LA RISPOSTA USA A SOCI: STRAGE DI SOLDATI SIRIANI. ESCALATION.

Il 7 febbraio, aerei USA hanno bombardato e massacrato più di cento tra soldati e forze governative di Bashar al Assad  mentre queste stavano combattendo contro un gruppo ribelle arabo-curdo che detiene alcuni pozzi petroliferi a Deir Ezzor.   La   motivazione che Washington ha dato per questo che la Siria chiama “un crimine di guerra e contro l’umanità è stata, dapprima, “siamo intervenuti a protezione di forze  che con noi combattono l’ISIS”, sottoposte a ”un attacco ingiustificato”.

Più tardi, la scusa è cambiata. Siamo intervenuti per proteggere da “un attacco non provocato  le Forze Democratiche Siriane”  (SDF) in “autodifesa”, perché con loro ci sono “membri in servizio della coalizione che sono lì per consigliare, assistere ed accompagnare” – dunque a difesa delle loro truppe (e britanniche, e forse francesi) che stanno guidando  le   SDF non nella fantomatica guerra all’ISIS,  ma per mantenere agli Stati Uniti e ai suoi jihadisti una zona di territorio sovrano siriano, ricca di petrolio dunque  autosufficiente economicamente.  Gli americani hanno  affermato  che sono lì coi terroristi perché  si tratta di “una zona di 8 chilometri lungo la linea di de-conflitto concordata dell’Eufrate”.   La Siria dice che non c’è stato alcun “concordato”  del genere fra i belligeranti,  cosa che sembra confermata perché gli Stati Uniti non hanno partecipato a negoziati: si sono piazzati lì, semplicemente, coi loro corpi speciali.  I comandi Usa hanno asserito che “la coalizione a guida USA  aveva avvertito i comandanti russi della presenza di forze SDF molto in anticipo rispetto all’attacco che abbiamo respinto”.

Palesemente,  il massacro dei soldati siriani è la risposta americana alla Conferenza di Soci, il grande successo diplomatico di Mosca, che  è riuscita a riunire 1500 delegati di quasi tutte le componenti etniche o politiche della Siria, nemiche ed  amiche, le quali hanno firmato  un documento comune sul futuro pluralista della Siria, che (fra l’altro)  non  impone né prevede la detronizzazione previa del presidente Assad. La base di un  programma di pacificazione nazionale che Usa, Francia, Inghilterra, ed ovviamente Mogherini (Merkel), hanno fatto di tutto per svalutare il Congresso di Soci,   anzitutto non partecipandoci e dandolo per non avvenuto;pochi giorni prima, Macron aveva organizzato a Parigi una conferenza contro il presidente Bashar-al-Assad”,  allo scopo “ di metterlo sotto accusa e impedirgli di candidarsi alle elezioni, basandosi sui rapporti  [falsi, ndr.]   della Missione ONU sull’impiego di armi chimiche”.

Come abbiamo già raccontato, il loro piano è stato sventato dall’arrivo a sorpresa, a Soci, di Staffan De Mistura, che in qualità di plenipotenziario incaricato dall’ONU  sulla Siria – dunque in piena legittimità – ha controfirmato, quindi legittimato ed approvato, il documento dei 1500.

SIRIA: IL DELEGATO ONU LEGITTIMA IL CONGRESSO DI SOCI. BEL COLPO DI STAFFAN DE MISTURA.

Ci siamo  domandati se aveva superato il suo mandato, De Mistura,  dando una così alta legittimazione. Ovviamente era un’inesattezza: un plenipotenziario ONU, per definizione, non ha limiti di mandato  per fare la pace. E   certo il nuovo segretario  generale, il portoghese di sinistra Guterres, è di tutt’altra stoffa di Ban Ki Moon, servo degli americani se  mai  ce ne sono stati: anche  questo un segno del  tramonto  del prestigio internazionale americano.

