Esiste una relazione complessa fra gli “spontanei disordini” filo-britannici ad Hong Kong; la tentata scalata aggressiva della Borsa di Hong Kong a quella inglese, London Stock Exchange; la proposta del governatore della Banca d’Inghilterra Max Carney, avanzata il 26 agosto scorso ai banchieri centrali riuniti a Jackson Hole, di lanciare “una valuta egemone sintetica” (ossia un paniere di varie valute digitali sostenute dalle banche centrali) in sostituzione del dollaro ormai al tramonto come valuta globale, preferibile ai rischi di transizione “verso un’altra valuta egemonica come il Renminbi” – c’è una relazione fra tutti questi eventi, e l’intensa, organizzata e costante “campagna-simpatia” che la famiglia Rotschild sta conducendo in Cina, per inserirsi e cavalcare la potenza egemone prossima ventura dopo l’impero britannico prosciugato e l’impero americano esaurito.
I Rotschild si sono mossi per tempo, se il loro sito destinato ai clienti cinesi vanta di poter far risalire “i primi contatti al 1830” (tacendo pudicamente del Business dell’Oppio) e di aver ristabilito le relazioni “dopo il 1953”: il che testimonierebbe di una capacità di preveggenza preternaturale, visto che quello fu l’anno della collettivizzazione totale maoista, e l’utilità dei servizi della Casa, specializzata nella gestione di patrimoni privati non era minimamente immaginabile.
Veniamo a tempi più vicini. Il 6 giugno 2011, nella Nationak School of Development (università privata di Pechino) si sono presentai agli studenti e al pubblico Sir Evelyn Rotschild, presidente della NM Rotschild & Sons, consulente finanziario della regina ed ex governatore della London School of Economics nonché proprietario dell’influentissimo Economist, e la di lui consorte, Lady Lynn Forester de Rotschild .
Il tema era: le imprese a conduzione familiare (sic). Si Evelyn, settimo discendente della famiglia, ha ricordato come il capostipite, nella Francoforte del 18 mo secolo, spedì i quattro fratelli a Vienna, Londra, Napoli e Parigi, onde costituire la potente rete che tutti conosciamo. Tale prodigiosa durata di una azienda familiare (non quotata) è dovuta, ha spiegato, al fatto che “gli affari di famiglia erano quelli di una comunità o una confraternita, dove le persone si dedicano alla cura e all’aiuto reciproco. Gli individui devono sempre essere consapevoli della propria identità come parte di un gruppo”. Come del resto iscritto nel motto della famiglia, che Sir Evelyn s’è degnato di condividere coi cinesi: “Concordia, Integritas, Industria” (in latino)
Lady Rotschild ha raccontato che “ quando ha ottenuto il suo primo lavoro, il suo obiettivo era quello di guadagnare quaranta milioni di dollari. Ma il suo datore di lavoro (tale Bill Gates) le ha dato il migliore dei consigli: “Comincia con un sogno, una visione, e perseguila ogni giorno. I 40 milioni di dollari prenderanno cura di sé stessi” – come infatti è avvenuto”.
Gli astanti erano rapiti. Cinesi ricchi e figli di ricchi, assetati di apprendere i segreti di tanto mitica ricchezza, erano informati ed entusiasti delle innovazioni finanziarie e speculative che i Rotschild hanno portato in Cina: nel 2008, la Compagnie Financiere Edmond de Rothschild, il ramo francese, era sul punto di assicurarsi investimenti della Banca della Cina per 2,3 miliardi di yuan (336 milioni di dollari USA), ma non ha ottenuto l’approvazione dal governo cinese. Nel 2011, la filiale britannica Rothschild Partners ha istituito uno dei primi fondi di private equity in Cina per raccogliere renminbi nel paese e investirlo all’estero, con l’obiettivo di accumulare 750 milioni di dollari nel suo primo anno.
Quasi tutti del resto avevano letto un best-seller sulle imprese, astuzie e invenzioni finanziarie dei Rotschild, “Currency Wars” (2007), di cui è autore Song Hongbing, un cino-americano (vive negli USA dal 1994) che fra l’altro attribuisce alla dinastia cinque miliardi di dollari : 600 mila copie vendute i poche settimane. Letto dagli arricchiti ed anche dai membri del Comitato Centrale.
Quando uscì il libro (molto romanzato) John Benjamin, esponente della comunità britannica, dichiarò al Financial Times che temeva che l’opera diffondesse “la teoria del complotto antisemita nell’economia emergente più importante del mondo”.
Non poteva sbagliarsi di più: i nuovi milionari cinesi vogliono imparare dai successi dei Rotschild, e in generale degli ebrei nella finanza, che ammirano perdutamente. A tal punto che Song Hongbing, cavalcando l’onda del best-seller, ha pubblicato altri cinque libri , intitolati: “Come vincono gli ebrei?”, “Bibbia del Business Ebraico”, “Insegnamenti ebraici nel commercio”; “La saggezza degli uomini d’affari ebrei”. L’autore ha quasi due milioni di followers sul SINA Web
Numerosi imitatori hanno prodotto volumi con titoli come “The Legend of Jewish Wealth”, “Jewish Family Education” e “The Illustrated Jewish Wisdom Book” . Un tale Han Bing, ha scritto un manuale di auto-aiuto psicologico, che ha titolato “Crack the Talmud”: ebrei e cinesi, ha dichiarato a Newsweek, sono molto simili – ammettendo subito dopo di non aver mai visto un ebreo in vita sua.
La passione dei neo-ricchi cinesi per i Rotschild ha dato il destro a un britannico che si faceva chiamare Oliver Rotschild di farsi ricevere dall’università Tsinghua nel 2016, e tenervi conferenze retribuite, facendo credere al decano di essere “uno dei successori” nonché ex capo dell’UNICEF. La vera famiglia Rotschild ha dovuto smentire ufficialmente che l’individuo fosse un parente.
Ancor più significativa la vera infatuazione dei nuovi ricchi per il Chateau Lafite, che va a ruba – anche al costo di 10 mila dollari la bottiglia – per il solo fatto che ha scritto sull’etichetta: “Barons de Rotschild”. Secondo l’agenzia Xinhua, le bottiglie vendute in Cina con quel nome sono in massima parte false, perché i dati delle vendite nel 2011 nella sola provincia dello Zhejiang superavano la produzione totale di quell’anno.
Che dire? Resta da lumeggiare la figura di Lady Lynn Forester de Rotschild, che è attivissima – vera punta avanzata – nella campagna di inserimento dei Rotschild in Cina. E’ anche l’amica più intima dei Clinton – al punto che quando sposò Evelyn la coppia fu invitata a passare la luna di miele alla Casa Bianca – massima finanziatrice e raccoglitrice di fondi per la campagna di Hillary, nonché ospite frequente del Lolita Express ed intima del (forse) defunto Epstein. Ma questo richiede un articolo a parte.