io lo so cosa vuol dire. Lo so e ce l’ho ancora addosso. So cosa vuol dire spappolarsi il cervello per capire come mettere insieme qualche euro, per pensare a chi chiedere e dove andare. Io lo so cosa vuol dire umiliarsi a chiedere. So cosa vuol dire chiedere e sentirsi dare delle lezioni, anche dalla Caritas. So cosa vuol dire cominciare ad avere un altro sguardo, un’altra postura fisica, dettati dal dolore, dalla preoccupazione, dalla disperazione. Io auguro ai responsabili un Vyšinkij sulla loro strada”.
Andrej Vyšinskij fu il procuratore d’accusa principale del regime sovietico dal 1931, il “giurista” che fondò il “diritto staliniano” nei processi-farsa che si concludevano con colpo alla nuca per i condannati.
Il guaio è, caro lettore, che – come del resto sai – i Vyšinskij sono loro, li abbiamo al potere: Draghi che tace e acconsente al programma Great Reset, Speranza, Figliuolo che vaccina a manetta coi loro femminicidi Astrazeneca, Tridico che se ne frega di non far soffrire la fame ai milioni che dipendono dalla sua cassa integrazione; e ai partiti veramente di governo (PD-5 stelle) che hanno le loro urgenze e priorità: non far arrivare la Cassa Integrazione, bensì la legalizzazione della cannabis, vitto e alloggio e telefonino in albergo e crociera agli immigrati appena sbarcati, il voto ai sedicenni urgentissimo, i “diritti dei froci” da imporre a tutti gli altri, il gender insegnato nelle scuole elementari per rieducare i bambini altrui ai loro vizi, aprire i porti alle migliaid di nordafricani e clandestini, salvare Casarini dall’inchiesta sui soldi presi per soccorrere i finti naufraghi aprendo una inchiesta sul procuratore colpevole di aver ascoltato i giornalisti complici del sistema “ONG salvatrici a pagamento”; cos’altro? Ah sì, anche l’eutanasia da legalizzare, al più presto.
Tutto è più urgente che non scongiurare la fame e l’umiliazione ai cassintegrati cittadini italiani.
Sia chiaro: non mancano i soldi. Non mancano per niente, né all’INPS né ai nostri Visinskij; la BCE li sta inondando di migliaia di miliardi a tasso zero come pronto soccorso pandemico, ed ha promesso di stampare anche di più, se occorrre. Draghi, Speranza, Figliuolo, Tridico, possono spendere tutto quel che vogliono, senza obbligo di rendiconto, senza limiti e senza controllo alcuno.
E come li spendono? Tralasciamo il mezzo miliardo che il visinskij Arcuri ha sottratto ai disoccupati per acquistare i banchi a rotelle. Concentriamoci sulla priorità per cui lo Stato, in mano agli altri visinskij, spende ogni giorno senza limiti: fare tamponi. Fare tamponi per trovare “positivi al Covid”, ad una malattia che altrimenti sarebbe introvabile.
Vediamo:
Sabato 3 aprile 359.214 tamponi effettuati. Il giorno da Pasqua 250.933 tamponi . Andate a vedere le cifre, e vedrete che ogni giorno lo Stato di Speranza spende senza esitazioni per praticare fra 330 e 350 mila tamponi.
Ciscuno dei quali quanto costa? Difficile dirlo, data la ruberia in corso. Da un servizio giornalistico, ricavo questa tabella
Tampone molecolare prezzo in euro
Regione medio minimo max
Campania 64 50 82
Emilia Romagna 105 75 150
Lazio 60 60 60
Lombardia 105 70 125
Piemonte 89 70 110
Veneto 87 67 120
Immaginate se Alfredo, o il fratello “lavoratore” del mio lettore potesse ricevere non dico i 105 euro di un tampone medio in Emilia Romagna, ma i 60 del Lazio; e non tutti i giorni, m, diciamo, settimanalmente.
Insomma: il prezzo di un singolo tampone basterebbe a un cassintegrato per fare la spesa alimentare per una settimana, per sé e la famiglia. Ogni giorno, 350 mila tamponi alimenterebbero 350 mila famiglie per una settimana.
Ma loro, i Visinskij, lasciano allungare le code alle mense dei poveri – peraltro riempite da famiglie di immigrati in concorrenza coi cittadini .