Quindi a Washington non è restato che gettare sul progetto di pacificazione, firmato da De Mistura,  la spada di Brenno. L’esercizio della violenza e del massacro che segnala: “Noi siamo qui  e contiamo perché possiamo uccidervi”.  Il “diritto  internazionale” del  Gangster  mondiale, coniugato al “diritto” talmudico.

La cosa è stata preordinata e lo dimostrano il sostegno  vergognoso che EU, Macron e britannici  hanno dato, rinnovando l’accusa che Assad perpetra attacchi chimici  “contro il suo stesso popolo”  (con il cloro!,  non molto efficace…); e subito dopo, i  media televisivi  europei  hanno diffuso un video su “centinaia di morti” provocati da Russi e Siriani a Goutha, un video dove tra il fumo ribelli pieni  di umanità salvano bambini, insomma nello stile (ormai inconfondibile)  degli Elmetti Bianchi, ossia dei servizi britannici. Ovviamente,  con l’immancabile giunta che “tre ospedali sono dalle bombe  di Assad”.  Esattamente come Aleppo, Goutha è pieno  non di jihadisti, ma di  ospedali  e di bambini denutriti.  Seguono lacrime della Goracci e di Più Europa.

Video Rai.TV – TG1 – SIRIA il dramma di Ghouta   

http://it.euronews.com/2018/02/08/siria-ghouta-assad-iran-damasco

Il motivo vero  è che “gli inglesi, che stanno combattendo con gli Stati Uniti contro il presidente siriano Bashar al-Assad, vogliono  ottenere un cessate il fuoco  “umanitario” nella parte orientale di Ghouta  allo scopo di  riorganizzare i ribelli che sostengono” (DWN). Ovviamente i russi non ci stanno.

L’Onu ha condannato  la Siria, ma  è  quello “di Ginevra”.  Dove le istanze ebraiche di Jeffrey Feltman, ebreo sionista  e numero 2 affiancato a De Mistura, sono tenute più in considerazione.

 

L’aviazione russa ha effettivamente intensificato i bombardamenti su Goutha, dove resistono i jihadisti di Washington, come risposta al bombardamento americano sulle truppe siriane, per accelerare la ripulitura dei pericolosi angoli riforniti di armi Usa,  fra cui i MANPAD uno dei quali ha abbattuto l’aereo russo  qualche giorno  fa.  Si tratta di far capire agli irregolari sul campo che non si violano impunemente  gli accordi  di de-conflitto  presi coi russi .

Perché – secondo osservatori qualificati sul posto, e il giornale d’opposizione Al  Etihad – l’intervento americano avrebbe avuto lo scopo di sabotare un accordo già raggiunto, in cui i “suoi” jihadisti  avevano già cominciato  a cedere pacificamente una zona, l’ex campo petrolifero  Conoco oggi improduttivo, in accordo con una compagnia privata russa militare chiamata”Wagner Group”, che ha col legittimo governo siriano un contratto: si terrà il 25% degli introiti petroliferi dai pozzi che “recupera e protegge” per conto di Damasco.

hanno mandato a monte un accordo già raggiunto

“Fatto interessante, una settimana fa, i locali avevano parlato di un imminente riconsegna  concordata   dell’impianto [Conoco al governo siriano] da parte di una fazione araba all’interno delle SDF”,   ha scritto la fonte locale Hassan Hassan  (vedete il secondo tweet):

Le SDF, sostenute dagli Usa, sono in parte curde, e in parte arabo-siriane.

 Secondo The Syrian Observer, “le SDF (Syrian Democratic Forces) avevano informato la coalizione a guida USA di questo accordo. La coalizione aveva invitato i  combattenti SDF  di non resistere alle forze del regime e consegnare l’area”, ché anzi “le SDF avevano già evacuato   l’armamento pesante dalle parti della zona tenute da  milizie arabe e turcmene”.

http://syrianobserver.com/EN/News/33814

Il che fa’ pensare che le componenti “arabe e turcmene” delle SDF  avessero aderito a un piano di de-conflitto, che può avere un rapporto col Documento di Soci. La fazione curda ha chiamato gli aerei USA  per opporsi alla pacificazione? Nemmeno questo è certo.

