Ni Lampedusa, ni Bruxelles, être Européen ! |
“L’Europa è tradita dalla neolingua. La parola Europa è molto spesso utilizzata a torto per qualificare l’Unione europea, cioè quella organizzazione mondialista e filo immigrazionista con sede a Bruxelles.
In questo vidéo di cui qui sotto forniamo ai nostri lettori la traduzione, l’Istituto Iliade ricorda che l’Europa è per prima cosa il continente degli europei, ma soprattutto è una identità ideologica alla base della quale c’è la civiltà cristiana che si è sviluppata sul continente”
Così Polémia.
Proprio vero la parola Europa è stravolta dalla neolingua che tende a sovrapporre ed a confondere idee, facendo coincidere concetti che omogenei non sono. Forte è la denuncia dei centri di potere che si sono insediati a Bruxelles e che pretendono di dettare, a loro piacimento, quegli états d’esprit tanto cari agli ambienti massonici e satanisti. Essi tendono a cancellare l’identità più profonda di questo continente, vogliono assolutamente rescindere le radici più profonde di una civiltà e di un’intera area geografica per sostituirle con quei concetti “repubblicani” tipici delle idee massonico illuministe. Esse già a suo tempo, furono le basi della nuova costruzione statuale degli Stati Uniti d’America. Anche in ciò ci viene imposta un laida omologazione alla nazione guida ed egemone del mondo. Le radici cristiane sono il pericolo maggiore che si frappone alla costruzione di questo leviatano orrido ed osceno.
Il video, postato su Youtube è davvero bellissimo, la voce del commentatore calda ed avvolgente, le immagini stupente. Pur essendo in francese è molto chiaro e comprensibile, comunque per una migliore fruizione del medesimo, vi forniamo qui la traduzione italiana. Anche in questi momenti bui e disperati c’è ancora chi accende il cerino della Luce e della Verità: un grazie particolare all’Istituto Iliade che lo ha realizzato, gliene siamo tutti debitori.
“L’Europa non è Lampedusa, ma è la nostra civiltà cristiana.
L’Europa non è l’organizzazione con sede a Bruxelles, né tanto meno essa è una moneta unica, o peggio una Banca Centrale.
L’Europa non è uno spazio mondializzato e senza frontiere.
L’Europa non ha niente a che fare con il mondo africano, non è nemmeno lontanamente una terra islamica.
L’Europa non è assolutamente la bruttezza, né tanto meno la negazione dell’arte.
L’Europa è il continente degli europei.
L’Europa sono millenni di storia e 700 milioni di abitanti.
L’Europa ha una identità precisa: è la civiltà europea e cristiana.
L’Europa sono i templi greci, gli acquedotti ed i teatri romani, le cattedrali gotiche, i palazzi rinascimentali, le grandi piazze, le grandi chiese barocche, i castelli classici gli edifici dell’Art Noveau.
L’Europa sono lidi selvaggi, le montagne maestose, sono fiumi tranquilli. L’Europa è il sentimento della natura. L’Europa sono paesaggi che sembrano giardini creati dall’uomo; sono i boschetti, i polders; i prati delle colture fatte in terrazzamenti. L’Europa è la terra dei meli e degli olivi, della vigna e del luppolo.
L’Europa non è l’universo del cibo industriale è, invece, la gastronomia dell’olio e del burro; del vino e della birra; del pane e del formaggio; del salame e del prosciutto.
L’Europa non è il mondo dell’astrazione, ma al contrario è l’arte della rappresentazione figurativa da Prassitele a Rodin; degli affreschi di Pompei e della Secessione di Vienna. L’Europa è l’immaginario celtico ed il mistero cristiano. L’Europa è quella civiltà che trasforma le pietre in merletti.
L’Europa è il rifiuto dello sbigottimento è, invece, la cultura che ha inventato il canto polifonico e l’orchestra sinfonica.
L’Europa non è la terra di Belfagor è la civiltà che onora la donna: dea, madre o guerriera che sia.
L’Europa è il mondo culturale che ha prodotto la cavalleria e l’amore cortese.
