La plèbe, nella storia, ha avuto sempre un grande ruolo ed una grande importanza politica.
Sin dal V secolo a.C., attraverso durissime lotte sociali, la plèbe romana conquistò la sua dignità per conseguire il diritto di cittadinanza e la parità giuridica con la classe patrizia e concorse a costruire la gloriosa storia di Roma. La plèbe medievale fornì le sue braccia per costruire maestose cattedrali che dialogavano con il Cielo o donò le sue vite, rispondendo all’appello di uomini santi, compresi Papi e Re, per liberare Gerusalemme dal dominio mussulmano. La plèbe ha fatto guerre e rivolte giuste e ingiuste, ma ha sempre combattuto.
Oggi, la plèbe non combatte. Non vuole esercitare alcun diritto. Non ha neppure la consapevolezza di poterlo avere. Non ha nessuna coscienza di sé stessa. E’ stata privata e si è privata di tutto. Innanzitutto della sua dignità. Ha accettato questa privazione senza reagire. E’ stata manipolata, soggiogata, annichilita. Si è consegnata ad un potere oligarchico, formato da una casta spregiudicata, che la asserva, che la istruisce, che si impadronisce dell’intera sua vita e la vuole determinare in ogni sua fase. Le vuole imporre cosa mangiare, cosa desiderare, perfino come morire. La plèbe non si ribella. S’inchina. Si prostra servizievole. Sarebbe capace di qualsiasi cosa pur di compiacere i suoi “padroni”, gli associati nel Nuovo Ordine Mondiale, che ha preso forma teorica all’inizio del secolo scorso, sulle fondamenta dell’Illuminismo, del Positivismo e del Liberalismo, ispirati dalla Massoneria e che ora mostra il suo volto senza più alcun pudore. Questa è la “chiave di lettura” umana di quello che sta avvenendo in questa vicenda che si dipana dall’inizio del 2020.
La plèbe non vuole sapere. Non si documenta. Se lo facesse, scoprirebbe (i dati sono apparsi nell’edizione del “Corriere della Sera” del 16.10.2020) che comparando i numeri del 21 marzo 2020 (erano trascorsi pochi giorni dalla dichiarazione del lockdown) con quelli del 14 ottobre 2020, il numero dei contagiati da Covid-19 risulta essere, rispettivamente, di 6.557 e di 7.332. Quasi uguale, quindi – e il numero dei contagi è fondamentale, perchè è quello che viene diffuso quotidianamente per fomentare la paura – ma risultante, per il 21 marzo, da 26.336 tamponi effettuati e da 152.196 tamponi effettuati per il 14 ottobre. Ne deriva che il 21 marzo la percentuale di positivi rispetto ai tamponi era del 25%, il 14 ottobre del 4,8% (tenendo anche conto che nei positivi sono conteggiati per una percentuale del 94% gli asintomatici o paucisintomatici, che per una parte autorevole di scienziati non trasmettono il virus; il restante 6% viene curato a casa o in ospedale e che nei cosiddetti “contagiati” non viene chiarito se siano conteggiati anche coloro che vengono sottoposti a più tamponi e risultano ancora “contagiati”, pur non presentando sintomi). Di più: le vittime il 21 marzo erano 793 con una letalità del 7,8%, il 14 ottobre dello 0,3%. Ancora: i ricoverati con sintomi, il 21 marzo erano 17.708, il 14 ottobre 5.470. Infine: in terapia intensiva, il 21 marzo c’erano 2.857 persone, il 14 ottobre, 538. Se ne può dedurre: il numero dei contagiati aumenta in questo periodo di giorno in giorno, perchè si effettua un numero di tamponi superiore di 15 volte superiore ai tamponi che si effettuavano a marzo (e questo lo capirebbe anche un bambino che frequenta la scuola elementare); il virus, nel corso delle settimane ha perso la sua virulenza iniziale, perchè la letalità è scesa in maniera verticale; il numero dei ricoverati con sintomi è di almeno 2/3 inferiore rispetto a quello del 21 marzo, mentre il numero dei ricoverati in terapia intensiva rappresenta 1/5 di quello del 21 marzo.
