Orrore orrore: Spagna e Portogallo hanno ‘sforato’. Invece di contenere il deficit al 3%, come hanno giurato firmando il Patto di Stabilità, Madrid esibisce un deficit del 5,1 sul Pil (e aveva promesso il 4,3, la fedifraga!); Lisbona del 4,4 (aveva promesso a Bruxelles -Berlino di scendere al 2,7%). La costatazione ufficiale della infrazione – più volte rimandata – ha dovuto essere fatta. Il Consiglio della UE ne ha preso atto ufficialmente il 12 luglio: infrazione è.
Alla infrazione deve seguire la punizione. Notoriamente, essa consiste nella “sanzione”. Bruxelles impone sugli Stati trasgressori una sanzione che – secondo il Patto di Stabilità – consiste in una multa, di fatto un prelievo fiscale che Bruxelles applica sulla ricchezza nazionale già di per sé insufficiente, e che Bruxelles incamera per sé, sottraendolo alle possibilità del paese. La punizione massima prevista dal Patto consiste in un prelievo dello 0,2 del Pil. Centinaia di milioni di euro tolti a paesi che già sono a mal partito, altrimenti mica avrebbero sforato. Di fatto, l’effetto di una simile misura è aggravare il deficit che la norma vuole scongiurare punitivamente. La Spagna, l’anno prossimo, potrà avere un deficit del 5,3, aggiungendo all’attuale 5,1 lo 0,3 del prelievo-sottrazione delle sue scarse risorse.
La Ue come Dittatura della Sragione
Prego il paziente lettore di riflettere un attimo sul meccanismo di un simile provvedimento europeo. Dire che è irrazionale, è poco. Esso infrange il Principio di non-Contraddizione – che è il fondamento elementare della Logica, e che Aristotile definiva “il più sicuro di tutti i principi; infatti è impossibile per chiunque credere che la stessa cosa sia e non sia”; fra due proposizioni contrarie, una deve essere vera e l’altra dunque falsa, e non c’è una terza possibilità (Principio del Terzo Escluso). Anzi è una di quelle proposizioni elementari, che se uno prova a negarle, è costretto ad affermarle con la sua stessa negazione….e via raziocinando.
E’ poco parlare di irrazionalità; bisogna parlare di sragione; e della unione Europea come un regno della Demenza. Infatti la sua normativa, e ancor più i suoi ‘valori’ e le sue ‘idealità’, sono pieni di irrazionalità sragionante. Il caso più attuale è la posizione che ci obbliga a tenere sull’immigrazione: da una parte accoglienza senza limiti di islamici, anche se si presentano senza identità o identità falsa e incontrollabile; dall’altra “non ci faranno cambiare il nostro stile di vita”, ossia non ci impediranno di andare in discoteca, né alle nostre donne di mostrare le cosce e le tette, di assembrarci in massa ad ascoltare complessi pop e a vedere i fuochi artificiali. Quando è evidente che molto presto gli stranieri saranno maggioranza, e potranno imporci – del tutto democraticamente – il loro “stile di vita”, la Shariah.
E che dire del famoso libretto sul come si fa’ sesso da noi, distribuito in Germania a centinaia di migliaia di giovani maschi soli islamici gonfi di testosterone e repressi, a cui poi viene negato il diritto di palpare le tedeschine scosciate? E pretendere pure che considerino la nostra “cultura” superiore alla loro, e la rispettino? E poi un afghano 17enne salta sul treno e vuole ammazzare i presenti, e tutti i media a chiedersi come mai si è radicalizzato di colpo. Non c’entra la radicalizzazione. E’ che lui affermava, a modo suo, il principio di non contraddizione: il permissivismo non può andare d’accordo col proibizionismo (di palpare). C’è da diventare pazzi, davvero.
E’ il principio di non-contraddizione che viene violato continuamente, in altre mille cose ‘europee’: l’accoglienza ai profughi che hanno diritto per l’Europa a un esborso pubblico di 900 euro al mese a spese nostre, laddove metà dei pensionati italiani ne ricevono 450. Le norme “anti-discriminazione” (a preteso favore di negri, omosessuali, zingari…) che li discriminano nella loro stessa formulazione, perché altrimenti non potrebbero nemmeno nominare le suddette categorie; e danno a loro diritti superiori a quelli dei comuni cittadini; fino alle “Nozze Gay”, che sono una contraddizione in termini concentrata in due parole, essendo ‘matrimonio’ e ‘invertiti’ due termini incompatibili.
E’ l’Europa della Sragione, quella che Berlino-Bruxelles stanno instaurando; dunque un’ Europa radicalmente anti-europea, se come Thomas Man, ricordiamo che l’Europa è stata per tre millenni la piccola appendice illuminata dell’immensa Asia oscura, dove la razionalità non è l’ultima istanza.
E infatti non è un caso che l’Europa imponga sanzioni agli Stati membri. Come nota Pierre Lévy, specialista di cose eurocratiche, rappresenta una regressione storica delle relazioni internazionali; la sanzione è una “nozione arcaica che riporta a parecchi secoli addietro, a una logica quasi-feudale quando i sovrani erano legittimati ad umiliare i vassalli”; diciamo meglio, un arretramento verso l’Asia oscura, dato che l’età feudale era sufficientemente illuminata dal cristianesimo fondato (con l’Aquinate) sulla logica di Aristotile oltre che sulla luce di Cristo, il Logos stesso. Infatti non è un caso che Angela Merkel abbia promesso al Turco l’entrata in ‘questa’ Europa a pari diritti, e senza visti per i suoi 80 milioni, proprio adesso che il Turco si sta trasformando in dispotismo orientale, come impero ottomano: un impero, giova ricordare, dove i sudditi non erano nemmeno sudditi, ma proprietà (ossia schiavi) della Sublime Porta. Nello stesso tempo, si intima al Turco di rispettare “la democrazia” e “non reinstaurare la pena di morte”, perché altrimenti lo si espellerà dalla NATO – il cui primo Stato, la Superpotenza, ha in vigore la pena di morte.
