“Monumento collocato nel 2000, anno del “Grande Giubileo” indetto da Karol Wojtyla al centro della basilica romana di Santa Maria degli Angeli. Il significato dell’opera balza agli occhi: sulla piramide egizia mozzata del vertice, come quella del dollaro e del sigillo del Grande Oriente d’Italia, si libra, al posto della cuspide, là dove nel fregio del dollaro brilla l’occhio del dio della massoneria, un grande angelo con in testa una fiamma dell’iniziazione.
Lucem Ferens – articolo di Carlo Alberto Agnoli.
Non possono non venire alla mente l’angelo della cappella dei Sangro e tutti i Geni della rivoluzione, oltre al Prometeo dei Rockefeller e il Baphomet di Eliphas Levi. Per eliminare ogni dubbio, su una faccia della piramide è stata posta la scritta “L’angelo della luce”, il Lucem ferens insomma. La scelta di Santa maria degli Angeli è significativa: quel tempio fu eretto su progetto di Michelangelo in onore dei Sette Principi degli Angeli e cioè dei Spiriti che stanno davanti al trono di Dio. Tali spiriti, sono identificati dalla gnosi, e quindi dalla massoneria, con gli Arconti, malvagi spiriti planetari collaboratori del Demiurgo, custodi del gran carcere cosmico.
Ora questa figura gigantesca e deforme di colore tenebroso che in sottolineata coincidenza col volgere del millennio, con rapido volo impetuoso e con gesto d’impero viene a collocarsi proprio in mezz alla Basilica, in stridente e sconcertante dissonanza coi dolci, sereni e candidi angeli che l’adornano, ben più che sembrare un essere del loro coro, ha tutta l’aria del demone vendicatore che irrompe e conquista. Come nell’inno “ A Satana” del Carducci o nel “Lucifero” di Rapisardi.
A questo proposito è interessante considerare che il grado 28° del Rito Scozzese , fa esplicito riferimento ai sette Arcangeli cui è dedicata la Basilica, è intitolato “Cavaliere del Sole” e che, come sottolinea Salvatore Farina nei suoi “Rituali”, “la sua liturgia offre una sorprendente somiglianza di spirito, di forma e di linguaggio con i Misteri di Mitra”. Ora Mitra, divinità solare dal culto misteriosofico, è ritenuto in massoneria l’avversario del cristianesimo delle origini, ed è assimilato al pure solare Apollo, che a sua volta il Pike, nel commento al medesimo grado, identifica Dioniso, dio dell’Orgia (“Moral and Dogma”, cit. vol VI, pag. 62), considerato, sempre in massoneria, insieme con Prometeo, la maschera pagana di Lucifero.
Un aspetto che va rimarcato in questo monumento è che mentre tutte le preesistenti figure angeliche sono laterali, subordinate quindi alla centralità dell’Altar maggiore, ove è custodito il Corpo di Cristo, questo nuovo spirito si pone di fronte a quell’Altare, arrogandosi una centralità che esclude ogni subordinazione.
Il violento contrasto cromatico con le altre figure angeliche è stato esplicitamente voluto con evidenti valenze simboliche. Nel libro di presentazione di quest’opera, edito da “Il Cigno” di Roma, intitolato appunto l’”angelo della luce”, si legge infatti che lo scultore – evidentemente su indicazione della committenza – “ ha invecchiato il bronzo, con acidi speciali, conferendogli così una patina grigio-ferro gremita di crepe, fessure, buchi, in alcuni dei quali rifulgono, come sulle ali e sul corpo, dei cristalli di varie dimensioni, alla stregua di trascorrenti bagliori di luce”(in prefazione all’opera citata che non ha numerazione).
Inoltre va sottolineato che la Basilica di Santa Maggiore degli Angeli contiene importanti, anche se niente affatto esoterici, riferimenti cosmologici e solari.
In essa, invero, su ordine di Papa Clemente XI, è stata ricavata, e si estende sul suo pavimento, la più perfetta di tutte le mediane esistenti: quella progettata dal canonico veronese Francese Bianchini, realizzata nel 1702 per verificare l’esattezza della riforma gregoriana del calendario e quindi le posizioni del sole nel corso dell’anno.
Carlo Alberto Agnoli.
Atti dell’9° Convegni di Studi Cattolici. Ottobre 2001
……