L’Europa non è il mondo della sorveglianza continua ed asfissiante, è invece la patria della libertà; della cittadinanza greca e del Forum romano, della Magna Charta inglese del 1215, delle città libere e delle libere Università medioevali, del risveglio dei suoi popoli del XIX secolo
L’Europa è un patrimonio letterario e mitologico: Omero, Virgilio, Esiodo, gli Edda, il canto dei Nibelunghi, il ciclo di Re Artù: E’anche Shakespeare, Perrault ed i Fratelli Grimm.
L’Europa è lo spirito d’invenzione e di conquista: è Leonardo da Vinci, Gutenberg; sono le Caravelle, le mongolfiere, il debutto dell’aviazione, è Arianne, sono i ponti audacemente gettati sui mari.
L’Europa sono gli Eroi che nel corso dei secoli l’hanno difesa: è Leonida ed i 300 spartani che salvarono la Grecia dall’Asia; è Scipione l’Africano che preservò Roma da Cartagine; è Carlo Martello che respinse l’invasione araba; è Goffredo di Buglione che liberò i luoghi santi e creò il regno franco di Gerusalemme; è Ferdinando d’Aragona ed Isabella di Castiglia “la Cattolica” che liberarono Granada dai Mori; è Ivan il Terribile che allontanò il pericolo Mongolo dalla Santa Russia; è Don Giovanni d’Austria che sconfisse i turchi a Lepanto.
L’Europa sono i grandi luoghi storici: è il Partenone, piazza San Marco (a Venezia), San Pietro a Roma, la torre di Belém, Santiago di Compostela, Mont Saint-Michel, la Torre di Londra, la Porta di Brandeburgo, le torri del Cremlino.
Questo è il nostro percorso di civiltà!
Oggi l’Europa è l’uomo malato del mondo, è colpevolizzata, colonizzata indebolita. Tutto ciò non è assolutamente ineluttabile né tanto meno duraturo.
Arrestiamo il pentimento! Ritroviamo il filo lungo e duraturo della memoria storica. Ed ascoltiamo il messaggio di speranza di Dominique Venner:[1]
“Credo nelle qualità specifiche degli europei che sono provvisoriamente addormentate. Credo alla loro capacità individuale di agire. Il risveglio ci sarà! Quando? Lo ignoro, ma non dubito affatto che questo risveglio ci sarà”
ILIADE
Institut pour la longue mémoire européenne
Juin 2015
[1] Nacque a Parigi il 16 aprile 1935. Morì suicida a Parigi nella Cattedrale di Notre Dame il 21 maggio 2013,
All’età di 18 anni si arruolò volontario nell’esercito francese e servì come paracadutista in Algeria durante gli anni della guerra di indipendenza algerina.
Fu militante della Jeune Nation e dell’Organisation armée secrète (OAS) negli anni cinquanta, fondatore del gruppo Europe-Action negli anni sessanta, membro, nel 1968, dei «Groupes de recherches et d’études pour la civilisation européenne» e creatore nello stesso anno dell’Istituto di studi occidentale (IEO). Dedicatosi alla storiografia, vinse nel 1981 un premio dell’Académie française con un saggio sulla guerra civile russa che seguì la rivoluzione d’ottobre.
Esponente della Nouvelle droite francese, dopo aver diretto la rivista Enquête sur l’histoire, fondò nel 2002 la rivista bimestrale di storia La Nouvelle Revue d’Histoire, di cui tenne la direzione fino alla morte, nel 2013. Fu fermo oppositore all’introduzione dei matrimoni omosessuali nell’ordinamento giuridico francese.
Venner si tolse la vita nella Cattedrale di Notre-Dame il 21 maggio 2013, con un colpo di pistola in bocca, in segno di protesta contro la percepita progressiva scomparsa dei valori tradizionali di matrice europea.
« Io mi do la morte al fine di risvegliare le coscienze assopite. Mi ribello contro la fatalità del destino. Insorgo contro i veleni dell’anima e contro gli invasivi desideri individuali che stanno distruggendo i nostri ancoraggi identitari, prima su tutti la famiglia, intimo fondamento della nostra civiltà millenaria. Mentre difendo l’identità di tutti i popoli a casa propria, mi ribello nel contempo contro il crimine che mira alla sostituzione dei nostri popoli. »