47 commenti

  1. Gino Labriola

    (…)

    Crozza, ieri sera, non è stato originale: ha detto quello che hanno
    ripetuto fino alla noia certe trasmissioni Tv in questi anni: e cioè che
    la Sicilia ha tanti operai della Forestale, circa 24 mila; che questi
    operai non fanno niente, che il Canada, che ha un territorio immenso,
    può contare su 4 mila forestali e bla bla bla.

    Non riusciamo a capire il senso dell’attacco di ieri sera: attacco a
    freddo, un ‘siluro’ che, a dir la verità, non faceva sorridere.
    Ovviamente, sui forestali della Sicilia non è stata raccontata tutta la
    storia. Riassumiamola.

    I forestali nascondo nei primi anni ’80 del secolo passato. Nel Nord
    Italia era in corso la ristrutturazione industriale. E lo Stato stava
    spendendo una barca di soldi in questa parte del Paese.

    Allora in Italia c’era ancora la politica. La Cassa per il Mezzogiorno stava per essere sostituita con l’Agenzia per il Mezzogiorno.
    Politici e sindacalisti – sindacati che allora erano rappresentati da
    CGIL, CISL e UIL – si rendevano conto che lo Stato non poteva investire
    tante risorse nel Nord Italia – per rilanciare, nell’80% dei casi,
    l’industria automobilistica e il suo indotto – ignorando il Sud.

    Nel Nord si interviene con 100 per la grande industria? Nel Sud
    interverremo, in proporzione, con 20. Per utilizzare questo 20% di
    risorse date al Sud – in media un quinto di quanto si dava al Nord
    Italia – si decise di intervenire sul territorio del Mezzogiorno. E
    poiché nel Sud c’era bisogno di intervenire nelle aree spesso
    abbandonate con il rimboschimento, si decise di puntare sulla
    forestazione.

    E’ per questo che vedono la luce gli operai della Forestale in tutto
    il Sud. Che non debbono essere confusi – come ha fatto ieri sera Crozza –
    con le Guardie forestali.

    I 4 mila soggetti che operano in Canada a tutela dei boschi non sono,
    come pensa Crozza, operai della Forestale, ma Guardie forestali.

    Anche l’Italia ha – anzi aveva prima dell’arrivo del Governo Renzi – il Corpo Forestale
    con le Guardie forestali. Ma il Governo Renzi – forse il Governo più
    disastroso della storia della Repubblica italiana – ha abolito il Corpo
    forestale.

    I risultati di questa scelta sbagliata – voluta dall’Unione europea
    dell’euro per scippare soldi all’Italia e portarli in Germania – sono
    sotto gli occhi di tutti: è stato oggettivamente riconosciuto
    che gli incendi che in questi giorni hanno funestato migliaia di ettari
    di verde in Piemonte sono anche il frutto della scomparsa del Corpo
    forestale.

    Gli operai della Forestale sono cosa molto diversa dal Corpo
    forestale. Gli operai della Forestale lavoravano tre-quattro mesi
    all’anno; mentre le Guardie forestali lavorano tutto l’anno.

    Gli operai della Forestale sono operai avventizi. Lavorano
    tre-quattro mesi all’anno e poi percepiscono un’indennità di
    disoccupazione.

    Tutto questo è stato stabilito con leggi dello Stato. Quello che in
    TV non raccontano è che, fin dagli anni ’80 del secolo passato,
    l’accordo era il seguente: al Centro Nord andavano quasi tutta la Cassa
    integrazione e, in generale, gli aiuti alle industrie; mentre al Sud
    andava una parte – minima – degli aiuti alle industrie e i fondi per gli
    operai della Forestale.

    E’ sempre stato noto a tutti che gli operai della Forestale svolgevano una funzione ambientale e sociale: il
    loro lavoro rientrava – per accordo sindacale e di governo – come Stato
    sociale, così come Stato sociale sono la Cassa integrazione e gli altri
    aiuti di Stato alle industrie del Centro Nord Italia.

