Giorni fa abbiamo saputo che:
“Il Ministro nella sanità autorizza la somministrazione, a carico del servizio sanitario nazionale, del farmaco che blocca la pubertà nei bambini”.
Il Governo del cambiamento. Di sesso” (citazione RadioSpada)
Non è stata abbastanza notata questa circostanza: solo pochi i giorni prima la ministra della sanità la Grillo, laureata in MEDICINA LEGALE a Catania, aveva inserito ai vertici del Consiglio Superiore di Sanità – organo che definisce le strategie generali per la salute – due individui che dirigono l’Associazione Luca Coscioni: il gruppo radicale che promuove l’eutanasia. Sono Fabrizio Strarace e Giulio Cossu, di cui l’organizzazione radicale dà le bio:
La Biografia di Fabrizio Starace
La Biografia di Giulio Cossu
L’associazione Luca Coscioni eutanasica se ne vantava nel suo sito https://www.associazionelucacoscioni.it/notizie/comunicati/incontro-ministra-giulia-grillo/ sito:
Ringraziamo la Ministra per l’attenzione ai contributi che, anche individualmente, alcuni suoi dirigenti storici offrono da tempo al progresso scientifico e al dibattito pubblico, attenzione che le ha fatto nominare Giulio Cossu e Fabrizio Starace, rispettivamente Consigliere Generale e membro di Direzione dell’Associazione dichiara l’Avvocato Filomena Gallo.
“Nel lungo incontro – prosegue il comunicato – sono state condivise anche le riforme necessarie in materia di libertà di ricerca e autodeterminazione, per:
- Evitare ulteriori infrazioni europee relativamente all’eterologa;
- Prevedere un decreto per destinare alla ricerca gli embrioni non idonei per una gravidanza, in risposta alla decisione del 2016 della Corte Costituzionale
- Una piena applicazione della legge 194 relativa all’interruzione volontaria di gravidanza;
- L’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza includendo anche le indagini pre-impianto, fecondazione eterologa, riduzione del danno da stupefacenti.
- L’aggiornamento del cosiddetto nomenclatore tariffario degli ausili e delle protesi;
- La liberalizzazione della produzione di cannabis terapeutica e degli studi sulle sostanze controllate”.
Quindi apprendiamo che la Grillo non solo ha “condiviso” – ma reso programma dello Stato – l’intero aberrante programma di dissoluzione anti-umana del partito radicale: dall’utero in affitto alla legalizzazione delle droghe (eufemisticamente “riduzione del danno”), dall’uso senza limiti dei feti umani per la “ricerca scientifica” (nota) alla libertà “terapeutica” della cannabis, alla piena adesione alle direttive eurocratiche che impongono la fecondazione eterologa ( con la quale donne sempre più vecchie si fanno fecondare da sperma di donatori estranei, e la difficile loro gravidanza viene “medicalmente assistita”), eccetera.
Ora, uno potrebbe domandare se l’elettorato grillino è consapevole che, votando 5 Stelle, ha dato il potere sulla Sanità ai fanatici militanti del partito di Pannella; perché allora non votare direttamente i radicali? Ma soprattutto: fino a che punto la Grillo di Catania laureata in legge è succube di costoro?
Vediamo: l’esultante annuncio della “Luca Coscioni” per essersi infiltrata nel Consiglio Superiore e nella testa della Grillo è datata il 6 febbraio. La “direttiva” che mette a carico del sistema sanitario, ossia di tutti noi contribuenti, il farmaco di ritardo della pubertà, è pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale il 28 febbraio. Bisogna riconoscere che hanno fatto presto, i radicali messi ai vertici dalla Grillo, a provvedere “all’aggiornamento del nomenclatore tariffario”: in modo da mettere a disposizione gratis questo “farmaco” della promozione del trans gender – promozione attivata con la propaganda di ogni genere, fra cui le immagini della “collezione di moda” per bambini che abbiamo pubblicato: vestitini per bambini malati, per bambini in ospedale, per bambini morti e di cui si desidera la morte.
