Come cattolico praticante, trovo stupido ed autolesionista antagonizzare gli immigrati musulmani in manifestazioni di fede e di culto. Peggio: accuso quelli che impediscono la festa di Ramadan di complicità con il Progetto Globale che si sta instaurando. Abbiamo segni sempre più chiari che le nostre manifestazioni di culto, come l’Eucarestia e la Messa, vengono pubblicamente derise e spregiate in spot pubblicitari; i crocifissi vengono tolti dalle aule; sono solo gli inizi – per chi sa vedre al di là del proprio naso – di persecuzione che colpirà anche noi; l’inserimento del “diritto all’aborto” nelle costituzioni comporta la cancellazione del diritto dei medici all’obiezione di coscienza; i medici credenti avranno l’obbligo penale di operare aborti; come non capire che i musulmani possono esserci alleati nell’”abisso di decomposizione, marciume e morte” che sta instaurandosi come dittatura europea ferocissima del Vizio e della Perversione, platealmente anticristica?? Reclamare la libertà di professare la fede per loro è necessaria quando verrà negata a noi.
Se poi vinceranno loro – e saranno il 40% della popolazione nel 2025 – , come potremo reclamare la nostra libertà di culto, visto che siamo stati con quelli che perseguitato e represso la loro?
Ammiriamoli invece per la sete di martirio che sanno manifestare a Gaza: Dovremmo ricordare che i martiri producono Vittoria.
Tre dei figli del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh sono stati uccisi oggi a Gaza in un bombardamento israeliano.
Le sue dichiarazioni ad Al-Jazeera:
Ringrazio Dio per questo onore che ci ha concesso attraverso il martirio dei miei tre figli e nipoti.
I miei figli martiri hanno ottenuto l’onore del tempo, l’onore del luogo e l’onore della conclusione. I miei figli sono rimasti con la nostra gente nella Striscia di Gaza e non hanno lasciato la Striscia.
Tutto il nostro popolo e tutte le famiglie dei residenti di Gaza hanno pagato un prezzo pesante con il sangue dei loro figli, e io sono uno di loro. Quasi 60 membri della mia famiglia sono ascesi come martiri, come tutto il popolo palestinese, e non c’è differenza tra loro.
L’occupazione ritiene che prendendo di mira i figli dei leader si romperà la determinazione del nostro popolo. Diciamo all’occupazione che questo sangue ci renderà solo più fermi nei nostri principi.
Il nemico non riuscirà nei suoi obiettivi.
Il nemico si illude se pensa che uccidendo i miei figli cambieremo la nostra posizione. Il sangue dei miei figli non è più prezioso del sangue del nostro popolo martirizzato a Gaza, perché sono tutti miei figli.
Il sangue dei miei figli è un sacrificio sulla via della liberazione di Al-Quds e Al-Aqsa. Non esiteremo e non ci ritireremo e continueremo il nostro cammino per liberare Al-Quds e Al-Aqsa.
Le minacce dell’occupazione di invadere Rafah non spaventano il nostro popolo né la nostra resistenza. Non ci sottometteremo al ricatto praticato dall’occupazione.
Non scenderemo a compromessi, non importa quanto grandi siano i nostri sacrifici.
Avete visto i leoni della resistenza abbattere i soldati nemici dopo sei mesi di guerra a Gaza, e questa è la prova del fallimento del nemico sionista nella sua guerra.