    Da quando l’economia italiana è entrata in crisi – dal 2008, per la
    precisione – il Centro Nord Italia non ha fatto altro che drenare
    risorse al Sud. Operazione che il Governo Renzi ha portato avanti con
    estrema determinazione.

    Tutte le polemiche che in questi anni hanno accompagnato gli operai
    della Forestale della Sicilia sono servite a giustificare lo scippo di
    soldi ai danni degli stessi operai forestali della nostra Isola e, in
    generale, i guasti ambientali provocati in Sicilia.

    Tutte queste polemiche sono in malafede. In questi ultimi anni
    nessuno ha messo in discussione la Cassa integrazione e gli altri
    interventi in favore del sistema economico del Centro Nord Italia. Sono
    stati messi in discussione, invece, gli interventi nella forestazione
    nel Sud Italia.

    Nel silenzio generale sta passando la seguente tesi: giusto
    continuare a sostenere lo Stato sociale nel Centro Nord Italia;
    sbagliato continuare a mantenere lo Stato sociale nel Sud: e siccome lo
    Stato sociale, nel Sud, è rappresentato anche dai forestali, con
    l’accordo che risale ai primi anni ’80, è giusto smantellare i forestali
    del Sud per continuare ad aiutare il sistema economico del Centro Nord.

    Attenzione: il Governo Renzi non si è preso solo le risorse dei
    forestali del Sud, ma anche altro. Basti ricordare il sostegno alle
    imprese – le agevolazioni – finanziate con le risorse del Sud, circa 12
    miliardi di euro, finiti, nel 90% dei casi, alle imprese del Centro Nord
    Italia.

    Nel caso dei forestali della Sicilia, lo scippo penalizza due volte la nostra Isola.

    Quando iniziò la storia dei forestali lo Stato impose alla Regione
    siciliana una penalizzazione: mentre nel resto d’Italia gli operai della
    Forestale, per i tre-quattro mesi di lavoro all’anno, li pagava lo
    Stato, in Sicilia il pagamento è stato appioppato alla Regione.

    Negli anni ’80 lo Stato fece il seguente ragionamento:

    “Voi, in Sicilia, avete l’Autonomia? Bene: allora gli operai della
    Forestale (che in certi momenti sono arrivati ad essere circa 30 mila)
    pagateveli voi”.

    I Governi regionali degli anni ’80 avrebbero dovuto opporsi a questa ingiustizia.

    Chi scrive – correva l’anno 1988 – fece presente l’ingiustizia di questa storia all’allora presidente della Regione siciliana, Rino Nicolosi. La sua risposta fu, grosso modo, questa:

    “Se in questo momento pongo a Roma tale tema mi creano problemi sui
    fondi dell’Agenzia per il Mezzogiorno e su altre linee di finanziamento.
    In questo momento pagando gli operai della Forestale riceviamo altro
    dallo Stato. Non conviene porre il tema ora”.

    Allora i soldi c’erano. Oggi non è più così.

    Sui forestali lo Stato sta scippando le risorse alla Sicilia su due fronti.

    Complici i Governi regionali di centrosinistra degli ultimi anni, lo
    Stato ha scippato alla Regione i fondi con i quali la stessa Regione
    pagava gli operai della Forestale.

    Infatti, quello che nessuno ha detto in questi anni è che la
    Regione siciliana ha sempre pagato gli operai della Forestale con i
    soldi della tasse pagate dai siciliani e non con i fondi dello Stato!

    Scippando alla Regione i fondi per pagare i forestali, lo Stato – per
    la precisione il Governo Renzi – ha tolto ai siciliani soldi dei
    siciliani. Una vergogna!

    Eclatante quello che è avvenuto quest’anno, se è vero che gli operai
    della Forestale dell’antincendio non sono stati avviati al lavoro ad
    aprile, ma a giugno inoltrato, se non a luglio. Questo è avvenuto per
    mancanza di soldi scippati da Roma, ribadiamo, con il consenso del
    Governo regionale uscente.

    I risultati sono sotto gli occhi di tutti: gli incendi che hanno
    colpito i boschi della Sicilia durante l’estate. In meno di tre mesi
    sono andati in fumo circa 20 mila ettari di verde.