Tanto presto da stupire anche la società che distribuisce il farmaco, Ferring SpA, che attraverso un suo portavoce ci ha tenuto a comunicare: “Non siamo stati noi a fare pressione”. Ma certo che no, i radicali fanno tutto da sé; inserendosi in posti di potere cruciali a cui non hanno diritto in base ai voti che prendono. Si chiama entrismo ed è la loro strategia da sempre. Si infiltrano, come parassiti ideologici, in partiti più votati del loro, per far avanzare i loro programmi letali, per poi abbandonarli risecchiti come gusci svuotati risucchiati: il più tipico caso , Benedetto Della Vedova apparso inopinatamente a fianco del politico Gianfranco Fini. Adesso Fini non esiste più, è giustamente defunto con disonore, e il suo consigliere radicale Benedetto è emigrato presso altri lidi, politicamente più vivo che mai: passato al governo Monti, è sopravvissuto anche a Monti, unendosi a Renzi e diventando addirittura sottosegretario sotto Gentiloni. Ma potremmo citare anche i Taradash nella compagine di Berlusconi e delle sue escort. Possono cambiare partito e governo, perché il loro programma è sempre quello: quello che la Grillo ha abbracciato – fino a quando, risecchito anche i 5 Stelle come guscio vuoto, passeranno ad altro parassitato.
Ma non distraiamoci dal farmaco ferma-pubertà . Passato dalla Grillo a totale carico del servizio sanitario con tanta urgenza: ci sarebbe da chiedere ai grillini, Beppe Grillo e ministra Grillo, è proprio questo ciò di cui l’Italia ha tanto urgente bisogno?
La popolazione italiana l’ha chiesto? Dove? Nella piattaforma Rousseau?
Naturalmente i grillini vanno dritti per la loro strada, obbediscono ai loro fanatismi ideologici – e quindi non avranno letto le messe in guardia dei medici, pediatri e psichiatri. La triptorelina è una delle loro TAV, per così dire.
Ma questo è il meno: La Verità di Belpietro – aveva appena titolato che “la Chiesa tace” su questo farmaco di preparazione ai trans.
Ingenuo Belpietro. invece, “la Chiesa” ha parlato.
Attraverso l’agenzia ufficiale del Vaticano, Vatican News. E come ha parlato? “Ha aperto all’uso del farmaco”
Triptorelina: Palazzani, somministrazione con prudenza e valutazione caso per caso
Il farmaco che può bloccare o ritardare la pubertà in Italia potrà essere prescritto a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale. Intervista di Vatican News con Laura Palazzani, vice presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica e membro corrispondente della Pontificia Accademia per la Vita. “…Solo in casi molto circoscritti, con prudenza, con una valutazione caso per caso”. Così Laura Palazzani, vice presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica .
Certo, “valutare caso per caso”, è ovvio. E’ la dottrina del “discernimento” tanto avanzata da Bergoglio. Comunione ai divorziati riposati? Discernimento; ossia sì, “caso per caso”. Ci sembra di ricordare anche che “Francesco” fu scontento quando gli si presentarono gli allievi di un seminario pieno di vocazioni: troppe vocazioni, vuol dire che in questo seminario manca il discernimento.
A forza di discernimento, si può andare molto lontano: anche alla Caritas che fa donazioni al nigeriano che ha violentato, ucciso e fatto a pezzi (mentre era ancora viva) la povera Pamela.