Loro non vogliono sfamare i concittadini che loro stessi hanno privato del lavoro; seguono l’ideologia dei miliardari, i popoli sono superflui, consumano e inquinano troppo. Siccome non c’è in questo regime più la minima briciola, ricordo o sentore di pietà cristiana, vi domina l’anticristica indifferenza alla sofferenza degli altri, di quelli che non sono come loro ricchi di Stato. Ingozzati di stipendi pubblici.
Non c’è da aspettarsi da loro alcun soccorso ai veri bisogni, alle vere urgenze. Non cambieranno le norme sulla Cassa Integrazione per renderle più umane. Pensano, esattamente come il primo Visinskij
«Il diritto è un insieme di regole stabilite dal potere statuale in quanto potere della classe che domina la società [cioè loro] e sanzionate dal potere statuale e attuate coercitivamente con l’ausilio dell’apparato statuale al fine di tutelare, consolidare e sviluppare i rapporti e l’ordinamento vantaggiosi e favorevoli alla classe dominante.[13]»
Aspettano tranquilli, mangiando e bevendo, andando in vacanza nelle loro ville , ciò che ha preconizzato il Fondo Monetario:
Covid, FMI: “Nel 2021 verso ondata Pmi insolventi. A rischio 20 milioni di posti di lavoro”
Per il Fondo monetario internazionale è fondamentale che i governi proseguano con misure di supporto alla liquidità. Possibili ripercussioni su solidità banche
Il Rapporto stima che nel 2021 la pandemia incrementerà dal 10% al 16% la percentuale di pmi insolventi nelle 20 economie più avanzate d’Europa, dell’Asia e del Pacifico. Un aumento che potrà avere un impatto simile all’ondata di liquidazioni a cui si è assistito nei 5 anni successivi alla crisi finanziaria mondiale del 2008 con la differenza che avverrà in un arco temporale molto più breve. Dal momento che oltre il 10% dei lavoratori sono impiegati in piccole e medie imprese quest’ondata di fallimenti potrebbe mettere a rischio 20 milioni di posti lavoro,
le ripercussioni della crisi sulle banche. L’aumento di pmi insolventi potrebbe, infatti, provocare fallimenti e, di conseguenza, con la cancellazione di debiti importanti, minare il capitale delle banche. Nei paesi più duramente colpiti dall’emergenza sanitaria – soprattutto nel sud dell’Europa – molti istituti bancari potrebbero vedere il coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 (CET1), indicatore che esprime la solidità di un istituto bancario, scendere di oltre 2 punti percentuali. Le banche più piccole potrebbero essere colpite in maniera più forte dal momento che, in molti casi, sono specializzate in prestiti alle piccole imprese. Il Fmi stima che un quarto di esse potrebbero subire una perdita di almeno 3 punti percentuali nei loro coefficienti patrimoniali, mentre il 10% potrebbe dover far fronte a un calo anche maggiore di almeno 7 punti percentuali.
Rispetto alle crisi precedenti per il Fmi appare dunque chiara la necessità di un supporto governativo.
Scusate, ma almeno Giorgietti, Salvini, almeno una interrogazione? Questa è la coda a Milano per un pasto alla vigilia di Pasqua:
blob:https://video.ilsecoloxix.it/482242ac-0437-41ad-8908-9d22031834a6
Commento di un consulente del lavoro, ben accetto:
Buongiorno Direttore,
a conclusione del Suo articolo vorrei solo segnalarLe che non è un problema di oggi; è un problema strutturale al quale il Covid ha fatto solo calare la maschera.
Come Ordine dei Consulenti del Lavoro più volte è stata chiesta una piattaforma unica per la cassa integrazione che coinvolgesse tutti i settori (industria, terziario, artigianato e Cig in deroga) e snellisse l’iter procedurale. NULLA.
Tutti i soggetti, sindacati compresi, volevano essere coinvolti a costo di “appesantire” le tempistiche, e su questo non imputo una colpa diretta ai funzionari dell’INPS. Anzi, in primis, accuso le associazioni di categorie, bravissime nell’organizzare “round table” al Lions o Rotary, ma incapaci di tutelare i piccoli imprenditori che le danno da vivere.
Finché rimarremo con la mentalità di subumani che pensano solo al loro “orticello”, come se il resto del mondo non esistesse, questi sono i risultati.
Quindi, dissento dal titolo “la dittatura che affama”; non c’è nessuna dittatura….lo cambi magari in “la stupidità che affama”.
Un abbraccio.
Belloni Dott. Carlo Alberto
Ordine dei Consulenti del Lavoro di Padova
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