    Ma al Governo nazionale non basta avere scippato alla Regione i fondi
    per le attività forestali. C’è sempre il ‘pericolo’ che la Regione
    trovi altre risorse per far lavorare questi operai. E questo per lo
    Stato è male, perché poi l’INPS dovrebbe corrispondere la
    disoccupazione.

    L’esigenza dello Stato, adesso, è quella di sbaraccare
    completamente la Forestale siciliana per fare risparmiare l’INPS. Questa
    è la verità che nessuno dice. Ennesimo scippo ai danni della Sicilia.

    L’INPS, insomma, deve risparmiare sui forestali del Sud.

    Il vero tema che il nuovo Governo della Regione dovrà affrontare, in tale settore, sarà questo.

    Tema difficile. Perché mai, come in questo momento, l’Italia e non
    solo la Sicilia, cade a pezzi per problemi di dissesto idrogeologico.
    Mai come adesso c’è bisogno di ripristinare le aree verdi della Sicilia,
    soprattutto dopo gli incendi degli ultimi anni che hanno ridotto il
    verde della nostra Isola, aumentando a dismisura il rischio
    idrogeologico.

    http://timesicilia.it/anche-crozza-attacca-forestali-della-sicilia-lo-sa-stanno-le-cose/

  2. Loris Rinaldi

    cose dette e ridette. sapute e risapute.

  3. Gino Labriola

    Peccato aver eliminato un commento che replicava in modo sereno e pacato alle cose dette da Crozza. Direttore, le confesso che mi sento spiazzato.

    1. Giorgia Merlin

      Ho letto il link. Sarà come dice lei, ma nei miei viaggi in Sicilia ho visto molte case abusive, addirittura interi paesini lungo la costa, molti allacciamenti enel abusivi, incuria, pochi scontrini, poche ricevute fiscali, poca IVA, poche tasse, poca “vitalità” nei posti pubblici. Insomma, c’è qualcosa che non mi quadra, e per dirla tutta, non quadra a nessuno e non solo a me. Inoltre, se vogliamo andare avanti, gli stessi siciliani dicono che in Sicilia è difficile fare qualcosa perché devi fare i conti con la mafia. Veda lei, se è il caso di spendere tante energie per difendere l’indifendibile.

      1. Piermarco Burrafato

        Nessuno ha detto che la Sicilia sia perfetta. Caso mai ho detto il contrario: che è una colonia. Mi scusi signora, ma devo ancora conoscere una colonia che rifulge per buon governo. Se lei ne conosce una me lo dica. La mafia è il braccio armato dell’Italia nell’Isola. È quella organizzazione che pure i bambini in Sicilia sanno essere tutelata al 100% dallo stato italiano. Il cui unico scopo è impedire all’Isola di intraprendere e svilupparsi. Ad ogni modo, signora, si ricordi che gli sperperi, se ci sono, non sono da meno rispetto ad altre regioni d’Italia. Con la grande differenza che mentre gli sperperi del Piemonte li pago pure io, quelli della Sicilia li pago solo io.

        1. Giorgia Merlin

          Io sono friulana e abito in Friuli. Qui un tempo si parlava molto friulano e poco italiano, adesso sempre meno friulano e sempre più italiano. Peccato, difendiamo le lingue dell’Amazzonia e facciamo morire quelle dell’Italia. I fascisti ti davano l’olio di ricino se dicevi i nomi dei paesini coi toponimi in lingua locale.
          Siamo stati depredati? Direi di si. Di ogni cosa. Eppure ce la caviamo. Nei miei viaggi in Sicilia non ho mai visto un friulano occupare un posto di insegnante, o un vigile o un giudice o un impiegato della Prefettura o un medico in ospedale. Solo siciliani ho visto. Il Friuli invece è una colonia. Sono almeno trecentomila i meridionali che vivono qui. Ma c’è posto per tutti. Nessun problema.
          Per insegnare in una scuola friulana bisogna mettersi in coda a Palermo. Tra vent’anni forse ce la farai a entrare. Per la Prefettura è inutile anche soltanto pensare di mettersi in coda. I bidelli? Palermo, Enna, Caltanissetta ecc. ecc. E noi comunque ce la caviamo. La facoltà di medicina è a numero chiuso. Quasi impossibile entrare. E già, gli ospedali sono pieni di medici siciliani, non c’è posto per i friulani. Bravi, per carità. Nulla da dire.
          Sta di fatto che i siciliani si amministrano da soli e se le cose non vanno bene se la possono prendere soltanto con sé stessi. E invece no. Le cose non vanno bene e se la prendono con tutta l’Italia. La colpa è degli altri.
          Venite in Friuli e vedrete come ci si rimbocca le maniche e si lavora per andare avanti. Qui ci sono decine di migliaia di siciliani, perfettamente integrati e anche loro si rimboccano le mani. Un po’ di autocritica? No eh…

