L’Italia ha il suo Commissario Nazionale contro l’antisemitismo. Nominata Milena Santerini
Milena Santerini sarà il primo Coordinatore nazionale per la lotta all’antisemitismo. Lo ha annunciato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, pubblicando un messaggio su Twitter il 15 gennaio. La nomina verrà conferita ufficialmente il 17 gennaio al prossimo Consiglio dei ministri. Santerini ha risposto immediatamente alla dichiarazione di Conte, esprimendo riconoscenza via social con “Grazie”. Come riporta il Corriere della Sera, la neo-coordinatrice ha poi aggiunto: «Il 27 gennaio ricorderemo fin dove può arrivare l’odio che tutti insieme dobbiamo combattere».
Milena Santerini, esperta di didattica della Shoah, è impegnata da molti anni nel contrasto all’antisemitismo nella società italiana. Docente presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, la Santerini ha inoltre partecipato alla XVII legislatura in qualità di deputata alla Camera nel gruppo Demos-Centro Democratico.
La nomina di un commissario all’antisemitismo fa parte di una direttiva del 2017 dell’Unione europea per arginare le crescenti intolleranze nei confronti degli ebrei.
Palazzo Chigi adotta la definizione Ihra
“Lotta all’antisemitismo,
oggi giornata fondamentale”
“Il governo italiano – commenta la presidente UCEI Noemi Di Segni, appena appresa la notizia – scrive una pagina fondamentale nella lotta all’odio anti-ebraico in ogni sua forma, compresa quella particolarmente insidiosa di chi mina alla legittimità di Israele di esistere e difendersi.
Lucio Malan, presidente dell’Intergruppo Parlamentare d’amicizia Italia-Israele, dichiara: “Esprimo grande soddisfazione, sia a titolo personale, sia come presidente dell’intergruppo parlamentare di amicizia Italia-Israele, per l’adozione da parte del governo della definizione Ihra sul l’antisemitismo.
“Apprendo con soddisfazione la decisione del governo italiano di adottare la definizione di antisemitismo dell’Alleanza Internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA). “Ringrazio a nome dello Stato d’Israele il presidente del Consiglio Conte e le forze politiche che hanno sostenuto questa iniziativa”, il commento dell’ambasciatore d’Israele in Italia Dror Eydar.
“Se desideriamo investire sulle giovani generazioni – scriveva Di Segni, in una lettera aperta a Gaetano Manfredi, oggi ministro della ricerca – riteniamo che un contesto universitario debba adottare programmi, iniziative e un codice di condotta per orientare la conoscenza e formare persone affinché domani sappiano partecipare alla vita civile di questo Paese, affermando i principi costituzionali e comprendendo che le libertà di cui oggi beneficiano sono state la ragione di lotta al nazifascismo, vissuto amaramente da altri, giovani come loro”.
Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, in un tweet: “Con l’adozione della definizione dell’Ihra l’Italia si dota di un forte strumento legale per identificare univocamente l’antisemitismo.
Soddisfatta anche la Commissaria Santerini, da oggi in carica: “Quello che mi è stato affidato – dice a Pagine Ebraiche – è un compito molto impegnativo e sono contenta della fiducia che mi è arrivata dalle istituzioni e dalle comunità ebraiche, che ringrazio. La lotta all’antisemitismo coinvolge tutta la società italiana”. Si tratta, afferma, di lavorare a diversi livelli: “Abbiamo la definizione di antisemitismo dell’Ihra, bisogna vedere come tradurla in modo operativo e non è scontato”. Ossia non “solamente sul piano repressivo, spero di non essere tirata per la giacca per l’inasprimento delle pene o per nuove norme: abbiamo la legge Mancino, dobbiamo applicarla e colpire questo odio liquido ma soprattutto bisogna agire sul piano educativo e culturale”.
” Adesso bisognerà vedere come verrà recepita, se ci saranno conseguenze sul piano normativo” afferma Luigi Maccotta, capo della delegazione italiana all’Ihra.