La sola cosa certa è che, lungi dall’accettare  l’attenuazione del  conflitto, “USA e Israele hanno scelto l’escalation della guerra in Siria”; come scrive  Stephen Lendman su Globalresearch: e non vuole farlo sedendosi a un tavolo a trattare (con chi? Con animali parlanti?) ma bombardando ed usurando pezzo per pezzo l’esausto esercito siriano affiancato da Hezbollah ed Iran. Con  il programma di trascinare l’Iran  e la Russia in un conflitto sempre più vasto.

Chiunque capisce che  in questo intricato groviglio di alleati regolari e irregolari, mercenari e contrattisti  russi e corpi speciali britannici, può – e deve – scoppiare il conflitto mondiale  voluto ed atteso.  In questa situazione esplosiva, restano da cifrare le intenzioni turche.

L’esercito turco ha preso di mira combattenti YPG nella regione nord-ovest di Afrin da gennaio. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha detto oggi che quello che ha fatto finora in Afrin è solo un “riscaldamento”, nei prossimi giorni ci saranno “ulteriori passi”. Aveva ripetutamente minacciato di estendere l’offensiva alla città di Manbij”, scrive DWN.  Che aggiunge: “L’approccio dell’Alleanza Atlantica   verso  il partner della NATO, la Turchia, non è chiaro. Finora, l’Occidente non ha espressamente condannato l’invasione della Turchia in violazione del diritto internazionale, ma ha parlato di diritto della Turchia all’autodifesa. Persino la Russia non si è esplicitamente opposta all’invasione turca che era possibile, anche se l’Aeronautica russa controlla lo spazio aereo su Afrin. La Turchia agisce in una imperscrutabile doppia alleanza  sia con gli americani che con i russi”. Dunque anche il giornale tedesco si aspetta un possibile voltafaccia di Erdogan, le cui mire sulla Siria sono note.  Molta attenzione alle mosse del turco:

“Secondo l’AFP, Ankara ha detto giovedì che Erdogan ha concordato con il capo di stato russo Vladimir Putin in una telefonata che presto si incontreranno a Istanbul con il presidente iraniano Hassan Ruhani per un vertice tripartito. Anche con Ruhani Erdogan aveva concordato telefonicamente un incontro del genere. Dall’inizio del 2017, i tre paesi hanno condotto una campagna per una soluzione politica del conflitto siriano e hanno raggiunto un ampio accordo tra i vari partiti in conflitto siriano durante una conferenza a Sochi. Tuttavia, l’Occidente non riconosce i risultati di Soci” (DWN).

In  un  simile esplosivo momento, ecco che cosa fa la Mogherini a nome della Commissione Europea

“E’  strategia della Commissione europea per integrare nell’Ue sei Paesi dei Balcani occidentali”: si  tratta di Serbia e Montenegro,  Albania e Repubblica ex Jugoslava di Macedonia,  Bosnia Erzegovina e Kosovo. Una strategia che va contro la volontà popolare almeno di Serbia e Montenegro, ed una provocazione in più contro Mosca.

Chi la ferma? Non è stata eletta da nessuno.

Non ci resta che concludere provvisoriamente con Moon of  Alabama  (il   sito meglio informato sulla Siria) : “Gli Usa devono essere prudenti: anche gli altri sanno fare giochi sporchi. Le sue truppe nella Siria del Nord-Est hanno linee di rifornimento sottili e mal protette. Come le forze  Usa in Irak, sono vulnerabili ad attività clandestine dell’altra parte. Non sarei sorpreso se esse (le truppe Usa)  ricevessero “attenzioni” inattese e sanguinose”.

Vale la pena di ricordare che solo poche settimane fa il generale Suleimani, il capo supremo degli iraniani in Siria, aveva scandito:  “Quando finisce la lotta contro l’ISIS,nessun soldato americano sarà tollerato sul suolo siriano. Vi consiglio di andar via spontaneamente”.