          1. Piermarco Burrafato

            Guardi signora, la capisco. La sua frustrazione è anche la mia, non creda che sia poi così differente. Io sono espatriato da più di 12 anni. Mi creda, ho preferito andare all’estero (come tanti) a fare la ricchezza di un altro paese. Però per lo meno qui dove sono non mi sento straniero. In Italia, come vede, anche dal suo discorso (in apparenza tollerante), mi sarei solo sentito uno straniero in patria. E credo non avrei fatto la carriera che ho fatto qua. Come può ben constatare, anche dai miei connazionali che vivono nella sua terra, il sale in zucca non ci manca. E ci rimbocchiamo le maniche tutti, sia quelli emigrati sia quelli rimasti nell’Isola (che devono fare una fatica doppia o tripla per sbarcare il lunario rispetto ai primi). Francamente non capisco di cosa mi accusa. Non capisco che autocritica dovrei fare. Dovrei fare autocritica perché difendo la mia Madre terra da attacchi volgari come questo post (LA SICILIA DEPREDA TUTTA ITALIA)? No, guardi. La mia patria avrà pure tanti difetti, ma simili, enormi falsità non si possono far passare come dato di fatto. La Sicilia non depreda proprio un bel niente.

          2. Tipheus

            La differenza tra il Friuli e la Sicilia è che lo Stato apre gli ospedali in Friuli e li chiude in Sicilia. Forse per questo trova tanti dottori Siciliani. Lo sa che l’ultima legge di stabilità ha aumentato l’Iva devoluta alla sua Regione ed ha ridotto quella da restituire alla Sicilia. Lo sa che ci paghiamo la sanità da soli all’80 % mentre la sua Regione è aiutata da Roma? Guardi, se l’Italia se ne andasse noi saremmo ricchi e non ci passerebbe per la mente di emigrare in Friuli. Quanto al fatto che in Sicilia non trova medici o insegnanti friulani è dovuto al fatto che lo Stato sta chiudendo in Sicilia tutte le scuole e gli ospedali. Così non li trova friulani ma neanche Siciliani. Non li trova proprio.

          3. Giorgia Merlin

            Non voglio fare polemiche coi siciliani, è un’isola bellissima, piena di storia e di cultura. Ho visto i disastri del petrolchimico e capisco le recriminazioni. Crozza poi è un saltimbanco senza credibilità, al servizio dei potenti di turno. Fate bene a difendere le vostre ragioni e a documentare ciò che dite. Non dovete però esagerare. Se qualcosa non va per il verso giusto, non può essere sempre colpa degli altri. Tutto qui.
            A proposito, anche in Friuli chiudono scuole e ospedali e nessuno investe in infrastrutture. Non è molto diverso.