Tra i comportamenti antisemiti indicati nella definizione dell’Ihra vi sono: negare al popolo ebraico il proprio diritto all’autodeterminazione, cioè sostenere che l’esistenza dello Stato d’Israele è un atto di razzismo; adottare due misure diverse (a Israele) aspettandosi da esso un comportamento non atteso o richiesto a nessun’altra nazione; usare i simboli e le immagini associate all’antisemitismo classico (per esempio accuse di ebrei che uccidono Gesù o l’accusa del sangue) per caratterizzare Israele e gli israeliani; tracciare paragoni tra la presente politica d’Israele e quelle dei nazisti; ritenere gli ebrei collettivamente responsabili per le azioni dello stato d’Israele.
Santerini ribadisce come “sia accettabile solo la critica verso certe politiche di certi di governi. Quando si passa all’antisionismo con paragoni come Israele si comporta come i nazisti, ecco tutto questo scivola in antisemitismo. Uno può abbracciare la causa per i diritti palestinesi ma se lo fa solo in funzione di denigrare Israele allora non c’è più legittimità…”.
ecco la liste stilata dall’Ente ufficiale
La definizione di antisemitismo dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto
L’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA) unisce governi ed esperti per rafforzare, far progredire e promuovere l’educazione, la memoria e la ricerca sull’Olocausto in tutto il mondo nonché per sostenere gli impegni della dichiarazione di Stoccolma del 2000.
La definizione di lavoro giuridicamente non vincolante di antisemitismo è stata adottata dai 31 Stati membri dell’IHRA, il 26 maggio 2016:
“L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio nei loro confronti. Le manifestazioni retoriche e fisiche di antisemitismo sono dirette verso le persone ebree, o non ebree, e/o la loro proprietà, le istituzioni delle comunità ebraiche e i loro luoghi di culto.”
Per orientare l’operato dell’IHRA, i seguenti esempi possono essere illustrativi:
le manifestazioni possono comprendere attacchi contro lo Stato di Israele, concepito come collettività ebraica. Tuttavia, le critiche mosse a Israele, simili a quelle nei confronti di qualsiasi altro paese, non possono essere considerate antisemitismo. L’antisemitismo di frequente accusa gli ebrei di cospirare ai danni dell’umanità ed è spesso utilizzato per accusare gli ebrei del fatto che “le cose vanno male”. Esso è espresso in termini di discorso, pubblicazioni, forma visiva e azioni, e utilizza stereotipi sinistri e tratti negativi del carattere.
I seguenti sono esempi contemporanei di antisemitismo nella vita pubblica, nei media, nelle scuole, sul luogo di lavoro e nella sfera religiosa, tenendo conto del contesto generale:
- incitare e contribuire all’uccisione di ebrei o a danni a loro scapito, o a giustificarli, nel nome di un’ideologia radicale o di una visione estremista della religione,
- avanzare accuse false, disumanizzanti, perverse o stereotipate sugli ebrei, in quanto tali, o sul potere degli ebrei come collettività, ad esempio, ma non esclusivamente, il mito di una cospirazione mondiale ebraica o degli ebrei che controllano i media, l’economia, il governo o altre istituzioni sociali,
- accusare gli ebrei di essere responsabili di comportamenti scorretti, effettivi o immaginari, commessi da una sola persona o da un gruppo ebraico, o addirittura di atti commessi da non ebrei,
- negare il fatto, l’ambito, i meccanismi (ad esempio le camere di gas) o l’intenzionalità del genocidio degli ebrei perpetrato dalla Germania nazionalsocialista e dai suoi sostenitori e complici durante la Seconda guerra mondiale (l’Olocausto),
- accusare gli ebrei come popolo, o Israele come Stato, di aver inventato o esagerato le dimensioni dell’Olocausto,
- accusare i cittadini ebrei di essere più fedeli a Israele, o alle presunte priorità degli ebrei in tutto il mondo, che agli interessi dei propri paesi,
- negare al popolo ebreo il diritto all’autodeterminazione, ad esempio, sostenendo che l’esistenza di uno Stato di Israele è un atteggiamento razzista,
- applicare una doppia misura, imponendo a Israele un comportamento non previsto o non richiesto a qualsiasi altro paese democratico,
- usare simboli e immagini associati con l’antisemitismo classico (ad es. gli ebrei uccisori di Gesù o praticanti rituali cruenti) per caratterizzare Israele o gli israeliani,
- paragonare la politica odierna di Israele a quella dei nazisti,
- ritenere gli ebrei collettivamente responsabili delle azioni dello Stato di Israele.