http://www.imolaoggi.it/2019/03/07/perche-oseghale-riceve-donazioni-in-carcere-dalla-caritas/
L’Accademia per la Vita in versione bergogliana è riuscita persino a prevenire i desideri dei radicali che la Grillo ha insediato nel Consiglio Superiore. Avrete visto che la “Luca Coscioni” vuole dalla ministra “un decreto per destinare alla ricerca gli embrioni non idonei per una gravidanza”. Ora, l’amico Paolo Gulisano informa che i vaccini “contro morbillo, parotite, rosolia e Varicella” che vengono iniettati ai nostri bambini, sono ricavati dalle linee cellulari di feti abortiti. Per la precisione due feti, “Una femmina svedese abortita nel 1962 e un maschietto inglese nel 1966. Dai loro polmoni sono stati estratti fibroblasti (cellule del tessuto connettivo) che hanno composto le linee cellulari WI-38 e MRC-5, tuttora utilizzate. Sono i terreni di coltura che rendono i virus adatti a essere inseriti nei vaccini. Ovviamente “sono servite decine di altre piccole vittime per arrivare” a mettere a punto i vaccini. Ebbene: “”La Pontificia Accademia per la vita, istituita da san Giovanni Paolo II nel 1994, si pronunciò sui vaccini ricavati da cellule fetali con un documento del 2005. Il documento dell’Accademia per la Vita parlava “di vera e illecita cooperazione al male”, e invitava i cittadini ad opporsi con l’obiezione di coscienza, e a fare pressioni sulle aziende perché progettassero linee cellulari alternative”.
Ebbene, scrive Gulisano: “Tredici anni dopo, la Chiesa ha fatto un netto dietrofront. La (nuova) Pontificia Accademia (diretta da monsignor Paglia ) ha cambiato idea, grazie ai nuovi consulenti introdotti in anni recenti, molti dei quali dichiaratamente agnostici o atei, ed è diventata possibilista e tollerante. Si sostiene che nel passato i vaccini “possono essere stati preparati da cellule provenienti da feti umani abortiti, ma al momento le linee cellulari utilizzate sono molto distanti dagli aborti originali”. Dunque la neo-Chiesa ha già “aperto” anche alle ulteriori sperimentazioni pretese dai radicali.
Da qui in poi, temiamo che la Chiesa di Bergoglio stia sul piano inclinato: Eutanasia? Solo in casi circoscritti, con prudenza, caso per caso. Cannibalismo rituale? Discernere caso da caso.
A forza di discernimento “caso per caso” – sarà un caso se la gerarchia vaticana è piena di sodomiti che fanno rete e comandano secondo le loro pulsioni?
Si vorrebbe pensare ad un caso di infiltrazione della gerarchia come ci sono nel partito della Grillo – ma certo gli elogi pubblici che El Papa ha tributato a Pannella e Bonino non possono non averla facilitata: fior di monsignori si sono precipitati a dichiarare la loro adesione ai principi pannelliani e sorosiani, dall’europeismo alla ostilità militante verso il pur discutibile governo in carica. Il punto è che queste ingerenze politicanti, in una Chiesa così profondamente scossa nella sua moralità, non vengono ben accolte. Quando la Conferenza Episcopale italiana ha voluto diffondere una dichiarazione in cui valuta che il Redito di Cittadinanza può creare dei cittadini “parassiti dello Stato” – ha suscitato nei blogger reazioni tipo: “Parassiti? Senti chi parla”. “Chi più parassiti dei vescovi? Sono mantenuti dall’8 per mille e non hanno mai lavorato in vita loro”. “Parlano quelli che vivono nel lusso più sfrenato, non pagano l’Ici, intascano l’8 per mille e che una volta in pensione li paghiamo noi…!”.
La CEI avrebbe fatto meglio evitare la parola “parassita”. La percezione dei sacerdoti , e specialmente i vescovi, come parassiti, sembra purtroppo alquanto diffusa in una società che rifiuta l’orizzonte della religione e non capisce più “a cosa servono” i preti, e perché deve “mantenerli”. Ha fatto breccia la convinzione che la Caritas abbia troppo lucrato nel “business dell’accoglienza” e l’ostilità di certo clero a Salvini sia dovuta alla perdita del lucro. Né la Chiesa ”in uscita” di Bergoglio, di manica larga verso la morale (anche dei suoi membri sodomiti) sembra aver aumentato la simpatia fra questa opinione pubblica. La narrativa sulla “pedofilia”, amplificata da media e giudici, sta facendo crescere una ostilità che forse presto si trarrà in azioni ostili – le quali colpiranno più facilmente i preti buoni e fedeli.
