Nella disputa sull’indipendenza della magistratura, la Polonia, oggetto di critiche nell’UE, prende di mira la Repubblica federale di Germania. Il sistema tedesco per la nomina dei giudici principali è completamente politico, ha affermato lunedì il ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro. “Poiché l’Ue si basa sull’uguaglianza di tutti gli Stati e tutti i cittadini, la situazione in Germania deve essere rivista”.
Ziobro fece una campagna nel gabinetto di Varsavia per intraprendere un’azione legale contro la Germania. Il politico del partito ultraconservatore Polonia unita è dietro la ristrutturazione della magistratura polacca e ha ripetutamente criticato la Polonia per essere stata trattata ingiustamente nell’UE. Inizialmente i governi tedesco e polacco non sono stati in grado di fornire alcun commento.
Mentre i giudici nei principali tribunali tedeschi sono nominati dai politici, in Polonia i giudici stessi sono più responsabili della selezione, ha affermato Ziobro. I critici della riforma giudiziaria in Polonia, tuttavia, considerano questo comitato di selezione per i giudici polacchi influenzato politicamente. Nella sua critica al processo di nomina tedesco, Ziobro ha fatto riferimento “alla controparte della Corte Suprema”.
Presso la Corte federale di giustizia, i giudici sono eletti dal comitato di selezione dei giudici. Questo organo, a sua volta, è convocato dal ministro federale della giustizia ed è composto dai ministri della giustizia dei 16 stati federali e da altri 16 membri eletti dal Bundestag tedesco. Metà dei 16 membri della Corte costituzionale federale sono eletti dal Bundestag e metà dal Bundesrat.
La Polonia è stata a lungo accusata dalla Commissione Ue e da altri Stati membri di violare i diritti democratici e le regole comunitarie. La Corte costituzionale polacca ha recentemente stabilito che il Trattato UE era subordinato alla costituzione polacca. Il partito di governo nazional-conservatore Diritto e Giustizia (PiS) vede la sua posizione confermata dal fatto che il diritto dell’UE non prevale sul diritto dei singoli Stati membri. Il PiS ha anche sottolineato che non vi erano piani per l’uscita del Paese dall’UE, per la quale era già stato coniato il termine “Polexit”.
Questa posizione è stata confermata lunedì dal primo ministro polacco Mateusz Morawiecki in una lettera ai capi di Stato e di governo dell’UE. “Vorrei assicurarvi che la Polonia rimarrà un membro fedele dell’Unione europea”, afferma la lettera pubblicata su un sito web del governo. Allo stesso tempo, Morawiecki ha lamentato che “un fenomeno pericoloso” sta mettendo in pericolo il futuro della comunità: l’UE si sta gradualmente trasformando in un’entità che non è più un’alleanza di Stati liberi, uguali e sovrani. Al contrario, l’UE diventerà un organismo gestito a livello centrale, gestito da istituzioni senza controllo democratico.