Gli atti antisemiti sono considerati reati quando sono definiti tali dalla legge (ad esempio il rifiuto dell’Olocausto o la distribuzione di materiale antisemita in alcuni paesi).
Gli atti criminali sono considerati antisemiti quando gli obiettivi degli attacchi, siano essi persone o proprietà, quali edifici, scuole, luoghi di culto e cimiteri, sono scelti perché sono ebrei, o proprietà di ebrei, o sono percepiti come tali, o connessi con gli ebrei.
La discriminazione antisemita è il rifiuto di offrire agli ebrei opportunità o servizi a disposizione degli altri, cosa che è illegale in molti paesi.
Clamoroso matrimonio nella politica. Claudio Martelli sposa la piddina Quartapelle
Le pubblicazioni a Milano. Le nozze si terranno a Tel Aviv. Lei è più giovane di 40 anni
17 GENNAIO 2020
Clamorose nozze a sorpresa nel mondo della politica. Claudio Martelli, storico dirigente del Partito socialista e a lungo braccio destro di Bettino Craxi, sposerà a Tel Aviv la deputata del Pd Lia Quartapelle, capogruppo del partito in commissione Esteri alla Camera e, all’epoca del governo Renzi, entrata nel totoministri proprio per la guida del Farnesina, non riuscendo però poi a ottenere l’ambita poltrona.
L’atto di pubblicazione del matrimonio è nell’albo pretorio del Comune di Milano. Per lo storico esponente socialista si tratta delle quarte nozze. Il fidanzamento con la Quartapelle durava da alcuni anni, ora la decisione di fare il grande passo, con la curiosa scelta di celebrare il matrimonio in Israele. Lui ha 76 anni, lei 37.
Felicitazioni ed esultanza per la felicità dei cari padroncini!
Nessun commento è consentito, ovviamente. Siamo entrati in una fase nuova della libertà, gloriosa apertura politica e al dibattito pubblico; si tenga presente che le nuove disposizioni si coniugano con gli ordini – pardon, consigli – impartiti al governo dalle Sardine.
Sardine, Santori propone il daspo per i social: “Chi diffonde odio sul web fuori da piattaforma”
Il leader delle Sardine, Mattia Santori, lancia la proposta di una sorta di daspo per i social network, un sistema – magari da introdurre con la revisione dei decreti sicurezza – per espellere da Facebook e da altre piattaforme chi diffonde odio sul web: “Se qualcuno non è in grado di comportarsi nell’arena pubblica e di rispettare alcune regole non può entrare in quella comunità”.
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La prima proposta delle Sardine è dunque: la censura e l’espulsione dalla piazza pubblica.
Naturalmente, si potrà sempre confidare sull’oggettività e l’alto prestigio di cui il nostro ordine giudiziario è gelosissimo custode:
Giuliano Amato : <Il sovranismo, che ha sempre una matrice razzista, rischia di danneggiare l’idea di Europa, e di compromettere la difesa del fondamento delle Costituzioni>
Giuliano Amato, luglio 2018 : <Il sovranismo, che ha sempre una matrice razzista , rischia di danneggiare l’idea di Europa e di compromettere la difesa del fondamento delle Costituzioni>
Probabilmente il vostro cronista si prenderà lunghi periodi di riposo.