Da quel 13 marzo 2013 è cominciata un’era di spietata misericordia…
Forse è finito davvero l’Anno straordinario della Misericordia, o forse non è mai cominciato, certo è che per Padre Stefano Manelli è cominciato un incubo, il suo Purgatorio in terra. Quel fulmine dell’11 febbraio 2013, che simbolicamente spaccava la Cupola di San Pietro in due, da qualche parte doveva pur cadere perché, quel parafulmine stava comunicando al mondo la sua Rinuncia, e qualcuno doveva pagare.
Così il nuovo papa, Francesco — che sta governando la Chiesa non come un pastore, ma come un generale gesuita sudamericano –, solo dopo appena quattro mesi dal suo insediamento, fa scattare senza alcuna motivazione, un commissariamento che da allora rinchiude Padre Stefano Manelli – Fondatore dei Frati Francescani dell’Immacolata (FFI) – all’interno di inspiegabili “arresti domiciliari”.
Si fa muovere la Magistratura civile, e dopo mesi e anni di indagini, Padre Manelli ne esce completamente pulito, la sentenza è in una data in cui ricorre una Festa mariana!
Ma non basta, vogliono quei soldi che Padre Manelli non ha!
E allora cosa fanno? Impongono a Padre Manelli di obbligare i laici che si occupano delle opere della Comunità, di dare TUTTO alla Santa Sede, come minaccia e ricatto, si incrudeliscono le sanzioni: il Padre non può più vedere nessuno.
Marco Tosatti ha riportato integrale il Comunicato che ha davvero del diabolico tanto da farci pensare che questo Pontificato ha assunto i contorni di un vero e proprio generalato, altro che Amoris in laetitia, misericordia e volemose bene. Infatti è davvero strano che Papa Francesco, pur continuando ad incontrare cani e porci, non abbia trovato dieci minuti per incontrare personalmente Padre Stefano Manelli.
Per 30 milioni di euro, vi dicono nulla i 30 danari del Vangelo?
Ecco il Comunicato come riportato da Tosatti:
Così nei giorni scorsi padre Manelli ha ricevuto un documento, concordato in udienza dai responsabili della Congregazione dei Religiosi con il Pontefice, e che ha il suo assenso, in cui:
“Si fa obbligo a padre Stefano Manelli di rilasciare una comunicazione nella quale dichiara di accettare e osservare tutte le disposizioni della Santa Sede e di esortare i Frati Francescani dell’Immacolata e le Suore Francescane dell’Immacolata a tenere lo stesso comportamento.
Il Padre Manelli non potrà fare nessun’altra dichiarazione ai mezzi di informazione né apparire in pubblico.
Non potrà partecipare ad alcuna iniziativa o incontro, né personalmente né attraverso i mezzi di comunicazione sociale.
Si fa obbligo a Padre Manelli di rimettere entro il limite di 15 giorni dalla consegna del presente decreto il patrimonio economico gestito dalle associazioni civili e oggi altra somma a sua disposizione nella piena disponibilità dei singoli istituti.
E’ fatto divieto al Padre Manelli e al Padre G. Pellettieri di avere relazioni con i Frati Francescani dell’Immacolata ad eccezione di quelli delle comunità dove abiteranno con il permesso di questo Dicastero. Evitino ogni contatto con le Suore Francescane dell’Immacolata”.
Mancano i tratti di corda, e la maschera di ferro, e il catalogo è completo.
- Stefano M. Manelli, ingiustamente perseguitato come il suo padre spirituale, S. Pio da Pietrelcina.
Per il resto del doloroso provvedimento cliccate qui.
Siamo davvero basiti e senza parole eppure, studiando la storia di padre Bergoglio a Buenos Aires, quanto sta accadendo non è una novità, è il suo stile tipico di un dittatore sudamericano, aggravato dall’essere gesuita della corrente di Pedro Arrupe (che fece piangere Paolo VI) e del teologo eretico il gesuita Karl Rahner e di altri.
Non sappiamo come andrà a finire, ma siamo certi che l’Immacolata non la farà passare liscia a questi signori.
Dal canto nostro armiamoci della Corona del Rosario e non lasciamola più di recitarla per ottenere da Dio la vera Misericordia insieme alla Sua vera Giustizia.
https://cronicasdepapafrancisco.wordpress.com/2017/02/02/la-spietata-misericordia-di-el-general/
“Francesco” attratto dai tesori (altrui).
Marco Tosatti
Il punto particolarmente interessante è quello dei soldi. Che sono tanti: c’è chi parla di un patrimonio di trenta milioni di Euro. Che però non sono nelle mani di Manelli, ma di varie associazioni di laici: l’Associazione “Missione dell’Immacolata”, l’Associazione “Missione del Cuore Immacolato” e l’Associazione “Casa Mariana Editrice”. E infatti nel luglio 2015 il Tribunale del Riesame di Avellino ha dissequestrato i beni di proprietà delle associazioni di laici per un valore di circa 30 milioni. I beni erano stati sequestrati dalla Procura di Avellino, che aveva ipotizzato i reati di truffa e falso ideologico, nelle battaglie legali seguite al Commissariamento.
Come giudicare allora la richiesta fatta a Padre Manelli, posto che la Congregazione è consapevole della situazione legale sancita dalla legge italiana? Non riesco a immaginare ad altro che non sia una forma di pressione psicologica e morale sull’anziano frate.
E’ curioso notare che questo passo, così severo, segue di non molti giorni un’altra mossa inedita, e certamente singolare: cioè le pressioni fatte sul Gran Maestro dell’Ordine di Malta, Matthew Festing, a dimettersi, compiute personalmente dal Pontefice. Anche l’Ordine di Malta non è povero, peraltro. Evidentemente il freddo esalta gli stimoli autoritari, al di là delle Mura.