Gira molto la foto dei due personaggi che il governo Biden, lungi dal trattare con discrezione del caso grottesco di disturbo, addirittura esibisce come modelli ed esempi. Eccoli, “i rappresentanti americani alla Festa nazionale francese del 14 luglio presso l’ambasciata francese negli USA. Uno/a è l’ammiraglio transgender Rachel Levine (j) che – dopo essere stato al Pentagono una vita – attualmente è stato nominato sottosegretario alla Sanità dell’amministrazione Biden. L’altro è Sam Brinton, attualmente sottosegretario nell’ufficio dell’Energia nucleare dell’amministrazione Biden”.
Da sottolineare il motivo per cui l’ammiraglio/a Levine è stato messo a fare il vice-ministro invece che in un’altra posizione. Come mostra la sua arringa che postiamo qui sotto, gli è un militante attivista della promozione del “cambio di genere” negli adolescenti resi dubbiosi della loro identità sessuale dalla propaganda ideologica martellante, spesso insinuata dalle stesse madri, le quali cercano e spiano i segni della “incerta identità” nei loro figli e li (le) indirizzano alle cliniche “specializzate” che sono sorte in USA e GB.
Biden Assistant Secretary for Health Rachel Levine: We need to “empower” kids to go on puberty blockers and get sex reassignment surgery. pic.twitter.com/CRPRaFYtzK
— RNC Research (@RNCResearch) July 18, 2022
Assistente Segretario di Biden per la Salute Rachel Levine: occorre dare il potere ai ragazzi ad adottare gli inibitori ormonali della pubertà e di sottoporsi a interventi chirurgici di riassegnazione del sesso.
Sugli (ovvii) danni fisici e psichici e morali di distruzione delle anime causati negli adolescenti da questa ideologia altamente intrusiva, sinistra moda travolgente in alcuni ambienti anglo-americani – in fondo è una espressione estrema della “cancel culture” applicata contro le anime e i corpi – postiamo un articolo già pubblicato nel 2017:
SEMPRE NUOVE CONQUISTE DELLA LIBERAZIONE
Maurizio Blondet 24 Ottobre 2017 11 commenti
“50 bambini a settimana alla clinica del cambiamento di sesso. Alcuni hanno 4 anni”.
Non faccio che riferire un articolo del britannico Mirror:
‘Some are confused, others are trapped in the wrong body’: Astonishing 50 kids a week referred to sex change clinics
“alcuni sono confusi, altri sono prigionieri nel corpo sbagliato”.
Prigionieri nel corpo sbagliato: sì certo, è l’autogiustificazione tipica dei trans.
“L’accettazione crescente del tema “gender” può aver aumentato il numero dei bambini mandati agli specialisti”. Può, certo. Ma intanto, un numero crescente di piccini soffre di stare in un corpo sbagliato. Per loro fortuna, a Londra c’è chi sa liberarli dalle loro sofferenze: è stato aperto giusto giusto un reparto, pagato dal servizio sanitario nazionale, chiamato “Gender Identity Development Service (GIDS)”, che soccorre “bambini, giovani e loro famiglie che sperimentano difficoltà nello sviluppo del loro genere”. Tale “service” è nella sede di una clinica “impegnata a migliorare la salute e il benessere mentale” che si chiama Tavistock and Portman NHS Foundation Trust. E’ insomma una filiale del Tavistock Institute di Londra, di cui abbiamo talora già parlato, in quanto specializzato nel realizzare “cambiamenti di paradigma” nella mentalità di massa.
“Interessante istituto, metà clinica psichiatrica e metà corpo delle forze armate britanniche, fu fondato e diretto a lungo dal dr. John Rawling Rees, psichiatra e insieme generale di brigata. Lì si sono sempre studiati gli aspetti della guerra psicologica. Nel 1945, il generale Rees, nel suo libro “The shaping of psichiatry by war”, propose che metodi analoghi a quelli sperimentati in guerra, potevano attuare anche il controllo sociale in intere società o gruppi, in tempo di pace”.
Abbiamo già raccontato come a questo Istituto si sia appoggiata la Scuola di Francoforte, occupata negli anni ’40 ad impedire la rinascita in Occidente della “personalità autoritaria” da cui, secondo quei filosofi, nasceva “Il fascismo”. Nelle parole di Theodor Adorno nato Wiesengrund: “La modifica della struttura mentale potenzialmente fascista non può essere ottenuta con mezzi soltanto psicologici; è un compito paragonabile alla eliminazione della neurosi, o della delinquenza, o del nazionalismo: questi sono prodotti dell’organizzazione totale della società, e vengono cambiati soltanto se viene cambiata la società”. Erotizzare la società, liberarla dai “tabù” sessuali, fu identificato come il metodo per sradicare dalle menti il “fascismo” e purificarle dalla delinquenza chiamata “nazionalismo”.
Il lettore che voglia rileggere i miei articoli precedenti, li trova qui:
https://www.maurizioblondet.it/quel-grande-esperimento-contagio-psichico/
http://www.nexusedizioni.it/it/CT/hamas-psichiatrico-di-maurizio-blondet-533b2bc81cd9a
Vediamo adesso che il Tavistock ha fatto grandi, ulteriori progressi nel “cambio di paradigma”, nella “accettazione sociale del gender” e della sua “terapia”. Il numero dei piccoli che bussano alla sua porta “è salito del 24% negli ultimi sei mesi, fino a 1302”. Due di questi pazienti hanno 4 anni, altri 17 hanno 6 anni. Vogliono cambiare sesso. Ma solo dall’età di 11 anni in poi il Tavistock, riconoscendo in loro una “lieve disforia di genere”, li cura “con potenti ormoni per ritardare l’inizio della pubertà: “Non è dannoso la loro salute [no no], e dà ai bambini un tempo più lungo per prendere la decisione cruciale”, dice il professor Ashley Grossman, neuroendocrinologo esperto in gender: “Li usiamo nei bambini che, per qualunque ragione, hanno una pubertà precoce, anche a 7 anni, il che può essere stressante”. Nessuna indagine sull’ipotesi che magari la precocità sia dovuta all’ipersessualizzazione cui sono esporti i bambini. O magari, ad esperienze meno confessabili.
“Giunti a età più matura, 16-17 anni, possono decidere se vogliono proseguire con riallineamento del gender. Allora alle fanciulle viene somministrato testosterone e ai ragazzi, estrogeni per innescare il cambiamento”. Facile la via alla felicità.
L’integrale qui:
https://www.maurizioblondet.it/sempre-nuove-conquiste-della-liberazione/
In Usa, con l’ammiraglio alla Sanità, il gender chirurgico e ormonale diventa una politica promossa – o imposta – dallo Stato.
Presto anche in Italia, se si dà retta a questo docente:
“Io sono in università, dove hai un certo prestigio se partecipi a progetti di ricerca dai temi prefissati, le cui domande prevedono già le risposte: questioni di #genere, di #clima, gli stessi del #PNRR… tutto predefinito secondo il politicamente corretto.” https://t.co/76ofgZRCMp
— Martina Pastorelli (@CathVoicesITA) July 19, 2022