E’ tutto un groviglio di violazioni del principio di non-contraddizione, in cui le euro-oligarchie si stanno aggrovigliando da sole. Con effetti tragicomici.
Infatti, torniamo alle sanzioni che la Commissione deve comminare ai due iberici in deficit, togliendo loro le risorse per ridurre il deficit stesso; l’eurocrazia farà sapere che saranno “simboliche” (in ogni caso la Spagna dovrà aumentare le tasse sulle società, laddove sarebbe bene ridurle).
Ma attenzione: Bruxelles non lo fa’ perché ha riconosciuto l’irrazionalità basilare, la sragionevolezza, della sanzione, ossia il fatto che – lungi dal sottrarre loro risorse – Spagna e Portogallo andrebbero invece aiutati, trasferendo loro le risorse sovrabbondanti della Germania, come si fa’ in una unità monetaria vera – ossia logica e razionale. No: esercita la clemenza, palesemente, perché dopo il Brexit ha paura che la gabbia della demenza si sgretoli,e altri popoli se ne liberino. Non c’è la minima elaborazione intellettuale, nessun progetto di riforma delle norme che infrangono la logica; c’è solo la paura di perder potere. Difatti mantengono il principio: le sanzioni saranno simboliche, ma rimangono. Il sovrano semi (o pseudo) feudale, invece di taglieggiare ritualmente il vassallo, sputargli in faccia e usare del suo jus primae noctis prendendogli la moglie, si limita a schiaffeggiarlo.
L’importante è che l’umiliazione resti.
Però con questa clemenza, la UE perde sull’altro piano. “Perché se l’ammenda è lieve o nulla, la conseguenza a medio termine è chiara, con gran dispetto dei promotori della disciplina di bilancio: la cancellazione di fatto del Patto di Stabilità, e dei suoi dispositivi di costrizione adottati nella fretta della crisi del 2010, come la coordinazione della governante (TSGC) imposti da Angela Merkel nel 2012”. Perché non è, come credono quei progressisti che propongono una “altra Europa” meno austeritaria e più ‘sociale’, che queste gabbie siano nate da un’ossessione di qualche nordico contro le cicale del Club Med. La verità è che
“La moneta unica, condivisa da paesi con economie estremamente differenti,
non può ‘tenere’ che sotto regole drastiche e costrizioni d’acciaio,
le sole capaci di compensare le disparità fra i paesi.
(“Per mantenere l’euro dobbiamo accettare un’alta disoccupazione”, disse Draghi; “La Grecia è il più grande successo dell’euro”, disse Mario Monti – e via offendendo la logica, ossia delirando).
In breve, senza austerità, sanzioni e punizioni, “l’euro non può che collassare”. Certo, non succederà subito in pochi giorni, anche perché i governi sono adepti ideologici del “rigore” , e non sanno che altro fare avendo rinunciato ad esercitare l’intelligenza. Ma aspettate le prossime tempeste economiche, e specialmente elettorali – quando i governi non resistono alla tentazione di rilassare la disciplina (come vedete fare a Renzi) – e vedrete: tutti i paesi del Sud, ma anche la Francia, hanno capito che le sanzioni possono non essere applicate, come non sono state applicate a Madrid e Lisbona; qualcuno (non faccio nomi) già evoca “circostanze eccezionali” per non stare ai patti che ha sottoscritto a nome nostro – di fatto, l’effetto di dissuasione – la deterrenza – che era la causa delle efficacia delle sanzioni – svanirà. E con quello, si allenta la gabbia di ferro, senza la quale l’euro non potrà sopravvivere.
E’ un caso di scuola che Aristotile sarebbe stato lieto di esibire ai suoi studenti: chi nega il principio di non-contraddizione è costretto ad affermarlo. Nella pratica, lo affermerà il collasso della moneta (cosiddetta) unica.
Persino dei tedeschi si stupiscono della passività con cui noi italiani abbiamo accettato la nostra rovina, per il bene dell’euro.” Ambrose Evans Pritchard sul Telegraph riporta il parere di un membro del “Consiglio dei saggi” tedeschi, il prof. Bofinger, che afferma senza mezzi termini: “Se fossi un politico italiano, vorrei tornare a una valuta nazionale il prima possibile: è l’unico modo per evitare la bancarotta“. Bofinger la trova l’unica opzione sensata di fronte al piano tedesco di bail-in del debito pubblico, che farebbe precipitare i paesi periferici in una crisi terminale e alla fine farebbe anche saltare la moneta unica.
Traduzione da vocidallestero.it
Il che dovrebbe porre a noi il problema: come mai noi italiani ci siamo a tal punto allontanati dalla Ragione, dal farci per esempio dettare la moralità dalla Boldrini (che è stata nominata da Nichi Vendola, il quale dunque governa attraverso di lei senza essere stato votato)? O da inneggiare a El Papa che straparla ogni giorno, violando i più elementari fondamenti della Logica? Come mai non ci regoliamo più secondo la diligenza del Pater Familias, un tempo sancita dal diritto romano come misura della ragionevolezza e saggezza a portata di tutti?
Il punto è che abbiamo rigettato il Logos. Ciò richiederà un altro articolo, però.