Questo significa che il virus non c’è? Affatto. Il virus c’è, come ci sono migliaia di altri virus e migliaia di altre malattie, per alcune delle quali la letalità giornaliera è impressionante (incrementata dal fatto che molti pazienti in questo periodo non si sono potuti neanche curare) e al cui confronto quella prodotta dal Covid-19 appare modesta. Il virus c’è, così come ci sono terapie preventive di rafforzamento del sistema immunitario che si possono fare e cure che si sono sviluppate, di cui non si parla, perchè si deve parlare solo di contagiati e di morti. Il virus c’è, ma ci sono anche medici e infermieri che lo combattono, centinaia dei quali sono morti per salvare le vite degli ammalati perchè per lungo tempo non sono stati dotati dei sistemi di protezione che erano stati promessi. La logica è stata la stessa di quella dei banchi monoposto con le rotelle per la scuola: l’annuncio. Poi, i banchi non sono arrivati, le scuole si sono arrangiate ed ha ragione Guido Bertolaso a dire che è stato meglio così. Uno Stato che annuncia di voler dotare la scuola dei banchi, mentre il 65% degli edifici scolastici è a rischio sismico, non è uno Stato. Chissà se i soloni che sono al potere avranno previsto d’inserire nella somma di denaro che l’Europa presterà all’Italia (perchè il Ricovery Found è un prestito, non credete alle bugie che vengono sbandierate), la voce relativa alla ristrutturazione degli edifici fatiscenti, dove ogni tanto muore qualche bambino con una parte del soffitto che gli rovina addosso o gli interventi per il riassetto idro-geologico del territorio, che produce continue devastazioni o grandi opere infrastrutturali, le sole che consentirebbero di abbattere la disoccupazione dilagante e di fornire concretezza alla parola “sviluppo”. L’oligarchia al potere – la stessa cosa accadrebbe se vi fosse la pseudo-opposizione, del resto, che nulla ha fatto per contrapporsi ad un “disegno” ormai evidente di conservazione del potere – non farà nessuna di queste cose. Parcellizzerà il denaro – se questo mai arriverà – in mille rivoli, “a pioggia”, senza alcun progetto complessivo per il Paese. Gli si adatta il termine “vacuo”. Nessuno pensi che “vacuo” sia un termine diffamatorio. “Vacuo” (vocabolario Treccani) vuol dire “vuoto, privo, mancante”. E’ lo “specchio” della “sua” plèbe.
E’ “vacuo” o no un potere che chiede al Capo della Polizia – come racconta “Il Riformista” del 16.10.2020 – di dare un parere sull’ipotesi fatta da alcuni suoi membri di effettuare controlli in casa per verificare il rispetto del limite di riunione? “Il Riformista” scrive, nell’articolo intitolato “Gabrielli il poliziotto che ci ha salvato dalla polizia”: «Tra citazioni e sentenze della Corte Costituzionale e rinvii a fonti di legge primaria, il capo della Polizia dimostra come sia impossibile impedire i party privati. Le eccezioni all’articolo 14 della Carta sono possibili, “solo nei casi e nei modi stabiliti dalla legge e nel rispetto delle garanzie. La restrizione del diritto, ovvero le perquisizioni di privati sono possibili solo se trovano fondamento in fonti primarie (leggi non Dpcm) e autorizzate dalla magistratura. Anche in caso di tutela della salute dell’incolumità pubblica vale la riserva assoluta di legge e di giurisdizione. Di certo per andare a vedere cosa succede presso i privati non possono essere usate le norme esistenti, quelle che autorizzano le perquisizioni per la ricerca di armi, esplosivi e latitanti. Ci sarebbe un modo per autorizzare questi controlli: il Parlamento dovrebbe dichiarare lo stato di guerra e conferire al governo i poteri necessari per farvi fronte”. E’ una provocazione, ovvio», sottolinea il quotidiano. E’ “vacuo” o no un potere che così si comporta, mostrando di non conoscere le leggi che governano il Paese?
E’ “vacuo” o no un potere che non usa i mezzi a sua disposizione per affrontare i contenuti della relazione di un organo istituzionale come l’Autorità Nazionale Anti Corruzione, che certifica come ci siano regioni, come la Campania, che spende il 610% del valore medio della spesa regionale per contagio, pari al 270% del valore medio della spesa nazionale per contagiato (337 milioni di euro con 4.420 contagi, contro i 392 milioni di euro della Lombardia con 75.700 contagi). E’ “vacuo” o no un potere che inonda di 9 milioni di cartelle esattoriali la sua “plèbe”, già tartassata dalla povertà (i “nuovi poveri” italiani, in 5 mesi, sono cresciuti dal 31 al 45%)? E’ “vacuo” o no un potere che non tiene conto, prima di prendere decisioni notturne con i suoi DPCM, dell’opinione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che pur avendo immense responsabilità nella gestione sanitaria della pandemia (è ancora in attesa del via libera della Cina alla missione internazionale di esperti che dovrebbe svolgere un’inchiesta indipendente), afferma, tramite uno dei suoi dirigenti, il dottor David Nabarro: «Noi non sosteniamo il lockdown come mezzi primari di controllo di questo virus. Crediamo che l’unico caso in cui un lockdown sia giustificato sia per prendere tempo per riorganizzare, riequilibrare e riordinare le risorse; e per proteggere il personale sanitario. Ma in linea di massima, è meglio evitarlo. Per questo ci rivolgiamo con forza a tutti i leader del mondo: smettete di usare il lockdown come metodo principale di controllo».