        2. Lupaccio Maimangi

          beh dai apprezzo tutto il vostro amore per la Sicilia e non condivido certo il desiderio che l’Italia si sgretoli per delle questioni che un governo decente potrebbe risolvere in poco tempo, ma dire che la mafia é il braccio armato dell’Italia é veramente fuorviante. Certo che la mafia é un’organizzazione tutelata dal governo italiano, ma questo non perché il governo italiano vuole depredare unicamente e esclusivamente la povera Sicilia. Il governo italiano é venuto dopo la mafia siculo americana reintrodotta trionfalmente dagli americani ancor prima dello sbarco del 43. Ed essa fu reintrodotta per calcolo politico che quindi fece dello Stato una realtà assoggettata alla mafia siciliana, quindi tutto il contrario di quello che dice lei: paradossalmente il braccio armato della mafia é… il governo italiano. Non per colpa della Sicilia, certo. La causa é la sconfitta e i vincitori fanno quello che vogliono delle loro neocolonie. Se ne deduce che qualsiasi ipotesi secessionista del Lombardo-Veneto come della Sicilia non dispone in realtà di nessuna concretezza.

          1. Tipheus

            Questo si poteva dire cento o al limite 50 anni fa. Dopo secoli di saccheggi e di insulti è come un matrimonio finito. Si sta insieme solo per abitudine e per forza. Se l’Italia avesse rispettato lo Statuto di Autonomia forse si poteva salvare l’unità d’italia. Oggi è impossibile. Lo Statuto dice che non riceviamo nulla (salvo un aiutino per la perequazione infrastrutturale, gli esteri e la difesa) e non diamo nulla (salvo le imposte di produzione, giochi e scommesse, e monopoli). Uno stato confederato. Ma l’italia non ha mai voluto accettarlo.
            Bene. Se non lo accettate noi abbiamo 1000 anni di stato e parlamento nostro. Riprendiamo per la nostra strada, e forse ci rispetteremo di più.

      2. Tipheus

        Signora, quello che dice lei non c’entra nulla con quello che ha postato Burrafato. Quanto alla corruzione, quella è dovuto alla “banda” di politici dei partiti italiani per i quali i Siciliani sono “costretti” a votare. L’Italia affida in feudo a una banda di criminali la sua colonia, la quale banda finisce di depredare quello che l’Italia non ha ancora mangiato. Appena qualcuno in Sicilia tenta di dire come stanno le cose, i giornali lo censurano, e se esagera ci rimette la vita. Se gli italiani sapessero cosa significa la dominazione coloniale della Sicilia, forse avrebbero meno spocchia, proverebbero un po’ di vergogna e la avvierebbero all’indipendenza. Ma fa comodo a tutti avere una cassaforte energetica da cui succhiare energia e petrolio gratis, più 5 miliardi l’anno solo solo di accise petrolifere.

  4. Piermarco Burrafato

    È vero l’esatto contrario: è l’Italia che depreda la Sicilia. Lo fa da 157 anni.

    1. Luben22

      I tributi li versiamo tutti e tutti quanti ne riceviamo indietro ben poco, non solo i siciliani. Quello che dice Crozza (e peraltro sono statistiche arcinote) è che la Regione Sicilia costa carissima e dilapida più risorse di ogni altra regione d’Italia. Perché parlare di “ladrocinio sistematico” quando Regione Sicilia spende 2 miliardi all’anno solo per gli stipendi? Questo non è ladrocinio? Basta con questi vittimismi, .

      1. Piermarco Burrafato

        È chiaro che non hai letto l’articolo di Siciliani Liberi che ho postato qui sotto. Non so se hai voglia di informarti o meno. Comunque, per tua informazione, la Regione è siciliana e non Sicilia. E la differenza è non solo formale ma sostanziale. La Regione è un’entità statuale, che nasce prima della stessa Repubblica, nel maggio del 1946. Si chiama “siciliana” così come la repubblica si chiama “italiana” e non Italia. Lo statuto di autonomia siciliana sancisce un patto tra Sicilia e Italia, da sempre comunque disatteso da quest’ultima. Già solo questo dovrebbe farti riflettere. La regione è di fatto uno stato autonomo. Significa che tutti i servizi che nel resto del paese sono gestiti dallo Stato e pagati coi soldi di tutti i contribuenti (siciliani inclusi), in Sicilia sono quasi totalmente devoluti alla regione. Il che significa che i nostri impiegati non sono statali (e quindi pagati da tutti gli italiani) ma regionali, e quindi pagati dai soli siciliani. Con la beffa che i nostri tributi, anziché rimanere nell’Isola per far fronte alle spese di scuola, università, sanità, ecc., prendono invece la strada di Roma. Non c’è nessun vittimismo. Credimi. Solo voglia di informare e far conoscere. A chi è aperto alla conoscenza, naturalmente.

