I miliardari stanno puntando miliardi a decine sulla Intelligenza Artificiale, per uno scopo sostiuire con essa i lavoratori qualificati e semi-intellettuali, onde risparmiare i loro stipendi. E per questo stanno impiegando mostruose quantità di energia, che produce calore e CO2, quel cCO2 che a noi impongono di ridurre; per noi la dittatura Green ed ecologica, per loro immani consumi energetici.
Spendono decine di miliardi anche qui; preferiscono spendere in questo tentativo invece che in salari e stipendi: una scelta anticristica.
E stanno per arrivare al punto per cui i loro immani sistemi per la AI possono risucchiare di colpo l’elettricità di casa nostra.
La situazione è ben riassunta in un nuovo rapporto intitolato ” The US Needs a Bigger (Energy) Boat: Putting The Sheer Magnitude of Forecasted Energy Demand into Perspective “, di Pickering Energy Partners. Ecco alcuni potenti estratti (enfasi aggiunta):
Dalla tabella si vdee che la AI sostituirà il 50% dei lavori bancari, il 40 per cento degli impiegati assicurativi, e così via
[I] nostri decisori politici potrebbero sottovalutare un aspetto cruciale dell’IA, vale a dire, l’aumento previsto del consumo di elettricità e della domanda che essa determinerà, , considerando anche che India e Cina mostrano tassi di distribuzione dell’IA molto più elevati. La nostra ricerca suggerisce che l’IA potrebbe prudentemente raddoppiare l’attuale consumo di elettricità negli Stati Uniti a circa 8,4 trilioni di kilowattora.
Se non preparata e gestita in modo efficace, questa impennata della domanda potrebbe mettere a dura prova le nostre risorse energetiche nazionali, portando potenzialmente a scarsità di elettricità, aumento dei costi negli Stati Uniti, maggiore volatilità geopolitica in tutto il mondo e, in ultima analisi, all’incapacità degli Stati Uniti di guidare l’evoluzione dell’intelligenza artificiale.
Gli Stati Uniti non sono solo un attore nel settore dei data center mondiali: siamo la forza dominante nel panorama globale …, esistevano quasi 5.400 data center in cinquantuno stati degli Stati Uniti. Il secondo più vicino è la Germania, che ne ha circa un decimo. Il numero di data center negli Stati Uniti è quasi 12 volte superiore a quello della Cina, una chiara testimonianza della portata e dell’importanza del settore dei data center negli Stati Uniti e del nostro impegno a rimanere economicamente competitivi sulla scena globale nel prossimo secolo.
È inoltre fondamentale sottolineare che, come illustra il grafico sopra, la maggior parte dell’attività di IA negli Stati Uniti è a livello esplorativo (il tasso di esplorazione dell’IA negli Stati Uniti è del 43% rispetto al tasso di distribuzione del 25%), il che significa che il settore è ancora relativamente agli inizi , soprattutto perché, come accennato in precedenza, abbiamo sostanzialmente più data center di qualsiasi altro paese al mondo. McKinsey nota anche che “il 2023 è stato l’anno in cui il mondo ha scoperto la genAI… il 2024 è l’anno in cui le organizzazioni e imprese hanno veramente iniziato a utilizzare e a ricavare valore da questa nuova tecnologia”.
I data center gestiti da Amazon, Microsoft e Google regnano sovrani, rappresentando collettivamente oltre la metà di tutti questi centri. L’anno scorso, Amazon e Google sono stati in prima linea, aprendo la maggior parte dei nuovi data center negli Stati Uniti. Anche se sono terzi, Microsoft vanta una rete che “collega più di 60 regioni di data center, 200 data center, 190 punti di presenza e oltre 175.000 miglia di fibra terrestre e sottomarina in tutto il mondo, che si collega al resto di Internet in punti strategici di presenza globali10″. Centosettantacinquemila miglia di fibra sembrano tante, e lo sono. La circonferenza della Terra all’equatore è appena un tantino sotto le 25.000 miglia, quindi la rete di data center al terzo posto rappresenta abbastanza fibra per avvolgere l’equatore terrestre sette volte…
(E tutto per tagliare gli stipendi ai bancari, ndr).
Per mettere in contesto la domanda prevista, si consideri questo: uno studio recente del MIT ha scoperto che un singolo data center consuma elettricità equivalente a 50.000 case. Le stime indicano che Microsoft, Amazon e Google gestiscono circa 600 data center negli Stati Uniti oggi…
Si sostiene nella ideologia green che entro il 2030 l’80% delle fonti di energia rinnovabile soddisferà la domanda di elettricità. Per fare un paragone, gli Stati Uniti hanno generato circa 240 miliardi di kilowattora di energia solare e 425 miliardi di kilowattora di energia eolica, per un totale di 665 miliardi di kilowattora nel 2023. Supponendo una suddivisione 50/50 tra energia eolica e solare, tale scenario implica che, per soddisfare la domanda di elettricità degli Stati Uniti che faciliti adeguatamente la competitività dell’IA, l’energia eolica e quella solare dovranno generare circa 3,4 trilioni di kilowattora di elettricità ciascuna. Si tratta di un aumento di oltre dieci volte nei prossimi cinque anni. L’EIA sottolinea che l’aggiunta di capacità di generazione elettrica su scala industriale pianificata dagli Stati Uniti nel 2023 includeva 29 milioni di kilowattora di energia solare (il 54% del totale) e 6 milioni di kilowattora di energia eolica (l’11% del totale), che impallidisce in confronto alla quantità stimata richiesta.
Diventa molto più chiaro; le energie rinnovabili non possono nemmeno iniziare a fornire l’energia necessaria per i data center AI .
Solo i combustibili fossili e il nucleare possono coprire il fabbisogno. È semplice. L’AI non è qualcosa cui le élite globali rinunceranno. Hanno avuto una bella corsa con il Big Green Grift, ma quei giorni stanno gradualmente (forse non così gradualmente) giungendo al termine, poiché la domanda di energia per alimentare l’AI impone una riconsiderazione.
Sì, la retorica Green probabilmente sopravviverà per un bel po’ di tempo, per uso alle plebi, ma la realtà è che l’intelligenza artificiale è la prossima grande novità, ha bisogno di un’enorme quantità di energia e le élite che vi hanno investito non non vi rinunceranno . La realtà si avvicina rapidamente e coinvolge molti combustibili fossili e molto nucleare.
E accadrà che un giorno le loro titaniche batterie di computer, che tra l’altro devono essere raffreddate con fiumi d’acqua, per un aumento imprevisto del loro bisogno, si prenderanno la luce delle nostre lampade – e frigoriferi e tv…
Pensate che toccherà anche a noi?
Nel Vercellese dove fin dal 1600 si coltiva circa il 50% di tutta la produzione italiana di riso, la banca d’affari americana Morgan Stanley insieme ad altre multinazionali estere, sta facendo ESPROPRIARE tutti i campi di RISO per fare campi di pannelli FOTOVOLTAICI! Nell’assordante SILENZIO DI TUTTI e con la criminale complicità del Governo e di tutte le forze politiche!