“L’Armée francese non potrebbe sostenere un conflitto a lungo termine tra la NATO e la Russia a causa delle scarse risorse”: ad affermarlo è la RAND corporation – la più importante centrale di pensiero bellicista degli Stati Uniti, storica camera riservata di decisione fra il Pentagono (che l’ha fondata nel ‘46) e il complesso militare industriale.
Ora, la RAND ha emanato un rapporto sull’esercito francese – la sola forza armata degna di questo nome nell’Europa imbelle – per rispondere alla seguente domanda:
” L’armata di Francia è sufficiente come forza di supporto per gli Stati Uniti in una guerra convenzionale ad alta intensità contro la Russia sul suolo europeo?”
La risposta è nel titolo del rapporto: “ A strong ally stretched thin” – un alleato forte assottigliato”, o con forze rese esigue .
La Rand rende atto alle notevoli competenze militari dell’Armée, che le permettono di impegnarsi in missioni di ogni tipo; tuttavia esprime riserve sulla capacità dell’esercito francese di sostenere un conflitto di lunga durata. Indicano punti deboli nel suo trasporto aereo strategico, la mancanza di munizioni e i suoi sistemi di neutralizzazione delle difese aeree nemiche. Inoltre, le forze francesi presenterebbero problemi di prontezza operativa, in particolare a livello di elicotteri. Infine, gli analisti temono che la riduzione del suo budget e di ulteriori missioni all’estero, soprattutto nel Sahel, pesi in caso “di conflitto maggiore in Europa, soprattutto nei Paesi baltici”.
Del resto il “forte alleato” si prepara a diventare capace di condurre un conflitto maggiore. Per il 2023 è prevista (lo ha rivelato Economist, testa del serpente britannico), nella zona Champagne-Ardenne una vasta esercitazione, Orion, che vedrà manovre congiunte delle forze francesi, americane, britanniche e belghe. “Coinvolgerà l’intera gamma delle capacità militari francesi, consisterà in esercitazioni a livello di posto di comando, scenari ibridi, simulazioni e manovre di tiro dal vivo”.
Lo scopo: “restituire all’esercito francese l’abitudine di impegnare e comandare mezzi su vasti spazi e per lunghi periodi”, ha dichiarato il generale di divisione Vincent Desportes , ; un punto specificamente affrontato nel rapporto RAND. “Oggi l’armata sarebbe incapace di impegnare una divisione, e non parliamo di un corpo d’armata in grado di manovrare”. L’esercitazione Orion si iscrive appunto nell’ipotesi di un conflitto armato vasto e ad alta intensità nel prossimo futuro. L’obiettivo della simulazione è per l’armata “diventare capace, dopo sei mesi di sforzo crescente e sostenuto [ in conflitto], si sostenere un tale impegno per [altri] sei mesi”, ha detto il capo di Stato Maggiore Francois Lecontre: “Potremmo essere condotti a intervenire nella coalizione all’altezza di questo sforzo”.
Non più insomma operazioni come quella del Sahel, con 200 soldati specialisti; qui si parla di divisioni, “se non di corpi d’armata”, e la RAND progetta freddamente un conflitto con movimento di mezzi da seconda guerra mondiale sul suolo europeo, primariamente germanico. Come è accaduto nei due precedenti conflitti mondiali, ‘Europa si avvia a inenarrabili tragedie con passo da sonnambulo. Che l’idea di un incontro UE-Russia , proposto da Merkel e Macron e subito accettato da Putin, sia stato liquidato per l’opposizione degli insignificanti paesi baltici e della Polonia, nonostante il recente incontro a Ginevra fra Putin e Biden segnalo dalla volontà di normalizzare le relazioni, ci dice che forze oscure ed allo stesso tempo idiote sono all’opera dietro la NATO.
E l’Italia? Copio-incollo da Cesare Sacchetti:
Prima il regime di Draghi ha lanciato una provocazione contro la Russia attraverso la ridicola storia dell’ufficiale di Marina che vende segreti militari per pochi spicci. Ora ha mandato una nave italiana nel Mar Nero a poco distanza dalle acque territoriali russe. Il Cremlino ha già avvertito l’Italia. Stanno monitorando questa nave. Negli ultimi tre giorni abbiamo visto una escalation di provocazioni contro la Russia. Gran Bretagna, Olanda e ora l’Italia hanno mandato delle navi nel Mar Nero”.
Nella foto: Verdun 1917, il mattatoio