        1. Giulio

          Questa è veramente MOLTO interessante. Vale la pena approfondire.

          1. Giuseppe Luigi Malgioglio

            Finalmente qualcuno che vuole conoscere la verità. Approfondisca pure. Senza la Sicilia oggi l’Italia sarebbe fallita. Come sarebbe fallito il Piemonte savoiardo senza l’oro del Banco di Sicilia e del Banco di Napoli.

          2. Giulio

            Volentieri. Ha qualche libro e/o sito in particolare da consigliarmi su questo argomento?
            Nota: ho già studiato alcuni libri sul tema del “sacco del sud”, ma erano relativi all’epoca risorgimentale e non andavano in profondità sull’aspetto economico.

      2. Tipheus

        Lei forse non sa che in Sicilia i dipendenti statali sono regionali. Cioè ce li paghiamo noi con la nostra IRPEF (o meglio con quella che ci lascia lo stato predatore). Per questo in valore assoluto la spesa per dipendenti è più alta di quella delle altre regioni. Perché altrove provvede lo stato. Da noi facciamo tutto da soli: motorizzazione, musei, protezione civile, porti, camere di commercio, scuole elementari. Devo continuare o le basta?

        1. Luben22

          Benissimo. Ma costano troppo e sono troppi, devo continuare?

          1. Tipheus

            Non costano affatto troppo. Sono “DI PIÚ”. Lo capisce o no? O le devo fare i numerini. Se la Lombardia ha 100 statali e 20 regionali e la Sicilia 20 statali e 80 regionali, a parità di stipendio 80 regionali in Sicilia costano di più dei 20 lombardi. Così lo capisce? Quanto al “sono troppi” è pure male informato: la Sicilia è DODICESIMA, per rapporto dipendenti pubblici pro-capite, dopo regioni come il Lazio e la Toscana. Se non sa di che sta parlando perché continua, facendo solo brutta figura?

    2. Lupaccio Maimangi

      quanto abbiamo speso invece per l’insulso e criminale teatrino dell’immigrazione africana?

    3. Paciullo

      Avete aperto voi le porte a Garibaldi durante lo sbarco, abbandonando il Re Ferdinando.

  5. Tipheus

    Le solite falsità antisiciliane.
    È la Sicilia ad essere depredata dall’Italia dalla sua conquista ad oggi.
    Ma è inutile postare dati a chi non li vuole leggere.
    La vera soluzione è una sola: ANDATEVENE! Così non vi deprediamo più, o no?

    1. Giuseppe Luigi Malgioglio

      Ben detto!

  6. Tipheus

    Un’ultima cosa, Signor Blondet. Io non dubito della sua onestà intellettuale. Vuole documentarsi veramente su quello che accade in Sicilia o vuole adagiarsi sui luoghi comuni? Lei fa “controinformazione”. E fa molto bene. Ma quando parla di Sicilia sembra di leggere la Repubblica o il Corriere. Diventa improvvisamente mainstream. Certamente in buona fede. Approfondisca, scoprirà cose che la sconcerteranno. Scoprirà che la Sicilia è vittima dell’Italia, ma in una maniera a dir poco oscena. Deve solo avere un po’ di buona volontà e di umiltà nell’apprendere ciò che oggi non sa.
    Ricredersi quando si scopre una verità nuova è segno di grande intelligenza.

    1. iosongasingsing

      Azz… e che è, i siciliani sono diventati tutti ebrei e chiedono il risarcimento come per l’olocausto?

