– Danilo Quinto – 7 maggio 2021
Da mesi, è ormai evidente che la partita del Covid si gioca su un unico punto: le cure domiciliari ai primi sintomi, in base all’esperienza ed al protocollo di medicinali che professionisti liberi dai condizionamenti del potere – da candidare al Premio Nobel! – praticano gratuitamente (sopportando, in alcuni casi, inchieste a loro carico da parte degli Ordini professionali) nei confronti dei pazienti, come fa la rete di Ippocrate.org. (che ha finora curato – in base ai dati diffusi e documentati – 60.000 pazienti, con soli 5 decessi, di persone che si erano a loro affidati dopo 5 giorni dall’insorgenza della malattia). Così, si evitano i ricoveri in ospedale, le intubazioni e le morti. I dati esperenziali e scientifici – anche se non randomizzati, come si dice in termini tecnici, ma qualitativamente e quantitativamente molto significativi – relativi a questa possibilità, sono quindi noti. Incredibilmente, però, ignorati dal potere, che si ostina a porre ostacoli su ostacoli perché queste cure siano conosciute, favorite e praticate dai medici del territorio, proponendo perfino un ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar relativa alle cure domiciliari. Tachipirina e vigile attesa sono le uniche cure possibili per il Ministero della Salute.
Quest’intollerabile opposizione, ha concorso o no a produrre oltre 125.000 morti attribuiti al Covid-19? Ognuno ha il dovere di farsi un giudizio. Il mio giudizio è che qualcuno pagherà, in questa vita o nell’altra.
Perché quest’accanimento contro le cure domiciliari ai primi sintomi? Se fosse dimostrata – come di fatto è dimostrata – la possibilità che la malattia si può curare (con farmaci largamente conosciuti e che costano pochi euro), verrebbe meno la scelta di sottoporre la popolazione alla sperimentazione di uno pseudo-vaccino, grazie ad una campagna pedagogica, martellante ed ossessiva, che ora si vuole estendere anche alle giovani generazioni e verrebbero anche meno – di conseguenza – tutte le misure che il potere ha preso per limitare e annullare le libertà. Tutte le libertà, compresa la libertà di cura.
I morti causati dagli pseudo-vaccini? Non esistono. Così com’è irrilevante, dal punto di vista morale, l’utilizzo di cellule di bambini fatti abortire volontariamente per la produzione di questi farmaci, sono irrilevanti: gli eventi avversi; l’aumento dei contagi a causa delle somministrazioni; i rischi sulla fertilità per gli uomini e di sterilità per le donne (e poi, alcuni pusillamini, dicono che questa pseudo-pandemia non ha l’obiettivo di ridurre la popolazione mondiale); il fatto che questi farmaci non siano mai stati sperimentati sull’uomo e che le conseguenze nel medio-lungo periodo siano sconosciute (infatti – sostengono i medici che non vengono invitati a parlare in televisione – sono filamenti di mRNA che vanno ad introdursi nel DNA e gli ordinano di produrre una proteina che non aveva mai prodotto) E’ irrilevante che non sia possibile scegliere il vaccino da farsi inoculare, a virus inattivato – come spiegano i medici di Ippocrate.org – simile a quello che siamo stati abituati ad usare nel passato, disponibile in alcuni Paesi europei, ma non in Italia. I benefici della sperimentazione di massa superano i costi, dicono. Domanda: se i costi non esistessero, perché è stato previsto lo scudo penale per i somministratori dello pseudo-vaccino?
Alla plebe questa domanda non interessa, così come non interessano le decine di altre domande che rimangono senza risposta. Attende quello che è stato già programmato, sul piano sanitario, economico e sociale. Rifiuta d’informarsi e di approfondire. Esegue scrupolosamente gli ordini. Il potere gioca sulla sottomissione dei suoi sudditi, allevati nell’ideologia catto-comunista, che nei decenni passati ha divorato tutto – la loro fede, la loro ragione, la loro cultura, la loro dignità – e li ha resi ignavi, pavidi, tiepidi, pronti ad essere vomitati dalla bocca di Dio, come dice l’Apocalisse. Per questi individui non c’è più nulla da fare. Vivono nella palude, nella loro melma fangosa. Tolgono le museruole ai loro cani e le indossanno loro. Sopravvivono nell’attesa che i demiurghi terreni che loro stessi si sono scelti, indichino la strada da percorrere. S’inchinano al potere e si rifiutano di vivere nella Verità. La disprezzano. Hanno paura della morte, perché non hanno fede in Dio e nella vita eterna. In molte parti del territorio italiano, per garantirsi un futuro, consegneranno le loro vite alle mafie e alle organizzazioni criminali. Si cannibalizzeranno tra loro, quando – tra breve – scoppieranno le rivolte sociali per il cibo da mettere sulla tavola per i propri figli. L’elite l’ha messo nel conto e si è già preparata ad affrontarle.
E’ doloroso dirlo, perché Dio vuole tutte le sue creature convertite e salve, ma continuare a dare le perle ai porci – come dice Gesù (Mt 7, 6) – è imprudente, oltre che inutile. Facciano la fine che hanno scelto di fare. E’ vicino – per grazia di Dio – il momento della separazione tra la zizzania e il grano. Ci sarà da tremare.
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