Milano 5 Maggio – Sono una quarantina in città i palazzi occupati dai centri sociali, emuli del Leoncavallo.
Un business appetibile, quello del “divertimentificio” abusivo in stile via Watteau: che pochi conoscono, e a cui si è affiancato da poco quello della ristorazione e dello “studentato”.
Utenze (luce e gas) a carico del Comune, scontrini inesistenti, bar, discoteca, sala da concerti, sale prove, palestre, albergo, il tutto è esentasse. E infine la beffa e l’affare per chi occupa: l’immobile occupato verrà infine acquistato (a spese dei milanesi) dalla giunta compiacente (quella di Pisapia) e dato in comodato gratuito agli occupanti. Che lo gestiranno per sempre esentasse, incassando gli introiti in nero. E’ il business dei centri sociali.
Il caso Loencavallo ha fatto da volano a una trentina di occupazioni in città, che si stanno moltiplicando man mano che “l’affaire Leonka” si avvicinerà alla sua poca nobile conclusione: perché dietro a ogni occupazione abusiva si nasconde un business miliardario, per gli occupanti, e nuove tasse, per i milanesi.
E’ un fatturato di tutto rispetto quello dei centri sociali che, si calcola, frutta agli occupanti un rispettabile introito, valutato circa 20.000 euro a week end, rigorosamente in nero, tra pranzi, chupito, aperitivi, concerti, ristorazione e alloggio.
Perché il giovane emarginato, il rappomane sfigato, il “ggiovane tatuatissimo”, il clandestino, lo studente fuori corso, il giramondo no global consumano. E rappresentano un colossale affare per l’imprenditore antagonista No Tav: perchè al centro sociale tutto ha un prezzo. Ascoltare musica rap, ballare, suonare nelle sale prove, esercitarsi in palestra, boxare, bere nei bar, alloggiare nelle case albergo per studenti, tutto ha un costo. Niente Siae, niente biglietti, niente fatture: si entra con una ” offerta libera”. Tutto è low cost, ma gli incassi sono da capogiro. Ne sanno qualcosa gli imprenditori della notte del Cantiere, le nave scuola del vandalismo e dell’antagonismo dei black block chic, che girano ormai in Mercedes e ostentano Rolex da Costa Smeralda.
I fighetti del Cantiere, tutti nobili cadetti dei più prestigiosi licei privati milanesi, gestiscono un giro di concerti (abusivi e senza pagare la Siae) di tutto rispetto in concorrenza con il Leoncavallo, con un giro di affari di migliaia di euro. La gara ad accaparrarsi il business della movida del popolo antagonista tra Lambretta, Cantiere, Zam, centri sociali anarchici, Leoncavallo dura da anni ma è noto solo agli addetti ai lavori: il monopolio da scalzare era il Leoncavallo, un ritrovo cult della intellighenzia radical chic.
Niente scontrini, niente Siae, niente biglietti, niente fatture, in una zona franca dove le Forze dell’ordine non potevano entrare. Poi, il voto di scambio con Pisapia, a cui hanno garantito l’elezione. Sono stati dapprima gli imprenditori del Cantiere a far concorrenza al Leoncavallo,e inventare il restaurant à la carte nella sala mensa di viale Monterosa: Una iniziativa commerciale subito copiata dagli antagonisti del Lambretta e dello Zam, che avevano aperto nelle villette di viale Romagna, ora disoccupate, e in via Santa Croce, dei “restaurant a la carte”. Il modello ? Una discoteca senza limiti di orario, una tavola calda con vini della casa, lasagne, tortelloni e lo spaccio di torte alla cannabis per gli studenti liceali, il targhet mirato..
I fatturati di tutto rispetto hanno moltiplicato le occupazioni: gli “osti” alternativi e antagonisti cercano di imitare gli imprenditori della notte che hanno reso grande (nel fatturato) il Leoncavallo: la formula vincente è una sola. Uno stabile fatiscente di una immobiliare viene occupato, dopo una “dritta” ricevuta da una gola profonda della Giunta di Pisapia. A volte lo stabile è di un costruttore edile da “ammorbidire”, vedi Ligresti, a volte un imprenditore radical chic amico. I centri sociali funzionano così sia da Volante Rossa per “punire ” i palazzinari ostili al comandero Pisapia, oppure da volano per le nuove imprenditorialità illegali e abusive. Gli imprenditori antagonisti della notte sanno che alla fine la giunta Pisapia, come voto di scambio, acquisterà lo stabile occupato dai legittimi proprietari, ai quali offrirà aree appetibili da ristrutturare o da edificare. E’ successo con gli imprenditori radical chic Cabassi, ma può succedere ancora.
