Ancor prima di inaugurare il suo quarto mandato, Angela Merkel ha messo a segno un altro colpo decisivo per l’assoluto potere tedesco in Europa: la nomina di Martin Selmayr, suo uomo, del CDU, feroce anti-italiano, a Segretario Generale della Commissione Europea. Una elevazione per mezzo di trucchi all’apice della burocrazia burocratica insindacabile, vero governo e “deep state” della UE: Selmayr ha sotto di sé 33 mila dipendenti; “duro, invasivo, autoritario, prevaricatore”, per le sue mani passano obbligatoriamente tutti i dossier che contano; ovviamente è anche lui che fa le pulci ai bilanci nazionali, e il nostro non gli piace. Sua caratteristica, l’arrogante e continua ingerenza e sconfinamento nella politica propriamente detta: basta dire che questo burocrate da nessuno eletto sta imponendo come capolista del PPE (Partito Popolare Europeo) il politico francese Michel Barnier, di cui lui stesso ha favorito l’ascesa (facendone il negoziatore della Brexit), con la scusa che Barnier è Macron-compatibile, ma in realtà perché è un burattino nelle sue mani.
Come sempre quando il potere tedesco sconfina nell’illegalità, anche in questo caso la Merkel non si è sporcata le mani direttamente; ha fatto “promuovere” Selmayr da Juncker. L’illegalità sta nel fatto che Juncker dovrebbe nominare il segretario generale scegliendolo fra i direttori generali o aggiunti; invece Selmayr era il suo capo di gabinetto, non aveva titolo di direttore. Un caso di nepotismo, ma in qualche modo a rovescio: Juncker, deve alle trame di Selmayr la sua ascesa a capo della Commissione, il “governo” della UE; lo ha letteralmente “inventato” come candidato nel 2014. In cambio, Juncker – che sappiamo spesso ubriaco – ha sempre lasciato dirigere al suo servo-padrone l’istituzione: infatti Juncker “non ha mai presieduto una sola volta le riunioni di gabinetto”, ha rivelato Libération: “e tutti quelli che vogliono accedere al presidente, compresi i capi di Stato e di governo, devono passare per Selmayr” .
E’ stato un golpe da harem ottomano
La presa di potere nella UE ha avuto il carattere di un putsch, fra trame occulte, scambi di favori fra eurocrati e colpi di mano che definire “da basso impero” è offensivo per il basso impero; bisogna evocare qui la corte imperiale cinese o l’Harem ottomano, il che rivela il punto di marcescenza e corruzione cui è giunto il potere incontrollato e anti-giuridico dell’eurocrazia di Bruxelles, fra giannizzeri ed eunuchi di corte. Solo un caso fra tanti: Selmayr ha scavalcato i direttori generali (aventi titolo) con la complicità della direttrice generale alle risorse umane, la greca Irene Souka, che lui, diventato segretario generale, ha subito ricompensato in questo modo: tenendola nella lucrosa e influente carica anche dopo l’età di pensione, e prolungando ugualmente oltre la pensione quella del marito della Souka, il direttore generale all’energia,il francese Dominique Ristori. In pratica, il Segretario sta rendendo a vita le poltrone eurocratiche, una trasformazione della burocrazia sovrannazionale in sistema feudale-familiare da impero germanico, dove l’imperatore regala sinecure e feudi a vita vassalli e valvassori fedeli.
E che fanno i politici? I gruppi dell’euro-parlamento hanno incaricato di indagare sulla promozione di Selmayr una commissione, quella del controllo del budget (sic) che però, guarda caso, è presieduta da una tedesca; e alla richiesta non si è accodato il PPE, il più potente dei gruppi, egemonizzato dalla la CDU della Merkel, che ne è il deus ex machina. Sapendosi intoccabile, l’arrogante super-eurocrate ha spostato il suo ufficio di Segretario Generale presso quello di Juncker: in modo che continuerà anche a presiedere le riunioni di gabinetto al posto dell’alcolista suo burattino. A giocare su due tavoli: insieme segretario generale e capo dello staff di Juncker, che , lui, nel 2019 non si candiderà e sparirà nel nulla.
“Una concentrazione di potere senza precedenti nella storia dell’istituzione – ha scritto Libération – dove il livello politico e il livello amministrativo sono stati separati da porte stagne [sì, come no]. Peggio: intende porre anche il servizio giuridico, fino ad oggi indipendente, sotto la sua tutela e nominarvi la sua creatura, Clara Martinez Alberola, nominata da Juncker proprio adesso suo numero due.
Insieme con l’avvenuta scelta di Luis De Guindos come vicepresidente della Banca Centrale Europea, che serve poi per mettere alla presidente della BCE un tedesco, ovviamente il capo della Bundesbank, è una vero e proprio totalitarismo compiuto quello che Berlino ha instaurato sopra i paesi e popoli europei.
La dittatura totalitaria, che gli ingenui antifascisti immaginano di essere pronti a rintuzzare – purché si presenti con stivali, divisa militare e baffetti – si presenta invece così, con una concentrazione di potere illegale e inaudita di un burocrate di cui non conosciamo la faccia, e se la vediamo in foto, non ci dice niente.
