Lettere al Monitore divenuto guerrafondaio

Chicco Costini

Mentre in parlamento andava in scena la sceneggiata su Almsri, inutile, insensata, con una sinistra sempre schierata al fianco dei clandestini che devastano le nostre città (e che ingrassano le loro casse) e una maggioranza che balbetta, senza avere il coraggio di affermare con forza che l’interesse nazionale deve prevalere sulle puttanate di una corte internazionale al servizio delle ONG, il presidente della repubblica è tornato a declamare le sue falsità a Marsiglia.

Ancora una volta un’orazione di esaltazione della grandezza dell’Europa, dei suoi valori, della magnificenza della democrazia liberale. Tutto questo mentre grazie alle scelte folli di Bruxelles centinaia di migliaia di europei perderanno il lavoro, grazie alla difesa dei diritti individuali le perversioni di alcuni prevalgono sui valori naturali e tradizionali, grazie ai tribunali europei centinaia di migliaia di clandestini invadono il vecchio continente, imponendoci la propria cultura tribale cancellando la nostra civiltà millenaria.

Questa Europa è il nostro nemico principale, la sua tecnocrazia al servizio delle oligarchie finanziarie va abbattuta il prima possibile. Ed il fatto che il presidente della repubblica anziché difendere gli interessi del suo popolo si spertichi per difendere i tecnocrati la dice lunga su chi siano i suoi padroni. – Chicco Costini

In un momento particolare dove il mondo sta cambiando… dove le guerre stanno finendo si alza la voce del vostro presidente… una voce perdente che danneggia la vostra bella Italia nel futuro scenario geopolitico.

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Savino Balzano

Presidente, glielo scrivo col rispetto che si deve comunque all’Istituzione che lei rappresenta, al #Quirinale, ma avvalendomi della libertà che la nostra #Costituzione garantisce a tutti i cittadini: lei ha minato alla credibilità della stessa istituzione che rappresenta da dieci anni e le sue parole non sono più minimamente credibili.

È davvero impressionante come il #PresidenteDellaRepubblica ormai rappresenti la cassa di risonanza di una specifica e ben individuabile narrazione (lo abbiamo visto già con #Napolitano, ma #Mattarella ha buttato giù ogni steccato rimasto). #SergioMattarella da qualche settimana si è risvegliato sovranista: ieri ha esortato l’#Europa a non rassegnarsi a un «vassallaggio felice».

Il riferimento è ovviamente agli #StatiUniti di #Trump, ma anche alle “gravissime ingerenze” di #Musk.

Il tutto potrebbe anche avere una sua dignità politica, se non fosse che il Presidente della Repubblica ha alle sue spalle un decennio di silenzi: dov’era Mattarella quando l’Unione Europea si suicidava economicamente, affamava i suoi popoli, per aderire alla guerra di #Biden a #Putin?; dov’era Mattarella quando ucraini e inglesi sabotavano il #nordstream2?; dov’era Mattarella, da capo delle forze armate, mentre sparavano addosso ai nostri militari in #Libano?; dov’era Mattarella quando il Commissario europeo Gunther Oettinger sostenne che i mercati avrebbero insegnato al popolo italiano come si vota?; dov’era e dov’è Mattarella (e il suo predecessore) ogni volta che si chiedeva e chiede all’Italia l’austerità, che è una roba ben peggiore dei dazi di cui tanto denuncia l’inaccettabilità?

Nel sui recente discorso, il Capo dello Stato ha citato ancora la conferenza di Monaco del ’38, l’#appeasement di Neville #Chamberlain: il ragionamento è semplice. #Putin è come #Hitler: lasciarlo fare, come si fece con la Germania Nazista, rappresenterebbe una colpa imperdonabile.

Mancava solo la citazione di #Churchill: «potevano scegliere tra il disonore e la guerra, hanno scelto il disonore ed avranno la guerra». Con quella ciliegina la sagra della banalità (se del bene o del male lo lascio valutare a voi) sarebbe stata compiuta.

