PAOLO SENSINI – “Il sistema monetario può sopravvivere finché il pagatore di ultima istanza è la collettività dei contribuenti. La Grecia è il primo paese a essere caduto in disgrazia, non tanto perché si sia indebitato ma in quanto la sua economia asfittica non garantiva più ai creditori l’esistenza di un prelievo fiscale necessario, non tanto per ripagare il debito che come quello degli altri paesi è perpetuo, ma per dare, in prospettiva, l’illusione di ripagarlo. Dal punto di vista finanziario, Spagna, Italia e Francia non sono molto messi meglio della Grecia, ma le loro economie, più dinamiche, danno la garanzia di poter essere ancora tartassate dalla fiscalità generale che rappresenta la cauzione per il debito. Ma proprio per questo motivo sono, pure loro, sulla strada della grecizzazione. Quella che porta agli aiuti umanitari da Terzo Mondo, come nel caso greco, dove si è arrivati al punto di non avere neppure i soldi per i medicinali. Quella che porta alla riduzione in ‘cattività’ dei paesi da parte di un potere sempre più concentrato nelle mani di poche persone che ha illuso sui benefici dello stato sociale e del relativo sistema monetario per realizzarlo. La vera tragedia è non capire cosa sta succedendo restando in attesa di eventi fatali. Mai nella storia europea si sono visti tanti uomini di governo contemporaneamente così inetti e incompetenti”.
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