La seduttrice di Gennaro agiva anche nella trappola che la magistratura stava per far scattare contro Arianna Meloni?

“Cavalla di Troia”(absit iniuria verbis)

da Affari Italiani
Sangiuliano, l'avvertimento di Arianna Meloni su Boccia: "Lasciala perdere". La presunta inchiesta e il "complotto"
Maria Rosaria Boccia

Sangiuliano-Arianna Meloni: il filo rosso che unisce i due scandali. Boccia e la sua ascesa in politica

I due scandali politici dell’estate potrebbero avere un filo rosso che li unisce. Si tratta della presunta inchiesta per traffico di influenze ai danni di Arianna Meloni e del caso Sangiuliano-Boccia. Il sospetto è che ci sia qualcuno all’interno del Palazzo – riporta La Repubblica – che “manovra Maria Rosaria Boccia”.

Tutto comincia nella primavera del 2023, sono due deputati di Fratelli d’Italia, Marta Schifone e Gimmi Cangiano, a portare l’imprenditrice di Pompei Maria Rosaria Boccia nei piani alti del governo. Il primo contatto – in base a quanto risulta a La Repubblica – è con Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e marito di Arianna Meloni.

Boccia e Lollobrigida si incontrano la prima volta il 5 agosto del 2023 per un evento a Pompei durante il quale il ministro annuncia la nascita di un intergruppo parlamentare per la promozione della dieta mediterranea. È un’idea di Maria Rosaria Boccia. Il 20 dicembre Lollobrigida e Boccia siedono accanto a Montecitorio per promuovere l’intergruppo. E con loro c’è Marcello Gemmato, il sottosegretario alla Sanità che per le Meloni è uno di famiglia.

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Maria Elena Boschi e la Cavalla di Troia dietro

Per un po’ poi – prosegue La Repubblica – la donna scompare dai radar fin quando non riappare a Montecitorio a fianco di un altro ministro, Gennaro Sangiuliano. Dentro Fratelli d’Italia si agitano in parecchi: tra loro Lollobrigida, Gemmato, Cangiano, Schifone. E, ovviamente, Palazzo Chigi. Si pone l’esigenza di avvertire il titolare della Cultura e lo fa Arianna Meloni perché conosce nel dettaglio quanto accaduto nei mesi precedenti al marito ministro. A giugno chiama Sangiuliano e lo mette in guardia. Lui non segue il consiglio. Al ministero quel “rapporto affettivo”, così lo definirà Sangiuliano in tv, è noto a tutti.

Sallusti su Il Giornale in agosto scrive di una manovra occulta ai danni di Arianna Meloni che ha fatto aprire un’indagine giudiziaria su di lei per traffico di influenze legato “a recenti nomine fatte dal governo”. Di questa indagine, come detto, ad oggi non c’è traccia. Eppure tutti tra governo e maggioranza – cioè quasi tutti: Sangiuliano non apre bocca – spendono parole di solidarietà per Arianna. Qualche giorno dopo, siamo al 24 agosto, Meloni annuncia sul Foglio la sua separazione da Lollobrigida: da mesi non stavano più insieme. A mostrarle vicinanza è Boccia che scrive a Meloni: “L’amore è un’altra cosa“. Se era un tentativo di ingraziarsi qualcuno, non riesce. C’è chi parla di complotti e ricatti.

Sospetto mandante Matteo Renzi? Spiegato bene da Marco Montanari:

Montanari:

Da questa sentina sono venuti la P2 – finanziatrice della strage di Bologna (accertato), e protagonista dell’Operazione Friz (certo ma non accertato) – il Supersismi ecc. Ledeen è il trait d’union tra questo mondo e il renzismo, in cui spicca un altro filo-israeliano, Carrai. La Boccia esordisce con una foto assieme alla Boschi e, mi si dice, a un tizio che è stato cacciato da 5S “per massoneria”. Dopodiché i renziani l’avrebbero allontanata (mah). A questo punto si avvicina a Lollobrigida. Parte il mulino del ricatto alla sorella della Meloni e moglie di Lollo, che si ferma con la separazione dei due.

La Boccia, a questo punto si sarebbe avvicinata a Sangiuliano, nonostante gli avvertimenti del clan Meloni. E avrebbe sistematicamente registrato ogni conversazione, messaggio ecc.

Poi scoppia l’affaire “grazie” a dagospia, che lo scatena riportando l’annullamento della nomina della Boccia. Non so se i tempi combacino, e quanto di questo schifo immondo sia vero. La magistratura, però, dovrebbe agire, perché qualcuno ricatta il governo.

E perché il tratto più maleodorante della fogna-élite (quello filo-NATO e filo-Israele) c’è evidentemente coinvolto. Senza dimenticare la contemporaneità coi fortunali intelligenti siciliani… Ma la magistratura dorme, mentre per le grottesche accuse a Salvini si era attivata all’istante.

C’è una sola certezza: gli scoli delle porcilaie sono laghetti alpini rispetto alla palude che si estende tra piazza Colonna e piazza Montecitorio.

Il bomba sembra della scuderia P2. Il franchising della CIA in Italia. La testa della piovra, dietro a tutte le stragi e gli affari loschi Il ricatto è un metodo operativo. Per loro la ricattabilità è un requisito dei governanti. Chi non è ricattabile viene demolito dalla stampa.