Lo fa temere il fatto che in tutta Europa crescono gli atti vandalici e di devastazione contro le chiese e gli atti sacrileghi contro tabernacoli, statue sacre, calici, reliquie: “vere e proprie devastazioni del culto cattolico in quanto tali” in cui le videocamere rilevano l’agire di “immigrati” mossi da odio islamico o semplicemente anti-cristiano; ma troppo si tace sul movente che sembra essere la moda del satanismo giovanile, quando “Le tracce non portano dritte a sette sataniche che operano in maniera mirata”. Un politico francese ha parlato di azioni ispirate ad una generica “cristianofobia” .
http://www.iltimone.org/news-timone/crescono-in-europa-gli-atti-vandalici-contro-le-ch/
La condanna come pedofilo del cardinal Pell in Australia, quasi certamente effetto di una concertata volontà di persecutoria dall’alto, è già dimenticata. L’altro giorno è stata la volta del cardinale di Lione, Philippe Barbarin, 68 anni, condannato a sei mesi (pena sospesa) per “pedofilia” di un altro: un padre Bernard Preynat che avrebbe abusato di minori fra gli anni ’70 ed ’80, una quarantina di anni fa, e molto prima che monsignor Barbarin fosse arcivescovo di Lione, e che peraltro erano stati già passati in tribunale, senza alcuna condanna definitiva.
Il punto è che sulle colpe d’omissione del cardinale ha girato in fretta e in furia un film un regista noto, e noto militante omosessuale, Francois Ozon; il film, “grace à Dieu” (titolo schernitore per una frase maldestra che avrebbe detto monsignor Barbarin : “Grazie a Dio, i reati [di mancata denuncia] sono in gran parte prescritti”) visto da centinaia di migliaia di francesi nei giorni del processo al cardinale, e molto discusso e pubblicizzato dai media, ha pesato molto sulla condanna.
“una lapidazione mediatico-giudiziaria nel disprezzo di tutte le regole del diritto: da vomitare”, ha scritto il direttore del sito cattolico Le Salon Beige, Guillaume de Thieulloy. Per lui, è una vendetta della lobby omosessuale: al contrario di altri prelati che si son taciuti, il cardinale Barbarin ha preso posizione contro la legge Taubira del 2013 – nozze gay – prendendo le difese del matrimonio cristiano, e mobilitando i cattolici in giornate di preghiera.
Quando l’Assemblea ha varato la legge, l’arcivescovo di Lione ha scritto ai cattolici della diocesi: “Il Signore non ci ha detto che avremmo vinto; ci ha solo lasciato la sua ultima consegna: “Mi sarete testimoni”. Noi abbiamo dato una testimonianza, e il messaggio è stato ben compreso: “Alla Francia non occorre questa legge. Voi ne avete il potere, ma non ne avete il diritto. E’ una menzogna che avrà conseguenze gravi”.
Ora, non sembra di aver ascoltato propositi chiari dai cardinali italiani, ricchi invece di consigli su “Più Europa”, rimproveri al ministro “razzista” che nega l’accoglienza agli immigrati e giudizi contro reddito di cittadinanza. L’apertura della Chiesa verso i vizi del secolo non riduce per nulla l’odio verso il cattolicesimo, e quel che di sano vi resta la persecuzione si fa più virulenta. “Bisogna che ci prepariamo a tempi difficili”; dice il direttore di Salon Beige, “tempi in cui la professione della nostra fede ci guadagna ogni sorta di affronto. Ma una cosa è sicura: questa loro società oputrefatta è ancora più vermonosa dell’impero di Nerone. Non ha più figli, non ha più avvenire. Sono morti in piedi. Non so se vinceremo noi, ma loro hanno già perso”.
Non “noi”, ma come ci è stato promesso, “il mio cuore immacolato trionferà”.