Ebbene il riferimento al ’38 è risibile: primo perché Putin non ha alcuna intenzione di arrivare a Lisbona;

secondo perché l’espansionismo negli ultimi decenni è stato il nostro, della #NATO, e non di #Mosca;

terzo perché la storia non comincia con l’invasione russa, ma andrebbe fatta risalire quantomeno al 2014 e al colpo di stato che (ormai è ampiamente documentato) noi abbiamo ordito ai danni di #Janukovyč; quarto perché non possiamo nascondere che il sabotaggio del gasdotto ha rappresentato una mossa fondamentale per spezzare il rapporto che si stava cementando tra Europa (soprattutto #Germania) e Russia che a qualcuno non conveniva assolutamente e, difatti, adesso ci sta guadagnando (il vassallaggio ci spiace a fasi alterne?).

Putin è Hitler? Vediamo come reagirebbe qualsiasi Presidente statunitense se volessimo noi mettere in piedi una bella base militare a Cuba o in Canada. Smontare il sovranismo del Quirinale è facilissimo: basterebbe ricordare quello che combinò Napolitano con Berlusconi (p.s. il debito pubblico dell’Italia sull’orlo del fallimento del 2011 era enormemente inferiore a quello di adesso, lo dico per quelli che “#Monti ci ha salvati”); ma basterebbe ricordare i tentativi di Mattarella di soffocare il governo gialloverde nella culla, puntando su Cottarelli mentre Conte ancora cercava di comporre una maggioranza o ponendo il veto su Savona che destabilizzava i mercati.

Insomma, Presidente, faccia lei: ha certamente dalla sua parte tutta l’informazione e gran parte delle pecore che pascolano l’arco costituzionale, ma al suo posto mollerei il colpo: il #sovranismo è una cosa seria e proprio non le si addice.

Meloni l’ha già messo in conto: Mattarella presto si farà sentire su Musk e Starlink

Al Colle vedono con preoccupazione l’idea che un privato, monopolista, possa maneggiare i nostri segreti militari

Magari non domani, ma prima o poi Sergio Mattarella troverà il modo di farsi sentire. Non che non l’abbia già fatto: ha già tuonato contro il “contropotere” di alcuni “oligarchi”, contro gli “usurpatori di sovranità”. Ma ora il suo allarme ha una materia concreta su cui esercitarsi e a palazzo Chigi già hanno messo in conto che prima o poi il Presidente dirà la sua sull’ipotesi di un contratto tra il governo e SpaceX per l’uso dei satelliti Starlink per le comunicazioni italiane, in particolare nel settore della Difesa. Cioè, riassumendo brutalmente, per l’affidamento a Elon Musk dei nostri segreti militari.

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il miliardario monopolista  vaccinatore letale  invece  gli piace tanto — si è+ messo al suo servizio

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Proprio mentre Trump sta per fare la pace, il Monitore  adotta  un linguaggio di guerra – coincidenza, come l’ UE.

Le parole  di #MarioMonti sono semplicemente terrificanti: «Questo è un momento di vita e di morte per l’#Europa, che sta entrando e deve entrare in un assetto di #guerra. Non deve prendere paura di #Trump, ma deve comunque prepararsi a tutto nei suoi confronti».

Se parole del genere fossero state pronunciate da chiunque nella sfera del centro-destra sarebbe scoppiato un casino assurdo e l’avrebbero sbattute in prima pagina denunciandone l’orrore. A me fa molta più paura gente come #Monti che gente come #DonaldTrump. Peraltro, a dirla tutta, li abbiamo visti entrambi al potere e il primo ha fatto molti più danni.

Trump “costringerà” Zelensky a concordare il cessate il fuoco entro Pasqua secondo un piano di pace trapelato

DA TYLER DURDEN – GIOVEDÌ, 06 FEBBRAIO 2025 – 10:20 AM

All’inizio di questa settimana, il Cremlino ha dichiarato che “non è stato fatto alcun progresso” nell’organizzazione di colloqui di pace sull’Ucraina tra Mosca e Washington. Le voci e le speculazioni abbondano, dato che i diplomatici statunitensi sotto la guida di Trump stanno senza dubbio lavorando dietro le quinte per organizzare qualcosa, con la possibilità che i colloqui siano ospitati in un luogo “neutrale” come l’Arabia Saudita o gli Emirati Arabi Uniti.