E’ un business colossale in quando la gestione di una sala prove, di un ristorante, di un piano bar, di una discoteca, di una sala da concerto o una palestra è totalmente esentasse, se avviene in un centro occupato. La Guardia di Finanza non entra mai nei centri sociali, che sono diventati una vera e propria catena illegale del divertimento notturno. Il business è il monopolio della movida selvaggia e dello sballo: musica, cocaina, cannabis, alle quali si aggiungono palestre, sale di tatoo e, recentemente, gli alloggi per studenti in case occupate.
Se ne stanno occupando gli “imprenditori” di Casa Loca e del Cantiere: il business degli studenti fuori corso è davvero appetibile.
Gli scontri del primo maggio si spiegano anche con motivazioni poco nobili e più commerciali: i centri sociali hanno voluto ricordare alla giunta Pisapia e al Pd che sono loro, le nuove coop rosse, a controllare le notti di Milano (e migliaia di voti). Insieme alla ‘ndrangheta e al fondamentalismo islamico dei Fratelli Musulmani, i centri sociali controllano la movida selvaggia e lo sballo. Concerti , palestre, alloggi, tutto ruota intorno ai palazzi occupati, un appetibile business: e tutto , ovviamente, a spese dei milanesi che si accolleranno gli oneri di acquisto degli stabili occupati.
I CENTRI SOCIALI CHE FANNO BUSINESS A MILANO
1-Cascina autogestita Torchiera, p,le Cimitero Maggiore 18: concerti e pranzi. (con regolare contratto di affitto)
2-Cox 18, via Conchetta 18, concerti, pranzi, bar, dibattiti, cinema.
3.Leoncavallo – via Watteau 7, concerti , ristorante, mostre, palestre
4-casa Loca , viale Sarca 183, concerti , bar.
5- casa Loca, appartamenti occupati in via san Gallo 5 (foresteria)
6 –villa Litta Okkupata, via Litta Modignani 66 (foresteria)
7- centro sociale Micene, via Micene 4 (organizzazione occupazioni e assegnazione di alloggi)
8- adrenaline. Viale Gorizia 28 ( bar)
9- ciurma de Nautilus, via Erodoto 16
10- gruppi punkabbestia, via Valvassori Peroni (alloggi foresteria universitaria)
11- Nazi Femen, via dei Transiti 28 (bar)
12-panetteria occupata, via Conte Rosso 20 (bar)
13 -circolo Malfattori, via Torricelli 19 (bar)
14- punkabbestia, anarchici, No tav, via Emilio Gola (alloggi e foresteria universiaria)
15- Zam, via Olgiati (alloggi, bar)
16- hotel Mitra, via Washingon (alloggi e foresteria universitaria)
17 -Lambretta, via Cornalia (bar)
18 -officina beni comuni, via Arbe (bar)
19 –Macao, viale Molise (concerti, mostre, bar)
20 -laboratorio piano terra, via Confalonieri (bar)
21-Cantiere, via Monterosa 84 (concerti ristoranti)
22-Cantiere, piazzale Stuparich (alloggi)
23, 24- appartamenti occupati il Cantiere
25- occupazioni universitarie
26- circolo anarchico ponte della Ghisolfa (concerti, bar, mostre, dibattiti) – con regolare contratto d’affitto –
27- centro sociale Vittoria, viale Friuli (concerti, dibattiti )
28- Fornace, via Moscova, Rho (concerti)
29 – case occupate via Odazio, il Cantiere (alloggi e foresteria clandestini)
30- case occupate Corvetto, anarchici insurrezionalisti (alloggi) e foresteria clandestini
31-case occupate via Ripamonti ( alloggi e foresteria clandestini ).
( con la collaborazione di Angelo Mandelli )