    2. davide

      Prima tentano di industrializzarla, poi la fiscalizzano stroncando di brutto. (vedi petrolchimico di Augusta)
      Prima tentano di elevare le sue belle arance nel fertile e unico terreno vulcanico etneo, poi importano dalla Spagna, e così distruggono la redditività degli aranceti di catania e del grano duro siciliano ottimo per cuocere un bel piatto di spaghi.
      Prima vogliono fare un polo agroindustriale nel cuore del mediterraneo, poi non sapendo che pesci prendere li mettono tutti a fare gli statali….
      Boh! mi sa che qui ci vuole un bravo psichiatria in schizofrenia…almeno io non ci capisco + nulla che politica ci voglion fare.
      boh! e ancora boh!

  7. 51M0NE

    Lo si e’ sempre saputo che e’ una regione canaglia.

    L’idea giusta era di secedere dalla cloaca italica, ma gli stessi padani hanno preferito continuare a mantenere questi parassiti.

    1. Giuseppe Luigi Malgioglio

      Gentile 51mone, si è mai chiesto se per caso tutto quello che si dice della Regione Siciliana fosse falso? E se invece fosse l’esatto contrario? E cioè che è l’Isola a regalare ogni anno allo Stato parecchi miliardi di euro tra iva, irpef, irap, accise petrolifere, energia elettrica pulita, ecc. (grazie ai quali l’Italia riesce a far quadrare i suoi conti). Non le puzza la continua campagna di linciaggio da parte dei media nazonali nei confronti dell’Isola? Questo pogrom quotidiano non le fa pensare che ci sia una regia dietro? Se davvero l’Isola fosse la mantenuta d’Italia perché allora ogni anno ventimila giovani vanno via? Oppure, se in Sicilia è così bello vivere alle spalle altrui perché anche lei non viene a vivere qua? O ancora, perché non lasciate che l’Isola se ne vada e torni ad essere uno stato sovrano come è stata per mille anni come Regno di Sicilia e come lo sono oggi Malta, Cipro, ecc. ecc.? Cordiali saluti.

      1. 51M0NE

        Egregio signor Giuseppe, sarei lieto di apprendere che la
        sua regione abbia un residuo fiscale positivo, cosa che invece esiste solo nella
        Sua fantasia di persona perbene. Penso anche che i siciliani, al di là dei finti
        proclami, non abbiamo nessuna intenzione di separarsi dalla generosa mammella
        che li mantiene. E spesso sputano nel piatto in cui mangiano.

        1. Roberto Richichi

          E io sarei lieto di leggere i dati ufficiali da cui rileva che la Sicilia non ha un residuo fiscale positivo, provi a dimostrare ciò che afferma!

    2. Zauberwolf Siculo

      leggendoti mi chiedo che cosa ci facciamo ancora uniti con voi continentali..lasciateci andare, la mia Sicilia ha scritto storia, si parlava e scriveva il siciliano e Dante non era neanche nato, da 157 anni siamo terroni e canaglie, la nostra lingua un dialetto italiano che di italiano non ha nulla, bravi bravi, spero che i miei connazionali siculi si sveglino e vi mandino a quel paese

    3. Tipheus

      Canaglia ci sarà sua sorella. VOI italiani ci succhiate il sangue da 202 anni. Quando ve ne andate sarà sempre troppo tardi.

  8. Diego Grandi

    Sì! Staccatevi dal “continente”! Spezzate le catene che regioni notoriamente canaglie ed inefficienti come il Veneto e la Lombardia vanno stretto addosso. Muovete guerra agli italiani col vostro immenso esercito di forestali d’assalto; per l’amor di Dio, siete siciliani mica Italiani! Fareste paura perfino al Deep State! La vostra efficienza, la vostra capacità organizzativa, la vostra obbedienza quasi militare farebbero concorrenza alla Germania della cu..na! Fancazzisti, nullatenenti, falsi-invalidi e dipendenti pubblici di tutti i Paesi, unitevi! Formate las Brigadas Internacionales e combattete per liberare la Sicilia dal giogo del nord!
    Los “baùscias” no pasarán!

    1. Piermarco Burrafato

      Magari! Solo che il giorno dopo il nostro distacco non avreste più la corrente elettrica e il carburante… sareste un po’ nella merda.