Un rapporto del Daily Mail di giovedì ha appena aggiunto immensa benzina al fuoco delle speculazioni, presentando il presunto piano di cessate il fuoco che Trump intende presentare all’attenzione della Russia. Il rapporto afferma che Trump cercherà di “costringere” il Presidente ucraino Zelensky ad accettare un cessate il fuoco entro Pasqua, il 20 aprile di quest’anno.

L’amministrazione Trump sta cercando di porre fine alla guerra entro 100 giorni. I piani non confermati, riportati dall’outlet ucraino Strana, hanno fatto il giro dei “circoli politici e diplomatici” in Ucraina e includeranno un cessate il fuoco entro il 20 aprile che bloccherebbe la costante avanzata della Russia, il divieto per l’Ucraina di aderire alla NATO e la richiesta a Kyiv di accettare la sovranità russa sulle terre annesse“.

Pur non essendo ancora confermata, la notizia ha avuto un impatto immediato sui prezzi del petrolio. L’ufficio di Zelensky ha negato con veemenza la legittimità dei piani di pace riportati e diffusi.

Oltre ai presunti aspetti chiave del divieto di ammissione alla NATO, del congelamento delle linee del fronte e dell’accettazione della sovranità russa sui quattro territori annessi a est, il rapporto trapelato afferma che la propostainclude anche quanto segue:

  • Inoltre, le truppe ucraine saranno costrette a lasciare la regione russa di Kursk, dove hanno lanciato una controffensiva in agosto, mentre a un contingente di soldati europei, che potrebbe includere truppe britanniche, sarà chiesto di sorvegliare una zona demilitarizzata. Le truppe americane non saranno coinvolte in questo contingente.
  • Secondo quanto riferito, all’UE sarà chiesto di assistere l’Ucraina nei suoi sforzi di ricostruzione, che potrebbero costare fino a 486 miliardi di dollari (392 miliardi di sterline) nel prossimo decennio, secondo il thinktank German Marshall Fund.
  • I piani inizieranno con una telefonata tra Zelensky e Vladimir Putin all’inizio di febbraio, un incontro tra i due leader in guerra tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo e una dichiarazione ufficiale di cessate il fuoco entro il 20 aprile.
  • Una dichiarazione sui parametri concordati per la fine della guerra sarebbe stata rilasciata entro il 9 maggio, dopodiché a Kiev sarebbe stato chiesto di non estendere la legge marziale o mobilitare le truppe.

In sostanza, Mosca ottiene quasi tutto ciò che desidera – in particolare il divieto di ammissione alla NATO – e quindi, se vero, è probabile che il piano venga accolto positivamente da Putin.

Zelensky si è lamentato del fatto che i colloqui sull’Ucraina tra Stati Uniti e Russia non devono mai avvenire senza la rappresentanza e il contributo di Kiev, ma sembra che Zelensky sia stato lasciato indietro. Probabilmente rifiuterà il piano “trapelato” di cui sopra, ma per Mosca e Washington questo probabilmente non avrà molta importanza.

Le reazioni più immediate riguardano l’oro (in calo) e il petrolio (in calo)…

Di seguito un’ulteriore analisi del presunto piano trapelato…

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Cessate il fuoco entro Pasqua:

  • Adesione alla NATO: Il piano impedisce all’Ucraina di aderire alla NATO.
  • Concessioni territoriali: Kiev riconoscerebbe la sovranità russa sulle terre annesse e ritirerebbe le truppe da Kursk.
  • Zona demilitarizzata: le truppe europee, eventualmente britanniche, la sorveglierebbero; nessun coinvolgimento degli Stati Uniti.
  • Ricostruzione: L’UE ha chiesto assistenza per l’Ucraina, stimata in 486 miliardi di dollari in un decennio.