E anche questa volta, i nostri politici, le nostre opinioni pubbliche, e media, gliel’hanno lasciato fare. I giornali ne hanno parlato, anche se nelle pagine interne, ma i governanti, i parlamentari europei e nazionali, i Macron Gentiloni e i Rajoy, le Mogherini e i Tajani, silenzio: segno di una complicità profonda fra i “politici” – che vanno e vengono – e il superburocrate, inamovibile. Selmayr ha 47 anni. Resterà in carica almeno 20.
Germania, solo paese sovrano nella UE
E’ appena il caso di ricordare che la dittatura tedesca sulla Comunità Europea, e la complicità degli altri a questa deriva, non data da oggi.
Nasce negli anni 1990, quando un funzionario tedesco della Commissione Europea, probabilmente con le migliori intenzioni di opporsi al dirigismo e burocratismo anti-popolare, accusò davanti alla Corte Costituzionale di Karlsruhe il trattato europeo sulla moneta unica , sostenendo che era contrario alla Costituzione tedesca. La Corte di Karlsruhe sancì, invece, che il trattato non infrangeva la Costituzione tedesca – ossia la sovranità tedesca. Ma così, la Corte di Karlsruhe si è dichiarata anche la responsabile di ultima istanza per giudicare se un trattato europeo vincolante per lo Stato tedesco, e se potesse o no essere inserito nel sistema giuridico della federazione.
Un cambiamento epocale, dopo 40 anni di giurisprudenza europeista, che riteneva le leggi della Comunità superiori alle leggi nazionali, di fatto, in tal modo, la Germania si dichiarava il solo stato sovrano dell’Europa. E mentre tutti gli altri stati europei, in particolare dopo il trattato di Maastricht nel 1993, accettavano di essere soggetti senza condizioni alle leggi UE. “Solo la Germania dichiarava così che il proprio diritto, in caso di conflitto, doveva prevalere”, ha scritto John Laughland: “Questo poneva la Germania, nei confronti del resto dell’Europa, in posizione non dissimile da quella che aveva la Prussia all’interno del Reich germanico dopo il 1871”.
Anche la nostra Corte Costituzionale, bastava facesse lo stesso. Che i nostri governi, esigessero l’uguaglianza giuridica di tutti i paesi membri: o anche la Germania soggetta alle normative europee, o nessuno. Stupidità, servilismo, “europeismo” angelistico, fiducia nella “bontà” tedesca? Idiozia pura. Ed ecco la Germania di oggi
“il suo dominio è assoluto sull’Europa, mi scrive Nicolas Bonnal: “252 miliardi di eccedente commerciale. La Germania domina e controlla il continente rovinato dal suo euro, controlla le elezioni che non le piacciono (Portogallo e Grecia), le sopprime (Italia), o ordina per chi votare (Macron in Francia). Come ha ben visto Emmanuel Todd, la Germania dirige l’offensiva ad Est contro la Russia, perfino più di Donald Trump”, allineata col Deep State, mentre fa il doppiogioco mantenendo con la Russia rapporti economico-energetici di primo piano, mentre obbliga noi ad applicare le sanzioni americane.
Dal 1814, da quando ha sconfitto Napoleone, dice Bonnal, “la mira tedesca è liquidare la Francia, poi cacciare la Russia e la Gran Bretagna dal continente europeo sotto dominio tedesco. L’appetito ai tedeschi viene divorando. Balthazar Graciàn: è il difetto dei tedeschi, hanno un appetito divorante” ( Anche Dante vide soprattutto, come proprio del carattere tedesco, l’ingordigia: “tedeschi lurchi”).
Se un giorno l’armata dei russi invaderà l’Europa, dovremo salutarli come liberatori – noi schiavi non essendo stati capaci, per viltà, di liberarci da soli.
Post Scriptum interessante
Dopo aver letto il pezzo qui sopra, l’amico Fabio Baioni mi scrive: “I metodi di gestione della UE li hnno presi da Bergoglio è il contrario?”. Questa è molto più di una battuta di spirito. Il calpestare il diritto da parte dei gestori del potere sembra essere una tendenza di tutto l’Occidente, basta guardare anche agli Stati Uniti nella lotta fra Deep State, il familismo di Trump (Jared e Ivanka come suoi consiglieri massimi), l’unilateralismo che distrugge le relazioni interanzionali basate sui trattati. El Papa che nega ai Francescani dell’Immacolata un “giusto processo” canonico, è ben simile alla Merkel, al suo gran visir Juncker e al suo eunuco di corte europide Selmayr, che scavalcano e distruggono normative che loro stessi hanno elaborato. Ma se guardiamo al 5 Stelle, vediamo le stesse tendenze. Tutto ciò significa semplicemente il regresso dell’Occidente nella pura e semplice barbarie. Ed è tragico che questo avvenga nella Chiesa, ultima istanza in cui ancora vigeva il Diritto Naturale (il diritto canonico era Diritto Romano), come la UE e gli USA. Perchè il Diritto (Romano) è ciò che ha costituito la Civiltà in Europa, punto e basta. La Chiesa del caudillismo tradisce qualcosa di radicalmente fondante- e ci avverte che è cominciata in Europa un’altra epoca giuridica. Il Despotismo Orientale.