    2. Tipheus

      Ma se appena ci abbiamo provato, con la rivolta dei Forconi (2012) il “TUO” governo nordista è venuto ad arrestare e a disperdere la folla. Quando facciamo sul serio ve la fate sotto. A parole ci volete indipendenti, nei fatti lo stato italiano paga la mafia per far fuori i Siciliani indipendenti da sempre.
      Se i Siciliani fossero davvero in grado di prendere le armi e dichiarare l’indipendenza d’inverno sentireste un po’ di freddo, dovreste pagare per il metano e l’energia elettrica, dovreste pagare per i nodi internet che si trovano in Sicilia, la nostra industria, con una nostra moneta e un nostro fisco, vi metterebbe al tappeto in 5 anni al massimo.
      Il vero fatto è che voi AVETE PAURA della Sicilia indipendente.
      Per questo ci tenete nella merda con il vostro esercito, con i vostri ricatti politici ed economici, con i vostri politici e soprattutto con il linciaggio quotidiano.

  9. Diego Grandi

    Ai razzisti siciliani con bava alla bocca, colpiti da spasmi quando sentono “attaccata” la “loro” Camelot del 21° secolo, consiglio di leggere questo articolo-intervista ad un siciliano-con-cervello; che la pensa diversamente su “autonomia o “indipendenza”. Ma non capite, accidenti al demonio, che è proprio questa “autonomia” ad aver ridotto voi e la “vostra” regione a livelli così infimi?

    http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/13271864/buttafuoco-tutto-inutile-sicilia-fallita-specchia.html

    1. Tipheus

      Cioè, ci faccia capire, basta essere nati in Sicilia e mettersi al servizio di un giornale italiano per dire la verità? E’ L’ITALIA ad averci ridotto così. Quanto all’Autonomia sarà esistita sì e no dal 1947 al 1956, poi ci è stata tolta. Oggi questa si riduce al fatto (negativo) che quello che le altre regioni ricevono dallo Stato in Sicilia ce lo dobbiamo pagare da soli. Per il resto ZERO autonomia legislativa, ZERO autonomia amministrativa, ZERO federalismo fiscale (anzi lo Stato impone la “fiscalità di svantaggio”), ZERO autonomia giudiziaria (la corte di cassazione non è stata ricostituita). Insomma l’Autonomia non c’è, se non al contrario.
      Quanto all’accusa di “razzismo” è talmente ridicola in bocca a un razzista che non merita replica.

    2. Tipheus

      Comunque Buttafuoco è solo un cripto-fascista (neanche tanto cripto) alienato e colonizzato. Un rinnegato, che ha sempre rifiutato il confronto con chi gli avrebbe sbattuto in faccia i numeri veri. Un letterato che non sa un acca di conti pubblici e che parla, parla, parla…. E che soprattutto fa “soldi” sputando su sua madre.

  10. iosongasingsing

    Non l’hanno voluta gli USA che in compenso ci hanno rimandato Lucky Luciano a governarla e nemmeno Gheddafi, quando gli hanno detto dei 24.000 forestali che pensò fossero guerriglieri vietcong.

    1. Tipheus

      Se non la vuole nessuno perché non ve ne andate?

      1. Roberto Gallo

        Se facessimo questo ragionamento (“perche’ non ve ne andate”) vi tornerebbero indietro migliaia tra medici, la metà dei notai italiani, prefetti, questori, avvocati…tutti – o quasi – assunti con concorso statale, naturalmente. Confesso che la cosa mi tenta, ideologicamente

  11. Roberto Gallo

    La Sicilia è il caso eclatante di tutto il Meridione. Le ragioni sono tante, soprattutto nel parassitismo clientelare del Sud. I meridionali comandano ampiamente in Parlamento (andare a vedere il numero dei siciliani, ad esempio). Nulla quaestio. Dalle risposte si capisce subito che chi è d’accordo con i NUMERI (Crozza è il veicolo) è visto come “anti meridionale” polentone di turno. La soluzione è una sola: separatismo. Poi vedremo chi è capace di mantenersi, di avere ospedali, buona amministrazione. La Storia dirà da che parte sta la Ragione. Hegelianamente

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