E’ “vacuo” o no un potere che si oppone a togliere il segreto al piano anti-Covid che nelle “segrete stanze” è stato varato e a tutti i verbali del Comitato Tecnico Scientifico? E’ “vacuo” o no un potere che elude la dichiarazione promossa da tre scienziati di Harvard, Oxford e Stanford e sottoscritta a Great Barrington, negli Stati Uniti, il 4 ottobre 2020, che ha raccolto nel mondo centinaia di migliaia di adesioni, che afferma: «In qualità di epidemiologi delle malattie infettive e di scienziati della salute pubblica, siamo molto preoccupati per gli effetti dannosi sulla salute fisica e mentale causati dalle politiche adottate dai Governi in materia di Covid-19. Con il passare del tempo, la nostra comprensione del virus sta crescendo. Con l’aumento dell’immunità nella popolazione, il rischio di infezione per tutti, compresi i più vulnerabili, diminuisce. Sappiamo che tutte le popolazioni alla fine raggiungeranno l’immunità di gregge. L’approccio più umano, che bilancia i rischi e i benefici nel raggiungimento dell’immunità di gregge, è quello di permettere a coloro che sono a minimo rischio di morte di vivere normalmente la loro vita per costruire l’immunità al virus attraverso l’infezione naturale, proteggendo al meglio coloro che sono a più alto rischio. Noi chiamiamo questa strategia Focused Protection, “Protezione Focalizzata”. A coloro che non sono vulnerabili dovrebbe essere immediatamente consentito di riprendere la vita come normale. Semplici misure igieniche, come il lavaggio delle mani e la permanenza a casa quando si è malati, dovrebbero essere praticate da tutti per abbassare la soglia di immunità di gregge. Le scuole e le università dovrebbero essere aperte all’insegnamento in presenza. Le attività extrascolastiche, come lo sport, dovrebbero essere riprese. I giovani adulti a basso rischio dovrebbero lavorare normalmente, piuttosto che da casa. Dovrebbero essere aperti i ristoranti e le altre attività commerciali. Arte, musica, sport e tutte attività culturali dovrebbero riprendere normalmente. Le persone più a rischio possono partecipare se lo desiderano, mentre la società nel suo insieme gode della protezione conferita ai più vulnerabili da coloro che hanno costruito l’immunità di gregge».
Il Presidente degli Stati Uniti ha ben compreso il pericolo in atto. Attraverso i suoi eccessi – che sono “calcolati” – invita il suo popolo a “non avere paura”. Non si riferisce solo al virus. Si riferisce soprattutto a quel “grumo di potere” – di cui sono espressione i suoi competitor – che risponde a logiche di derivazione diabolica e che ha come suo primo obiettivo la riduzione del numero della popolazione mondiale (iniziando con “gradualità” da quella più anziana) per soggiogarla ai suoi fini. Le elezioni americane di novembre saranno cruciali per svelare l’inganno in atto.
La plèbe, anche quella italiana, attende. Remissiva. Anche quando verranno meno tutti gli strumenti di sicurezza sociale (è questa ragione dei “coprifuochi”) la plèbe si adatterà. Ai tempi dei romani, patrizi e plebei avevano una cosa che li univa: credevano agli dèi. Le leggi che venivano emanate erano definite “sacre”, perchè sacre agli dèi, prevedevano anche sacrifici agli dèi. La plèbe antica credeva che erano gli dèi a determinare vittorie e sconfitte, a determinare il corso della storia. Era una plèbe credente e costruì, insieme ai patrizi, una società credente. La plèbe del terzo millennio si è fabbricata i suoi idoli mondani e li custodisce gelosamente. Ha paura di morire, perchè non crede nell’eternità e se qualcuno diffonde il pericolo della morte – anche diffondendo numeri che andrebbero spiegati e di cui la plèbe non chiede alcuna spiegazione, si “aggrappa al primo che passa”, che diventa il suo mentore. Non se ne rende conto – non può rendersene conto – ma è una plèbe morta, perchè è una plèbe atea. Valgono, per questa plèbe, le parole che Gesù dedicò ad uno dei suoi discepoli, che Gli chiese di poter seppellire il proprio padre prima di seguirlo: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti» (Lc 9,51-62).