L’arresto di Parigi. Il movente e il motivo.

Il fondatore di Telegram Pavel Durov, arrestato improvvisamente ieri sera appena atterrato a Parigi nell’aeroporto di Le Bourget, aveva recentemente rivelato al giornalista americano Tucker Carlson che l’FBI aveva avvicinato un ingegnere di Telegram, tentando di assumerlo segretamente per installare una backdoor in modo da consentire alle agenzie di intelligence statunitensi di spiare gli utenti.

L’FBI avrebbe anche assunto agenti al fine di farli inserire nei gruppi Telegram contrari agli obblighi, con “contractors” dell’FBI addetti alla creazione di molteplici identità online false per spiare le chat gestite da gruppi che si opponevano agli obblighi vaccinali.

Ecco il post scritto dal giornalista Tucker Carlson sull’ arresto di Pavel Durov, personaggio che lui ha intervistato ad aprile 2024.

“Pavel Durov ha lasciato la Russia quando il governo ha cercato di controllare la sua società di social media, Telegram.

Ma alla fine, non è stato Putin ad arrestarlo per aver permesso al pubblico di esercitare la libertà di parola.

È stato un paese occidentale, un alleato dell’amministrazione Biden e un membro entusiasta della NATO, a rinchiuderlo.

Pavel Durov è in una prigione francese stasera, un avvertimento vivente per qualsiasi proprietario di piattaforma che si rifiuti di censurare la verità su richiesta di governi e agenzie di intelligence.

L’oscurità sta calando rapidamente sul mondo un tempo libero”.

La Francia ha stabilito un nuovo Principio del Diritto:

Lo ha accusato di ogni sorta di crimine, dal terrorismo al lavaggio di denaro sporco: ovvero le attività che si svolgerebbero su Telegram, che lui finora ha rifiutato di censurare come chiede la UE.

Pavel Durov sarebbe responsabile del cattivo uso che gli utenti fanno di Telegram. Pertanto, secondo questa logica, le Ong e tutti gli immigrofili sarebbero responsabili dei crimini commessi dai clandestini?

A Pettine fitto:

Mentre ci preoccupiamo per l’arresto di Durov o per quelli in UK, esiste un sottobosco di intensissime attività vòlte a censurare -o peggio a incriminare- di cui non siamo minimamente a conoscenza.

Questo tweet è di Andrew Torba, proprietario del social Gab (pochissimo conosciuto specialmente qui da noi). Ci mostra una richiesta ufficiale del governo della Germania, che vuole tutti i dati di un utente “presumibilmente tedesco”. Motivo della richiesta: l’utente ha definito “grassa” una politica tedesca (Ricarda Lang).

Capito? I governi passano i social al pettine fitto -inclusi quelli secondari-, per perseguire gente che non ha fatto nulla se non usare parole del tutto innocue. Mandano intimidazioni ai gestori. Minacciano ritorsioni se non consegnano i nostri dati. Musk rivelò che succedeva anche con Twitter.

Perchè questa restrizione senza precedenti della libertà d’espressione?

(l’ipotesi di Giuseppe Masala)

La sempre più evidente restrizione del diritto di manifestazione del pensiero che ricorda quanto accaduto in Ucraina non è un capriccio della élites che noi ci illudiamo siano arcistufe di leggere i nostri alti lai sui social network: non gli leggono e non gli interessa cosa pensiamo noi.

Allora penserete che le nostre élites siano preoccupate dalla nostra ira funesta che si abbatterà nel segreto dell’urna e dunque bisogna restringere il contagio delle idee? Ma manco per sogno, le élites hanno ampiamente dimostrato con l’elezione della von der Leyen invisa ad almeno l’80% della popolazione europea che della nostra opinione non gli importa un fico secco. Vota chi vuoi, tanto loro si comprano (con le buone o le cattive) i rappresentanti da noi scelti; l’esempio lampante è la triste parabola del M5S trasformato da Conte in un PD di descamisados privi del bon ton e dei vestiti di lusso di chi ancora non ha conti cifrati in Svizzera.

E allora perchè questa evidente restrizione di tipo ucraino della nostra libertà di espressione? Perchè come l’Ucraina la dobbiamo finire. Prossima settimana si riuniranno a Bruxelles i ministri degli esteri e della difesa dei paesi membri UE per decidere se mandare istruttori militari non solo in Ucraina ma anche nell’oblast russo di Kursk dove si combatte. Duda, il Presidente polacco continua a chiedere di sparare con l’antiaerea dal territorio Nato sugli aerei e i missili russi. Gli F-16 “ucraini” continuano a entrare in Ucraina dagli aeroporti rumeni….l’escalation è nei fatti. Le provocazioni ai russi affinchè rispondano sono giornaliere. In quest’ottica Durov deve smetterla di dare spazio a voci dissonanti, anche e soprattutto provenienti dalla Russia.

Vogliono la guerra, e la avranno. Il bavaglio serve solo a questo.